Home VaiEnergy Sardegna: no all’agrivoltaico più grande d’Italia (1043 ettari)

Sardegna: no all’agrivoltaico più grande d’Italia (1043 ettari)

39
(Immagine tratta dal sito ufficiale di Enel Green Power).

In Sardegna no all’impianto agrivoltaico più grande d’Italia. Nell’isola dove ancora “fumano” le centrali a carbone –  ormai uniche in Italia-, dove sempre più si produce energia dagli scarti del petrolio ma dove, paradossalmente, il problema sono le rinnovabili. Due impianti sono stati bocciati da una commissione ministeriale. Una notizia che smentisce tutti coloro – chi per ideologia, chi per interesse sulle energie fossili – che denunciano la colonizzazione energetica dell’Isola. Ad oggi nelle mani dell’industria fossile. 

anie rinnovabili
Un’installazione di agrivoltaico (credit foto: Enel Green Power). Non il progetto interessato dalla bocciatura ministeriale

Ministero e Regione stoppano l’impianto agrivoltaico da 360 MW, il più grande d’Italia

La Commissione Nazionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), con il contributo della Regione Sardegna ha bocciato – con un parere negativo – all’impianto agrivoltaico Palmadula Solar da 360 MW di potenza e un sistema di accumulo da  82,5 MWh.

Una gran produzione di energia pulita prevista negli oltre 1.043 ettari nel Comune di Sassari.  Ma sembra proprio che se ne farà a meno. Il motivo? «Giudicato incompatibile con le esigenze di tutela ambientale e della biodiversità – scrive in una nota la Regione Sardegna – Questo risultato conferma l’impegno determinato della Regione nel difendere il proprio territorio da interventi che potrebbero causare danni irreparabili all’ambiente, al paesaggio e ai valori culturali unici che caratterizzano la nostra isola».

In verità si tratta di pannelli amovibili che non emettono emissioni o disperdono veleno nel terreno o nell’aria. Un giudizio abbastanza azzardato come le parole dell’assessora, Rosanna Laconi: «Il nostro obiettivo è garantire uno sviluppo sostenibile che non comprometta le risorse naturali e identitarie della Sardegna». Vietate le rinnovabili, si continua però con carbone e petrolio e si investe sul gas.

pecore pannelli
Il pascolo solare in Texas, nessun problema di convivenza con gli animali

Chiaro l’impatto paesaggistico, ma sulla tutela della biodiversità studi internazionali sono a favore degli impianti fotovoltaici

Vediamo più nel dettaglio la valutazione ambientale della commissione del ministero.  «L’area interessata dall’impianto è caratterizzata da habitat naturali di alto valore ecologico, inclusi territori contigui a siti della Rete Natura 2000, fondamentali per la conservazione di specie protette e per il mantenimento dell’equilibrio ecosistemico».

Si insiste sulla «significativa sottrazione di habitat naturali, compromettendo le connessioni ecologiche e incrementando il rischio di frammentazione ambientale»  ma è pieno il mondo di impianti fotovoltaici con pacifica convivenza di animali.

Ma non è finita qui perché si denunciano: «Impatti cumulativi che avrebbero trasformato il territorio da agricolo a infrastrutturato, con gravi conseguenze per suolo, biodiversità e paesaggio».

Comprensibile, evidente e chiaro l’impatto sul paesaggio, ma non si capisce bene l’effetto negativo sul suolo e le conseguenze distruttive sulla biodiversità. Anzi in alcuni impianti si è registrata una ampia tutela. Si legge in alcuni studi internazionali, come il  Solarparks – Gewinne für die Biodiversitä pubblicato dall’ Association of Energy Market Innovators. Uno dei tanti a favore della simbiosi tra crescita vegetale e produzione di energia.

