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Seimila euro di bonus alle elettriche, stangata alle termiche

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Seimila euro di bonus per chi dal 1° gennaio acquisterà un’auto elettrica; un po’ meno per i nuovi acquirenti di auto ibride o a gas, mentre chi cambierà auto restando al motore termico, dovrà pagare una tassa extra legata alle emissioni inquinanti.

Il primo via libera al nuovo sistema di incentivi-disincentivi bonus malus, è arrivato martedì sera dalla Commissione Bilancio della Camera che ha approvato un emendamento alla manovra. Oggi, 5 dicembre,  il testo passerà in aula, dove si dovranno valutare le coperture. L’annuncio è arrivato dal sottosegretario cinquestelle ai Trasporti Michele Dell’Orco su Facebook. È un po’ paradossale il fatto che il parametro scelto sia ancora quello della CO2, notoriamente più favorevole alle auto a gasolio che ai veicoli alimentati a benzina.

Michele Dell’Orco

L’annuncio di Michele Dell’Orco

Oggi abbiamo raggiunto un grande primo traguardo per un futuro a mobilità sostenibile _ ha scritto _. In legge di Bilancio abbiamo inserito, per la prima volta in Italia, degli incentivi per l’acquisto di auto a basso impatto ambientale, quindi elettriche, ibride o a metano. Con il meccanismo del bonus/malus, invece, le auto più inquinanti costeranno di più, perché dovranno pagare un’imposta in base alla CO2 prodotta, e dunque acquistare vetture meno inquinanti sarà anche più conveniente”. La notizia è poi stata confermata questa mattina dal vicepremier Luigi Di Maio in una conversazione con l’agenzia Ansa.

Come funzionerebbe il bonus-malus

La Fiat Panda

La norma prevede che dal 1° gennaio 2019 le auto nuove saranno sottoposte ad una tassa che parte da 150 euro per quelle che emettono tra 110 e 120 grammi di CO2 per chilometro, fino a 3.000 euro per quelle che emettono oltre 250 grammi di CO2/km. Parallelamente viene istituito un incentivo all’acquisto di auto nuove che parte da 1.500 euro per le auto che emettono tra 70 e 90 gr. CO2/km (come quelle a gas), sale a 3.000 euro per quelle ibride, e arriva a 6.000 euro per le auto 100% elettriche. Mancano ancora i dettagli, ma si parla di una dotazione in bilancio di 300 milioni di euro per il 2019. Si tratta di un incentivo in linea con quello praticato, per esempio, in Francia. Tuttavia non copre completamente il differenziale di costo fra un’auto nuova elettrica e un’auto nuova a motore termico. Anche perché molte Case automobilistiche (come Hyundai e Nissan) hanno appena ritoccato al rialzo i prezzi di listino dei loro modelli elettrici. Naturalmente la lobby del petrolio è già al lavoro per bloccare la norma sul nascere: la Staffetta Petrolifera, per esempio, fa notare non senza allarmismo che la stessa Fiat Panda avrebbe una penalizzazione di 150 euro.

Il fuoco di sbarramento dell’Anfia…

In realtà secondo l’Anfia, l’Associazione delle imprese della filiera dell’auto, la Panda pagherebbe anche di più: “Il provvedimento colpisce la filiera industriale italiana che si è impegnata ad investire nell’elettrificazione”, si legge in una nota, “La classificazione proposta, inoltre, non tiene conto dell’attuale situazione regolamentare… Se prendiamo ad esempio il modello più venduto in Italia, la Panda 1.2 prodotta a Pomigliano, comunque tra le vetture non ibride con le più basse emissioni di CO2, con il nuovo sistema pagherebbe un’imposta che varia dai 400 ai 1000 €…anche molte utilitarie a gas, veicoli ad alimentazione alternativa, oltre a non avere nessun bonus, rischierebbero di pagare un malus di 150€. Una misura così, oltre a rallentare il rinnovo dell’obsoleto parco circolante, penalizza le classi sociali con minore capacità di acquisto…”.

…e delle marche estere in Italia

Fuoco di sbarramento anche dall’Unrae, che raggruppa le marche estere presenti in Italia, e da Federauto, l’associazione dei concessionari. A Repubblica il presidente dell’Unrae (e numero uno di Volvo Italia) Michele Crisci ha detto:

Michele Crisci

Ci sono errori sia concettuali che numerici. Il provvedimento, così come orchestrato, non va nella direzione del rinnovo del parco auto circolante. Il sistema di bobus/malus infatti si applica solo alle vetture nuove, ma non alle vecchie. E nessuno pensa così a levare dalla circolazione i rottami. Con la follia che nel caso del malus si penalizzano perfino vetture molto più ecologiche (quelle nuove) di quelle che circolano e inquinano di più. C’è proprio un errore concettuale nell’approccio”.

