Sardegna: eventi pro e contro rinnovabili

La Sardegna è diventata un campo di battaglia tra favorevoli e contrari alle rinnovabili. Nei mesi scorsi il palcoscenico era dominato da chi ostacola pale e pannelli e non sono mancati episodi più che spiacevoli, oltre tre attentati anche azioni per disturbare e impedire gli incontri degli “avversari”; ora prendono voce e destano attenzione i favorevoli alla transizione energetica. Il 28 giugno ci sarà l’incontro per la Sardegna 100% rinnovabile, il 2 luglio via all’evento di Comitadu pro sa Nurra.

A Sassari il 28 giugno la Sardegna 100% rinnovabile

L’appuntamento è fissato a Sassari, per gli interessati al Teatro Chiesa dei Cappuccini, il 28 Giugno alle 11. Chiaro il tema dell’incontro: «La Sardegna ha un’occasione storica: diventare un modello di transizione energetica, abbandonando il gas e puntando sulle energie rinnovabili per ridurre emissioni, costi e dipendenza energetica. L’evento pubblico è aperto a cittadini e istituzioni insieme a docenti universitari, esperti del settore e rappresentanti locali. Un momento di confronto aperto, costruttivo e basato su dati scientifici, per rispondere alla domanda: la Sardegna può davvero diventare 100% rinnovabile?».

 

L’iniziativa è promossa da  Sardi per le Rinnovabili e FIMSER. Questi i relatori: Maurizio Delfanti, Arturo Lorenzoni, Leonardo Becchetti, Giorgio Querzoli, Michele Pigliaru, Paolo Rocco Viscontini, Fernando Codonesu, Daniele Ascioti e Costantino Deperu.

https://www.vaielettrico.it/sardegna-ora-arriva-la-prof-anti-rinnovabili/

Ancora a Sassari, ma il 2 luglio e con il Comitadu pro sa Nurra

Il 2 luglio alle 18, sempre a Sassari, appuntamento all’Auditorium Ex-Ma di via Zanfarino 61, con il Comitadu pro sa Nurra. Chiaro anche qui il tema e la posizione sulla transizione. “Nurra: terra a perdere? Cosa sta succedendo nella nostra terra?”.

L’evento del comitato contro le rinnovabili

«Tra falsa transizione verde, speculazione energetica e desertificazione agricola, la Nurra rischia di diventare terra di conquista per i nuovi feudatari industriali. È il momento di dire NO allo sfruttamento e SÌ alla difesa del nostro territorio!». Toni alti che peccato non si sentano contro le centrali a carbone o il progetto di metanodoto.

Intervengono Maria Grazia Demontis – La colonizzazione energetica della Sardegna, Piero Atzori – La geografia dell’assalto energetico, Antonio Farris – L’agricoltura nella Nurra e le sue prospettive, Lorenzo Scano – Desertificazione ed economia della Nurra, Claudia Zuncheddu e Domenico Scanu – I costi nascosti della produzione di energia da fonti rinnovabili.

 

LEGGI Asinara elettrica solo a parole: va a gasolio con 30 mezzi a batteria mai usati e guarda il video

 

 

Visualizza commenti (11)
  1. Leggendo i commenti a questo articolo, mi è sembrato – diciamo così, per non essere troppo diretto – di percepire una certa allergia nei confronti di chi osa sollevare dubbi sulla limpidezza delle autorizzazioni agli impianti. Del resto, non si può dire sempre “sì” a tutto… ma nemmeno sempre “no”. Il buon senso, a volte, si nasconde proprio nel mezzo – anche se pare fuori moda cercarlo.

    Per Salvo ed Edwin: benissimo, costruiamo in Sardegna tutti gli impianti. In cambio, però, vi spediamo con affetto i poligoni militari, Quirra e Teulada compresi. Così facciamo pari, no?

    E per Dott. Massimo… mi sorprende: non l’avrei mai detto tipo da usare luoghi comuni così spigolosi. Ma si sa, a volte anche le migliori penne scivolano.

