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Sardegna, Todde: “Gas caro e ci rende dipendenti, avanti con rinnovabili”

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La presidentessa della Regione Sardegna Alessandra Todde
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Il gas inquina, ma non solo. “Lo importiamo a caro prezzo e non possiamo incidere in alcun modo su questo“. Provoca dipendenza e si paga caro.  Questa la sintesi dell’ultimo intervento di Alessandra Todde, presidentessa della Regione Sardegna, che nonostante la campagna di  disinformazione e proteste sulle rinnovabili in Sardegna  punta ancora su eolico e solare. 

eolico off shore sardegna

L’energia: “Dobbiamo produrla noi per pagare meno”

Sulle aree idonee siamo a buon punto, abbiamo costituito il comitato interno e l’ufficio del piano che si dovrà occupare di stendere la legge con le indicazioni specifiche, contestualmente stiamo lavorando sul piano energetico che, ricordo, è fermo al 2016, e sulla società energetica regionale“.

Questa la dichiarazione della presidentessa Alessandra Todde che risponde alle polemiche sulle rinnovabili nell’isola da parte di gruppi e comitati che chiedono di fermare l’installazione di pale eoliche e pannelli solari. La sua giunta ha approvato una moratoria sulle nuove autorizzazioni; tuttavia il messaggio è chiaro: stiamo lavorando per mettere ordine nel settore, ma sia chiaro che  le rinnovabili sono l’unico strumento per ridurre i prezzi energetici.

La Sardegna deve produrre energia per sé stessa ed essere grossista sul mercato spiega Todde – per fare in modo di poter dare l’energia elettrica a poco prezzo alle nostre comunità e alle imprese”.

Il gas costa caro e crea dipendenza. “No a progetti che nascono interessi di altri”

Todde ha le idee chiare: “A chi spinge su altre strade ricordo che questo è un momento storico: noi possiamo produrre energia elettrica, la possiamo produrre per le nostre comunità, mentre il gas lo importiamo a caro prezzo e non possiamo incidere in alcun modo su questo, quindi noi dobbiamo affrontare questo tipo di transizione per quello che è più conveniente per noi, non andare dietro ai progetti che nascondono interessi per altri“.

Vista di Sarroch, Comune che ospita imponenti strutture di lavorazione dei prodotti delle fonti fossili

C’è tanto odio alimentato contro le rinnovabili mentre gli stessi “paladini ecologici” non dicono una parola sul metanodotto della Snam che taglia l’isola a Sud e a Nord.

In Sardegna il 75% dell’energia deriva da fonti fossili

Tutti contro Todde, ma tutti hanno voluto e firmato il decreto Draghi

A leggere i post nei social Todde, al governo regionale da pochi mesi, è indicata come responsabile, in quanto sottosegretaria del Governo Draghi di tutti i progetti delle rinnovabili in Sardegna.

Peccato che nessun parlamentare sardo – senza dimenticare politici nazionali o la precedente giunta regionale di centro destra con presidente sardista –  si sia fatto sentire veramente in quei mesi dove l’Italia era in balia di prezzi energetici alle stelle a causa della guerra in Ucraina.

Questo il ragionamento della presidentessa. “Il decreto Draghi non solo non l’ho firmato, ma non avrei potuto. Si tratta di un dpcm quindi deciso nel Consiglio dei ministri: io rappresentavo il ministero dello Sviluppo economico in un momento in cui le deleghe energetiche erano passate al ministero dell’Ambiente e in quel tavolo mi occupavo della transizione energetica delle grandi industrie energivore, basterebbe leggere i verbali“.

Mi suona strano, invece – insiste Todde – che c’erano parlamentari di tutte le forze politiche che sostenevano quel governo, che hanno approvato quel decreto e mi fa impressione che su questo ci fosse l’intesa piena della Giunta Solinas.

Tutti zitti allora, ora strepitano sull’eolico

Una stoccata a chi ha lanciato il sasso e oggi nasconde la mano: “Tutte le forze politiche che adesso strepitano sull’eolico, inclusi coloro che in questo momento stanno spingendo la protesta, sono gli stessi che hanno dato piena intesa nel silenzio generale nel 2021, quando il decreto è stato approvato. Io chiederei un po’ di coerenza“.

Impianti per il Gnl al porto di Oristano dove si contesta lo sbarco e il transito delle pale eoliche

Si tratta di questioni politiche locali, ma che bisogna conoscere per capire le dinamiche di questa dura contestazione degli impianti dedicati alle rinnovabili. Accanto a critiche legittime su progetti che possono provocare delle esternalità negative sulla tutela del paesaggio, c’è un atteggiamenti di totale chiusura, in alcuni casi interessato, e si contestano pure le pale eoliche nelle aree industriali (leggi qui).

