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Sardegna: altro che rinnovabili, spazio a gas, nucleare e fake news

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La foto con il timbro fake inserito dal sito L'Eco di Barbagia
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In Sardegna è in atto una campagna di discredito delle rinnovabili. Sono spuntati come funghi i comitati no eolico no fotovoltaico,  il consiglio regionale ha approvato una moratoria di 18 mesi su pale e pannelli e un fiume di fake news sommerge l’isola. Tutto questo perché? Per restare ancorati al gas e al business del nuovo metanodotto che attraversa l’isola?  E si parla, con grandi castronerie, di nucleare di nuova generazione: un’arma di distrazione di massa.

L’articolo fake sull’attentato inesistente in Corsica. Denunciato anche da esponenti dei comitati

Guai a chi fa domande e si fa il pieno di fake news: anche il falso attentato  contro l’eolico in Corsica

I post sui social dei comitati contro eolico/fotovoltaico raccolgano migliaia di like e commenti che incitano alla rivolta.  Guai a chi osa fare domande come è successo a chi scrive. Ho  chiesto degli ettari espropriati per far posto ad un parco eolico, questa la risposta: “Per chi lavori per la Sardegna o per i nemici speculatori“. Alla domanda su chi fossero i cinesi  che “vogliono riempire la Sardegna di Pale eoliche in modo indiscriminato“, questa la risposta: “Puoi andare anche in Cina a chiedere“.

Passi la maleducazione, ma sta ribollendo qualcosa di inquietante. E’ stato diffuso lo screen di un articolo artefatto dove si legge di un attentato dinamitardo in Corsica contro l’eolico. Firmato dal Fronte di Liberazione Nazionale Corso con la foto di militanti incappucciati e armati. Una balla. Smentita anche da chi è contro eolico/fotovoltaico. Ma  sintomo di una situazione confusa anche perché nutrita da fake news.

Una fake che circola con più frequenza è relativa alla notizia che sarebbero programmati impianti da fonti rinnovabili per produrre energia per 50 milioni di persone, e chi lo afferma non ha paura di cadere nel ridicolo. Senza dimenticare lo spettro di opere di scavo immense per installare una pala eolica. Alla domanda di indicare i metri interessati l‘ex direttore di Videolina Sandro Angioni ci ha letteralmente eliminato dal suo profilo Facebook.

Maria Antonietta Mongiu

Le carte svelate dal presidente  Confindustria De Pascale e i numeri ambigui di Mongiu, presidente di Fai Sardegna

La discussione è drogata da dati ambigui che fanno credere a chissà quali abusi sull’isola. il Corriere della Sera, per esempio,  riporta una lunga intervista a Maria Antonietta Mongiu: “Per conseguire gli obiettivi europei per la decarbonizzazione entro il 2030, peraltro già raggiunti dalla Regione Sardegna, rischiamo un danno molto peggiore“. Non è una semplice attivista ma un ex assessore regionale per i Beni Culturali (con la giunta di Renato Soru e non è un particolare secondario nel contesto politico isolano) e presidente del Fondo Ambiente Italiano in Sardegna.

Un impianto eolico di Enel Green Power (credit foto: Enel Green Power).

A leggere le parole di Mongiu sembrerebbe che la Sardegna corra veloce sulla strada della decarbonizzazione.

Non è cosi. Nell’intervista rilasciata a Davide Madeddu per il Sole 24 Ore Maurizio De Pascale, ingegnere e presidente di Confindustria Sardegna rivela che gli scenari di una sovrapproduzione da rinnovabili sono falsi. E funzionali agli investimenti sul metanodotto.

Scenario a gas, “idrogeno” e con l’inesistente nucleare da fusione con i mini reattori

Gli scenari sono diversi. Leggiamo le prime righe dell’articolo: “È tutta una questione di equilibrio: rinnovabili, gas naturale, idrogeno e nucleare da fusione con i mini reattori. Il giusto compromesso per raggiungere il traguardo della decarbonizzazione e assicurare energia a famiglie e imprese. E creare le condizioni perché la Sardegna possa diventare un hub energetico“.

Grande castroneria: la fusione è di là da venire e per i mini reattori siamo ancora alla tradizionale fissione. Per di più non esiste ancora un impianto del genere attivo a livello mondiale.

Insomma tecnologie molto lontane nel tempo e dall’efficacia tutta da verificare. Su Vaielettrico si possono leggere diversi articoli sul tema del nucleare “immaginario” (clicca qui).

“Serve energia per riattivare l’industria”

Si esporta energia ma anche braccia e cervelli. Insomma mancano opportunità di lavoro. E su questo fronte nell’articolo si legge che “a bloccare il rilancio di numerose attività manifatturiere, come la filiera dell’alluminio, o i nuovi investimenti relativi a zinco e litio  c’è la questione energetica“.

Il presidente De Pascale così conclude: “Non possiamo immaginare un domani di sola energia elettrica ma si deve pensare a un mix energetico fatto di rinnovabili, gas naturale che sarà fonte di approvvigionamento energetico ed elemento necessario per rendere competitive sia le imprese sarde sia la società nel suo complesso. E poi la partita idrogeno che per essere prodotto ha necessità di energia da rinnovabili“.

Attenzione all’idrogeno perchè si tratta di questo format: “Oggi si stanno sperimentando miscele con idrogeno (intorno al 10-15%) e metano“. Chiaro?

