Sensori wireless anti abusivi della ricarica

Sensori wireless contro gli abusivi della ricarica, che usano gli spazi davanti alle colonnine come parcheggi. Enel X ha avviato una sperimentazione  a Roma.

sensori wirelessSensori wireless sperimentati da Enel X Way a Roma

I sensori sono stati installati nell’hub di ricarica di Corso Francia, ma presto verranno posizionati anche in altre stazioni della rete di Enel X Way. E sono in grado di riconoscere quando un veicolo occupa in modo abusivo lo spazio dedicato alla ricarica, al fine di renderlo disponibile a chi ne ha necessità. È ovvio che i danneggiati da questi comportamenti scorretti sono su due fronti. Da una parte ci sono gli automobilisti, che magari si dirigono verso una colonnina che sulla app risulta libera, mentre nei fatti è inaccessibile. Dall’altra ci sono le società di gestione, che da questa inaccessibilità perdono possibili introiti. Enel X Way ricorda anche che “la sosta negli stalli riservati alla ricarica è vietata e punibile con sanzioni e la rimozione del veicolo. In caso di occupazione non autorizzata, è sufficiente rivolgersi alle autorità competenti“. Purtroppo, però, sappiamo per esperienza che non sempre le Polizie Municipali sono disponibili a intervenire, tantomeno con la rimozione.

sensori wireless
Anche su Street View capita di vedere colonnine occupate da abusivi in sosta, come in questa immagine inviataci da Marco, un lettore.

C’è che usa Street View per studiare la situazione prima di partire…

Il malcostume di usare come parcheggi le aree di ricarica è talmente comune da indurre alcuni a usare Street View per verificare la situazione nelle colonnine. Controllando lo stato della ricarica di cui ci si intende servire lungo il percorso, come ha fatto di recente Marco, un lettore: “Stavo indagando su un percorso e le possibili ricariche presenti. Utilizzando le utili innovazioni di Google Maps, che permette ormai anche di filtrare le ricariche ad alta potenza (> 50 kW), quando mi sono imbattuto in questo inquietante scatto su Street View. Ci troviamo nel Lazio, non lontano dal lago di Bracciano, presso una nuova Enel X da 100 kW, molto utile. Se addirittura Street View, che aggiorna le foto abbastanza di rado, coglie una situazione del genere, vuol dire che questo malcostume è molto diffuso! E se esistessero prolunghe per connettori in corrente continua, sarebbe forse il caso che gli automobilisti elettrici iniziassero ad usarle. Per ricaricare anche a distanza di qualche metro. Anche a costo di mantenere bloccate le auto dei maleducati che sono di intralcio…”. 

  • Che cosa succede quando la colonnina è occupata da abusivi e chiami la Polizia Municipale? Guarda il VIDEO

Visualizza commenti (18)
  1. E dopo che il sensore rileva l’intruso che succede? E per quelli che finita la ricarica la lasciano parcheggiata tutto il giorno?

  2. Nunzio Santini

    Non comprendo la rimozione forzata. Finché si tratta di auto termiche ok, ma se è un’auto elettrica attaccata che però non sta caricando, come fai a rimuoverla visto che il cavo non è estraibile né dall’auto né dalla colonnina?

    1. Eugenio Davolio

      Forse mi sbaglio, ma innanzitutto non mi risulta sia possibile collegare il proprio cavo alla colonnina AC o collegare un cavo DC all’auto senza aver prima autorizzato la ricarica… 🤔
      E sempre se non mi sbaglio, una volta arrivato al 100% di ricarica tutte le colonnine liberano il cavo (le AC lato colonnina, le DC direttamente lato auto).

      1. No, ti sbagli di grosso.
        Prendi una Bitron ed attacchi il cavo type2 all’auto senza aver autorizzato nulla.
        Qualsiasi colonnina con CCS si comporta alla stessa maniera.

        E no, nessuna colonnina sblocca il cavo una volta raggiunto il 100% di carica.
        Nemmeno le auto.

