Rinnovabili a rischio, questo il titolo del comunicato di Sardegna Rinnovabile (WWF Italia, Legambiente, Greenpeace Italia e Kyoto Club) che boccia il disegno di legge della Regione Sardegna. Atto (leggi qui) che fa apparire green pure il ministro Pichetto: «In Sardegna vincoli ideologici».
Gli ambientalisti su decreto rinnovabili: “Troppo il 99% del territorio non idoneo”
Gli ambientalisti contestano alla presidentessa della Regione Alessandra Todde di aver dichiarato che «la quasi totalità del territorio sardo è stato classificato come non idoneo per gli impianti rinnovabili».
La critica è puntuale: «Di sette allegati al testo della legge regionale, solo uno, piuttosto sintetico, riguarda la selezione delle aree idonee, mentre i restanti sono lunghi elenchi di aree non idonee e di ulteriori requisiti urbanistici ed edilizi richiesti per tipologia di impianto». Significa più costi e difficoltà a produrre energia pulita.
Anche gli ambientalisti sottolineano la «martellante campagna mediatica contro le rinnovabili spalleggiata da forti interessi
legati ai combustibili fossili».
Duro j’accuse contro Governo e Regione
Nessuno sconto: «Il Governo e la Regione Sardegna condividono la responsabilità di mettere a serio rischio la produzione di energia rinnovabile nella regione con il più alto tasso di emissioni di CO2 pro capite e con un mix energetico che vede ancora una preponderanza di carbone e derivati del petrolio, ed un’intensità di carbonio molto alta».
Apprezzabile il voler raggiungere gli obiettivi del burden sharing (6.2 GW al 2030, contro i 0,4 GW installati fino al 2023) ma «come si pensa di riuscire?».
E soprattutto come fare per la «produzione ulteriore che sarà necessaria dopo il phase out dal carbone con così tante limitazioni e preclusioni per le rinnovabili sull’intero territorio regionale»?
Gli ambientalisti chiudono così: «Il disegno di legge regionale, oltre a mettere a rischio la transizione energetica sarda, rischia di segnare l’apertura di un importante contezioso legale  che determinerà ancora maggiore incertezza e rallentamento del processo di decarbonizzazione. Nel frattempo, il clima non aspetta».
Ricordiamo che la Regione vuole stanziare 700 milioni per dotare imprese, famiglie ed enti locali di pannelli fotovoltaici e favorire la nascita di comunità energetiche.
Intento lodevole e da copiare anche nelle altre regioni, ma senza produzione di tipo industriale, in territori marginali visto che non tutto il suolo agricolo è fertile e di pregio, sarà difficile coprire il fabbisogno a costi umani di una società decarbonizzata.
Pichetto: «Atto ideologico»
Il ministro Picchetto Frattin sembra un verde nella critica al disegno di legge regionale. «Porre dei vincoli ideologici alle rinnovabili sul 99% del territorio rende tutto molto più difficile».
Più nel concreto: «Se davvero è vincolante per i 7 chilometri da ogni monumento, in Italia non ci sono spazi liberi. Una chiesa, un edificio classificato, ogni sette chilometri c’è».
E’ chiaro il paradosso di un Governo che predica l’autonomia differenziata però poi si rende conto che bisogna evitare di «avere venti regole diverse, l’auspicio mio è che ci sia un’uniformità ».
Limiti alle rinnovabili e nessuna alternativa a carbone e gas
«In Sardegna vedo un’anomalia – ha sottolineato il ministro – perché fa questo tipo di scelte nel momento in cui è l’unica realtà che non si è ancora data una soluzione (per volontà loro) né sul carbone né sul gas. Hanno ancora le centrali a carbone e non hanno un piano gas».