Il ghiotto investimento nel gasdotto

E ora viene il bello perché così come i comitati no eolico no fotovoltaico denunciano lo sradicamento di alberi, la costruzione di nuove strade, l’interramento di cavi con toni apocalittici  allo stesso modo anche questo mix energetico ha necessità della sua infrastruttura.

Il tratto sud del gasdotto

De Pascale è chiaro: “Le condotte che si stanno realizzando e la dorsale saranno il veicolo migliore per la trasformazione energetica”. Gli scavi e i lavori anche in questo caso non si fanno con il laser e risparmiando le piante ma con ruspe e pale meccaniche.

Si tratta di centinaia di chilometri interessati da lavori e cantieri. Solo per il tratto nord abbiamo letto nei documenti di 237 km e con il nulla osta del ministero dell’ambiente: “È espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale per il progetto “Metanizzazione Sardegna – Tratto Nord”, proposto dalla Snam Rete Gas S.p.A., alla titolarità del quale è successivamente subentrata la ENURA S.p.A., con sede legale in San Donato Milanese (MI)“. Ma in questo caso nessuno protesta. E gran silenzio sui giornali che cavalcano la rivolta contro le rinnovabili.

Emanuele Cani

L’assessore regionale punta al gas per le attività industriali

Il gas va bene anche alla maggioranza di governo regionale. Sempre nello stesso articolo l’assessore regionale all’industria Emanuele Cani sottolinea molto chiaramente: “La risoluzione della questione energetica è necessaria per il rilancio del settore industriale: pensiamo a Eurallumina, alle industrie delle ceramiche, alle altre imprese energivore e alle altre che vorrebbero insediarsi ma hanno bisogno del gas“. Altro che energia in surplus con le rinnovabili che si vogliono pure tassare (leggi qui).

È un processo che avrà bisogno di tempi piuttosto lunghi” ammette anche Maurizio De Pascale. Così lunghi da essere funzionali al mantenimento delle fonti fossili. In attesa dell’atomo a zero emissioni.

Nel frattempo si lavora sul gas di cui sia parla poco o niente mentre  i tamburi rullano contro eolico, fotovoltaico ma addirittura contro gli impianti di accumulo e viene preso di mira anche l’agrivoltaico che permette l’integrazione tra attività agropastorale ed energetica.

Il ministro all’Ambiente Gilberto Pichetto

I giovani di Fridays For Future Sardigna per la transizione che “non è un pranzo di gala”

Come abbiamo scritto più volte l’autoproduzione energetica, ovvero limitata a piccoli impianti o sui tetti di case, aziende ed edifici pubblici non permette un vero processo di decarbonizzazione.

Azzoppare l’agrivoltaico come ha fatto il ministro Lollobrigida (leggi qui), soprattutto in una regione con bassa marginalità nella produzione agricola, è una altro freno  alla transizione energetica.

Francesco Lollobrigida

Come avevamo già scritto (leggi qui) il 75% dell’energia sarda è prodotta quasi a metà tra carbone e gas. Lo sintetizzano molto bene i giovani di Fridays For Future Sardigna: “La Sardegna ha emissioni pro capite più alte della media italiana, un mix energetico tra i più sporchi d’Europa e una quota fossile che supera enormemente la produzione rinnovabile“.

Ma ieri è arrivata addirittura una presa di posizione ufficiale di Federazione ANIE ed Elettricità Futura, le due Associazioni aderenti a Confindustria che insieme rappresentano l’intera filiera elettrica. Denunciano  forti profili di illegittimità costituzionale nella legge della Regione Sardegna sulla moratoria di 18 mesi per le FER. Qui il link al testo integrale della lettera inviata al Governo https://shorturl.at/XD4FR

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50 COMMENTI

  1. Pur essendo veneto sono anche al 50% sardo, come si evince dal mio cognome. Mi addolora questa tempesta di fake news sulla terra dei miei avi, che amo e con la quale sento sempre un legame ancestrale. Una terra di sole e vento, baciata dagli elementi.

    • Grazie Alessandro, abbiamo sole e vento in abbondanza ma c’è chi lavora, mi spiace pure leggere dall’assessore all’industria che auspica il gas, per un metanodotto. E nessuno protesta contro il progetto della Snam, siamo tra i pochi a ricordarlo. Peccato.

  2. @Carlo

    ripeti la BUFALA sulle installazioni, nonostante sia spiegata nell’articolo e nei link, che ovviamente hai ignorato, e già questo ti mette nel cesto della MALA FEDE

    poi lo stesso messaggio IDENTICO al tuo era stato postato mesi fa con un nick name diverso, da un sedicente “comitato” che spamma disinformazione sul web, e anche allora era stato risposto alle bufale, al che il personaggio messo alle strette aveva preso ad insultare e a buttarla in caciara

    === CHI RAPPRESENTA I “SARDI”?

    conosco la storia e la geografia dell’isola, avendoci un quarto del ramo familiare, tra cui un ingegnere minerario ex sulcis e un tecnico della rete elettrica, non sei più “sardo” di loro, e a quanto pare neppure più informato sul tema

    lavorativamente sono già a posto, ma sperano per i più giovani che qualcosa si muova aggiungendo lavoro ed economia più qualificata;