C’è da ricordare che la Sardegna vanta il peggiore mix energetico italiano: 75% da gas e carbone. L’unica regione italiana ad ospitare una centrale a carbone, senza dimenticare gli impianti di raffinazione.

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26 COMMENTI

  1. Parole non chiare, di più.
    Scrivevo più o meno un mese fa che mi pareva strano che Todde, che mi risulta essere persona capace e seria, fosse contraria alle rinnovabili.
    Ora naturalmente aspettiamo i fatti.
    E speriamo che altri presidente di Regione prendano esempio e parlino altrettanto chiaramente.

  2. Todde ;
    ti deve interessare solo questo
    ogni parco eolico che installi è qualche petroliera in meno in giro per il mediterraneo

    se poi , i parchi eolici su terra li fai dotare di telecamere ad alta definizione e ifrarossi ..
    come ha fatto Enelel per gli spagnoli
    forse salvi anche un po aree boschive dagli incendi

    faccia della Sardegna un laboratorio avanzato da usare come modello per tutto il mediterraneo

    my 2 cent

  3. PUN ZONALE nel 2025

    A gennaio 2025, entra in funzione il prezzo elettricità all’ingrosso PUN zonale, al posto del PUN unico nazionale

    l’italia è divisa in 6 “zone elettriche”, una è la Sardegna, un’altra la Sicilia, e le altre 4 il resto di italia (Nord, Centro-nord, Centro-sud, Sud)

    I prezzi zonali riflettono meglio le differenze nei costi di produzione, trasmissione e distribuzione di energia in diverse aree geografiche

    in pratica ogni area avrà il suo prezzo Pun; credo non ci saranno enormi oscillazioni da un ‘area all’altra, perchè gli scambi di energia sono sempre presenti a mitigare, ma differenze sensibili è possibile

    potrebbe essere un incentivo a non schifare le rinnovabili, partendo dal fotovoltaico, e a liberarsi di più quote possibile delle centrali termiche, sennò il prezzo orario di una zona tendono a determinarlo loro (al rialzo) tramite il famigerato meccanismo del prezzo marginale piu alto in ogni ora di contrattazione

    Sardegna e Sicilia forse sono le uniche due aree zonali che potrebbero salutare completamente le centrali termiche già tra 3 anni (moratorie permettendo) girando 100% rinnovabile, con gli elettrodotti a fare solo da back-up di emergenza, e all’opposto raccoglitori i picchi di generazione non usati

    Mentre per le altre aree sarà più lunga la faccenda, il metano lo ridurremo un po’ alla volta

    • Quindi, per coerenza, il PUN – dove la ‘N’ sta per ‘Nazionale’ – dovrà essere ribattezzato PUZ, visto che diventa Zonale. 🤣
      Se poi le differenze da zona a zona dovessero essere consistenti (ipotesi non del tutto peregrina), da lì a dire che il costo dell’energia elettrica in Italia è un PUZzle è un attimo… 😉

      • Se si “zonizza” produzione e distribuzione energia a livello regionale (arrivando al PUt) sarei davvero curioso di vedere le scelte di ogni regione…. Se vorrebbero una inquietante centrale nucleare nel proprio territorio, una orrida raffineria, un puzzolente e sfiatante impianto a GNL…. o magari delle F.E.R. , che per quanto anti- estetiche in certi contesti non proprio ottimali, pericoli non creano e fastidio non danno….
        E poi .. quali costi sarebbero disposti a doppio cittadini regionali…se ogni regione dovesse produrre localmente l’energia che consuma?

      • 🙂
        pare che i PUZ o PZ, “Prezzo-Zonale”, già sono determinati nelle contrattazioni di borsa energia, ma al momento poi si fa la media pesata per avere il PUN

        In aprile, in Sardegna avevano un PZ di 77 euro MWh, invece di 87 euro in altre regioni; magari dovuto a quel 30% di rinnovabili che già hanno

        per ora (2024) l’effetto è ancora modesto (il meccanismo di contrattazione tende a farsi determinare dal gas, almeno finché le rinnovabili non arrivano a quote importanti) e per pochi periodi all’anno

        quei 10 euro in meno al MWh, sarebbero 1 cents in meno a kwh; con fatturazione di dispersioni, dispacc, Iva, etc, facciamo circa 1,3 cent in meno in bolletta per kwh.. vedremo nel 2025.. specie Sicilia e Sud

  4. La delibera sarda che bloccava le rinnovabili non ha potuto bloccare i progetti già avviati (e quelli approvati?). Quanti GW stimati potrebbero essere? È un dato che non ho trovato.

