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Scame Parre lancia Serie BE-D, wallbox in DC a 25 kW

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Chi l’ha detto che la ricarica deve essere sempre o lenta o ultraveloce? I latini dicevano che in “media stat virtus“. E forse a questa massima si è ispirata Scame Parre, lanciando un prodotto che sta proprio a mezza via. La wall box Serie BE-D è un caricatore in corrente continua con una potenza di 25 kW, che permette di incamerare fino a 150 km di autonomia in “un’ora circa”.

Il tema legato alla ricarica delle batterie è centrale nello sviluppo della mobilità elettrica. E il progresso delle tecnologie in questo campo è un fattore decisivo per il suo successo.

La costruzione di un’adeguata infrastruttura di ricarica – che sia pubblica o privata – pratica e conveniente per l’uso quotidiano dei veicoli elettrici, appare sempre più elemento imprescindibile per trainare la mobilità green nel futuro. Allo stesso tempo, il risparmio di tempo e risorse è essenziale oggi per la sua piena diffusione.

Con il progredire di questa tipologia di mobilità, infatti, anche le esigenze dei fruitori stanno cambiando. Oggi chi viaggia spesso in elettrico ricerca soluzioni che consentano una ricarica delle batterie più rapida possibile, anche e soprattutto nei percorsi quotidiani. Cerca strutture di ricarica adeguate in luoghi adeguati (autostrade, centri commerciali, parcheggi urbani, parchi pubblici…) che permettano di pianificare e ottimizzare gli spostamenti senza eccessive perdite di tempo.

Risparmiare tempo con la ricarica in corrente continua

Una branca dello sviluppo delle tecnologie di settore sta andando proprio in questa direzione. In particolare attraverso lo studio e l’implementazione sempre maggiore di meccanismi di ricarica in corrente continua (DC). Sistemi che, rispetto alla più diffusa ricarica in corrente alternata (AC), sono meno economici ma garantiscono una maggiore potenza d’erogazione, meno dispersione di energia e quindi una riduzione cospicua dei tempi di ricarica.

Oggi le stazioni di ricarica in corrente continua presenti sul nostro territorio sono principalmente veloci o ultra-veloci (potenze da 50 a 350 kW), utilizzate soprattutto nelle aree pubbliche, in prossimità dei principali snodi autostradali o nei parchi di ricarica rapida. Ma con l’aumento della domanda, sul mercato cominciano a comparire anche le prime stazioni di ricarica in DC per basse correnti di ricarica, sviluppate per essere anche compatibili con gli impianti fotovoltaici e con i sistemi accumulo a batteria.

Scame Parre, pioniere della e-mobility

Ad interessarsi in prima linea allo sviluppo di queste specifiche tecnologie c’è un’eccellenza italiana come Scame Parre, storica azienda bergamasca che vanta una lunga e consolidata esperienza nel campo delle soluzioni dedicate alla ricarica dei veicoli elettrici. Forte di una storia ormai sessantennale nello sviluppo di componenti e sistemi per impianti elettrici in ambito civile, terziario ed industriale, ​​​​​Scame è di fatto un pioniere della e-mobility, essendosene interessata a partire già dagli Anni ‘90.

L’azienda produce una nutrita gamma di wall box e colonnine per le ricariche degli EV, ed è un punto di riferimento nazionale per i sistemi di ricarica in corrente alternata AC.

Oggi, con il recente lancio della nuova wall box Serie BE-D, Scame Parre ha scelto di farsi strada anche nel mondo della ricarica continua, con un prodotto innovativo e di sicura futuribilità.

 

Wall box Serie BE-D, fino a 150 km recuperati in un’ora

BE-D ha una potenza nominale di 25 kW, per la ricarica in corrente continua DC dei veicoli elettrici. È stata pensata come soluzione ideale da adottare per le attività turistiche, fuori dai centri commerciali o nei parcheggi urbani. Ma anche per un uso professionale, di flotte aziendali, veicoli commerciali e servizi di car sharing.

La wall box permette di incamerare dai 120 ai 150 km di autonomia in circa un’ora o di fare il pieno a una batteria medio-grande in due ore effettive. Giusto il tempo per un cinema, un bel pranzo al ristorante, una passeggiata in centro, una visita ad un museo, un incontro di lavoro. Senza l’ansia di correre a staccare la spina, a carica ultimata, ma nel contempo con qualcosa di più del semplice rabbocco garantito dalle ricariche in AC a 22 kW (tra l’altro, sfruttabili appieno solo dal 6% delle EV attuali).
Quasi tutte le auto elettriche oggi in commercio possono invece ricaricarsi ad una potenza di 25 kW in corrente continua.

Design curato, poco ingombro

Oltre alle qualità tecniche, Scame Parre ha curato molto anche la parte estetica e di design di queste nuove wall box.

