Scadenze 2035: le condizioni di Urso (con appoggio tedesco?)

scadenze 2035

L’ultima esternazione del ministro Adolfo Urso ha toni quasi “draghiani”: l’Ue può mantenere le scadenze del 2035 e gli obiettivi del Green Deal solo tutelando l’industria europea dell’automotive. «Basta con le finzioni» ha dichiarato Urso.  In mancanza di queste precondizioni la data del ban al motore termico «va posticipata». Non è chiaro però a quale dei due esiti miri davvero il governo italiano. 

La prima opzione (conferma delle scadenze 2035) secondo il ministro passa per aiuti anche finanziari ai produttori e forti investimenti pubblici per creare tutte le condizioni indispensabili alla transizione.

Insomma, un piano simile a quello presentato da Mario Draghi, da mettere nero su bianco il prima passibile, cioè anticipando al 2025 le verifiche previste per il 2026 e il 2027. Questo proporrà l’Italia alla presidenza di turno ungherese dell’Unione Europea, pare con l’appoggio della Germania.

Che direzione dare all’industria dell’auto? Tutela del business o maggior rispetto ambientale?

Tre transizioni da allineare: Urso sposa le linea del progetto  Draghi?

«Vogliamo anticipare la clausola di revisione (del regolamento sulle emissioni di CO2 delle auto n.d.r.) alla prima parte della nuova legislatura per dare certezza alle imprese e ai cittadini europei» ha detto il ministro delle imprese e del made in Italy Urso nel suo intervento all’evento dell’automotive a Bruxelles promosso dalla presidenza ungherese. E su questo avrebbe incassato il via libera dal vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia e della protezione climatica, Robert Habeck con cui ha avuto un colloquio in video conferenza.

«Solo allineando la politica industriale, quella ambientale e la politica della sicurezza è possibile mantenere l’obiettivo del 2035. Ogni decisione deve tener conto di queste tre transizioni e collegare la transizione verso l’elettrico alla sostenibilità del sistema industriale e sociale» ha poi precisato.

scadenze 2035Ma la verifica va anticipata al 2025. Berlino “ha condiviso”

Urso, si legge in una  nota diffusa dal suo ministero  nel pomeriggio, ha esposto la proposta dell’Italia al governo tedesco in vista del consiglio Competitività che si terrà domani a Bruxelles, con la crisi del settore dell’automotive in Europa all’ordine del giorno.

«Tale proposta – specifica il Mimit nella nota – è stata condivisa dal vicecancelliere tedesco. Urso e Habeck hanno inoltre condiviso la necessità di prevedere un approccio maggiormente rivolto alla neutralità tecnologica e di prevedere investimenti comuni, pubblici e privati, per il sostegno dell’industria europea a fronte delle sfide globali, come indicato nel rapporto sulla competitività redatto da Mario Draghi».

I dubbi di Bruxelles e Budapest

Tuttavia la Commissione Ue, per ora, ha respinto la richiesta di anticipo della revisione. Il riesame delle norme Ue fissato nel 2026 «per il momento è appropriato», ha detto un portavoce  commentando la richiesta dell’Italia. E anche la presidenze di turno ungherese ha fatto orecchie da mercante. Ma un conto è il peso dell’Italia, un altro quello della Germania.

Visualizza commenti (29)
  1. Tranquillo Urso non ti preoccupare, tu non devi cercare di fare aprire gli occhi alla UE a guida von der leyen tu devi lasciare che vadano dritti a sbattere contro un muro e fracassarsi le ossa.
    Non serve fare propose alla filoputiniana Ungheria, o preoccuparsi, va tutto bene così!
    Quando non sarà un ministro ma decine di migliaia di lavoratori che perderanno il posto e manifesteranno incaxxati contro ste politiche illogiche e fatte con due soldi vedrai che risveglio.
    La UE è questa, una cozzaglia di governi che va ognuno per la sua strada e che fa i propri interessi, chi si coalizza da una parte e chi dall’altra ma l’idea di Europa unita e assai lontana!
    La prima grana ce l’hanno in casa con Audi Bruxelles altre arriveranno nei vari paesi, si è giusto così, aspettiamo il 2026 per aver ben più chiaro il fallimento di questa apologia green fatta senza criterio e senza soldi e poi ci leccheremo le ferite mentre la Cina in primis avrà guadagnato ancora più terreno e iniziato a prendersi svariate quote in Europa. Ottima tattica e tecnica questa dell’UE si vede che c’è gente forte e preparata, mica burocrati!