    1. ti rispondo seriamente, poi affari tuoi se ti piace trollare

      trovo fallata la tua premessa
      che questi personaggi che guidano il giornale e la radio locale e i comitati siano persone moderate e in buona fede, volenterose di approvare “il giusto” degli impianti, e lo dico dopo averli letti e ascoltati

      a guidare gli ingenui e i manipolabili, vedo fior di truffatori, politici, maneggioni, arruffa popolo e bugiardi, che mostrano di voler bloccare a prescindere, non nel merito, le autorizzazioni

      il gioco sporco
      serve per dare tempo di far partire gli ingentissimi lavori a carico della collettività per metanizzare l’isola, peraltro azione ormai inutile, non rilancera l’industria locale il metano a questi prezzi, e men che meno portato per nave

      e possibilmente sfruttare il casino mediatico creato non solo per forzare la mano sulla metanizzazione alla giunta attuale cerchio-bottista, ma magari anche riuscire a rimettere una giunta regionale come la precedente, che oltre alla metanizzazione, agevolava le speculazioni edilizie-cementizie

      ora ricordami per cortesia:
      ..chi è il proprietario dell ‘Unione Sarda e chi il capo redattore, e che interessi e attività hanno sull’isola, per capire perchè si stiano dando così da fare in questa campagna di disisnformazione, ogni giorno, da anni, investendoci tempo e risorse

      per me
      è anche fallato considerare la presenza di rinnovabili sul territorio una negatività, invece di un vantaggio notevole per le ricadute economiche dirette e indirette, oltre che un vanto e una attrazione, mentre tu con un altra fallacia logica le associ alla negatività dei poligoni militari

      altra fallacia
      credere che prima di questo casino e relativi decreti irrazionali le autorizzazioni fosseri “facili” o “eccessive”, e se ai dati veri per smentirmi accomodati; i processi autorizzativi duravano già anni con mille selezioni e verifiche, anche dopo gli snelllimenti burocratici del 2021, i quantitativi autorizzati restavano modesti, solo i tempi erano scesi da 7 anni a 5 anni di percorso autorizzativo, quando la normalità in europa, per un progetto con le carte in regola, è di 6-12 mesi, se si vuole che costi ancora meno, invece di caricarlo di un 30-40% di spese e ricorsi legali, fiscali, autorizzative, gestione del rischio e del capitale, ed ora anche di un rialzo dei prezzi di affitto o vendita dei terreni, grazie all’aver reso temporaneamente e artificiosamente inidoneo il 99% del terrritorio, questo caos non va a premiare i progetti migliori, i migliori li blocca

      per me
      se ci sono persone volenterose che realmente vogliono migliorare i processi autorizizativi, dovrebbero prima studiare il tema e vantaggi svantaggi con le rinnovabili rispetto alle (obsolete) alternative, perchè l’energia la vogliamo avere, sennò si torna nelle caverne, per non farsi manipolare, e poi se davvero ci tengono, darsi da fare nel merito, seguire e migliorara gli accordi dle territorio e i dettagli di progetto per progetto, non prestarsi a fare casino con i comitati pilotati del no tutto e si metano

      1. Premetto che seguo questo sito da anni e lo considero il migliore nel suo campo.
        Detto ciò, questo non mi impedisce di esprimere qualche riflessione su quanto sta accadendo in Sardegna.
        Se quanto scritto vi sembra frutto di un troll, siete perfettamente liberi – da amministratori – di cestinarlo e tornare serenamente alle vostre convinzioni.
        R.S. Ti scrivo con serenità, tranquillo.
        Certo, non penserai davvero che uno con il mio background – perito elettrotecnico, impiegato in una centrale termoelettrica e pure camperista – possa essere entusiasta sostenitore delle auto elettriche, no? E invece… la realtà è sempre un po’ più sfumata.
        “Trovo fallata la tua premessa: che questi personaggi… siano persone moderate e in buona fede”
        In realtà non ho mai scritto che tutti siano moderati, in buona fede e animati da spirito civico. Ho scritto che non si può trattare chiunque ponga dubbi come un sabotatore o un ingenuo manipolato. C’è chi agisce con buon senso e chi no, da tutte le parti. Negarlo è comodo, ma non è onesto.
        Ricordami chi è il proprietario dell’Unione Sarda, il caporedattore, e che interessi hanno…”
        Hai ragione: seguire gli interessi economici e i conflitti d’interesse è fondamentale. Ma se vale per i giornali, vale anche per chi propone impianti da decine (a volte centinaia) di milioni, attraverso società costituite con 10.000 euro di capitale sociale e una sede in uno scantinato di Milano. Vogliamo parlare di trasparenza? Parliamone. Ma parliamone tutta, non a senso unico.
        Per me è fallato considerare la presenza di rinnovabili sul territorio una negatività…”
        Le rinnovabili rappresentano una grande occasione, su questo non c’è dubbio. Proprio per questo, però, serve attenzione su come vengono sviluppate: servono progetti credibili, benefici reali per i territori e un vero coinvolgimento delle comunità.
        Chi solleva domande sul come non sta dicendo “no” alle rinnovabili, sta solo chiedendo che vengano fatte bene.
        Grazie per l’ospitalità

