Si fa un gran parlare di pericolo cinese. E dell’auto elettrica come cavallo di Troia per mettere anche il mondo automotive sotto il dominio di Pechino. Ma è vero?
Il tema vero è quello delle batterie
La tesi è suggestiva e parte della fatto che la Cina è il primo mercato al mondo nell’elettrico (ha quasi il 42% delle vendite complessive). E, soprattutto, ha un primato ancora più importante nei pacchi-batterie, con sette tra i primi dieci produttori al mondo (guarda l’articolo). Ma sul prodotto finito, sull’auto che arriva al cliente finale, non c’è gara. Con tutto il rispetto per la creatività cinese, ancora oggi i prodotti che vengono dai Paesi che hanno una lunga storia nell’automotive sono di un’altra categoria. E sono destinati a dettar legge per parecchio tempo anche in Cina. Cosa che non avverrà né oggi né domani in Europa per le auto prodotte laggiù. In alto abbiamo riprodotto l’immagine della citycar che una dei colossi del made in China, la BYD, mette in vendita dal 1°aprile. Si chiama semplicemente e1 ed è la prima nata di una gamma che comprenderà già quest’anno tre berline e due Suv. La linea (è lunga 3,46, larga 1,51 e alta 1,50) ha un che di già visto, così come la gran parte delle auto apparse finora. Il motore ha 45 kW di potenza, con pacco-batterie Ni-Co litio manganato.
Enormi problemi di qualità
C’è poi un’altra faccia della medaglia, svelata qualche giorno fa da un report dell’agenzia Bloomberg (clicca qui). È quella che i media cinesi hanno ribattezzato la scandalo “Quality-Gate”, ovvero la scarsa affidabilità di troppe auto elettriche prodotte in loco. Nel 2018 ne sono state richiamate per difetti ben 135.700 e nei primi due mesi di quest’anno si è già arrivati a quota 23.458. Il problema più comune è nelle batterie, che nel migliore dei casi non performano come promesso. Ma a volte si hanno anche pericolosi problemi di surriscaldamento e Bloomberg segnala che oltre 40 auto elettriche nel 2018 sono state vittima di fenomeni di auto-combustione. Ma i problemi riguardano anche motori e trasmissioni, oltre ai cattivi odori nell’abitacolo, cui i cinesi sono particolarmente sensibili. Sarebbe sbagliato fare di ogni erba un fascio e condannare tutta l’industria locale. Spesso i guai sono originati da Case improvvisate, nate negli ultimi anni col boom dell’elettrico. Ma il problema della qualità esiste, è grave.
Terra di conquista per Tesla e i tedeschi

Nel frattempo le Case occidentali pianificano grandi affari in Cina anche con l’elettrico. La Tesla sta costruendo un’enorme fabbrica a Shangai, per costruire batterie, il Model 3 e il Model Y. Lo stesso farà la Volkswagen, nella stessa regione, con un impianto solo per auto elettriche. L’elenco potrebbe continuare con BMW, Mercedes…E l’Auto-Shangai, il salone che si apre il 18 aprile (guarda) sarà una grande passerella di auto made in Europe. Tra queste la Volkswagen mostrerà in anteprima la versione Lounge, a 7 posti, del suo Suv denominato ID Crozz. Insomma, al momento è più la Cina una terra promessa per l’Europa che viceversa. Resta il grande tema delle batterie, ma anche su questo Francia e Germania si stanno attrezzando (qui l’articolo). L’Italia? Ha altro da fare…
questa è cinese e non c’è paragone con la audi e-tron, nel senso che questa cinese è molto meglio … il commentatore è proprietario di 3 tesla, se ne intende
https://www.youtube.com/watch?v=SRNxyJAdOVg
noi eravamo i primi produttori al mondo di motociclette. poi i giapponesi iniziarono a produrre e benelli guzzi morini laverda ecc dicevano la stessa cosa che dice lei nel suo articolo. io ero un ragazzo sedicenne . quando sono diventato ventenne i giapp arrivavano al 50% del mercato . ancora mi ricordo quando mio zio prese in giro mio fratello che si era comprato l’onda 400 perche il suo morini 3e1/2 era inbattibile . dopo pochi anni le nostre industrie non vendevano piu’ nulla e i giapp si sono presi praticamente tutto il mercato delle moto. con l’elettrico sta accadendo esattamente la stessa cosa.
Dimenticavo, il modello nazionale, basato sulla carrozzeria della vecchia Classe B Mercedes (hanno comprato la linea, non copiato) secondo quello che mi hanno detto costa al consumatore, tolti gli incentivi, 7500 dollari. Veda lei che mercato potrebbe avere anche a un prezzo doppio in Europa.
Vada in giro per il mondo è vedrà paesi, come in Europa Orientale o in America del Sud, dove i cinesi hanno preso in pochi anni il 10-20% de mercato. Questo per esempio è il mercato in Cile:
Opel (+213.3%), Maxus (+123.8%), the Chrysler Group (+93%), Changan (+91.3%), MG (+78.1%), Dongfeng (+61.9%), ZNA (+57.6%), Lifan (+50.8%), Foton (+38.3%), JAC (+36%) now the #1 Chinese brand in Chile, Skoda (+31.5%), Chery (+28.5%) and Brilliance (+25.8%) post some of the greatest gains in the remainder of the brands Top 50. Overall, Chinese manufacturers soar 44.9% to 12.9% share vs. 10.3% in 2017.
Sono cresciuti del 2.6% in un anno, e guardi quante marche vendono in quel paese.
Quanto crede ci vorrà perché, come i coreani a suo tempo, recuperino sulla qualità (magari comprandosi costruttori occidentali) e arrivino con prodotti di seconda generazione vicini se non superiori ai nostri?
Ho visitato il brand elettrico di BAIC, hanno il cosiddetto modello nazionale, in cui tutti i componenti sono cinesi, e quello normale, con batterie coreane, motore tedesco ecc. Quale vendono in Cina e con quale crede partiranno con le esportazioni?
Seguo con attenzione il mercato cinese sui media che se ne occupano e non sono ancora riuscito a vedere un modello che, a mio modo di vedere, potrebbe sfondare in Europa. Continuo invece a leggere di grandi progetti dei costruttori tedeschi per continuare a fare profitti laggiù anche con i nuovi modelli elettrici. Forse ha ragione Lei, ma nei dieci anni di direzione di ‘Quattroruote’, dal 2000 al 2010, ho sentito continuamente parlare di un’imminente invasione cinese. Ora siamo nel 2019 e restiamo al punto di partenza. Certo, ora sono una grande potenza industriale e prima o poi una Huawei dell’auto arriverà, ma per ora faccio fatica a vederla.
L’invasione è già iniziata con l’assalto ai mercati di livello appena inferiore all’Europa, come ho appena scritto, e ho mostrato la crescita in Cile come esempio, dopo aver conquistato mercati più basic in Africa e Asia. Non crede che quelle perdite di vendite facciano già male ai nostri costruttori? Non crede che la crescita di qualità (ho affittato una Brilliance in Cile e offriva una qualità accettabile e un mucchio di gadget non disponibili a pari prezzo sui competitori europei) sarà rapida come o più che per i coreani? Tra l’altro, vada anche a dare un’occhiata in Polonia e Romania, quella è già Europa. Quanto alla tecnologia, la Cina produce le batterie, noi ancora no, e il governo cinese fa di tutto per facilitarli, i nostri governi per rallentare lo sviluppo del mercato, si pressione dei costruttori, chi rischia di trovarsi fuori mercato?