    === BUFALA INSTALLAZIONI == NON 2 GW, SERVONO 25 GW (di picco)

    i primi 25 GW NOMINALI di rinnovabili installati in territorio sardo servono solo ai bisogni presenti e futuri della Sardegna, se si vuole fare 100% rinnovabile e bassi prezzi enrgia, e non la pezza ridicola dei 6 GW più sventramento dell’isola per metanizzare

    alla potenza MEDIA elettrica attuale di 1,5 che è da fame energetica per l’isola, nei prossimi 10 anni ci saranno da aggiungere i consumi che verranno dall’elettrificare i TRASPORTI e i SERVIZI (pompe di calore/raffrescamento e altro), e probabile anche parte delle NAUTICA verrà elettrificata

    CON ESTREMA URGENZA, dando in una settimana i permessi ai primi GW di agrivoltaico, che poi in 8 mesi sono installabili, aggiungerei un’altra quota di energia rinnovabile a basso costo per far funzionare DESALINIZZATORI, come già fanno in Spagna, per avere più acqua dolce dove manca, se sei sardo come dici dovresti conoscere il problema, e un’altra quota per riavere un po’ di ATTIVITA’ ECONOMICHE, centri di calcolo e di ricerca, come un parco californiano che comporta altre lauree e lavoro qualificato, ma anche industrie ceramica, alluminio, carta, etc

    si arriva facile a circa 6 GW di potenza MEDIA, ovvero 25 GW NOMINALI di rinnovabili,

    Potenza Nominale anche detta Potenza di Picco, sara la sesta volta che te lo scrivo? ma io lo scrivo più per chi legge, che per i sordi; oppure anche più di 30 GW se si volesse produrre idrogeno verde per le industrie e grandi navi

    nelle installazioni realmente approvate siamo lontanissimi da questi numeri;
    i dati di Terna rappresentano solo ipotesi, circa metà sono progetti non più attivi dopo tanti anni, lasciati in coda solo come bandierine e start-up, e solo una frazione degli altri proseguono poi gli altri circa 7 passi successivi dell’iter di valutazione

    === AGRIVOLTAICO

    inspiegabile poi, se non con malafede, l’opposizione anche all’agrivoltaico, che non ha neppure il problema “estetico”, se non voli in aereo le installazioni non le vedi neppure;
    con ombreggiatura parziale può salvare suolo da desertificazione, mantenendo l’uso tipicamente a paracolo o volendo anche a coltivazione; e con le entrate economiche salva le aziende agricole stesse; ed è accessibile anche con investimenti più piccoli, di persone ed aziende locali tramite prestiti di entità più modesta o persino banalmente con l’affitto del diritto ad installare..

    chi sei tu per volere altro male per le aziende agricole sarde? uno che ha perso i contatti con il mondo reale, oppure un furbetto?

    === COLLEGAMENTI CON ELETTRODOTTI

    le rinnovabili generano potenza di ampiezza molto variabile, si abbassano di più i prezzi se permetti di avere anche una quota di scambio con le altre regioni, perchè rerviranno meno accumuli di rete ( bacini di pompaggio, che pure ci potrebbero essere in Sardegna, ci sono già 38 invasi, e batterie)

    scambio sarebbe sbilancito verso l’esterno? probabile, come per la Sicilia, specie per la parte di eolico notturno, ma non sarebbe sempre un flusso solo monodirezionale, evita i picchi di costo ad entrambi i lati del cavo, permette di abbassare i costi anche vendendo/scambiando energia che in un sistema a potenza variabile come con le rinnovabili andrebbe sprecata

    quanto può essere furbo spararsi nelle b***e pur di non avere 1 kwh di energia ventosa o solare ( e non di “traversine di legno per fare le ferrovie piemontesi”) che esce dall’isola in nome di altri torti come le servitù militari?

    è un “problema” se una quota andrebbe alla Corsica e alle altre regioni?
    anche con il Tyrrenian Link gli elettrodotti sottomarini sono limitati a un potenza massima di 2 GW, vuol dire che se sull’isola ci sarà una potenza di picco futura di 25 GW (ad esempio in Sicilia e Puglia sarà di più) le quote scambiate esternamente sono ancora limitate

    === OFF-SHORE

    poi i parchi off-shore a oltre 35 km dalla costa sono praticamente invisibili, per chi non va in spiaggia con il binocolo, e sono posto in acqua nazionali, non regionali

    in territorio regione passano giusto i collegamenti, fastidio relativo (e meglio che sventrare lpisola per aggiungere metanodotti che poi pageremo tutti molto salati) che però da accesso ad un altra fonte di energia, e aiuterebbero non poco a migliorare la rete nazionale, perchè coprono il carico notturno;

    a quella distanza dalla costa senza dare fastidio, anzi è possibile entrare come azionariato nei guadagni, una quota viene messa in vednita localmente, e lavoro per la manutenzione, sono anche parchi di ripopolazione per la pesca e diventano attrazioni turistiche

    === COME IDENTIFICARE QUALCUNO IN MALAFEDE?

    secondo mia opinione, è facile:

    chi si oppone non solo a installazioni eventualmente scorrette di eolico su terra,
    da valutare caso per caso, ma si oppone a tutte le installazioni a prescindere;

    e soprattutto estende l’ostiltà all’eolico su terra (su cui si può ragionare), anche all’agrivoltaico, invisibile, e eolico off-shore a 35 km dalla costa, altro invisibile; qui usando argomenti bufale e retorici come i tuoi, venendo meno il discorso paesaggio

    surreali ad esempio le manifestazioni di questi gg, mediamente 12 persone rappresentative della quota di contrari di 3 Comuni, che sabato scorso e l’altro ieri si sono fatte fotografare quando un camion portava i componenti ad una pala eolica da 5 MW (navicella posta a 95 metri da terra) da installare in AREA ARTIGINALE- INDUSTRIALE

    ora dimmi, c’erà il nuraghe anche sotto alle fabbrichette dell’area? e sulle coste non avete una colata di cemento di edilizia speculativa?

    e la signora con il cartello che vuole la “fusione fredda”, che non esiste, al posto dei pannelli fotovoltaici, che già usano la fusione del nucleo sole e lo fanno dannatamente bene?

    quanto ci vuole a capire che questi gruppetti sono manipolati da chi è in malafede e cerca di fare notizia sui giornali?