  2. Gia’ la locandina dei “contrari” mostrata qui sopra è tutto un programma, bravi a mostrarla. con la terra arida disegnata sotto ai pannelli fotovoltaici, cioè il contrario della realtà, perchè ombreggiando aiutano a invertire la desertificazione del suolo, e con le file fitte e ripetitive di pale eoliche

    stanno dicendo al loro pubblico “vi racconteremo balle, ma vi piacerà stare al gioco, vi faremo sfogare un po’ di rabbia repressa ( ..contro i bersagni sbagliati..), vi dareemo degli obiettivi (..sbagliati), e anche sentirvi parte di un “gruppo”, organizzeremo incontri e scampagnate in compagnia

    come target hanno persone arrabbiate per tanti motivi, socialmente isolate, e in parte meno istruite, manipolabili.. sono un po’ schifato dal pelo sullo stomaco degli organizzatori dei comitati contrari, che usano queste persone come rinforzo alle proprie manovre ben meno ingenue

  3. Mi dispiace tanto per i sardi e la Sardegna, è ora di lasciarli al loro destino fatto di bollette alte, gas, carbone e inquinamento di aria e acqua. Hanno deciso di non avere nemmeno un metro quadrato di rinnovabili, nemmeno nelle ex aree industriali e in mare aperto. Che cosa vuoi dire loro di più? Che se la risolvano da soli, che campino di turismo quei 3 mesi l’anno e facciano la fame gli altri 9

    1. Edwin Abbott

      Direi che, con le conferenze pubbliche, sono al terzo tentativo contemplato nel Vangelo Mt 18, 15-20.

      Dopo, per la sanità dei restanti italiani, meglio abbandonare i sardi e la Sardegna al suo feroce destino.

    2. La Sardegna non può fare da batteria di accumulo per il resto d Italia. Il carico di fonti di energie da fonti rinnovabili assegnato all isola è enorme, molto di più rispetto alle esigenze della Sardegna. Qui si parla di pura speculazione che odora di mafia

      1. Edwin Abbott

        Perché no?

        Nella visione di Franco, la Sardegna non deve raccogliere e accumulare energia (anche) per il resto d’Italia.

        La Lombardia deve produrre esclusivamente per i lombardi che, dal morire per l’inquinamento, finiranno per morire semplicemente di fame come in Corea del Nord.

        Auguri Franco! Non citofonare. Stai sereno!

      2. se si guardano i numeri

        la capacità di rinnovabili e accumuli assegnata nei programmi nazionali alla Sardegna e a ogni altra Regione, sarebbe appena sufficente ai consumi dell’isola al 2030, e insufficente per quelli al 2050

        perchè i numei delle “potenze nominali di picco” degli impianti di rinnovabili non sono la “potenza media effettiva”; devi dividere la potenza nominale delel rinnovabili circa per 4 o 5 per paragonarle alla potenza “media” delle vecchie centrali termiche

        inoltre elettrificando i servizi (trasporti su ruote, riscaldamento, industrie vecchie e magari anche nuove, nautica) i consumi di elettricità aumenteranno parecchio

        le spiegazioni dettagliate sono già state pubblicate decine di volte anche qui su Vailettrico

        PS: agrivoltaico salva le aziene agricole pagando gli stipendi e gli investimenti dell’aziena, e salva anche i terreni altrimenti troppo bruciati da sole e siccità

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