Vista di Sarroch, Comune che ospita imponenti strutture di lavorazione dei prodotti delle fonti fossili

Parere negativo anche per il progetto Guspini, le identiche motivazioni eppure lo scandalo sono gli impianti fossili

Ancora la Regione informa che «nella stessa riunione, è arrivato anche il parere negativo su un altro impianto agrivoltaico, denominato Guspini, proposto nel comune di Guspini in un’area di circa 80 ettari e per una potenza di 64,40 MW. Le ragioni del diniego, anche in questo caso, sono riconducibili a motivi di incompatibilità con aree di pregio naturale e culturale per il rischio che tale impianto potesse determinare un’alterazione del paesaggio rurale e impatti su aree protette e siti ad alta valenza ecologica». Anche qui: l’impatto paesaggistico  è innegabile, ma quello ecologico ovvero come fonte di inquinamento non è credibile.

L’assessora Rosanna Laconi indossa abiti “verdi”. «La Sardegna non accetterà mai progetti che sacrificano il nostro territorio e la nostra biodiversità. Continueremo a vigilare su questi procedimenti, fornendo contributi decisivi per evidenziare le criticità e lavorando affinché lo sviluppo delle energie rinnovabili avvenga in piena armonia con i valori ambientali e culturali della Sardegna. Questo, ha concluso Laconi, è il nostro impegno per le generazioni future».

Non è proprio così, anzi è il contrario: la Sardegna ha fatto le fortune dei produttori di energia sporca, facendo incassare loto miliardi su miliardi. Ad oggi è la Regione con l’energia prodotta più sporca d’Italia. Senza nessuna tutela dei suoi cittadini, dell’inquinamento atmosferico e anche del paesaggio.

– Iscriviti alla newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico

Apri commenti

39 COMMENTI

  1. Visualizzare il significato numeri grandi non è facile, bisogna ricorrere alle proporzioni, ricordarsi le frazioni studiate a scuola:

    alla Sardegna oggi servirebbero circa 3 GigaWatt nominali di fotovoltaico e 3 GigaWatt di eolico; un domani, nel 2050, con tutti i servizi elettrificati, circa il doppio, 6 + 6

    6 GigaWatt nominali di FTV sono 3.000 ettari netti di superficie dei pannelli,
    diciamo 5.000-9.000 ettari lordi totali contando anche lo spazio vuoto tra le file dei pannelli

    Tipicamente circa 1/3 dei panneli solari si riesce a metterli su una frazione dei tetti, con qualche sforzo anche un po di più; diciamo che al 2050 in Sardegna potrebbero esserci 3.000 ettari di tetti con fotovoltaico e 4.000 ettari con fotovoltaico a terra

    Sardegna ha una superficie di 241.000 ettari:
    4000 ettari a terra sono 0,2% del territorio, parlando di frazioni è 1 parte su 500,
    con il suolo che verrebbe preservato nello stato naturale, anzi reso meno secco e mantenuto con cura, specie nel caso di installazioni agrivoltaiche

    ed è molto meno del suolo invece che si “perde” questa volta sul serio e definitivamente per cementificazione ogni pochi anni, anche in Sardegna, per gli immobiliaristi: altri alberghi, centri commerciali, villette, gli affari speculativi-predatori del territorio che fa il signore che detiene la proprietà del giornale Unione Sarda, quello che monta la campagna contro le rinnovabili, guarda caso accusandole proprio di essere “speculazione”, e che in altermativa vorrebbe far “metanizzare” l’isola, ma si accontenterebbe anche già solo di far cadere la giunta politica attuale e riavere la giunta precedente, più malleabile alla speculazione edilizia

    • NB: errore mio, superfice Sardegna 2.410.000 ettari, non 241.000

      ..sotto con la calcolatrice a ricontrollare la proporzione con 4.000 ettari di FTV..

  2. Ripeto.
    Non me ne FREGA ASSOLUTAMENTE NULLA che le conseguenze per l’ambiente siano nulle o trascurabili.
    Mi interessa che non vengano DEVASTATI (paesaggisticamente parlando) 1.043 ettari di territorio sardo.
    È chiaro o devo ripetere il concetto?
    Se proprio le piace l’agrivoltaico, cominci a sacrificare alla causa il territorio dove lei risiede.
    Poi, nel caso, parliamo della Sardegna.
    P.S.
    R.S., io manco ti leggo.
    Figurati cosa mi frega dei tuoi commenti.