BE-D si presenta infatti compatta, poco ingombrante quindi duttile, con linee essenziali e ben rifinite (a firma Trussardi+Belloni Design), che ne consentono un’immediata riconoscibilità. La wall box, realizzata in materiale termoplastico con una cornice metallica in alluminio verniciato a polvere, a richiesta è equipaggiabile con un apposito supporto che, riprendendone il design, ne permette l’installazione a terra qualora non fosse possibile quella a parete.

Dal punto di vista tecnico queste piccole stazioni di ricarica rapida possono essere equipaggiate con un solo cavo munito di connettore CCS2 o CHAdeMO, oppure con due cavi distinti per i connettori CCS2 e CHAdeMO, fissabili su specifici supporti a parete quando non in uso. Le operazioni di ricarica sono sempre gestibili dall’interfaccia utente tramite un display TFT touch screen integrato.

Accesso libero o con autenticazione

Come il resto dell’offerta e-mobility Scame, anche le wall box BE-D prevedono due modalità di accesso alla ricarica: libera, quindi senza identificazione dell’utente per avviare o interrompere “il pieno”, o previa autenticazione.
Le stazioni della Serie BE-D, munite di connettività Ethernet–WiFi-2/3/4G, possono essere gestite tramite il Management System proprietario di Scame oppure essere collegate ad un E-Mobility Service Provider esterno, tramite protocollo di comunicazione standard OCPP.

In quest’ultimo, si consentono ulteriori servizi come le operazioni di fatturazione e la prenotazione delle stazioni.

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13 COMMENTI

  1. Le wallbox in DC mi incuriosiscono. Ho una domanda: qual è la potenza minima di erogazione che un’auto accetta in DC prima di interrompere la ricarica? In AC mi pare sia poco più di 1 kW, in DC c’è una potenza minima di erogazione scendendo sotto la quale la ricarica si interrompe?

  2. Okkio: una WallBox che ricarica in DC come quelle presentate da Scame mi sa che costano come una Twingo ZE.
    Vaielettrico, per favore, potresti pubblicare anche il prezzo.
    grazie!

    • Non è una wallbox per uso domestico. E’ un’alternativa alle normali colonnine pubbliche quick in AC da 22 kW

      • E’ anche un modo per ricaricare più velocemente dei 7-11kW che per molte auto è il limite di ricarica in AC, senza dover installare una mega-colonnina da almeno 50kW. Sappiamo che solo pochissime auto (solo alcune Renault praticamente) possono caricare in AC a 22 kW.

  3. Secondo me servirebbe un intervento legislativo tipo:
    Dal 1° Gen 2024 potranno essere commercializzate solo auto a trazione elettrica, totale o parziale, dotate di ricarica con capacità minima di 11KW AC.

    Perché c’é una gran quantità di colonnine AC, anche perché é lo standard di gran lunga più usato é la corrente alternata è molto diffusa e le colonnine costano meno per cui si possono diffondere maggiormente.

    • Domanda molto interessante.
      Che io sappia tutti gli inverter a valle di un impianto fotovoltaico “invertono” appunto la corrente da DC a AC, non ne ho mai visti con uscita diretta DC a fianco della AC. Anche la batteria di accumulo viene caricata in AC. Immagino che questa wallbox abbia a sua volta un inverter AC/DC, o ne richieda uno esterno; ovvio che prendere la corrente in DC direttamente dal FTV eliminerebbe molte perdite per conversione ma non so se sia possibile.

      • Ho una LG da 9,8 kWh ed è ricaricata in DC direttamente dall’inverter, risparmiando una conversione.
        Quelle di Tesla, Power Wall, sono caricate in alternata e danno alternata, hanno quindi la doppia conversione. Infatti sono molto usate per sfruttare l’energia durante le fasce orarie a basso prezzo.

        • Grazie Gianni, molto interessante. Ma per sfruttare la carica DC della batteria immagino abbia un inverter che permetta il bypass della conversione, posso chiederle che modello è?

          Ps: ma alla fine casa e auto vengono comunque caricate in AC, giusto? O ha una wallbox DC?

          • Che mi risulti un po tutti gli accumuli – eccezion fatta per il solo Power Wall – sono in DC. CI pensa poi l’inverter del FTV a girare in rete in AC. Non hanno quindi un inverter proprio. Sempre con l’eccezione del PW

  4. Sono contento che dopo dua anni di discussioni con varie aziende e miei commenti su vaielettrico qualcosa si muove su cariche in DC a 22 kW. Alpitronic e adesso scame sono arrivate .
    Adesso servirebbe una valigetta da tenere in macchina con imput in AC modo due e uscita in DC CCS2.

    • Hem oddio … mi sa che ‘sta “valigetta” peserebbe minimo minimo una cinquantina di kg, e avrebbe dimensioni paragonabili a quelle di una valigia media, piu’ cavi e connettori. Non una cosa particolarmente pratica e portatile…
      Senza considerare il prezzo!

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