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Sardegna: un’azienda difende il suo parco eolico

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In Sardegna un’alluvione di inesattezze e fake news sta sommergendo la transizione dalle fonti fossili – il peggiore e più inquinante mix energetico italiano – a quelle rinnovabili. Va bene la critica sulle frodi e sulle installazioni nelle aree protette, che peraltro oggi non sono possibili, ma nell’isola si sta arrivando all’assurdo di mettere in discussione le pale fissate all’interno di un’area industriale (leggi qui), di fare blocchi stradali per il revamping di impianti esistenti e funzionanti da anni. C’è chi reagisce. 

Sotto attacco l’azienda che da ben 16 anni lavora al suo parco eolico

La Das Villacidro srl – società di due imprenditori piemontesi, uno è  Fabio Boveri  – ha iniziato a lavorare al progetto di parco eolico 16 anni fa. Ha ricevuto il via libera da ben tre amministrazioni comunali, quattro anni fa dalla Regione Sardegna. Tempi non degni di un Paese civile.

Ma il calvario non è finito qui. Nei giorni scorsi la sezione sarda dell’Associazione Nazionale Forestali ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari per accertare un’eventuale violazione della moratoria regionale che blocca per 18 mesi la realizzazione in Sardegna di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Eppure lo stop regionale non ferma i cantieri già aperti, dato scontato se non ci sono palesi violazioni della legge. Ma non è il caso di quello della Das a Villacidro, paese nel sud della Sardegna.

Gli imprenditori dell’eolico non ci stanno a questo assalto mediatico e con una nota stampa esprimono la loro posizione. Utile anche per smontare tante fake news sul tema.

L’identikit dell’azienda piemontese

Gli imprenditori si presentano : “La Das Villacidro srl è una società detta di scopo, ovvero fatta ad hoc per contenere solo l’investimento sottostante, il parco eolico; una prassi comune in tutta Italia e in Europa”.

La proprietà fa capo a due imprenditori di Camerana (Cuneo), piccolo paesino situato nelle Langhe, in aperta campagna. Gli stessi imprenditori sono anche proprietari della Simic spa, ovvero l’appaltatore principale che sta realizzando l’impianto eolico di Villacidro“.

Una storia lunga, iniziata nel 2008

La richiesta di autorizzazione per la realizzazione dell’impianto eolico ha avuto un iter burocratico lunghissimo, partito addirittura nel 2008. Fu successivamente approvata da tre amministrazioni diverse del Comune di Villacidro (il sindaco in un consiglio comunale ha negato questo dato perchè il “Comune non da autorizzazioni ma pareri” Ndr).

Das ha ottenuto una regolare autorizzazione unica della Regione Sardegna nel 2020, compresa di valutazione di impatto ambientale (Via), alla quale partecipano decine di enti pubblici, nonché tutti gli altri permessi necessari, anche ai trasporti degli aerogeneratori. Tutto alla luce del sole, ovvero sotto il controllo pubblico, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti“.

Lavoro per i sardi, 1000 in tutta Italia

Nella realizzazione del parco sono coinvolte in modo significativo imprese sarde, che utilizzano maestranze locali; si tratta soprattutto di imprese edili e di movimento terra; ma anche alberghi, ristoranti, altri servizi“.

Gli imprenditori specificano: “Vero, gli aerogeneratori sono di fornitura extra-sarda, ma d’altra parte in Sardegna non ci sono produttori, nello stesso modo in cui non ci sono produttori di automobili“.

Le nostre aziende non sono quotate in borsa, ma Simic (azienda di installazioni metalmeccaniche nata nel 1977 e ancora oggi posseduta da un operaio tubista e un fabbro) dà direttamente o indirettamente lavoro con vari cantieri in Italia a oltre 1.000 persone.

Un impianto eolico di Enel Green Power (credit foto: Enel Green Power).

Imposte pagate in Sardegna, 2 milioni per le compensazioni

Certo, le imprese fanno investimenti per trarne il giusto profitto, le nostre aziende non fanno eccezione; ma parte di questo profitto viene redistribuito anche ai terzi (fornitori, dipendenti, amministrazioni, Stato e regioni per imposte – tra l’altro la Das pagherà alla Sardegna un’Irap del 3,9%); inoltre Das realizzerà nel Comune di Villacidro opere di compensazione per circa 2 milioni di euro”. 