    === FURBETTI NE ABBIAMO?

    > un notopolitico ex Forza Italia ora anche capo redattore sul quotidiano regionale che nella mia opionione da anni vorrebbe avere le mani in pasta sui lavori costosi e ormai investimento inutile di metanizzazione dell’isola, e scrive continuamente disinformazione e incitamento all’odio contro le rinnovabili

    > un mega raffineria e un rigassificatore che sono galline dalle uova d’oro per i proprietari finche tirano

    > due centrali a carbone, una grossa con 170 impiegati, che fa ricca la società proprietraria, prendendo oltre alal tariffa del kwh, anche incentivi NAZIONALI nel capacity market, e che produce ceneri residuo di combustione e altri inquinamenti (condannati per gli sversamenti nel porto); che punta a durare altri anni e poi conversi a metano e prendere altri incentivi speciali

    > un artista che vende opere concettuali formate da une cornice vuota, a 28.000 euro l’una vantandosene, ce usa la protesta per restare a galla sui giornali e in tv

    > trollini nuclearisti, che non si fanno scappare l’occasione di creare confusione

    > sedicenti ambientalisti e signore annoiate, spesso persone benestanti o già in pensione, che non ci capiscono molto del tema e delle situazione delle aziende agricole o del lavoro, si accodano per svago e perché “basta servitu”..etc etc

  3. Leggo esterrefatto una serie di commenti di chi in Sardegna non ha mai messo piede o, forse, solamente in qualche spiaggia per qualche settimana all’anno nella sua vita.
    Non siamo assolutamente contro le fonti rinnovabili, anzi, ma la transizione energetica dovrebbe essere fatta con criterio perchè attualmente è fortemente sproporzionata.
    In Italia le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. al 31 marzo 2024 risultano ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza (rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW!), suddivisi in 43,06% da impianti di produzione da fonte solare, 30,07% da impianti di produzione da fonte eolica a terra e 26,88% da fonte eolica a mare.
    I sardi sono una popolazione di circa 1.600.000 anime che produce circa 9.2 TWh ed esporta ad oggi verso la penisola italiana 3.5 TWh (che costituiscono un export del 38%) – fonte: https://delibere.regione.sardegna.it/protected/66156/0/def/ref/DBR66155/.
    In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. al 31 marzo 2024 risultavano ben 809, pari a 57,67 GW di potenza, che significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna.
    Posta in questo modo è palesemente una operazione speculativa mascherata da transizione green.
    Alla luce di tutto ciò non capisco come possiate puntare il dito contro la protesta sarda e la presa di posizione politica della regione (per me completamente inefficace): questo tipo di “transizione” è aliena alle nostre esigenze e si pone come una ulteriore colonizzazione: in Sardegna abbiamo il 75% circa delle servitù militari di tutta Italia, la raffineria più grande d’Italia (una delle più grandi d’Europa) e paghiamo la benzina più cara di tutte le altre regioni d’Italia e secondo voi dovremmo ulteriormente caricarci di una nuova servitù così invadente e completamente estranea ai nostri fabbisogni deturpando territorio, siti archeologici senza alcun minino vantaggio? Aprite gli occhi e approfondite di più per favore!

    • La ringrazio per il suo intervento. Credo che sarebbe opportuna una risposta da parte della redazione, che sarà sicuramente bene informata. Mi pare che il dibattito possa essere estremamente interessante. Infatti non capivo la contrarietà della Todde.

      • equivoco ricorrente tra “potenza nominale di picco” di una fonte energetica, e potenza “media”, media tra le ore del giorno e notte e ogni mese dell’anno

        per avere 1 kw “medio”, servono:

        – 6 kw nominali panneli fotovoltaici
        oppure
        – 5 kw nom. eolico su terra
        oppure
        – 3 kw nom. eolico offshore

        la transizione energetica italiana avrà 350-450 GW di “potenza nominale di picco” delle rinnovabili; per la Germania si stima 700 GW di rinnovabili

        i dati Terna, richieste totali nazionali per 336 GW (potenza nominale) sono numeri normali, specie considerando che la richiesta di “verifica di fattibilità di connessione alla rete Terna” è solo la prima fase di selezione dei progetti

        • Altra considerazione importantissima, secondo me la confusione normale sulle potenze di picco è alimentata ad arte dai disinformatori per raccogliere consenso pubblico funzionale per il rallentamento.
          Dispiace dirlo ma è evidente che molti sardi vengono “usati” dalle stesse filiere che li opprimono. Dovrebbero cercare di fare valutazioni più obiettive su benefici e punti deboli che li porterebbero ben presto a riconsiderare molte delle posizioni avverse alla transizione.