Senza dimenticare il petrolio. Saras, ceduta da Moratti agli olandesi di Vitol, ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi in crescita del 9% a 5,9 miliardi. Le lavorazioni di raffineria sono salite da 44,4 a 47,3 milioni di barili e la produzione di energia elettrica non rinnovabile è cresciuta da 1.608 a 2.104 GWh. Altro che devastazione da rinnovabili, aumentano le fonti fossili.
Al ministro ha replicato il Movimento 5 Stelle: «La Regione Sardegna gestirà la propria transizione ecologica e rispetterà gli impegni presi dal punto di vista energetico e sulla decarbonizzazione».
Frattin predica bene, ma il suo gruppo politico dice altro: «Il ministro è in evidente imbarazzo perché il suo partito in Sardegna continua a ripetere che non ci sono aree idonee nonostante abbia governato per 5 anni». Parole dei parlamentari sardi del M5S Ettore Licheri, Sabrina Licheri ed Emiliano Fenu.
Non si può correggere aggiungo.
Visto che le sanzioni ci sono sarebbe corretto ed etico farle pagare a chi preferisce tutti i combustibili inquinanti, ovviamente oltre le sanzioni anche le spese sanitarie causate dalla cattiva qualità del aria , così faccendo tutto i favorevole a mantenere i combustibili inquinanti pagano di prima persona.
A questo punto l’unico modo perché le cose vadano nel.senso giusto è far pagari chi continua a bloccare la transazione, dalla politica alla popolazione, visto che le sanzioni cinsonon
Eolico off shore galleggiante a 40 km dalla costa e tanti saluti
strano che tutti sti lavori si facciano quasi esclusivamente nel centro sud, che alla Sardegna abbiano appioppato 5 GW di potenza che è il triplo di cui necessità , gente che si scandalizzava se facevi una buca in collina per piantarci una pianta di pomodori.
sei male informato, è completamente falso
– 6 GW di rinnovabili sono POTENZA NOMINALE DIPICCO,
– corrispondono a 1,2 GW di POTENZA MEDIA
ovvero sono risicati per le esigenze elettriche attuali dell’isola, che in futuro raddoppieranno
– TUTTE le regioni di Italia hanno richieste per decine di GW di rinnovabili ognuna, e la prevsione e di installare circa 17 GW in media in ogni regione
– regioni furbe fanno a gara per accaparrarsi più progetti possibili, specie al a Sud ( Puglia, Basilicata, Sicilia) che rischia la desertificazione di suoli, oltre che economica
perché questi progetti sono un notevole trasferimento di fondi statali verso la regione, oltre che di investimenti privati, ricchezza e lavoro qualificato, abbondanza di energia per produrre anche acqua dolce dal mare (come in Spana)
Ce sto a capi’ sempre meno.
per come la ho capita io:
in italia c’era un decreto nazionale del 2021 (in recepimento della normativa europea RED-II , e ora siamo alla RED-III) che suggeriva criteri unici nazionali,
per snellire le pratiche; ad esempio distanza di 3 km (eolico) e 500m (fotovoltaico grandi installazioni) da punti di interesse
doveva essere seguito già nel 2022 dal Decreto Aree idonee, ovvero criteri nazionali chiari e uniformi con cui le Regioni avrebbero mappato il territorio in Aree Idonee, neutre, e non idonee alle installazioni; il fine era che le aree dichiarate idonee avrebbero avuto pratiche autorizzative rapide e snelle, risparmiano di ripetere ogni volta una parte delle valutazione, favorendo i tempi della transizione energetica
invece questo anno, il governo ostile alle rinnovabili, usa il metodo dei “provvedimenti suicidi”, cioè provvedimenti formalmente a favore ma che nei dettagli creano ostacoli e sabotaggi ( come per gli incentivi Urso alle BEV )
– DL agricoltura – del ministro cognato
vieta in modo specifico l’agrivoltaico tipo-2 (economico e senza incentivi), che era un tipo di rinnovabili che automaticamente aveva un iter semplificato (facendo uso combinato agricolo ed energetico del terreno, le aree agricole erano “idonee” e secondo la giurisprudenza formatasi nel 2022-2023-2024 non ostacolabili da commissioni paesaggistiche e simili)