  2. cosa vi aspettaste che dicesse il ministro dell’economia tedesco che è dei verd? realisticamente la risposta vera ci sarà solo l 2026 in base ai dati dell’economia e ai risultati politici delle nuove elezioni e per ora non mi pare che le prospettive pe l”attuale esecutivo siano molto rosee poi fra 1 o 2 anni si vedrà.

  3. È di poco fa un’ ansa che riporta il diniego della Germania alla richiesta di Urso. Viene scritto che i tedeschi non ritengono utile anticipare la revisione 2026, in linea con quando già risposto da Bruxelles. La posizione di Urso e del governo di cui fa parte è l’ennesima conferma della miopia della classe politica e industriale nostrana che invece di rimboccarsi le maniche ed accettare la sfida del cambiamento cerca pietosamente di respingerlo.

  4. Leggo di € 33.000 per R5.
    Qualcuno, a grandi linee, è in grado di valorizzare i costi fra macro gruppi?

    – batteria
    – carrozzeria
    – motore e componenti elettronici
    – costi del personale
    – R&D
    – ammortamento impianti


    1. per la batteria io guardo i prezzi qui:
      https://www.trendforce.com/price/battery-price

      pacco batteria NMC completo in Oriente sono a 75e x kwh
      pacco batteria LFP completo in Oriente sono a 62e x kwh

      — per l’Europa aggiungo +20%, anzi stiamo larghi +30%
      (Renault fornitori Koreani, più cari) per il margine di rivendita del fornitore asiatico, con fabriche celle batteria in europa, oppure con spedizione navale celle da asia
      — poi aggiungo 22% di IVA italiana

      >>>> batteria 54 kwh NCM lordi x 119 euro = 6400 euro compresa IVA

      il resto dell’auto a spanne costa già un pò meno dell’equivalente termica,
      forse si va quasi a pari con un po’ di ricerca e sviluppo, ma non è la prima elettrica di renault, l’investimento è diluito su più modelli, e modesto, a meno di non calcolare di vendere solo 2.000 vetture invece di 20.000

      parrebbe (??) che la versione con batteria grande 54 KWh sarebbe vendibile in Europa con profitto a 26.000.K ivata
      (vedi anche i listini della futura Huyndai Inster)

      però non ho contato:
      – dividendi molto alti degli azionisti
      – tonnellate di spese pubblicitarie (per pompare i modelli ibridi)
      – socio azionista della filiera petrolifera che pensa che più ICE e Ibride si vendono e meno BEV, e meglio è

      meno male che ci sono le quote Co2 quest’anno, se le mantengono penso rimetteranno mano ai listini

  5. https://www.ilsole24ore.com/art/batterie-made-ue-pioniera-northvolt-costretta-licenziare-AGezyl

    Son costretti a diminuire la forza-lavoro per mancata competitività con i giganti competitors cinesi; mantengono quote di produzione da aumentare progressivamente, anche in base alle richieste dei clienti (BMW, che ha dovuto sopperire al tardivo raggiungimento delle quote prodotto richieste, probabilmente dovuto anche ad eccessivi scarti dovuti alla qualità. E’ un problema che ha avuto pure Tesla negli ultimi 3 anni con la messa a punto dei processi produttivi delle nuove batterie con le famose “4680” autoprodotte).
    nb NorthVolt ha annunciato che integrerà le attività in Svezia con quelle della sussidiaria americana Cuberg, una startup innovativa che si occupa di batterie avanzate per accedere a nuove tecnologie e competenze necessarie ai futuri sviluppi.

  6. Habeck cambierà idea quando asseggerà le sprangate sui denti dei 15mila dipendenti del gruppo Volkswagen che verranno licenziati.

    La causa del fallimento dell’automotive in Europa non è delle BEV, verissimo, ma è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

    Date tempo al tempo, le politiche di guerra stanno già dando i frutti, con buona pace della transizione ecologica fatta solo ed esclusivamente sulle spalle dei contribuenti e dei consumatori.