    • Vedo che dimentica dati essenziali: il 75% di energia in Sardegna è prodotto da fonti fossili, il mix energetico più sporco (per i polmoni dei sardi prima di tutto) visto che la metà del 75% è frutto di una centrale. Saremo gli ultimi, visto che sono sardo anch’io, a spegnere le centrali più luride che esistono.

      Richieste non significa e non si traduce in installazioni. I conti non si fanno solo con la produzione di energia, ma con la sostituzione di tutti gli idrocarburi con energia pulita. Significa dare energia e non petrolio per le auto, per il riscaldamento delle case, per i traghetti che emettono veleno che causa gravi malattie ai polmoni – in tutta Italia ci sono comitati contro i fumi cancerogeni delle navi – per le attività produttive.

      Si protesta contro pale e pannelli – non emettono nessuna emissione nociva e a fine vita c’è l’obbligo con tanto di polizza fideiussoria di ripristinare lo stato originario dei luoghi perchè parliamo di cemento e metalli e non di uranio – e nessuno dice niente sul metanodotto (chiamiamolo così e non dorsale) che oltre ad avere un impatto sul territorio – scavi, cantieri… – ci lega a vita eterna al gas. Il mondo sta andando verso la decarbonizzazione e noi portiamo ora – in ritardo di decenni – il metano. Ma le sembra una scelta sana e sensata?

      Il gas… lo portiamo dalle peggiori dittature. Eolico e fotovoltaico valorizzano beni locali: vento e sole.

      Ci sono interessi di grandi imprese? Certo. Come in tutte le industrie. Vogliamo autoproduzione, autoconsumo, condivisione energetica? Si creino le comunità energetiche così da essere quasi autonomi dai padroni dell’energia.

      Insomma, mi risponda: se sono sufficienti 2 Gw di rinnovabili – sotto i 6 GW previsti – perchè dobbiamo tagliare la Sardegna con cavi che attraversano diversi Paesi della Sardegna (decine e decine) per far passare il gas?

      Non è alinea alla nostra comunità la transizione ma il gas che si importa da paesi governati da dittatori, è alieno il petrolio e i suoi derivati che creano problemi alla sanità pubblica e rendono la nostra economica dipendente dall’estero.

      Deturpare i siti archeologici? Per legge gli impianti devono essere a distanza di 7 km. I siti archeologici – parla uno che ci ha lavorato e in un paese che li ha valorizzati permettendo la visita guidata in ben 6 siti, creando lavoro e preservandoli – sono devastati dall’inattivismo di chi non se ne prende cura e non li valorizza.

      E basta con il vittimismo, abito a 5 chilometri da questo sito: “Il più grande sito di stoccaggio gas d’Italia e uno dei più grandi di Europa: circa 10 miliardi di metri cubi di metano sono ospitati in uno strato di rocce porose a circa 1300 metri di profondità”. Tutta l’Italia produce energia che poi si utilizza per produrre auto, elettrodomestici, vestiti, beni alimentari ma pure formaggio (dalla Sardegna si esporta tanto formaggio ma se compra pure dalla penisola).

      Caro signore apra lei gli occhi e si informi meglio che scrivere un commento così lungo senza citare il metanodotto fa scoppiare dal ridere.

      • Caro signore, la invito a rileggere bene il mio commento e a non fare il tifoso da squadra di calcio.
        Io ho solo analizzato la portata della speculazione che è in atto in Sardegna e non solo, con dati alla mano.
        Non ho minimamente parlato del piano energetico regionale che si dovrà affrontare – e non sarà una passeggiata.
        Sono assolutamente contrario al metanodotto (realizzare un gasdotto nel 2024 è pura follia!) e penso che si dovrà lavorare seriamente per la conversione fossile con minimo consumo di suolo e soluzioni mirate per ciascun territorio, puntando maggiormente ad incentivare fotovoltaico pubblico/privato e comunità energetiche e per il resto individuare aree idonee – le meno impattanti possibili – dove installare la potenza necessaria per autoconsumo o poco più.
        Sarebbe un sogno giovare di una quota di energia prodotta da ciascuna installazione per ammortizzare la deturpazione del paesaggio a beneficio delle comunità che hanno ceduto la loro quota di paesaggio/territorio per la causa.
        La saluto

        • Caro Signore non si va a compartimenti stagli, non si può non citare il gasdotto. E non vedo a nessuno protestare, leggo tante cose inesatte, pure, cosa mai visto, critiche agli impianti di stoccaggio dove si tratta di poche centinaia di metri. Per non parlare delle fondamenta delle pale eolice, sembra che si debba scavare un tunnel termonucleare. il

          Si fanno grandi manifestazioni per piantare pochi alberi, ma contro il gasdotto non esiste neanche un comitato. Vero? Concorda?
          E quando si analizza il tema, si devono calcolare tutti consumi. Non solo quelli dell’energia prodotta.
          Mi stia bene

          • Caro signore, siamo nel 2024 e Google è uno strumento semplice da usare.
            Esistono da tempo diversi comitati contro il gasdotto come il Gruppo di intervento giuridico (che la invito a seguire), il comitato No Galsi Sardegna, quasi tutti i partiti e movimenti indipendentisti sardi, quindi la invito ad informarsi meglio prima di postare.
            Per fortuna c’è ancora qualcuno che cerca in tutti i modi di difendere la nostra terra da varie speculazioni su tutti i fronti, e mi sembra non sia lei.
            Buona serata

          • Per Massimo Degli Esposti: credo nel secolo dove i catalani chiedono l’indipendenza, come molti altri popoli. Basta che non lo facciano con la violenza, dopodichè hanno tutto il diritto di manifestare le loro idee politiche.