    • Devastati sono i polmoni delle persone, devastati sono migliaia di ettari delle centrali fossili presenti in Sardegna. Parla a vanvera senza conoscere l’Isola. Forse scrive da qualche lindo ufficio continentale

      • Come se poi il riscaldamento globale dovuto a persone come il buzzurro di cui sopra non causasse tremendi danni all’ ambiente fra erosione delle spiagge, desertificazione, pioggie acide, la stessa aria inquinata che danneggia natura ed edifici stessi.
        Naaah, gente che fatica a comprendere la pimpa e vota pure!

    • Benissimo, se non ci legge non le dispiacerà che i suoi demenziali commenti finiscano nel cestino. Addio

  3. E meno male chea giunta è di sinistra con una presidente 5stelle, figurarsi se erano di destra. Comunque meglio così. Si tengano il carbone e poi potremmo metterci il nucleare di salvini e brunetta magari a cagliari o porto rotondo invece che a venezia. Tanto i sardi sono già emigrati e manteniamo il paesaggio di un deserto invaso da villaggi vacanze deserti 9 mesi l anno. Bellissimo.

  4. La decisione delle autorità preposte è giustissima.
    Devastare 1.043 ettari (?!) di territorio con un impianto agrivoltaico è da menti malate.
    E, personalmente, non me ne frega assolutamente nulla che i pannelli siano amovibili e non alterino la biodiversità del suolo.
    Questo impianto sarebbe un OBBOBRIO, peggio delle distese di torri eoliche che hanno sventrato le mie amate colline toscane.

    • a bhe, se lo dice un signore strambo che passa la giornata a scrivere messaggi inaciditi e sconnessi con 20 nick name diversi, al fine di farsi sbertucciare..

    • A parte lo sfogo di pancia ci può spiegare quali sono le conseguenze negative per l’ambiente? Nessuna o insignificante. Invece dobbiamo continuare con le brutture oltre che paesaggistiche delle centrali fossili che inquinano l’aria e provocano tumori? Se ne faccia una ragione della necessità della transizione

    • Ha letto l’articolo e letto i commenti? Quasi tutti criticano le parole dell’assessore regionale in carica. La vuole buttare in politica, a prescindere

        • Quasi tutti, uno per tutti Nello Roscini: “la Todde da fatina verde è diventata la befana del carbone fino a fine mandato”. Lei mi sembra abbia solo voglia di buttarla in politica e buttare fango contro la sinistra. In modo maldestro visto che non ha letto neanche i commenti. Buona serata.

          • Lei ha visto l’ora in cui ho postato io il commento e l’ora in cui l’ha postato chi cita lei? visto che scrive gli articoli dovrebbe sapere che i commenti non vengono pubblicati immediatamente ma passano svariate decine di minuti per i controlli del caso da parte della redazione. Quindi quando ho postato io ancora il commento a cui si riferisce non c’era 😉

          • Guardi Rocco, quello da me citato non è l’unico commento a contestare i rappresentanti della giunta di sinistra. Nessuno – infatti l’ha difesa – e i commenti erano riferiti all’articolo dove è chiaro che critico le parole dell’assessora citando anche studi internazionali. La differenza e che lei l’ha buttata in politica e gli altri no. Hanno contestato l’azione della giunta – alcuni hanno tirato in ballo il Dl Agricoltura – sul dato concreto e reale.

