Second Leaf, dalla Nissan distrutta nasce la barca elettrica

Si chiama Second Leaf la barca elettrica messa in acqua grazie al recupero di una Nissan Leaf incidentata e distrutta. L’autore di questa trasformazione è Leonardo Spacone, nome noto ai lettori di Vaielettrico per le competenze sulle batterie e non solo. Una storia che nasce dalla fede nelle virtù dell’usato elettrico. Un’esperienza che nasce nel Comune di Narni e che abbiamo documentato (leggi) nei suoi primi passi. 

Le batterie a fine vita possono far navigare una barca

Finita la corsa in auto, le batterie non diventano un rifiuto ma hanno una possibile e spesso lunga seconda vita, prima ancora di essere riciclate (leggi). BMW le ha recuperate per le colonnine di ricarica (leggi), vengono inserite in grandi sistemi di accumulo per la stabilizzazione della rete elettrica o  in sistemi domestici.  La Second Life può essere anche a bordo di un altro veicolo, come mezzi speciali oppure le barche. Abbiamo documentato il recupero delle batterie Tesla riutilizzate in un battello trasporto passeggeri (leggi) e in un fuoribordo (leggi).

Second Leaf può raggiungere i 32 nodi. Al timone Leonardo Spacone

Questi erano gli esempi internazionali e ora arriva il primo progetto italiano:  l’imbarcazione 100% elettrica realizzata a partire da un’auto 100% elettrica incidentata. Una bella iniziativa che spiega a Vaielettrico l’ingegner Leonardo Spacone: «La mobilità elettrica circolare è possibile. Il Comune di Narni ci ha creduto per primo, già nel 2021, con una gara pubblica per l’acquisto di veicoli elettrici usati, garantiti da una certificazione PKC – Power Check Control, che ne ha validato lo stato di salute della batteria».

Dall’auto elettrica incidentata alla barca elettrica

 

E’ andata bene e si cono concessi il bis. «Nel 2025  una seconda gara pubblica, per una nuova fornitura di veicoli elettrici, ancora una volta usati e certificati PKC. Tra i veicoli dismessi, una Nissan Leaf incidentata che, a causa dei costi di ripristino, era destinata alla demolizione. Ma è qui che nasce l’idea: dare una seconda vita alla Leaf, trasformandola in una barca».

Second Leaf si si ricarica anche in mare con il fotovoltaico

Il progetto è interessante non solo dal punto di vista dell’economia circolare ma pure per la sua integrazione con il sistema lago. Siamo nel Trasimeno dove la barca collega Castiglione del Lago con Isola B, la prima stazione di cattura per insetti di tipo innovativo, galleggiante e posizionata al centro dello specchio d’acqua.

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La tratta si compie a zero emissioni e «può contare anche su un punto di ricarica allestito sull’isola artificiale, sottolinea l’ingegnere, alimentato al 100% da energia rinnovabile fotovoltaica». Vere emissioni zero  come si vede bene nella foto qui sotto.

nautica elettrica
Second Leaf ricarica con il fotovoltaico in mezzo al lago dove presta servizio

Un dato importante è l’autonomia: «Se sulla terraferma il calcolo dei kilowatt fiscali delle automobili viene effettuato su 30 minuti alla massima potenza, un valore che, nella realtà, è difficile mantenere, in acqua, invece, erogare potenze elevate è la norma. Nel nostro caso, la batteria originaria da 24 kWh della Leaf 2014 – sottolinea Spacone – , oggi con una capacità residua certificata del 69%, mette a disposizione circa 16,56 kWh effettivi. A 80 kW costanti, l’autonomia si traduce in poco più di dodici minuti di navigazione, alla velocità di 32 nodi poco meno di 60 km/h, una velocità di tutto rispetto per una imbarcazione». Naturalmente queste non sono velocità da lago dove si naviga a pochi nodi permettendo così un’autonomia più ampia  e funzionale alle attività da portare a termine. Si può ben fare.

In barca cime sulla Nissan Leaf : dalla manetta alle frecce

Il team, come racconta l’ingegnere, ha lavorato per portare a bordo «la manetta originale della Nissan Leaf, il selettore di direzione (avanti/indietro), integrandolo nel fuoribordo e offrendo un controllo fluido e immediato. Recuperate anche le frecce, il clacson e lo sterzo originali, quest’ultimo visibilmente segnato dallo scoppio dell’airbag ma, per scelta, mantenuto autentico e riparato con rivetti in acciaio inox,  in modo da conservare la memoria della sua “vita precedente” su strada».

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Il recupero della Nissan non si è limitato alla propulsione come si vede nella plancia di Second Leaf

Il progetto è stato realizzato da Laika Lab, società tecnologica umbra specializzata in soluzioni innovative per la mobilità elettrica, su incarico di Skycar, azienda di Foligno vincitrice della gara di fornitura dei veicoli e delle infrastrutture di ricarica per il Comune di Narni nel 2025. L’imbarcazione elettrica è stata realizzata dal gruppo di lavoro SeaX, specializzato nella conversione alla propulsione elettrica di imbarcazioni dotate di motori tradizionali (leggi).

Ora si punta al recupero di una Nissan Leaf da 62 kWh

Non è stato un esercizio fine a stesso recuperare la Nissan per la Second Leaf. Ora si punta ad aumentare l’autonomia della barca, spiega l’ingegner Spacone.

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«In collaborazione con Loccioni, azienda marchigiana che ha realizzato il progetto Pioneer per Aeroporti di Roma, un sistema di accumulo fotovoltaico basato su batterie Second Life,  stiamo lavorando per recuperare la batteria di una Nissan Leaf di penultima generazione, con capacità di 62 kWh».

 

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Con le batterie più recenti si guadagna autonomia senza cambiare l’assetto

Nel dettaglio «questa nuova batteria dovrebbe garantire quattro volte il contenuto energetico rispetto all’attuale pacco batterie da 24 kWh montato sull’imbarcazione, mantenendo le stesse dimensioni e lo stesso peso. Il confronto evidenzia quanto la densità energetica delle batterie per veicoli elettrici sia cresciuta dal 2014,  anno di produzione della Nissan Leaf utilizzata per la realizzazione di Second Leaf – al 2021, anno di produzione della batteria di nuova generazione». Più autonomia senza stravolgere l’assetto dell’attuale barca.

Come funziona la conversione del fuoribordo tradizionale

Dalla Nissan si sono recuperati motore, inverter, pacco batterie, cablaggi e centraline di controllo. Dal fuoribordo termico è stato rimosso completamente il gruppo a combustione interna e conservato il piede e il sistema di trasmissione meccanico, ancora perfettamente funzionante.

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Cosa si recupera dall’auto per poi essere usato in barca

Il motore della Leaf è stato adattato meccanicamente ed elettricamente al piede del fuoribordo. L’inverter e il pacco batterie zono stati integrati nel sistema, completando la conversione da termico a elettrico. Una semplificazione, ma utile per capire.

LEGGI ANCHE: Cosa danneggia una batteria? Troppe ricariche “sbagliate”

 

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