    1. 15000 dipendenti su 80 milioni di abitanti si riassorbono in breve tempo, se non fosse sempre stato così, allora avremmo un esubero startosferico di maniscalchi.
      La Germania non è l’Italia, spende di più nella riallocazione delle persone, non le tiene una vita a fare lo stesso lavoro, per pagargli la cassa anche quando il lavoro che facevano non esiste più.

    2. Sulle spalle di chi dovrebbe andare la “transizione ecologica”? Se togli contribuenti e consumatori chi rimane? Le pantegane?

        1. più che altro direi agli azionisti, se i consumatori non arribano a fine mese, di figli cui lasciare il paese dei mulini bianchi, proprio non ne andrano a prendere.

          1. giusto per chiarire quanto sopra questi sono i dati dell’ultimo rapporto Coop 2023, secondo cui il 51% dei giovani tra i 20 e i 40 anni non vuole diventare genitore, mentre un ulteriore 28% lo vorrebbe, ma prevede che non sarà possibile per difficoltà di vario genere, prettamente di ragione economica.

  7. I tedeschi appoggiano l’anticipo della revisione che era prevista per il 2026.
    Ma Habeck ha detto chiaramente che il 2035 non si tocca, che VW se la deve cavare da sola e che è aperta ad una discussione sulla neutralità tecnologica (ovvero solo e-fuels, mio caro ministro Urso).

    1. La revisione non significa il poter produrre auto termiche che funzionino con combustibili fossili dopo il 2035. Significa semplicemente rallentare le tappe intermedie con una forte accelerazione all’approssimarsi del 2035. Credo sia una pessima idea perché questo implicherebbe per forza di cose l’eliminazione dei dazi alle elettriche cinesi visto che non ci sarebbero più i presupposti per i produttori europei di accelerare sulle elettriche. Quindi i cinesi avranno le mani libere ad esportare le elettriche a buon mercato e i produttori europei si troverebbero ancora di più in difficoltà. Come la si mette i produttori europei dovranno ridimensionare la capacità produttiva e in molti resteranno a casa almeno nei prossimi anni, semplicemente perché i tedeschi non riescono più a vendere le loro termiche in Cina e ancor meno le elettriche perché sono in ritardo. Piccolo appunto. Siamo sicuri che da qui al 2040 avremo abbastanza petrolio a buon mercato per far circolare i nostri giocattoli termici?

      1. Non sono in contrasto con quello che scrivi, è una chiave di lettura possibile.
        Comunque sui dazi decideranno a breve e già lì si capirà dove ci vorranno portare. Secondo me si ridimensioneranno parecchio, ma è solo una mia presunzione.

    2. si lo dice ora ma probabilmente alle prossime politiche visti gli ultimi risultati dei verdi in Germania (partito a cui lui appartiene) Habeck andra a fare il contadino (ovviamente bio) in qualche fattoria tedesca con un trattorino elettrico per arare i campi.

  8. caprone manicheo

    Concordo pienamente con gli aiuti finanziari ai car maker ed all’indotto relativo al fine di permettere loro di arrivare il prima possibile all’elettrificazione totale.

  9. Se la UE decide di non anticipare il riesame ad inizio 2025 l’unico effetto (voluto) di questa attesa è consentire ai produttori europei di fare licenziamenti di massa dando la colpa al mutato scenario economico e di mercato. Perché è chiaro che davanti alla riorganizzazione che stanno portando avanti prima VW, a seguire Stellantis e infine Renault (quando si accorgerà che la R5 a 33000 euro dopo l’entusiasmo non la compra più nessuno a quel prezzo) se non si interviene e si lascia fare al mercato l’unico risultato sono licenziamenti di massa e chiusura di fabbriche, oltre all’ennesima impennata dei listini che porterà ad un allungamento dell’età media del parco circolante.