        1. Eugenio Davolio

          Se legge bene, io infatti parlavo di attaccare il cavo *alla presa Type 2 della colonnina AC* o di *prelevare il connettore CCS dalla colonnina DC* senza aver prima attivato la ricarica.
          Quindi il succo è che mi risulta difficile inscenare una finta ricarica per poter parcheggiare un BEV in uno stallo di ricarica senza effettivamente ricaricare, e quindi quel BEV è perfettamente rimovibile.
          Riguardo al fine carica, invece, sono certo di quel che ho scritto: arrivati al 100% di carica, la colonnina AC sblocca il cavo dalla propria presa, mentre la colonnina DC sblocca il cavo, ed è quindi di nuovo perfettamente possibile rimuovere un BEV dallo stallo.

          1. Riguardo il fine carica il cavo AC non viene assolutamente sbloccato lati colonnina, avendo 2 EV lo posso assicurare.
            Per connettere il veicolo e non far partire la carica, se la colonnina è provvista di cavo AC, basta inserirlo nella macchina, questa lo blocca e tanti saluti.

          2. Eugenio Davolio

            @Lucio, rispondo a me stesso perché il sistema dei commenti non mi consente più di risponderti direttamente 🤣.
            Non so cosa dirti, la mia esperienza con il mio BEV è che, tutte le volte che in una colonnina AC ho lasciato ricaricare fino al 100%, ho sempre trovato la colonnina che mostrava un messaggio del tipo “Prego liberare la presa di…” [destra o sinistra, a seconda di dove ero connesso] e il cavo non più bloccato nella presa della colonnina. Ovviamente, lato auto il cavo era ancora bloccato, ma a quel punto è sicuramente possibile rimuovere un BEV in divieto di sosta (ai sensi dell’art. 158 CdS) anche con il suo cavo attaccato (facendo attenzione a non danneggiare né cavo né auto, ovviamente!).
            Riguardo poi alle DC, la mia ultima esperienza è freschissima (mercoledì scorso): ricaricato al 100%, il display della colonnina mi ha informato che aveva terminato la ricarica, e a quel punto il connettore inserito nell’auto era già stato sbloccato: l’ho semplicemente rimosso dalla presa dell’auto e reinserito nel suo alloggiamento nella colonnina. Di nuovo, considerando la necessità di rimuovere un BEV in divieto di sosta, anche in questo caso il BEV è perfettamente rimovibile.

            Riguardo al tuo secondo paragrafo:
            “Per connettere il veicolo e non far partire la carica, se la colonnina è provvista di cavo AC, basta inserirlo nella macchina, questa lo blocca e tanti saluti.”,
            mi pare che ricadiamo nel primo caso che ho detto: il cavo è sì bloccato lato BEV, ma, non essendo inserito nella presa della colonnina, un BEV in questa condizione è rimovibile dallo stallo di ricarica spostando il veicolo con il suo cavo attaccato.
            Poi magari non tutte le colonnine si comportano così, ma questa è la mia (limitata) esperienza 🤷‍♂️.

    2. Quell’auto pagherà il sovrapprezzo per occupazione a carica terminata, quanto ti arriva due o tre volte la sassata ci pensi due volte hehe

  3. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

    Finalmente si muove qualcosa anche se con soluzione OVERENGINEERED, bisogna fissare il sensore sul asfalto con r
    elativa autorizzazione, il sensore va alimentato con pile che dovranno essere cambiate regolarmente , serve una connessione radio 433 MHz WiFi o Bluetooth per parlare con la colonnina .
    Bastava aggiungere sulla colonnina che è già alimentata due sensori ultrasuoni , tipo i sensori di parcheggio e senza nessuna autorizzazione il gioco era fatto
    Sarà decorazione di 40 anni di progettazione elettronica alle spalle !
    E spero vedremo almeno il prossimo cambio pile di questi sensori