Non espropri, terreni pagati ai proprietari

E’ frequente l’accusa dei no eolico: espropriano i terreni. Non è vero (a parte alcuni casi). Così come si legge spesso di distruzione di boschi e foreste per installare il fotovoltaico. Ma con il Dl agricoltura quello a terra è vietato quindi il problema si pone per pochi impianti già autorizzati.

Altra falsità riguarda la sottrazione di suolo all’agricoltura. Sotto le pale si può coltivare di tutto e come mostrano anche le foto postate dai no eolico sotto ci pascolano tranquillamente anche pecore e mucche. E un parco eolico non occupa centinaia di ettari.

Al pascolo sotto le pale

Leggiamo la versione dell’azienda. “Das ha acquistato i terreni, il minimo indispensabile (circa 0,5 ettari a pala, non “centinaia di ettari”) da persone sarde, pagando prezzi molto superiori a quelli agricoli; il resto, anche sotto le pale, potrà essere coltivato“.

Abbiamo letto anche di distruzione di strade ed eliminazione di rotonde per sempre. Cose non vere.

Non si stanno costruendo autostrade, ma semplici brevi strade interpoderali di campagna non asfaltate per accedere alle pale; le strade di accesso per i trasporti sono quelle già esistenti, temporaneamente modificate e poi saranno ripristinate (con pagamento di indennizzi ai proprietari), senza disboscamenti”.

Auto elettrica Tesla
Binomio auto elettrica energia rinnovabile

Non si vedrà quasi nulla, una polizza da 2,9 milioni per ripristinare i luoghi

Le pale si vedono anche da lontano, senza dubbio. Sicuramente piacciono a pochi, ma postare crateri per denunciare disastri ecologici non corrisponde al vero. Anche stavolta.

Le fondazioni sono frutto di calcoli ingegneristici, i terreni saranno ripristinati e a fine lavori non si vedrà quasi nulla; i cavidotti passano per lo più nelle strade o a fianco di esse“.

La peggiore balla che si legge è quella relativa al fatto che terminata l’attività di generazione di energia i parchi eolici vengano abbandonati. Basta scaricare – si può fare con pochi click sul ministero dell’ambiente – i progetti di tutti i parchi eolici e leggere che è obbligatorio pagare una fideiussione bancaria per evitare la fuga degli imprenditori.

Leggiamo: “Inoltre, a garanzia dello smantellamento dell’impianto a fine vita, Das Villacidro ha presentato, e manterrà nel tempo per 20 anni, una fideiussione bancaria a favore della Regione Sardegna di 2,9 milioni di euro“.

Speculazione? Balle, utili a rischio

Tra l’altro – a proposito di utili d’oro – informiamo che le tariffe fisse a cui sarà venduta l’energia prodotta dalle pale per 20 anni risalgono a un’asta Gse (Gestore Servizi Energetici) del 2020. Nel frattempo, basta informarsi dagli addetti ai lavori o leggere i giornali di economia, dopo dicembre 2022 i costi di realizzazione degli impianti eolici sono sensibilmente aumentati (+30% circa). Una congiuntura economica molto sfavorevole, ma l’investimento era ormai avviato e non era ragionevole desistere“.

Ora la situazione che si è venuta a creare, alimentata da notizie false e tendenziose, sta mettendo a rischio la sicurezza degli addetti ai lavori e creando importanti ritardi nell’esecuzione del progetto, con ingenti costi addizionali che avranno ricadute sulle nostre società e sulle maestranze coinvolte“.

Investimenti non solo in Sardegna. “Crediamo da tempo nelle rinnovabili, quale parziale alternativa alle fonti fossili; già nel lontano 2010 abbiamo investito in 26 MW di impianti fotovoltaici situati nelle Province di Cuneo, Torino, Alessandria; tutti in Piemonte. Abbiamo successivamente deciso di investire in Sardegna negli impianti eolici per una ragione semplicissima: il vento, che ha qui una maggiore intensità rispetto ad altre regioni italiane“.

Non esistono soluzioni a impatto zero

Questo il finale degli imprenditori: “Non esiste produzione di energia a impatto zero, a meno di non voler sognare. Ma quando ciascuno di noi rientra a casa accende la luce, fa la doccia, carica la lavastoviglie e la lavatrice, guarda la televisione, ricarica il telefonino ecc. Una soluzione andrà trovata“.