– DL aree idonee – del M.A.S.E., cioè di Fratin stesso
il focus è spostato sul rendere “non idonee” il 97-99% delle aree, e lasciar fare il lavoro sporco alle Regioni, non avendo fissato paletti ragionevoli nazionali, ad esempio mi pare il decreto prevede:
> fasce di rispetto da aree soggette a tutela (paesaggistica, culturale, artistica, supercazzola, etc, es. una fontana o una chiesetta) estensibili a 7 km
> divieti estesi retroattivamente a autorizzazioni già in corso di rilascio (idem per il DL Agricoltura, rimodificato solo in parte, e come Stato pagheremo fior di soldi per i ricorsi che gli investitori vinceranno con spese legali, perché sembra una norma incostituzionale)
> divieti estesi a impianti già esistenti che chiedessero di ripotenziare le installazioni, anche se solo panelli solari dovrebbero ripetere l’iter e rischiare disperdere l’autorizzazione
Mi pare demagogico da parte di Fratin scaricare tutta la colpa del criterio dei 7 km alla Sardegna (immagino perchè giunta di centro non allieneata con il governo)
perchè il criterio dei 7 km è stato resopossibile dal famigerato Decreto Aree Idonee rilasciato dal MASE, cioè da Fratin stesso, e offerto come una polpetta avvelenata alle giunte Regionali più malleabili alle pressioni mediatiche, è un criterio che sta venendo applicato anche da altre Regioni, la Sardegna sarebbe solo la più rapida
prima le regioni potevano muoversi entro parametri più ragionevoli (tra 500 metri e 3 km di distanza dai luoghi da tutelare), e se messe allo stretto da pressioni damagogiche opolitiche, appellarsi appunto ai criteri nazionali
==== cito da un articolo specialistico ==
Il DM Aree Idonee prevede che sono “non idonee”
– “le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro degli altri beni sottoposti a TUTELA (ps: anche una fontana in un paese o una chiesa) ai sensi del medesimo decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,
– anche la fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela “fino ad un massimo di 7 CHILOMETRI ”
ora le Regioni possono non considerare più le aree idonee che erano previste dall’art. 20 comma 8 del Decreto RED II, con la fascia di rispetto ivi prevista di 3 km per gli impianti eolici e 500 metri per quelli fotovoltaici
poi una parte in legalese, che però non ho capito bene:
” Siamo di fronte ad un capovolgimento dei poteri legislativi e dei principi stabiliti dall’art. 117 della Costituzione atteso il forte decentramento a favore delle Regioni operato dal DM Aree Idonee perché il DM Aree Idonee consente alle Regioni di considerare come “non idonee” quasi tutto il territorio nazionale lasciando alle stesse ampio margine di discrezionalità troppo ampio che di fatto comporta l’abdicazione ai propri poteri di stabilire criteri e principi. ”
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E’ lo stesso Ministro che si è opposto debolmente al Dl Agricoltura (fortemente voluto dal Governo su sollecito dei gruppo Bonifiche-Ferraresi e ENI) che ha vietato l’agrivoltaico del tipo a pannelli bassi senza incentivi, che stava per avere uno sviluppo rapido in pochi mesi; quel decreto è una rovina a livello economico per ltalia e anche per molti agricoltori, e una manna chi invece vende combustibili fossili e tiene alti i prezzi energia nazionali
e subito dopo ci ha messo un’altra zavorra, il Decreto Arree Idonee, che in teoria doveva fornire criteri nazionali unici per aiutare le Regioni a semplificare gli iter, non servire a impedirli
Confidavo nel Movimento 5 stelle, ma ora….sono basito.
Se il governo è contro l’elettrificazione e le rinnovabili,
se il PD è un promotore per la conservazione dei derivati del petrolio,
se i cinquestelle fanno gli ambientalisti al contrario!?!?!?