    1. C’è la possibilità che essendo una sperimentazione abbiano usato una soluzione a batteria per ridurre drasticamente i costi, se poi si rivelasse efficace è probabile decidano per una soluzione collegata alla colonnina stessa, alla fine le nuove installazioni sarebbero perfette, quelle già esistenti un taglio stile “posa della fibra” e si risolve

    2. Da tanti anni, forse un decennio, a Treviso tutti gli stalli pubblici a pagamento sono monitorati da un sensore affogato nell’asfalto (non visibile in superficie). Sull’asfalto, presso ogni stallo, e’ indicato un numero progressivo. L’utente parcheggia, memorizza il nr del suo stallo, lo inserisce nel parcometro, paga per il tempo che gli occorre e senza neppure aver bisogno di tornare all’auto per apporre il bigliettino sul cruscotto. Il gestore delle strisce blu in centrale operativa sa (grazie al sensore) se lo stallo e’ occupato e (grazie al parcometro) se la sosta e’ stata pagata. Puo’ quindi facilmente mandare a colpo sicuro gli ausiliari del traffico a multare tutti i veicoli che no hanno pagato la sosta o con la sosta scaduta. Analogamente potrebbero farlo i gestori elle colonnine, che da remoto sanno quale stallo e’ in ricarica e quale no e (tramite il sensore) saprebbero se in effetti non e’ occupato o se occupato abusivamente. Per chiedere quindi l’intervento, a colpo sicuro, dei locali ausiliari del traffico.
      Insomma … la tecnologia gia’ esiste e da tanti anni … c’e’ ben poco da sperimentare ancora, no?

  4. Eugenio Davolio

    Finalmente una società di gestione che si muove perché ha capito che altrimenti ne subisce un danno economico!
    Speriamo che questi sensori si diffondano velocemente tra tutti i gestori e in tutte le colonnine.
    Potrebbe aiutare a velocizzare il processo se noi utenti segnalassimo direttamente alle società di gestione i casi in cui troviamo un loro stallo occupato indebitamente? Anche qualora ci passiamo accanto per caso, non soltanto nei casi in cui si voleva ricaricare.
    Cominciamo a farlo per vedere di nascosto l’effetto che fa? 😈

    1. Nessuno lo fa per gli stalli riservati ai disabili, figuriamoci se lo fanno per le aree di ricarica 😂 lo so son cinico 🤣

      1. Cinismo per cinismo: una colonnina non fruibile genera un mancato guadagno per la compagnia che la gestisce; un posto per disabili non fruibile regolarmente non crea danno economico ad alcuno.

    1. Infatti non credo abbia una funzione di dissuasori, almeno non diretta…
      La sua funzione non è di impedire che l’abusivo impegni lo stallo ma bensì qyello di far si che quando lo fa la compagnia proprietaria possa accorgersene in modo da non segnalare bella propria app (e di riflesso in tutte quelle “collegate”) che quello stallo è libero quando invece è inutilizzabile.
      Una forma di dissuasione indiretta la su può avere se la compagnia proprietaria della colonnina iniziasse a chiedere in prima persona l’intervento delle forze dell’ordine: sicuramente loro possono avere un potere persuasivo per farle intervenire molto maggiore rispetto al semplice automobilista…..
      Certo però che questi sensori devono anche essere “blindati” sennò, con l’inciviltà che regna padrona in Italia, tempo 2 giorni dall’installazione già saranno messi fuori uso da chi vuole continuare a fare liberamente l’abusivo….

  5. Come segnalato qualche giorno fa alla redazione, ritengo questo sensore la mossa decisiva per evitare questo malcostume.
    La fotografia mostra un sensore un pò piccolo che non copre tutti gli ostacoli (es moto). Una spira sotto il manto dello stallo credo sia più efficace. Seguirò la sperimentazione con attenzione, teneteci informati per cortesia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Colonnine con permesso di sosta, questa poi...

Articolo Successivo

Motore, batteria, abitacolo: Marelli integra la gestione termica

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!