    • anno di nomina della commissione non centra un fico secco, la commissione risponde anno per anno dei decreti e delle linee guida governative

      qui i problemi principali sono:
      1) Governo Meloni-Eni che sabota i decreti per le rinnovabili, DL agricoltura, aree idonee, Fer 2, Fer X
      2) per la Sardegna, la martellante propaganda becera (fatta dal politico-giornalista forza italiota pro metano) sul giornale Unione Sarda
      3) in coda, c’è anche il poco coraggio e opportunismo del M5S a opporsi a questa situazione creatasi in Sardegna

      Per quel che vedo, Verdi in toto, e PD in buona parte (con qualche eccezione di politici locali) sono i pochi che si salvano quando si parla di rinnovabili in Italia,

      rinnovabili che per inciso mi pare a te fanno schifo per ideologia politica, visti i tuoi tanti messaggi deliranti con 20 nick name diversi.. il classico tifoso che si offre di fare il servo dei furbastri al potere e se ne compiace..

      • I 5 stelle tra i punti più importanti che hanno nel programma è la transizione verde, sta situazione in Sardegna è veramente strana .
        Poi beh personalmente non posso dirmi di essere trovato bene con la gestione PD in Emilia e il fatto che abbiano cementificato il mondo e fatta poca manutenzione sul rischio idrogeologico o che l’ex presidente di regione fosse talmente di sx da andare a braccetto con Renzi, un altro che non mi sembra molto green.
        Ma tornando alla Sardegna andrebbe indagato come mai di queste ostilità alla transizione con energie rinnovabili e per rispondere all’ altro utente beh per me possono iniziare anche domani a fare l’ agrivoltaico. Se pulito ed in ordine mica deturpa l’ambiente. Non più di campi devastati da grandine sempre più grossa e frequente o dalla siccità o dai danni di aria e acqua inquinate.

        • Ciao,
          si certo il PD sono politici imperfetti anche loro e calati nel contesto dell’elettorato italiano, tante anime e tanti esponenti locali, il periodo Renzi poi è stato tremendo, ma almeno la posizione principale è favorevole alle rinnovabili, non apertamente contraria, cosi come altri temi di buonsenso, più che di destra o sinistra

          personalmente (gusti miei) al momento se potessi votare oggi, andrei sui Verdi, hanno posizioni più nette e li trovo preparati e pragmatici, anche la loro sezione giovanile che apprezzo nelle interviste

          in teoria anche 5S sono favorevoli alle rinnovabili, ma mediamente a livello locale li vedo più demagocici e meno preparati, pronti a camabiare linea e cavalcare ogni tipo di moto di popolo,
          in vari comuni alcuni loro esponenti combattono contro il fotovoltaico e l’agrivoltaico per avere un po’ di visibilità

          In Sardegna, per come la ho capita, prima c’era la giunta di destra, più favorevole alla metanizzazione dell’isola e permissiva con la speculazione edilizia

          se apri il giornale Unione Sarda sul web, vedi che ogni giorno pubblica articoli diffamatori sulle rinnovabili, già da anni, di recente di più; è una potenza di fuoco elevata, ed è la loro manovra (il proprietario è un grosso immobiliarista, e il caporedazione un noto pol,itoco di destra che vorrebbe gestire i contratti dei lavori per la rete del metano) per destabilizzare la giunta attuale e metterla in difficoltà mettendogli contro questi “comitati”, pochi esagitati ma molto enfatizzati on-line

          M5S immagino vorrebbe fare meglio sulle rinnovabili in Sardegna, ma si trova contro la campagna mediatica, e allora mostra poco coraggio e si adegua alle bufale sulle rinnovabili e la caccia alle streghe agli investitori “non sardi”.. forse stanno prendendo tempo.. peccato.. ma forse hanno calcolato che ad andare di petto rischierebbero di cadere e rimettere su la giunta di destra

          • Ahimè è sempre rischioso scontrarsi con certe lobbies soprattutto se supportate dal governo del momento per cui si rischia in fuoco incrociato ( al di là che in Sardegna ci sia una coalizione). Però qualcosa va fatto per l’economia e per l’ambiente. Anche nella recente costituente 5s tra i punti vi erano le rinnovabili, devono allora dall’ alto imporsi di più sui propri politici che cambiano atteggiamento nei singoli comuni, nonostante i mille attacchi mediatici. Ricordo diversi studi della università italiane che affermano che molte risorse rinnovabili non sono ancora sufficientemente usate da noi, es eolico offshore o energia dal moto ondoso.