Certo, si può discutere sull’opportunità o meno di realizzare gli impianti eolici e dove, ma questo coinvolge le istituzioni e il popolo che, attraverso i suoi rappresentanti eletti, assume delle scelte di politica energetica che sono e saranno per tutti“.

La posizione è chiara. Anche a causa dei ritardi del legislatore e all’accelerazione con la crisi ucraina  – quando molte imprese hanno dovuto spendere cifre enormi per la bolletta energetica con conseguente inflazione che paghiamo tutti ancora oggi – le scelte non sono state tutte corrette e perfette. Il governo con la massima lentezza ha ritardato l’approvazione del decreto sulle aree idonee.

C’è qualcuno che “inquina i pozzi”

Bene chiedere la massima attenzione al bene paesaggistico, un capitale anche economico per la Sardegna, ma in tanti e troppi stanno inquinando i pozzi con il veleno delle fake news.

Abbiamo anche seguito il consiglio comunale (la registrazione su youtube) e sembra che l’azienda non abbia mai avuto contatti con le amministrazioni. Eppure nel sito della Regione Sardegna è presente copiosa documentazione, come la “Revisione progettuale al parco eolico “Santu Miali” nel Comune di Villacidro” (qui il link), dove si legge: “Presentazione al pubblico del progetto e dello SIA.  Durante la presentazione al pubblico un rappresentante del Servizio SAVI acquisisce le eventuali osservazioni formulate da cittadini singoli o associati“. Correva l’anno 2015, il 5 maggio alle 15.

I dati del parco eolico

Alcuni dati sul parco eolico: “L’impegno di SIMIC per le energie rinnovabili continua con la realizzazione di due nuovi parchi eolici da 74MW, ubicati nei comuni di Villacidro e Musei in Sardegna, che comprendono la fornitura e l’installazione di turbine eoliche assegnate al produttore danese VESTAS per 12 EnVentus V162-6,2 MW, oltre a un contratto di service di 20 anni Active Output Management 5000 (AOM 5000)“.

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21 COMMENTI

  1. === distrazione dai metanodotti in arrivo in Sardegna

    questa confusione contro le rinnovabili, è alimentata dal quotidiano regionale sardo, con caporedattore un ex-politico regionale che mi pare di capire aveva un interesse diretto nei progetti di metanizzazione dell’isola; apparentemente si vuole rallentare le installazioni delle rinnovabili quanto basta, anche solo un anno, per dare il tempo ai lavori dei metanodotti di portarsi avanti

    viceversa se inziassero molte installazioni di rinnovabili, specie il fotovoltaico è rapido da installare, si potrebbero avere effetti positivi sull’energia o buone ricadute economiche e lavoartive e di nuove idee sul territorio (es. desalinizzatori per fare acqua dolce) già a breve, potrebbe mutare favorevolmente anche l’opinione pubblica ora dubbiosa, e rimettere in discussione invece i progetti già approvati per i metanodotti

    === metano nel 2024 investimenti costosi e sbagliati

    i metanodotti sono investimenti sbagliati perché l’epoca del metano è già in declino a causa del maturare rapidissimo delle rinnovabili, che hanno costi minori e basse emissioni, e portano l’energia ovunque in modo più semplice

    sventrare oggi l’isola e le casse pubbliche (o le bollette future del gas) per fare metanodotti è stato valutato come uno sperpero di soldi e un notevole impatto ambientale inutile; il metanodotto oltre ai costi, e anche dopo che lo scavo viene richiuso, ha un impatto di strutture all’esterno, e una striscia di terreno non usabile che taglia in due il territorio, in alcuni punti anche recintato

    valutazioni negative come costo/beneficio a nuove opere di metanizzazione sono arrivate da ARERA, e in alcuni casi persino da tecnici SNAM, che dai lavori ha da guadagnarci, oltre che da gruppi di ricercatori indipendenti come il team italiano “Ecco” o persino dal presidente di IEA