          • Non ho detto che non ne hanno diritto. Ma la Sardegna autarchica fa scappar da ridere lo stesso.

      • “Il gas… lo portiamo dalle peggiori dittature” Ah si, invece pannelli solari e terre rare le importiamo da una autentica democrazia, la Cina. Citofonare Tibet, Taiwan e Uiguri per referenze.

        • I pannelli li possiamo produrre anche in casa volendo (Soldini li vende ai cinesi), petrolio e gas no. Bella differenza.

        • >> al momento il 99% delle turbine installate in europa sono produzione europea (anche italiana per le Vestas) con un fiorente indotto economico; il 2024 è il primo anno in cui, a causa della lista di attesa per averle, sono stati opzionati anche fornitori cinesi

          >> i pannelli solari è vero sono in buona parte cinesi, ma solo perché ci conviene, non c’è un ostacolo tecnico; guardando a 2-3 anni in avanti, sono in arrivo più fabbriche europee (per esempio i francesi ci stanno credendo molto) e americane, almeno per prodotti di fascia più costosa

          però i pannelli non sono nemmeno il 15% del costo dell’impianto, il resto, inverter, cablaggi, sostegni, attuatori, e manodopera, mi sembra produzione locale (Italia ben piazzata in questi componenti, ma anche Gernania)

          === e convengono anche se li importiamo

          eolico ha un indice energetico EROI superiore a 30, cioè produce almeno 30 volte l’energia usata per costruirlo e smantellarlo, e se ti preoccupa il neodimio e il rame, i magneti e i metalli sono le parti più facili da riciclare per fare nuove turbine o altro

          i pannelli hanno un EROI tra 40 e 80 (usando dati IEA aggiornati del 2022; in rete trovi anche dati obsoleti quando il silicio dei pannelli era più spesso e meno durevole, con EROI tra 10 e 25)

          a differenza di altri prodotti,
          con questi numeri penso è abbastanza secondario se li produciamo noi o se li importiamo, per me sono tecnologie “abilitanti”, “danno accesso” a quel X30 o X40 di energia che abbiamo liberamente dal carburante disponibile localmente “sole e vento”

          ====
          – il nucl, a pare i costi ad oggi improponibili per uso civile, a un EROI tra 8 secondo i supporter (anzi 4 considerando l’out-put in elettricità) e secondo i pessimisti invece può arrivare a meno di 1

          non è una battuta, ci sono reattori che si stima non arrivano a produrre la stessa energia usata per estrarre, raffinare, arricchire, ritrattare il combustibile, specie se ha avuto una filiera tortuosa, e per costruire e smantellare la centrale e disporre le scorie;
          in pratica sono delle leve energetiche e finanziarie, alimentate con l’energia fossile e rinnovabile investita nella loro filiera, “presa in prestito” però a condizioni di basso o talora pessimo rendimento energetico ed economico totale

          – i fossili, petroli e gas, al momento hanno un EROI che con i giacimenti sempre meno facili da sfruttare, è sceso a circa 25, calcolato però come si usava una volta, cioè potere calorifico grezzo all’uscita dal pozzo, ma che diventa tra circa 10 e 4 se calcolato come resa all’utilizzatore finale (come l’elettricità fornita dalle rinnovabili)

          – i biocarburanti hanno un EROI tra 2,0 e 1,0; con un EROI di 1,2 si consuma un’energia pari a 100 per ottenerne 120, cioè 20 netta; basta una minima inefficenza per renderlo improduttivo, salvo sussidi

          un EROI sotto 10 è considerato problematico per chi volesse fare business con un certa tranquillità, sopravvivendo anche a normali imprevisti, errori, incidenti, c’è il “margine”

          un EROI tra 5 e 10 è considerato critico ai fini di sostenere una civilità moderna complessa come la nostra con tanti servizi e prodotti aggiuntivi oltre al solo sfamarsi a scaldarsi

          credo anche per questo il petrolio da sabbie bituminose, e il fracking, sono già in odore di problemi, senza sussidi e iniezioni di energia nella filiera da altre fonti energetiche, potrebbero già avere problemi a stare in piedi, e le compagnie petrolifere stesse stanno progressivamente (da qui al 2030) investendo più capitali in rinnovabili

          • Caro R.S. questi sono i dati più importanti: la filiera fossile, oltre che dannosa, è sempre più insostenibile dal punto di vista energetico. E anche se alla pompa sembra che lo sia dal punto di vista economico, presto cadrà anche quest’ultima illusione.

    • Ma perché A VOI FAREBBE SCHIFO VEDERLA L’ENERGIA?

      Per caso il Quatar consuma tutti il petrolio che estrae? In EAU stanno pannellino il deserto, in Marocco uguale per vendere elettricità a basso costo all’Occidente…

      A voi non interessa?

      Avete GW e GW di eolico offshore installabile e NON vi interessa? GWp di FV che renderebbe bene AM NON VI INTERESSA…

      Contenti VOI contenti tutti.

      • Ma voi chi?
        Alla Sardegna da questi impianti non entra un €, visto che le imprese installatrici sono imprese non del territorio.
        Se si facessero degli impianti regionali e ne beneficiasse la popolazione sarei d’accordissimo ma purtroppo così non è.
        Vedo che le argomentazioni che avete sono molto sterili, mi pare solo “tifo politico” all’italiana, senza argomentazioni.
        Vi saluto

        • Scappa dal confronto chi non ha argomentazioni. Il parco agrisolare – solo impianti sui tetti – di 2 miliardi era aperto a tutti e l’ultima quota offre l’accesso solo alle regioni del Sud tra cui la Sardegna. E’aperto il bando agrivoltaico da oltre 1 miliardo. Basta partecipare.