    • non so se interpreto corretto,
      forse tra 0,46 GW e 3,25 GW

      e la potenza effettiva media si ottiene dividendo le potenze nominali per circa 5,5

      (dividendo per 6 per il FT)
      (dividendo per 5 per eolico su terra)
      (dividendo per 3 per eolico off-shore, che però non è ancora in lista in Sardegna nei progetti in stato più avanzato di valutazione, mentre in Sicilia un paio sono già quasi approvati)

      per cui sarebbero tra 0,1 GW e 0,6 GW medi “effettivi” che potrebbero aver evitato la moratoria

      ===============
      è un stima molto barbara, fatta così: sul sito Execonnection di Terna, si può selezionare “Sardegna” e vedere i GW ad ogni step di avanzamento
      https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/programmazione-territoriale-efficiente/econnextion

      >> al penutimo step “progetti con nulla-osta (di Terna)” (leggo progetti per 3,25 GW in questa fase), e sono i progetti con parere favorevole tecnico di Terna perquanto riguarda l’allacciabilità alla rete;
      da questo punto in poi, devono superare e concludere anche l’iter vero di approvazione a Roma (e in Regione in questo caso, credo)

      >> se superano l’iter (lungo anche anni), tornano da Terna e (leggo 0,46 GW) fanno l’ultimo Step burocratico “Contratti” mentre eseguono fisicamente anche le installazioni

        • forse la moratoria non riguarda l’eolico off-shore,
          che però non è ancora pronto nel caso della Sardegna
          (i primi parchi off-shore saranno al largo della Sicilia)

          • Riguardo tutto quello che ha impatto sul territorio, stanno fermando anche un parco off shore davanti ad Alghero per um impatto sull’avifauna e vedo che quando ci sono i parchi le stesse società, come recentemente mi ha confermato un imprenditore e non per la Sardegna, rinunciano perché si tratta di interventi complessi dal punto di vista burocratico e da tutti gli impatti da mettere a valutazione

  5. “La Sardegna deve produrre energia per sé stessa ed essere grossista sul mercato – spiega Todde – per fare in modo di poter dare l’energia elettrica a poco prezzo alle nostre comunità e alle imprese”. ”

    MA DAI quando ho cercato di dirlo, chiedendo ad un sedicente sardo sotto un altro articolo se a LORO la ricchezza di poter pagare meno in bolletta e di rivendere l’energia facesse schifo mi è stato risposto che ai sardi di quelle rinnovabili non sarebbe entrato niente in tasca.
    Mo invece la loro Presidente dice esattamente quello che IO, da NON sardo ho chiesto.

    Per cui RIPETO LA DOMANDA:
    Produrre energia abasso costo per i sardi e per rivederla e una prospettiva così brutta?

    Perché col vento che c’è nel mediterraneo ed il sole che c’è in Sardegna non solo basta per la Sardegna ma pure per altri.

    E comunque mantengo la mia posizione.
    Da convinto autonomista io difendo la possibilità dei sardi di decidere in piena libertà… basta che POI ad errore compiuto (perché è un GRAVE ERRORE l’opposizione alle rinnovabili) non vengano a cercare conforto (spirituale ed economico) da pantalone.

    Chi sbaglia paga signori cari, per cui meno tifo e più concentrazione e assumetevi la responsabilità delle vostre scelte.

    • Continuo a non capire perché la Sardegna si debba considerare uno stato sovrano indipendente (solo quando fa comodo, però). La costa adriatica della mia regione, l’Emilia-Romagna, ospita alcune decine di piattaforme per l’estrazione del gas metano. In gran parte visibili dalla costa e dai 10 milioni di turisti che l’affollano ogni anno. Mai sentito un romagnolo discutere se quel gas “ce lo teniamo noi” o lo “esportiamo in altre regioni”. Sarà perchè a scuola ci hanno insegnato che l’Italia è unita da più di 150 anni?