    === 1000 km di metanodotti sull’isola

    non c’è solo il sogno proibito di arrichirsi con le imprese che dovrebbero installare il fantomatico gasdotto Galsi dall’algeria (già bocciato nuovamente)

    ci sono anche 1000 km di metanodotti sull’isola già approvati (e aumentabili in un secondo momento), che nel 2017-2022 si favoleggiava avrebbero alimentato i distretti industriali a Carbonia, al Sulcis e a Cagliari, e avrebbero usufruito di 3 rigassificatori galleggianti posti al nord, al cento della costa ovest, e al sud;

    === Carbonia non vuole il metano

    ma già nel 2023 i rigassificatori galeggianti stimati realmente necessari pare siano (?) scesi a 1, al largo di Fiume Santo (Nord dell’isola), e il distretto industriale una volta interrogato non ne vuole sapere di programmare forniture di metano specie dopo aver vistoi l’instabilità dei prezzi della recente crisi, mica sono fessi

    casomai vorrebbero elettricità rinnovabile, a basso costo, a produzione locale e garantita a prezzo concordato per 20 anni con i contratti diretti PPA che aggirano anche le oscillazioni del PUN della borsa energia (dinuovo dovute alle centali a metano)

    === tempismo pessimo, questa si è solo speculazione

    però i metanodotti inutili o meno, ma riuscito frutto di azione di lobbing presso i governi Conte 1 e 2, e ora il governo Meloni, vanno avanti, le tratte Nord, più le tratte Sud, in teoria progetti alternativi in assenza del bocciato gasdotto dall’algeria

    per evitare una nuova valuzione negativa di AREVA, i 1000 km sono divisi nel progetto Nord e nel progetto SUD; e il progetto SUD, presentato più tardi, è stato diviso in 28 progetti più piccoli (pratica vietata in europa), per evitare una valutazione di impatto ambientale unica che sarebbe stata negativa

    === TRATTE A NORD – CON CARTINA
    https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/1696

    === TRATTE A SUD – CON CARTINA ED ELENCO DEI 28 PROGETTI
    https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/1694

    guardare nei link anche le date in cui i progetti sono stati presentati

    perchè il colmo è che la Sardegna è andata avanti senza metanodotti per decenni, quando sarebbero serviti al posto del carbone; proprio ora che si apre l’era elettrica, e i metanodotti saranno cattedrali nel deserto e un danno ambientale certo, sono bastati pochi governi malleabili per aprire con gli scavi

    • ps: 1000 km di metanodotti non è corretto..o meglio, sarebbe la fase 2 del progetto iniziale, che si spera rimarrà una fantasia, ma che vorrebbero riproporre dopo che saranno stati realizzati i metanodotti Nord e Sud citati nei link che come fase 1 e che già sommano “solo” 440 km

    • Infatti non capisco come ci si accanisca contro l’elettrodotto del tyrrhenian link e non per il metanodotto il cui tratto terrestre è più lungo e più incisivo.

      • nel frattempo é uscito un nuovo articolo che ha fatto un lavoro certosino nel ricostruire chi tira le fila della campagna di disinformazione in Sardegna:

        “La guerra dell’Unione Sarda contro le rinnovabili e per il metano”

        pare che il futuro dei nuovi metanodotti sia ancora incerti, modificabile, se è così i prossimi mesi saranno ancora di scontro mediatico contro le rinnovabili

  2. Finirà come con la Saras, era prevista secondo accordi allora stabilità la defiscalizzazione del carburante in terra sarda, e siamo giunti a pagare carburante e gas ben oltre il prezzo medio nazionale. Allo stato attuale la Sardegna sarebbe autonoma con l autoproduzione e, nonostante ciò continuiamo a pagare il caro bollette che per la maggior parte sono oneri legati ai vari conto energia succeduti negli scorsi anni. Io a seguito di ciò ho puntato all autoproduzione senza alcun contributo perché dispongo di una superficie su copertura. Ma chi nn può? È proprio vero poco, noi sardi pocos locos y mal unidos.