        • PS: l’agrivoltaico migliore per me era quello a pannelli bassi, file di pannelli bassi con coltivazione o pastorizia tra le file dei pannelli, come nella foto in cima all’articolo

          aveva costi di realizzazione minimi (600-700 euro al Kw), installabile senza incentivi (meno burocrazia e limitazioni); purtroppo è stato appositamente vietato dal DL agricoltura di primavera, decreto nazionale, perchè stava per produrre spontaneamente molte installazioni, aiutando anche le aziende agricole a far quadrare il bilancio

          rimane l’agrivoltaico a pannelli alti, è più costoso da realizzare, con densitàò di potenza più bassa, ritorno dell’investimento in più anni, e deve fare la trafila degli incentivi, nell’insieme è meno allettante per un investitore, sia la piccola azienda agricola, sia un grosso installatore che si mette in società con l’azienda agricola per affittare il terreno

  5. La cosa più assurda di tutta questa storia è la parte di popolazione che si fa abbindolare dalla propaganda nazi ambientalista e pensa che sia giusto vietare pannelli e pale eoliche ovunque
    Tutti complici di una follia politica.

    • nazi ambientalista ?
      nazi tafazzista vorrai dire ..

      come se l’inquinamento in “continente” non faccia danni anche da loro

      le pecore in Texas si trovano benissimo con l’agrivoltaico ..
      in Sardegna sono più schizzinose ..

      buon carbone , anche se la befana è lontana ,
      la Todde da fatina verde
      è diventata la befana del carbone fino a fine mandato

  6. La questione del paesaggio mi sembra ridicola ed è un alibi per mantenere lo status quo, da quando esiste l’uomo sulla terra il paesaggio è stato cambiato a suo uso e consumo fin dai tempi delle piramdi oppure per caso Venezia l’hanno trovata i veneziani già costruita in una laguna incontaminata o come Porto Marghera affacciata nella laguna di Venezia?
    La verità è che il paesaggio rischia di essere stravolto a causa degli eventi estremi dei cambiamenti climatici
    In una sentenza del Consiglio di Stato veniva citato testualmente “….la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è infatti un’attività di interesse pubblico che contribuisce anch’essa non solo alla salvaguardia degli interessi ambientali ma, sia pure indirettamente, anche a quella dei valori paesaggistici”.
    Ancora non ho visto nessuno che abbia inventato una sistema per produrre energia in modo invisibile e pulito.
    In quanto ai 2 progetti bocciati è l’ennesima occasione persa dai sardi per produrre energia pulita a basso costo tutelando ambiente e biodiversità

    • E’ chiaro che il dato paesaggistico esiste e ha una sua incidenza in negativo. Poi giustamente bisogna fare i conti con l’emergenza climatica e la Sardegna è ampia e può “sacrificare” alcune aree. Il problema è culturale e politico ovvero se un assessore contesta un impianto per incidenza paesaggistica ci sta, anche se possiamo essere in disaccordo. Ma mettere sul banco degli imputati gli impianti perch° responsabili della perdita di biodiversità e impoverimento del suolo. In questo caso l’assessore sta diffondendo notizie false e come si suol dire : tendenziose.

        • Volevo dire che uno può anche criticare l’impatto paesaggistico, posso anche essere in disaccordo ma è un punto di vista. La distruzione della biodiversità e la desertificazione del suolo richiamati dall’assessore sono, invece, inventati di sana pianta-

