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Se l’ibrido plug-in non decolla ci sarà un perché

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L'anteriore della Mini Cooper SE ibrida plug-in, con lo sportellino per la ricarica.

Strano ma vero, l’ibrido plug-in non decolla. Sembrava l’uovo di Colombo: un pacco-batterie da 15-20 kWh ricaricabile con la spina in grado di fare circa 50 km in solo-elettrico. E un motore termico per le lunghe percorrenze. Invece…

Si vendono già più elettriche pure

Invece anche in Italia si vendono più auto elettriche pure che ibride con la spina. E questo nonostante che l’offerta delle seconde sia ben più ricca delle prime, con marche come Mini, Porsche, Land Rover eccetera già ben presenti. E comunque, un catalogo ben più vasto. I numeri parlano chiaro: nei primi 10 mesi dell’anno l’elettrico resta in testa, anche se non di molto, con 4.167 auto immatricolate contro 4.024. Una prevalenza confermata anche in ottobre, con 587 auto vendute contro 548. E la forbice sembra destinata ad allargarsi, dato che finalmente il 2019 porterà al lancio di una vera gamma di auto a emissioni zero (leggi qui le 10 novità più attese). Gamma che si completerà finalmente nel 2020. Lo scarto tra elettrico puro e ibrido plug-in è ancora più netto nel resto d’Europa. In Francia, per esempio, in ottobre si sono venduti ben  3.964 veicoli elettrici (+43%), mentre le ibride con le spina si sono fermate a quota 936 (-11%).

La presa di ricarica della Range Rover PHEV, ibrida plug-in-in.

Chi si converte alla spina fa il salto

L’impressione è che, per quanto intelligente sotto molti aspetti, la soluzione del doppio motore più la spina non convinca gli automobilisti. Chi si decide a fare il passo dell’auto ricaricabile con una presa di corrente, e non con la pistola di un distributore, sembra più orientato a saltare del tutto il fosso e a passare all’elettrico puro. In caso contrario resta più fedele a soluzioni come gli ibridi tradizionali (l’ibrido Toyota, per intenderci), per quanto facciano un numero limitato di km a emissioni zero. Questi numeri sono comunque interessanti per capire come si orienteranno gli investimenti delle Case costruttrici. Mentre l’elettrico continua a crescere ovunque almeno a doppia cifra, l’ibrido plug-in non decolla. Anzi, spesso va indietro. Forse tra qualche anno ci sembrerà solo una stravagante tappa nella transizione dai motori termici. E siamo disposti a scommettere che, quando arriverà la Mini elettrica, venderà ben di più della plug-in. Voi che ne dite?

Guarda questo filmato in cui la Mini spiega bene come funziona il suo ibrido plug-in

-Guarda anche il report di LC Auto secondo il quale le vendite di ibride plug-in sono destinate a flettere, a favore di una netta affermazione delle elettriche

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2 COMMENTI

  1. Nessun problema, tanto meno per le plug-in
    in famiglia abbiamo una Mini countryman plugin, fantastica, autonomia reale in solo elettrico ca 33 km, posso ricaricarla anche 2 volte al giorno (se da zero 1,8 euro, oppure zero con il fotovoltaico che abbiamo a casa). prestazioni eccezionali anche già in elettrico puro grazie a 88kw e una coppia che i motori tradizionali raggiungono a fuori giri, mentre l’elettrico gia fa fermo e in totale silenzio, una qualità di viaggiare impensata. Recupero energia nei rallentamenti e in frenata, quando si torna dalla montagna in discesa si ricaricano le batterie oltre a non consumate nulla.
    L’elettrico, anche plugin, rivoluzionerà il modo di spostarsi, qualità – autonomia – ecologia – contenimento costi, soprattutto nel nostro sud, presto tutti a viaggiare in silenzio, senza emissioni e con il solare a quasi zero consumi, state a vedere, si tratta di una rivoluzione non solo tecnica ma soprattutto sociale, in positivo.
    il plugin soffre di un problema culturale, è perfetto per le donne moderne ma queste possono permettersi il budget di spesa?

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