Siamo finiti.
pecunia non olet
ma avvelena comunque…
Sulle montagne della Liguria hanno devastato dei paesaggi che erano da cartolina,ed hanno appena iniziato. Diventerà una schifezza unica!
Adesso andiamo a devastare anche la Sardegna, evviva le politiche green!🤮
– parchi eolici off-shore,
tanta potenza e abbastanza stabile h-24, posti a 25-40 km e oltre km dalla costa, però non saranno in funzione prima di qualche anno, 2027-2028 se fanno le aste di assegnazione nel 2025
– 2.400 ettari ( su 2.400.000, cioè 1/1000 ! ) con fotovoltaico; anche pannelli a terra su aree agricole o non, non solo sui tetti, con ritorno economico e tecnico sul territorio
– qualche altro centinaio di ettari per centri di stoccaggio energia e cabine di trasformazione, oltre al qule po’ di idroelettrico già installato
e si può:
– evitare di sventare l’isola per fare 440 km di costosi e a tra pochi anni inutili metanodotti (sono il primo step dei previsti progetti metaniferi alternativi, in attesa di decisione finale)
– chiudere le centrali a carbone e gasolio (e quella a sinth-gas petrolifero di Saras), con un occhio a ricollocare il personale; sono centrali che oltre a inquinare hanno anche costi di produzione energia coperti da incentivi statali, in quanto costi spropositati (assurdo costano quasi quanto il nucleare di nuova costruzione)
– continuare a camminare contenti nei rimanenti “incontaminati” ettari non occupati da impianti rinnovabili, ovvero nei rimanenti 2.397.000 ettari
ammesso di non incorrere in un’area privata delimitata dai resort turistici o centri commerciali colate di cemento tirati su dall’immobiliarista proprietario del giornale regiunale che fa campagna di disinformazione sulle rinnovabili
– eolico su terra,
produce a bassi costi ed è già usabile oggi (un po’ di installazioni ci sono già ) ma sembra che verrà “sacrificata” buona parte delle nuove installazioni, lasciando solo eccezioni dove un Comune faccia richiesta apposita (magari qualche investitori sarà in grado di fare buoni accordi coni Comuni, chissà )
speriamo serva a togliere un pretesto (le pale su terra) ea chi monta le campagne furbette contro anche il resto; i panneli solari nella realtà li vedi più che altro con le foto aeree dall’alto, da terra non sono cosiì facili da vedere, o più strani di una serra o di un terreno “artificialmente” coltivato dall’uomo
guardi, le montagne della Liguria le conosco bene, visto che abito su una di queste. Cosa ci sarebbe di devastato? quelle poche pale eoliche che hanno installato su qualche crinale distante dal mare? l’ex gasometro Iren a Genova invece è bello? La centrale di Vado Ligure con le ciminiere (adesso solo una) che brucia metano e fino a pochi anni fa aveva davanti montagne di carbone va bene? Le colate di cemento per le varie speculazioni edilizie per costruire case vacanza? il costruendo porto di Ospedaletti abbandonato da decenni , mai terminato che non serve a nessuno ed ha devastato una baia incantevole? L’ecomostro ancora da abbattere al porto di Sanremo? Potrei continuare per ore, la Liguria non è certo stata devastata dalle fonti rinnovabili, per cortesia
Io vedo più deturpante lo.smog , un impianto se fatto bene ha il suo perché, mentre lo smog non ha senso di esistere
In punto di morte potrò anch’io dire ai miei figli e nipoti:
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da rifornimento di carbone e petrolio in fiamme al largo dei bastioni di Oristano,
e Fichetto Pratin addirittura passare per “verde” amico dell’ambiente…”
Sinceramente se i sardi vogliono continuare a respirare i veleni emessi dai combustibili fossili affari loro!
Per fortuna nostra sono un’isola, e pure abbastanza lontana dal continente.