  7. Secondo me l’assessora fa un triste sfoggio di l’ignoranza e demagogia (le supercazzole sulla biodiversità e criticità ambientali, boiate totali specie parlando di agrivoltaico) con cui ammanta l’ipocrisia di fondo:

    hanno vietato gli impianti per partito preso, perché di proprietà di investitori esteri, loro nemici dichiarati; pretenderebbero, senza fare due conti di verifica, di poter avere solo impianti che siano contemporaneamente: di piccola taglia, di proprietari locali, solo sui tetti (con piccole eccezioni per comunità energetiche), cioè quelli più costosi in proporzione, e finanziati in alta percentuale con bonus statali (e grazie al piffero, così saremmo bravi tutti a fare politica)

    gli investitori privati sono usabili come caprio espiatorio della caccia alle streghe degli scontenti e confusi, populismo becero senza analisi nel merito, retorica dell’invasione dello straniero (in questo caso cinesi e statunitensi) e dei cattivoni, anche quando come in questo caso non portano industrie inquinanti o poligoni militari, ma iniziative meritorie per tutti, non solo per il loro business

    l’impianto Palmadura solar era già stato oggetto delle quotidiane campagne diffamatorie sulle rinnovabili del solito giornale regionale Unione Sarda, giornale di proprietà di un noto immobiliarista che specula sulle colate di cemento in Sardegna, e con caporedattore un noto politico di centro-destra che combattendo le rinnovabili spera di favorire fuori tempo massimo l’espansione dei metanodotti in Sardegna, e i grossi incentivi statali del capacity market che prendono attualmente le centrali a carbone

    sul tema rinnovabili in sardegna il giornale dirige l’agenda poilitica, e i politichini senza altre qualità per tirare avanti si allineano seguendo la loro comunicazione farlocca.. sembra un brutto telefilm americano

  8. Chissà che non cambieranno idea con la regionalizzazione del prezzo dell’energia. Così ci si renderà conto di quanto costa mantenere questi impianti fossili che ora sono spalmati su tutti i contribuenti ma dall’anno prossimo saranno a carico delle aree che li ospitano. Capisco l’impatto visivo ambientale ma che si propongano soluzioni e non solo negazioni.

  9. Densità di potenza / densità di pannelli

    == 360 MW su 1000 ettari,
    il primo progetto citato, aveva densità dei pannelli molto molto bassa, fa pensare che avessero voluto un impatto visivo minimo e/o che le aree con i pannelli fossero affogate/circondate da altre aree intorno abbondanti totalmente agricole o a vegetazione libera a nascondere abbastanza alla vista le aree con i pannelli

    == 64 MW in 80 ettari, poco meno di 1 MW ad ettaro,
    il secondo progetto aveva una densità più tipica dei progetti agrivoltaici recenti;
    con i panneli ad alta resa di oggi (efficenza luminosa 22%-23%) è una densità di energia ottenibile con pannelli messi su circa il 30% della superficie

    == 1 MW per 1 ettaro,
    si raggiunge o si supera leggermente (lo dicono le stesse lineee guida del Mise/Mase) se si arriva al limite di ombreggiatura consentito per l’agrivoltaico italiano, cioè 40% di superficie occupata dai pannelli

    == 1,2-1,3 MW per 1 ettaro,
    densità di potenza che si può raggiungere nelle attuali installazioni di Fotovoltaico a terra, che non dovendo coltivare o fare pastorizia tra i pannelli o sotto i pannelli, ma possono lasciare il terreno a semplice prato (ombreggiato e privo di diserbanti, ottimo per insetti, fauna e biodiversità, giova anche alle aree agricole circostanti), non hanno la limitazione dell’agrivoltaico nell’utilizzo al limite del 40% delle superfici, e possono arrivare anche a 50-55% di superficie occupata dai pannelli (non di più sennò, i pannelli si fanno ombra tra di loro, e anche la manutenzione sarebbe meno agevole)

    in fotografia aerea,
    un impianto fotovoltaico con pannelli a terra si distingue da uno “agrivoltaico” a pannelli bassi, perché le file dei pannelli appaiono più ravvicinate, mentre nell’agrivoltaico hanno spaziatura almeno 60% e il colore prevalente resta quello del terreno, es. il verde nel caso di pascoli