    Che senso ha intervenire nel 2026 se il problema è adesso? Il malato si aggrava e poi recuperarlo sarà più difficile. A meno che, come ho detto, non è voluto. Sarebbe strano dire di no a questa richiesta congiunta di Germania e Italia. Anche perché, se non sbaglio, domani si dovrebbe decidere sui dazi alla Cina …

    1. Ciao Enzo, personalmente non vedo gli stessi collegamenti logici tra cause e effetti che sostieni, anche perché si parla sempre di 2035, non è che chiudono la produzione di termiche domani, sono ancora l’80% o più delle vendite

      anzi a mio parere è proprio creando incertezza con questi tentativi di rimandare che si aggraverebbe la situazione, licenziamenti compresi nei prossimi anni (che non dipendono dalla motorizzazione, ma dalle scelte e politiche più o meno azzeccate aziendali)

      l’industria europea ormai è probabilmente pronta a aumentare i numeri della produzione Bev, gli stabilmenti dei motori e assemblaggio batterie ora ci sono, i software buoni o cattivi sono giò alla terza o quarta generazione, anche lato costi di produzione non hanno più ostacoli, e comunque noi europi siamo in buona parte disposti a pagare le auto un poco (un poco) di più se prodotte più o meno in europa

      l’industria auto va spronata a saltare il guado, mollando gli interessi del socio azionario egoista della filiera petrolifera, prima di perdere (oggi o in prospettiva domani sei clienti si fidelizzano ad altri marchi) troppe quote di mercato delle auto

      per me le quote sulla Co2 sono un buon sistema, risultano eccessivamente punitive solo se i brand cercano di opporsi riproponendo listini e allestimenti BEV indigeribili, e ci sono i segni che qualcosa si sta muovendo in meglio

      PS: leggevo nei commenti di Bob che il limite dei 95gr viene poi aumentato da un correttivo per la massa della vettura, oltre ad essere una media tra più brand

      1. Sì, se cercate la formula con cui si calcola la CO2 che ogni modello non dovrebbe superare è nota ed è punitiva per i veicoli sotto i 1.379,88 kg e di manica larga per chi supera questa soglia. A mio avviso i costruttori stanno buttando in caciara i nuovi limiti che entreranno in vigore il 1º gennaio prossimo con il BAN del 2035 cercando di creare confusione e appoggio di chi non conosce come funziona il calcolo della multa. In pratica la buttano sulle elettriche cinesi quando in realtà è la loro incapacità di mettere a listino dei prodotti che rispettino i nuovi limiti. Forse pensavano di far saltare tutto dopo l’addolcimento della normativa Euro 7. Ora il problema è nel breve, ovvero come possono riuscire a non far salire i prezzi delle termiche, pagare meno le multe e continuare a fare utili? Puntano a minacciare di far saltare posti di lavoro e con essi il BAN mirando a far saltare i nuovi limiti e darsi altri anni di disimpegno dalla transizione. Nel frattempo stanno trasferendo fuori dall’Europa la produzione delle termiche in paesi con costi del lavoro più bassi (vedasi VW con Polo da Spagna a Sud Africa) in modo da caricare il prezzo con la multa e allo stesso tempo lasciare invariato il listino ma soprattutto gli utili. Poi in Europa bloccano la produzione, mettono a riposo gli operai e ristrutturano i siti produttivi (in minor numero) che vogliono dedicare alle elettriche/plugins che metteranno in produzione dopo il 2025. Nel frattempo chiedono soldi all’Europa per pagarsi non tanto la R&S ma gli impianti industriali, che a mio avviso non dovrebbero essere a carico delle tasse di noi cittadini visto che poi gli utili restano agli azionisti. Se proprio hanno necessità di questi soldi allora dovremmo considerarli come un prestito da restituire per intero e con interessi a tasso di mercato dal 2030. Bello fare impresa con i soldi degli altri. Per questo in un altro post ho ipotizzato che la UE non cederà di un millimetro sui nuovi obblighi di CO2 e del BAN 2035 ma semplicemente farà pesare meno le tasse rimodulando il costo di ogni grammo di CO2 in eccesso. È il modo più semplice per abbassare il multone e mantenere le apparenze sugli obiettivi. Il ban è intoccabile e con ogni probabilità si fisserà una strada europea su come incentivare l’acquisto di BEV e plugin ma soprattutto credo che metteranno soldi sulle FER e copertura rete di ricarica nei centri urbani.

      2. Il problema è che se non hai box auto l’ elettrica difficilmente la compri, anche se te la regalano. E quindi le aziende non riescono a venderle, almeno finché non sistemeranno l’infrastruttura di ricarica. Ma servono anni. Nel frattempo con poche elettriche vendute scattano le multe perché non ce la fai a star sotto soglia senza una percentuale importante di elettriche vendute. È un cane che si morde la coda, a meno di non rivedere le soglie.