    • Buongiorno
      con petrolio e metano, la materia prima deve essere importata, con il prezzo deciso all’estero e in balia delle crisi speculative; poi ci sono i costi di trasporto e della filera complessa; poi il fatto che è una distribuzione monopolistica; e rincari in arrivo anche per le emissioni di Co2.. difficile che poi costi “poco”.. e toccherebbe tenersi le petroliere che lavano le cisterne davanti alle coste e i rigassificatori

      l’elettricità può già ora essere più conveniente dei combustibili, e ancora di più sè da rinnovabili, così il prezzo non è alzato o determinato dalle centrali a gas; il prezzo Pun sulla rete pubblica elettrica che ci sarà sull’isola dipende dalle scelte di questi anni; se si punta a convertire le centrali da carbone a metano o installare centrali a metano o a diesel più piccole sparse sul terrirorio, il prezzo del PUN elettrico non sarà basso, in modo analogo al carbone attuale

      così come dalla scelle di oggi dipendono possibili eventuali effetti positivi indotti (lavoro, economia, parteciapzione all’azionariato dei progetti o agli affitti dei terreni, desalinizzatori, recupero di terreno bruciati dal sole tramite pannelli fotovoltaici che ombreggino parzialmente e diano un reddito all’azienda agricola, etc) e anche contratti diretti tra utilizzatori industriali e i vari fornitori di energia rinnovabile in competizione tra loro, invece che in monopolio;

      si chiamano contratti “PPA”, fissano il prezzo per molti anni e aggirano la conttrattazione che avviene invece per il PUN del kwh publico

      sono l’analogo industriale degli accordi più piccoli che si prendono come cittadini nelle comunità energetiche fotovoltaiche, in definitiva si ha più controllo e vantaggio diretto sul prezzo

  3. Fanno il deserto e lo chiamano progresso green. Almeno si abbia l’onestà di chiamare le cose col proprio nome: speculazione,estrattivismo che nulla ha a che fare con la tutela del pianeta. Qui non c’è nessuna manipolazione, sono oltre 10 anni che partecipo a manifestazioni contro questa nuova colonizzazione, perché la campagna deve rimanere campagna e il suolo va difeso anche da queste iniziative pseudo sostenibili.

    • Il miglior modo per evitare la desertificazione del territorio è ridurre anche l’uso a pascoli o coltivazione (peccato che da continentale sento spesso notizia di aree vergini sarde in cui sono stati appiccati incendi). Occorrerebbe riforestare il territorio, bloccare la creazione di nuove aree industriali e residenziali ed eventualmente ripristinare terreni ex industriali e residenziali in area verde.
      Mettere un numero limitato di aereo generatori (0,01% delle superfici agricole o aree riforestare) a mio avviso non arrecherebbe danni, come non arrecherebbe danni un impianto offshore che renderebbe non navigabile le acque limitrofe e renderebbe l’area un riserva ittica. Sono anni che l’ISPRA averte l’esigenza di bloccare il consumo del territorio per fini industriali e residenziali, eppure a molti va bene trasformare terreni agricoli in industriali o residenziali e questo non vale solo in Sardegna. Però ci si oppone all’installazione di un limitato numero di pale eoliche che comunque permetterebbe l’uso agricolo della quasi totalità del restante terreno. Sino punti di vista. Quello che dici è che regolamentato bene per ridurne l’impatto la Sardegna ne beneficerebbe. A me da Abruzzese non disturberebbe un parco eolico offshore al posto delle piattaforme di metano che abbiamo. Ti dico di più a mio avviso nel comune dove abito ci sarebbe un punto (con vento quasi costante) dove almeno 1 o 2 aereo generatori potrebbero essere installati al posto della casa agricola praticamente disabitata.

    • ho ascoltato 40 minuti della registrazione dell’assemblea comunale linkata nell’articolo
      ne traggo 3 riflessioni:
      1. i capponi di Renzo: questi son come i capponi che Renzo porta ad Azzeccagarbugli, né più né meno, visione limitata al proprio cortiletto, che sia la propria rielezione oppure i propri gusti personali oppure interessi privati. intanto il mondo va avanti e la Sardegna resta orgoglionamente alle sue tradizioni: e il cambiamento climatico incombe anche per lei
      2. min 23:00 del video: quindi 9 pale eoliche altererebbero il clima locale e l’idrogeologia… se il livello scientifico e tecnico è questo, mamma mia, sembra di tornare alle stronzate antivacciniste di chi, anche nella mia zona, indicava in medicine per cavalli la cura per il COVID
      3. min 48:13 del video: “noi non ne abbiamo bisogno”. perfetto. ottimo. così si ragiona in maniera sistemica. basterebbe solo ricordare alla signora in questione che con quella logica però manco il gasolio per la macchina avrebbe, o i coltelli per tagliare il pane, o gli strumenti elettronici che han operato le riprese. campanilismo e ignoranza.