    == densità agrivoltaico diverse tipologie
    40% di occupazione delle superici più tipicamente viene raggiunto per agrivoltaico con pannelli montati in basso, quelli che sono stati vietati dal DL agricoltura, mentre i pannelli montati più in alto di solito hanno densità di ombreggiamento tra il 20% e il 30%, quindi monmore densità di potenza, e sostegni più costosi, complicati e impattanti visivamene, e a volte anche come fissaggi nel terreno, in alcuni casi vengono fatti anche dei piccoli plinti di cemento (rimuovibili alla fine dell’installazione non perenni, ma sono comunque spese aggiuntive)

    == il recente DL agricoltura e le linee guida della giunta sarda
    imponendo grandi altezze dei pannelli da terra, vorrebbero rendere più costose, difficili e impattanti come strutture di sostegno, le installazioni agrivoltaiche, segando l’iniziativa virtuosa di chi voleva installare impianti che sarebbero costati meno, e senza dipendere da incentivi statali;
    la altezza minima possibile dei pannelli nel DL agricoltura è stata aumentata a 2,1 metri nel caso di terreni per pastorizia, e ancora di più nel caso di terreni per coltivazione

    == LA TARANTELLA GIURIDICA
    come avviene sempre in italia dopo nuovi decreti politici vessatori sulle rinnovabili, la giurisprudenza con fatica, costi e tempi lunghi, tenta di mitigarne gli effetti negativi lavorando sull’interpretazione delle norme, tipicamente scritte a membro di segugio in modi molto ambigui (un po’ per incompetenza, un po’ per malizia di paralizzare un settore);

    in questi giorni una sentenza del Tar di Sardegna relativa a un impianto agrivoltaico che era già in stato avanzato di realizzazione e che la regione voleva bloccare, sta contrastando questa vessazione, sostenendo che il limite minimo di altezza da terra dei pannelli vada misurato come da precedenti linee guida ministeriali Mise sull’agrivoltaico, cioè 2,1 metri misurati dal centro del pannello, e non dal bordo inferiore, specie per pannelli che possono ruotare perchè montati su inseguitori del sole ad asse orizzontale

    ..mio massimo rispetto ai giudici di questo Tar.. anche se si stanno faticosamente e costosamente rincorrendo i buoi prima fatti scappare di proposito dal recinto dal ministro dell’agricoltura..

    continuiamo a farci del male votando partiti politici di incompetenti, arrogantelli, retrogradi senza altre qualità da giocarsi per restare a galla se non fare caos mediatico e intanto offrirsi alla corruzione? in un mondo complesso e tecnologico dove gli slogan da stadio non bastano più a farlo prosperare?

  10. Solo chi ha forti interessi nel continuare con le fonti fossili potrebbe fare scelte del genere con motivazioni fantasiose e antiscientifiche come queste. Ma poi, diciamocelo, chi di voi ha attravesato la sardegna da nord a sud in auto, nell’interno? Sembra di stare sulla luna caxxo! Va coperto di pannelli l’entroterra sardo dai!! E poi l’energia la vendano al resto d’Italia e con ricadute anche per la Sardegna! Fuori Cagliari c’è un mega impianto petrolifero di proprietà Moratti. Passandoci accanto un ragazzo locale che mi accompagnava mi ha spiegato che per la manutenzione degli impianti arrivano squadre di romeni. Quindi non rimane nemmeno un euro in Sardegna per queste attività! Ridicoli!

    • Buongiorno Lorenzo, condivido e rilancio:

      con le densità di potenza raggiunte oramai dalle rinnovabili, di territorio per le installazioni ormai ne serve poco, per il fotovoltaico siamo molto sotto all’1%,
      più vicini a un 0,3% del territorio, per sostituire i combustibili fossili

    • Moratti ha venduto a una multinazionale olandese. Ma la sintesi dell’Ansa è abbastanza chiara. Sono i dati del primo semestre 2024: “Saras ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi in crescita del 9% a 5,9 miliardi, a seguito “sia dei volumi di produzione – spiega il gruppo – sia delle mutate condizioni di scenario. Le lavorazioni di raffineria sono salite da 44,4 a 47,3 milioni di barili e la produzione di energia elettrica non rinnovabile è cresciuta da 1.608 a 2.104 GWh”.

Rispondi