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8 COMMENTI

  1. Non volevo offendere nessuno e solo che per me non ha senso andare a tassare chi realmente vuole cambiare il suo vecchio euro 3 con una macchina nuova,sicuramente se in una famiglia c’e Una macchina vecchia e perché realmente non lo può fare e perciò così facendo disicentivi già la precaria intenzione di acquistare un’auto nuova.Secondo punto gli incentivi che lo stato mette in campo al massimo aprile già finirebbero e resterebbero solo le tasse per l’acquisto e poi parliamoci chiaro sicuramente non verrebbero spesi per le colonnine di ricarica dove ancora in questo campo siamo a terra e 3 punto per me il problema dell’inquinamento viene solo spostato perché la corrente elettrica da dove la prende lei tutta dal rinnovabile?Io sono per l’elettrico ma a me sta sembrando come uno che compra il treno senza che ci siano ancora i binari…spero che stavolta non sia stato offensivo anche perché io sono per la libertà di pensiero perciò anche prima non vedo dov’era l’offesa per Essere censurati

    • Caro Gianni, penso che il compito di chi governa sia quello di promuovere comportamenti virtuosi, favorendo consumi sostenibili e scoraggiando quelli socialmente dannosi; dove occorre, anche con la leva della fiscalità. I livelli di inquinamento raggiunti, in particolare in Pianura Padana, sono ormai intollerabili e spero che su questo anche lei sia d’accordo. Le do solo un dato: l’Organizzazione mondiale della sanità stima 91 mila morti premature a causa dello smog solo in Italia. Poi c’è il cambiamento climatico dovuto alle emissioni di CO2 prodotte dalla combustione degli idrocarburi. Abbiamo visto quel che è successo con la tempesta tropicale che ha abbattuto 5 milioni di alberi sulle Alpi. Bisognerà fare qualcosa, no? Intanto, sarebbe bene informarsi. Se naviga un po’ nel nostro sito troverà sfatati da studi scientifici inoppugnabili tanti del falsi miti che anche lei cita. Per esempio quello dell’elettricità “sporca”: in Italia il 40% dell’energia elettrica è prodotto da fonti rinnovabili, quindi pulite, e il resto da gas che è la meno inquinante di tutte le altre fonti fossili. Capirà così che ha molto senso una politica premiante per le auto con basse o nulla emissioni nocive; e i costi del non far nulla sono molto superiori di quelli che lei lamenta. Poi sul come, sul quando e sul quanto si può, anzi è bene, discutere. Anche sulle ricariche, la situazione non è tragica come lei pensa. Enel e altri operatori ne stano installando al ritmo di oltre cento a settimana: sono già quasi tremila in Italia, per un parco di auto elettriche che non raggiunge le 10 mila unità. Entro il 2022 saranno 14 mila solo quelle Enel. E’ chiaro che non si possono fare i treni senza binari, ma nemmeno binari se qualcuno non comincia a fare i treni. Le due cose vanno di pari passo.

  2. Personalmente credo che la madre dei cretini è sempre incinta..Ma come si fa a fare una cosa del genere senza neanche riflettere o quanto meno confrontarsi con gente e enti competenti in materia,ma chi stanno incentivando, chi sta pensando di comprare una Tesla da 120 mila euro? Vanno a danneggiare noi comuni mortali che al massimo possiamo arrivare alla Panda…Mi tengo la mia vecchia macchina e rinuncio alla macchina nuova..Costruttori e concessionari, a voi la palla per contrastare questa bestialità.

    • Signor Gianni, come noterà ho ripulito il suo commento di termini e di toni che non si confanno a questo sito, e in generale a nessuna discussione costruttiva. Ciò detto, quel che scrive è comprensibile, ma non condivisibile. Le auto elettriche non sono solo la Tesla. Già si trovano sul mercato modelli (e molti altri ne arriveranno a breve) che non costano 120 mila euro, ma un quinto di quella cifra: con un bonuns di seimila euro sarebbero già alla portata di gran parte degli automobilisti italiani. Gli incentivi, poi, seppur ridotti, comprenderebbero anche le auto a metano, quindi anche la sua cara Panda. Il testo del provvedimento è ancora vago e l’iter di approvazione è appena iniziato. A nostro giudizio va analizzato nel merito. Certo non è il miracolo che sbandierano i fan di questo governo, ma nemmeno la bestialità che lei dice. Il problema dell’inquinamento nelle città è reale e in qualche modo va affrontato. Sul come, si può discutere.

  3. Con la ormai consolidata arroganza, ignoranza e presunzione, gli incompetenti legiferano su argomenti a loro totalmente ignoti.
    Se mai fosse possibile, cosa della quale dubito, dovrebbero fare un bagno di umiltà e documentarsi prima di legiferare.

    • In linea di principio concordo con le sue considerazioni. Nello specifico, sospenderei il giudizio in attesa di vedere il dettaglio della misura. Che peraltro ha appena iniziato l’iter parlamentare e potrebbe finire in nulla, come spesso avvenuto in passato. Fra l’altro la dotazione di 300 milioni non è trascurabile, e il governo sta usando le forbici per ridurre il deficit e addolcire il niet di Bruxelles.

    • immagino si riferisca ai trogloditi precedenti suoi beniamini politici
      finalmente non saremo più l’unico grande paese occidentale né l’unico grande paese europeo senza incentivi per la mobilità elettrica, i miei amici francesi inglesi e tedeschi la finiranno di sfottermi per gli incapaci precedenti al governo
      il diesel è morto di suo, giusto prendersela col motore fossile sopravvivente

      • Evitiamo gli insulti personali, per cortesia, chi scrive (noi compresi) lo fa per scambiare pareri, dare e ricevere informazioni. Nessuno vince e nessuno perde, nessuno è più intelligente degli altri. Grazie.

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