      io non so dire se sia un buon progetto o una speculazione, certo definire “mega progetto” (come si dice ripetutamente nel video)un impianto da 9 pale nemmeno particolarmente grandi fa un po’ sorridere, pensando a tutto l’inquinamento delle raffinerie sarde…e non so dire nulla dell’azienda che se ne dovrebbe occupare.

      la sensazione di un astuto divide et impera che magari aiuterà a fare arrivare un metanodotto dall’Algeria tra qualche anno
      quella c’è tutta.

      saranno anni di declino verticale.
      purtroppo.
      non per un impianto che magari non va fatto,
      ma per l’ignoranza che permette ai furbetti di turno (stakeholders farebbe più figo) di mettere uno contro l’altro i capponi,
      che finiranno entrambi in padella.

      • ho linkato il video e proprio me lo sono sorbito. Veramente una classe politica esile, molto esile. Hanno negato che il Comune abbia dato autorizzazioni, si sono espressi è vero chiedendo delle riduzioni del numero delle pale. Ma se questo parco è considerata una fabbrica di morte – così sembrerebbe anche se composto da solo nove pale – dovevano fare cortei, comunicati, manifestazioni. Niente di tutto questo. Il consigliere di opposizione ha fatto tanto rumore ma alla fine contestava la segnaletica e va bene, sempre se questo è vero, e degli sconquassi geologici che sembrano inventati visto che c’è una valutazione di impatto ambientale.

        • segnalo anche questo articolo sul Post, e interessanti i commenti postati sotto da alcuni utenti che lavorano nel settore

          spiegano alcuni aspetti delle autorizzazioni, il perchè ogni progetto deve fare capo a una singola sociatà minima, di come le difficoltà burocratiche alzino i costi del 30% (!), e di come molti progetti che fanno numero sul sito Terna siano solo start-up che sperano di essere comprate da altri investitori ma anche destinati a rimanere sulla carta, ad esempio per assenza di una economicamente competitiva soluzione di connessione alla rete Terna o di certezza sui tempi burocratici:

          https://www.ilpost.it/2024/07/31/opposizione-parchi-eolici-sardegna/?homepagePosition=8

    • Ma lei la casa in inverno come la riscalda? A fiato?
      E come si sposta? Solo in bici…o usa carburante (magari raffinato a Sarroch…dove certo non andrà in ferie a rigenerare i polmoni) ?

    • Lei dovrebbe essere portato a visitare le tombe delle centinaia di migliaia di persone che muoiono prematuramente per l’inquinamento atmosferico. Se lei non lotta per spegnere la centrale a carbone e degli impianti che utilizzano idrocarburi per produrre energia elettrica, se lei non si oppone all’avvio del metanodotto e all’utilizzo del gas vuol dire che dell’ambiente gliene frega niente. Assolutamente niente.

  4. Devono scegliere:

    – o fanni i sardi: ovvero persone generose, di alta moralità, che quando danno una parola la mantengono, che quando si diventa amici lo si è per sempre (in una parola persone VERE);

    – o fanno sardegnuoli (con rispetto parlando) che si fanno abbindolare e usare in buona fede dai furbi che detengono il controllo dell’informazione facendola diventare cattiva.

    Ragazzi approfondite ed informatevi, purtroppo il mondo (SOPPRATTUTTO QUELLO FOSSILE) è pieno di CONSIGLIERI FRAUDOLENTI.

  5. Putin ha spesso finanziato le proteste anti eolico, generando paure infondate e bufale, corrompendo intere testate giornalistiche e politici, così come PB e Maxxon Mobil hanno inventato lo spauracchio del nucleare o club di agricoltori lo spauracchio degli OGM, corrompendo scenziati, politici e giornalisti. Dietro a molte proteste c’è un manipolatore con interessi economici, e dietro a quelle sarde non possono non esserci interessi legati alle fonti fossili, visto che hanno bloccato tutte le rinnovabili ma vogliono aumentare l’importazione di gas

  6. Sardo nato e vissuto all’estero e tornato nel 2006.

    Questa campagna anti-eolico (promossa dal maggiore quotidiano regionale) è qualcosa al limite della manipolazione dell’opinione pubblica. Vedo e sento cose incoerenti su quest’isola che sono fuori ogni logica, mentre leggo come in altri paesi il prezzo della corrente sta crollando con l’aumento dei parchi offshore.