Il reato di sottrazione di nickname è punito dalla legge.
Ma i segretari del M5S e PD dove sono? Si rendono conto del danno che stanno realizzando con il loro silenzio?
Follia pura! Non so quanti di voi abbiano attraversato la Sardegna da nord a sud, da est a ovest ma nell’interno (lo so, esagero un po’, ma poi neanche tanto) NON C’E’ UNA MAZZA DI NIENTE! Sembra di stare sulla luna dai! E mettiamole a pascolare all’ombra del fotovoltaico queste pecore no??? Ma io dico….
Proprio per questa è bella, ancora si può godere di un po’ di natura incontaminata.
Le suggerisco qualche scorcio di natura incontaminata in Sardegna: https://www.saras.it/it/cosa-facciamo/raffinazione
http://viverenergia.altervista.org/centrale-fiume-santo-sassari/
https://it.wikipedia.org/wiki/Portovesme
quindi visto che hanno devastato li, dobbiamo finire di distruggere il resto ?
Quello che mi preoccupa , nonostante ritenga utile il passaggio alle fonti alternative, non è tanto la loro installazione quanto la loro rimozione.
https://www.google.com/maps/place/08048+Arbatax+NU,+Italia/@39.9361095,9.6941934,237m/data=!3m1!1e3!4m6!3m5!1s0x12de47c79db62373:0x10721ff9e07034db!8m2!3d39.9334339!4d9.7035589!16s%2Fm%2F0279fsh?entry=ttu&g_ep=EgoyMDI0MDkyNS4wIKXMDSoASAFQAw%3D%3D
Sono la da anni, perchè, se sono così semplici da riciclare nessuno lo fa.
Ma quale incontaminata. Di foresta primaria è rimasta solo quella di Montes. Il resto è tutto antropizzato e abbandonato, tra disboscamenti, incendi, poli industriali ormai chiusi e campagne abbandonate a se stesse.
Adesso però non diciamo stronzate. La Sardegna è ricca di zone molte belle. Il Supramonte sia a mare che all’interno è un paesaggio unico e non ci va neanche mezza pala perché è una ricchezza incalcolabile anche dal punto di vista economico. Peccato che a mare non sia regolato il traffico marino e sono insopportabili certi comportamenti.
Detto questo oltre le coste che vanno tutelate c’è l’opportunità dell’off shore – ben distanziato e massima attenzione ai cavi – e diverse aree anche all’interno sono marginali anche se “agricole”.
Per non dare adito al partito: “non ci sono aree idonee” diciamo le cose bene
E dov’è la foresta di Montes se non in Supramonte? Concordo con l’offshore, secondo me è la soluzione che la politica dovrebbe incentivare. Consumo di suolo zero, miglior produzione grazie alla maggior costanza del vento, e pazienza se si vedranno in lontananza dalla costa, vuol dire che nelle giornate di perfetta visibilità si aggiungeranno sullo sfondo al panorama di gommoni e yacht a cui ormai sembra ci siamo abituati (per inciso, le pale stanno a 40km, le barche a 100m)
Per chi non conosce precisiamo che Montes è una parte del Supramonte
concordo anche io col mio omonimo..
l’ eolico off-shore (per quanto più costoso delle altre soluzioni) sarebbe il modello più accettabile socialmente e replicabile in gran parte delle regioni italiane, vista gli 8000km di costa da studiare..
il vento in mare non ha ostacoli ed il corretto posizionamento dei campi eolici secondo gli ultimi studi di interferenze tra pale garantisce migliori rendimenti rispetto a vecchi progetti, e grazie anche ai nuovi design delle pale delle turbine .
la odi proprio la Sardegna ? secondo te le pale fanno bene al paesaggio del montiferru ? di burgos, o nell’altopiano di abbasanta ? quale è il tuo sogno quello di distruggere l’unica attrattiva che hanno i Sardi con il turismo ?