        Se non si sblocca la situazione e regaliamo il mercato ai cinesi, per i prossimi 40 anni non è che le persone non voteranno più a sinistra: semplicemente la sinistra non avrà la faccia di presentarsi perché se scassi questo mercato qui meriti di non presentarti più, cioè devi sciogliere il partito e chiedere scusa a tutto il mondo con la faccia per terra, cambiare proprio lavoro.

        Erano stati ampiamente avvisati e il giocattolo è quasi rotto: ora o lo riparano o lo rompono. In bocca al lupo.

        1. però sappiamo che ci sono tante persone con il box, molte più di quelle che servono per arrivare alle quote 2025 di venduto elettrico

          magari il problema è che sino ad ora i listini e gli allestimenti delle elettriche, specie di media e piccola taglia, non erano resi invitanti dai costruttori auto per specifiche e prezzi, e ora grazie alle quote invece sta accadendo, e proporre di fermarsi e tornare indietro sarebbe un bel sabotaggio a danno del futuro dell’automotive stessio europeo e a favore dei cinesi

          che poi gli oppositori passino il tempo a giocare a scarica barile e caprio espiatorio, cioè dare la colpa all’altra parte politica dei guai che combinano aziende e loro stessi, magari per proteggere interessi settari come quelli della filiera petrolifera come accade vistosamente in Italia (sembra che ENI si sia messa in tasca il governo, che siano i suoi segretari invece dei nostri eletti) si è un problema, da noi hanno in mano anche buona parte delle tv, ma penso non convenga fermarci davanti a questa disinformazione, andrà affrontato

        2. Carlo Petrucci

          Enzo, è inutile che continui a dire delle cose che per chi lavora nel settore sono ovvie. Vedi come ti rispondono: “dopotutto chi ha il box auto non sono pochi” della serie chi se ne frega di tutti gli altri. Ma basterebbe questo per evitare qualsiasi discussione. L’importante è arrivare alle quote previste con i soli benestanti con provvedimenti regressivi dal punto di vista economico(come lo sono in effetti). Una vera aberrazione per chi è veramente di sinistra.

          1. che contorsione mentale

            però a parte auto-attribuirti “expertise di chi lavora nel settore”, e sfoderare una simpatica lista da troll che incita all’odio con aggettivi dispregiativi

            non hai scritto un solo argomento concreto

        1. si legge che hanno preso una legnata mancando i tempi per un grossa commessa/consegna con Bmw

          spero resistano perchè tra le loro associate c’è una azienda e mi pare anche uno stabilimento in costruzione che lavora alle batterie sodio-ione da produrre in europa

          se dimostrano di essere vicino a poter fare produzione industriale, oltre alle solite celle prototipo già mostrate l’anno scorso, ci starebbe anche di aiutarli con dei fondi, potrebbe essere strategico anche per gli accumuli di energia stazionari avere il know how anche in europa

          ===================
          altra azienda di interesse, sempre per storage statico di produzione europea con materiali non critici, il Enerpoly Production Innovation Center (EPIC), stabilimento in costruzione, dovrebbe produrre batterie a zingo-manganese entro 2 anni, in questo caso il tipo in soluzione acquosa buono per storage (non quello con elettrolita in gel che è il tipo ad alte prestazioni, più papabile per automotive) se hanno davvero risolto i problemi di durata

          https://www.enerpoly.com/technology

      3. R.S. scusa quando dici che noi europei siamo dusppsti a fare sacrifici e pagare di piubuna BEV (e ovviamente pure le ricariche alle colonninenose n si può farlo a casa) a chi ti riferisci? ai danesi, agli svedesi, ai lussembughesi? non mi pare che italiani, tedeschi, francesi abbiano continuato ad acquistare BEV finiti i bonus, pensi che gli stesdi si redimano sulla viad amasvo nel 2025 solo petche l’Europa ha messo una tagliola dulla CO2? Già oggi da noi 4sito si 5 dono schistate usate, potrebbero tranquillamente passare a 1 su 10 o più srmplicemenge chi la voleva cambiafe la risistema e la fa anda ncora per un pò, tempo che purtroppo le case costruttrici europee non hanno (quelle cinesi hanno i soldi dallo stato, tipo NIO, e possono aspettare tranquilli che artivi il 2030 o il 2035) loro vivono sui risultati dei quarter per dare i dividendi agli azionisti.

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