    Le cause che scatenano l’ira dei sardi sono un’apparente deturpazione del paesaggio, il fatto che a noi non resta nulla in bolletta di questa immensa produzione di energia e che rovinerebbe il business del turismo.

    Riguardo la deturpazione del paesaggio siamo degli incoerenti da medaglia d’oro. Per chiunque fosse stato in Sardegna, ha in ricordo le discariche abusive lungo le principali arterie dell’isola, specialmente nelle isole di sosta di emergenza. Non sono i turisti ma prevalentemente sardi autoctoni. Sporchiamo come nulla fosse e lungo le coste edifichiamo case anche abusive che vanno a distruggere la flora incontaminata della costa.
    Sul tyrrhenian link ci sono comminati che si oppongono perché si scava una linea per far passare l’elettrodotto sotto terra (zero impatto visivo) ma la gente si lamenta che i terreni vengono rubati all’agricoltura (che sempre meno gente qua fa, oltre al fatto che vengono pagati anche molto bene) allo stesso tempo sia il principale quotidiano sardo che il suo editore scrivono la necessità di passare al metano e di puntare al metanodotto con l’Algeria (quindi quello può deturpare il paesaggio???).

    Poi sulla questione della bolletta, mi infastidisce come la gente locale non si interessi e informi su come funziona il sistema della distribuzione e vendita di corrente. non possiamo pretendere di avere la corrente gratis solo perché produciamo un fattore N rispetto al fabbisogno nostro, è fuori ogni logica di mercato.
    Altra fesseria che leggo spesso è che i sardi pagano bollette maggiorate rispetto al resto d’italia. Ovviamente viene omesso che siamo anche tra i primi in Italia per consumo pro-capite, cosa costantemente omessa ma basterebbe leggersi le statistiche nazionali aggiornate su base semestrale.
    Altro fattore è l’indennizzo al territorio che i comuni ricevono per l’ubicazione delle centrali. Quei fondi arrivano costantemente per quanto ne so, dove vanno a finire?

    Riguardo al turismo. Al turista non gliene frega un’emerita se c’è una pala eolica che gira. viene in sardegna per godersi il clima e il mare. La storia che le pale verrebbero installate sulle spiagge è solo allarmismo, il minimo che ho letto è 15 km dalla costa.

    Fatevene una ragione, non possiamo bruciare carbone e gas all’infinito, stiamo già distruggendo e inquinando l’isola in 1000 modi diversi. Questa guerra contro l’eolico è aizzata da gruppi di interesse e la gente ci ha abboccato con una semplicità disarmante.

    • Quoto in pieno ciò che hai scritto, anch’io da sardo non riesco a capire questo accanimento, anzi.. capisco, come dici, tu la campagna di disinformazione del maggior quotidiano sardo e vari media annessi ma.. vedere Gigi Sanna (leader di uno dei più importanti gruppi di etnorock isolani), con tanto di maschera e bandiera 4mori, scagliarsi contro le rinnovabili.. dopo aver utilizzato, sono il quel concerto, svariate migliaia di watt fra luci e audio, fa un pò sorridere.. certo la polemica fa molto rock, si crea del facile populismo, ma nel mondo immaginario del buon Gigi quel concerto sarebbe stato irrealizzabile, a meno che l’energia occorrente la si produca da fonti fossili.. ANCORA PEGGIO!!!
      Si.. sicuramente i sardi dovrebbero avere più voce in capitolo visto che si va a sfruttare il territorio, ma la transazione energetica è avviata e non sarebbe saggio farsi sfuggire questa opportunità..

      • ho visto anch’io il frammento di concerto dove ha parlato anche di censura…. Una cosa è dire: “800 richieste non si possono tradurre in realtà e in certi posti le pale non vanno bene”, ma poi deve essere chiaro che deve essere chiusa la centrale a carbone e ridurre al minimo il gas. Non certo fare il metanodotto, il peggio della dipendenza politica ed economica e poi bisogna convertire la mobilità, il riscaldamento delle case….

      • Gigi Sanna deve telefonare ai Coldplay… hanno un tantino di pubblico in più nel mondo..e cercano sempre di organizzare concerti alimentati F.E.R. o quantomeno compensare le emissioni…

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