          E poi altra fake news i terreni se producono reddito si pagano. E in ogni caso in Sardegna c’è una grandissima quota di importazione di prodotti realizzati con energia prodotta a di fuori dei suoi confini non sarebbe ingiusto contribuire allo sviluppo dell’industria nazionale. Ma stia tranquillo più che con le rinnovabili si sta lavorano all’energia da fonti fossili con il metanodotto della società della Snam.

          • Caro sig. Nieddu, a me sembra che sia lei a sfuggire al dibattito. Non mi pare che sia riuscito a confutare quanto scrive il Sig. Carlo.

          • IL signor Carlo non ha scritto un bel niente di vero, numeri che non tornano. Con 2 Gw non ci riscaldi la minestra convertendo tutte le cucine dei sardi – che non sono 1,6 milioni e basta controllare i dati del turismo per capire – come sottolinea RS nel suo commento che mette i numeri veri e il fabbisogno necessario.

            Non si ragiona sull’esistente ma su una società che non userà più bisogno – almeno questo il traguardo – di riscaldare case con gli idrocarburi – già obbligo oggi – buttare via tutte le stufe, dare energia alle navi, ai treni (neanche questi sono elettrificati in Sardegna) convertire le imprese (pensi solo a cantine, oleifici, caseifici visto che ci sono tre milioni di pecore, senza dimenticare alluminio).

            Come ho già iscritto in altri articoli, di autorizzato c’è ben poco.

          • Veramente al bando agrivoltaico hanno risposto in tanti in Sardegna, ma non non basta assolutamente, sarà solo un piccolo contributo.
            Mi sembra di parlare con un muro, se la suona e se la balla: chi ha mai detto che non vengono pagati i terreni? Ma ne usufruisce solo un singolo, non la collettività (a cui rimarrà solamente un paesaggio deturpato).

          • Mi scusi ma il bando agrivoltaico è in corso, scade il 2 settembre ( https://www.vaielettrico.it/agrivoltaico-come-partecipare-al-bando/) quindi aspettiamo quantomeno la sua chiusura per sapere i numeri. E come ho scritto prima si tratta di un intervento marginale – seppure importante – nello scenario geenrale. Eppure si demonizza anche l’agrivoltaico e in prima fila vedo pure dei sindaci.

            La storia degli espropri è quella più ricorrente tra i comitati – sindaci compresi – e non si danno mai i numeri. Ne usufruisce un singolo ma che poi spende i soldi in loco. E si assumano persone anche per tutta una serie di servizi necessari. Poi sono il primo a credere nella necessità di investire nell’autoproduzione, autoconsumo e condivisione energetica, ma per una vera decarbonizzazione servono impianti industriali e sull’eolico servono capitali.

            Infine se si registra un oberboooking di rinnovabili perchè si vuole fare – lo chiede pure l’assessore all’industria regionale – il metanodotto?

          • Sempre sta fissa che chi viene in Sardegna a investire viene a “rubarvi” qualcosa… ma non vi passa per la testa che in una regione sottosviluppata energeticamente che potrebbe invece diventare un punto di riferimento delle rinnovabili porterebbe benessere? Con le rinnovabili si alimenta l’industria (della quale tanto proclamate il ritorno) si alimentano “gratis” i desalinizzatori dove servono, si ricaricano le auto e ci si muove a impatto zero… invece si richiede il metano per l’industria pesante, si bloccano tutti i nuovi progetti anche quelli non impattanti.. si fanno comitati su comitati contro questo e quell’altro… manco si dovesse fare una centrale atomica in centro a Cagliari..sapete che vi dico: andate avanti a bruciare carbone e a riempirvene i polmoni… a rifiutare investimenti green e a pensare che vi vogliano rubare.. il sole . il mare e il vento… e anzi già che ci siamo chiedete pure l’indipendenza.. perché sinceramente l’Italia è meglio di quanto state dimostrando di essere.

        • però tu non scrivi “sosteniamo le rinnovabili e lottiamo per una maggiore partecipazione locale”, come fa per es. Soru negli ultimi anni, avendo capito che andrebbe saltata la fase del metano

          tu scrivi “blocchiamo le installazioni rinnovabili perché sono troppe”
          e per argomentare dove non c’è il problema paesaggio,
          usi le bufale sui numeri.. sopra trovi l’ennesima spiegazione sui numeri delle installazioni

          perché sull’agrivoltaico, e sull’eolico off-shore a 35 km dalle costa,
          il problema paesaggio non c’è, solo ricadute positive, e si può trattare per aumentarle, di solito si può persino auquistare quote dei progetti;

          poi qualcuno gli invetsimenti dovrà farli però, e chi è disponibile non essere tacciato di speculatore, perché anche il metano e il carbone e le opere infrastruttre annesse, più cari, vengono venduti, non regalati, e i famosi reattori poi costano da 3 a 8 volte più cari, e non consegnano per 10-15 anni, quella si è un tentativo di truffa, siete di quella parrocchia?

          perchè dai dei tifosi agli altri? cosa siamo all’asilo, specchio riflesso faccia di patata? sul serio?

          passi il tempo a trollare sul web auto-proclamandoti ambientalista senza aver letto le basi del tema o riflettere di più sulle risposte che ricevi?