      • Ragionamento giustissimo. Inoltre non capisco veramente che fastidio dia l’eolico, personalmente se mettessero due turbine sulla collina di fronte a casa mia non avrei nulla da dire, magari due ciminiere anche no

      • Io abito a 5 chilometri da Minerbio che ospita il più grande deposito d’Europa di gas (sta arrivando pure altro con il metanodotto che attraversa una parte d’Italia) e 40 minuti da Ravenna dove nel 2025 entra in funzione il gassificatore e nel 2026 quello che viene definito (ma devo informarmi meglio) uno dei più grandi parco eolico del Mediterraneo

      • La Sardegna non è uno Stato indipendente, ma nella stessa carta dove c’è scritto che l’Italia è unita c’è scritto anche che 5 regioni hanno livelli di autonomie e competenze diverse dalle altre (art 116).

        Che io ricordi gli statuti di queste 5 regioni sono stati approvati con Legge Costiruzionale.
        La Sardegna è una di queste 5.

        Per cui io rispetto la specialità della Sardegna anche se NON condivido assolutamente la posizione ostruzionista sulle rinnovabili.
        La Sardegna con tutto il sole e il vento che ha potrebbe fare energia per sé e per altri.

        Altro che gas, il gas non ha senso in Sardegna con quel clima una PdC può tenere COP 4 pure la notte di capodanno.

        E potrebbero uare le BEV al posto delle ICE. A che servono 1000 Km di autonomia su un isola lunga 270 Km e larga 145?

        Invece eviterebbe un via vai di petroliere e rifornimenti. Oltre che con V2G/V2H potresti usare le BEV come accumuli di FV ed EO.

        Se non in Sardegna dove provare?
        Bacini artificiali di acqua in montagna come accumuli statici da usare per immagazzinare gli eccessi di elettricità
        Batterie a gravità nelle miniere esauste.
        Insomma mi sembra il territorio perfetto per un territorio 0 emissioni che attragga tanto turismo.

        Ma ripeto è una scelta loro.

        • Va bene è una scelta loro, ma che si facciano furbi una volta per tutte e che tirino un calcio nel c..o agli sfruttatori dei fossili, sarebbe una bella svolta e un messaggio che rafforzerebbe l’immagine di terra rispettosa dell’ambiente.

          • Leonardo IO non posso che essere d’accordo. E ripeto la Sardegna sarebbe IL TERRITORIO.
            Sono autonomi sono 1,7 mln, hanno tanto vento nel mediterraneo e tanto sole, clima mite, miniere abbandonate e la siccità esiste pure lì.

            Ci sono TUTTI GLI ELEMENTI, non sono nemmeno allacciati alla rete nazionale del gas… che senso ha parlare di gas in Sardegna? Dovrebbe essere vietato per legge.

            Così ho chiarito la mia posizione.

            Ma sono i Sardi a dover prendere la decisione giusta.

      • da piccolo, in vacanza in riviera romagnola, mi incuriosiva la fiamma sempre accesa sulla piattaforma; con la coscienza di adesso vedere un simile flaring mi inquieterebbe parecchio…e forse andrei via…
        Molto, molto meglio vedere alte pale eoliche a distanza, sulle colline (disabitate) o anche offshore… perché non darebbero disturbo… l’ occhio si abitua e non le nota più dopo un po’…e comunque fanno pensare ad energia pulita Senza emissioni tossiche per gli umani, gli animali e l’ambiente…
        E con la capacità imprenditoriale dei romagnoli… sicuramente qualche gita in barca a vedere gli impianti offshore più da vicino saprebbero ben promuoverli

        • Lo dici a me? Io adoro le pale eoliche che girano mi da un senso di tranquillità sapere che loro producono energia sul nostro territorio senza aspettare che qualcuno ci venda l’energia.

          Bisognerebbe spiegarlo ai “no tutto”.

        • Abito in un bel posto, prima collina con bella vista sul mare. Di fronte un bel bosco verde, al mattino appena alzato apro la finestra e vedo il sole sorgere dietro il profilo del monte alberato. La nota stonata è l’autostrada che passa circa un km più a sud col suo viadotto perennemente percorso da migliaia di tir ed auto giorno e notte. E d’estate con le finestre aperte di notte nel silenzio pare di averli sotto il letto ( lasciamo perdere l’inquinamento…).
          Ecco, si potesse fare a cambio con 4 belle pale eoliche sulla cresta della collina, firmerei oggi stesso

      • Non ve lo tenete perchè sapete benissimo che ci son più romagnoli sparsi per il nord europa (nonchè per il resto d’ Italia) che in tutta la romagna. Almeno siete coerenti 🙂

  6. Mi pare che abbia parlato chiaro, spero che alla fine i molti sardi che ancora osteggiano le rinnovabili riescano ad aprire gli occhi su chi siano realmente le forze che si contrappongono alla transizione al soll scopo di continuare a sfruttare questa bellissima regione.

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