          • Citare fonti per cortesia, bello scrivere numeri senza fonti, le bufale le sparate voi.
            E poi ma hai la minima idea dei progetti presentati, su quali posti (vedasi Supramonte) si vogliono disseminare le pale?
            Ad una SPECULAZIONE, perchè di questo si tratta, mi oppongo decisamente, visto che sui numeri generali non mi potete contraddire.
            Ho già sprecato troppo tempo con gente come te, addio

          • === se ci fosse un problema per le pale eoliche progettate nelle valli visibili dal Supramonte ( non sul Supramonte ), discuti di quella installazione specifica ..non ti opponi a tutto

            === la mia personale “idea minima” è che sia strambo, o da malafede, a scelta, attaccare anche Agrivoltaico e Eolico Off-shore a 35 km dal costa, che nel concreto, e non negli slogan, non hanno impatto paesaggistico

            anzi forse aggiungerebbero un aurea di “magia” tra antico e moderno “pulito” alla Regione, rendendola un “parco” ancora più unico da abitare o visitare

            e c’è da pensare anche delle aziende agricole (agrivoltaico), alla desertificazione, allo sviluppo economico

            per chi ci tiene a far sul serio, magari rimboccarsi le maniche per discutere le compensazioni economiche e ampliare le quote di partecipazioni locali ai progetti, e/o fare una selezione per priorità dei progetti migliori.. senza farsi distrarre dai metanisti a caccia di grandi opere

            e ci si confronta con la maggioranza, se un Comune ha piacere ad affittare i terreni in un area adatta, idonea, per ridurre le tasse (es. Tula findal 2012) l’idea contraria di un singolo sul web è aria fritta

            ==============
            PS: è chiara la differenza tra kw di picco nominali e i kw medi? proviamo con due esempi

            – il motore di un auto sviluppa sino a 150 cv, ma su strada viene usato con un potenza media di 40 cv

            – un pannello solare “lavora” solo alcune ore su 24; se fai la media su 24 ore la potenza media effettiva risulta 1/6 di quella nominale istantanea che sviluppa a mezzogiorno

            ==============
            la potenza media per la reguione la ottienie dividendo l’energia annuale per 365 (giorni( e poi ancora per 24 (ore)

            con la transizione energetica è normale prevedere circa un raddopio dei consumi elettrici, in sostituzione dei consumi di petrolio e metano; qui sul blob lo diamo per scontato perchè è tema noto; ma posso aggiungere link e calcoli

            se poi vuoi aggiungere nautica, desalinizzatori, e ritorno di attività economiche, il conto sale ancora, io dico anche 6 GW medi, e non meno di 4 GW medi in qualsiasi scenario elettrificato, decarbonizzato, ma invece ipotizzando una economia più “depressa”;

            poi devi moltiplicare per circa 4-5 (mix rinnovabili) per avere i GW nominali da installare e confrontare con i progetti in discussione, 6 x 4 = 24 GW di picco nominali

        • Mi perdoni Sig carlo ma li mettono per aria gli impianti? A levitazione?
          Le comunità energetiche esitono mi pare.
          Siete regione autonoma. Autos nomos significa letteralemnet farsi da soli le leggi. Fino ad ora come siete andati a CANDELE? Quando avete caldo i condizionatori NON li accendete? Lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie NON le avete?

          Come la producete la corrente in Sardegna? A CARBONE una bella fetta per caso?
          Quindi in qualche modo vi siete organizzati. Coi pannelli FV e le pale eoliche avete tutte ste difficoltà.

          Strano perchè io un impianto lo ho persino 10mt sopra la mia testa.

          E guarda un pò, risparmio bei soldini e sono ancora vivo e vegeto dopo anni.

          Quindi, visto che siete autonomi, regolatevi da voi e buona fortuna. Lo dico da autonomista coinvinto che rispetta le decisioni altrui. BASTA CHE POI non le facciamo RICADERE sulla testa di tutti gli altri.

  4. State tutti tranquilli, vedrete che il campo largo della Todde risolleverà le sorti della Sardegna! Altro che il governo dei lobbisti della Meloni, vedrete la Todde quel che riuscirà a fare!!!

    • Direi che la tua fede è icrollabile ..
      fratello
      pensa a Di Miao che fine ha fatto ..
      uno sceicco rinascimentale lo trova pore la Todde ..

      e delle centinaia di petroliere e metaniere a zonzo per il mediterraneo tutti i giorni ..

      chissenefrega !!

      se se ne incaglia una sulle coste sarde ..
      vedrai come riscopriamo tutti di essere :
      esseri umani,
      prima che europei
      prima che italiani
      prima che sardi

      saluti a Sassari dove ho fatto il Car
      a Perdas De Fogu dove ho lavorato
      a Stintino dove sono andato in vacanza

      Culurgiones e Vermentino di Gallura
      forever

  5. Debito pubblico altissimo
    Costo dell’energia tra i più alti d’Europa .. in prospettiva altissimo

    mi sa che il futuro prossimo è bancarotta sicura per questo paese
    a default avvenuto..
    voglio vedere come giustificheranno il milione di “faccio cose vedo ggente” ,pardon politici (studio UIL del 2015)
    tanto a “destra” che a “sinistra” che in questi ultimi 30 anni di malgoverno , nazionale , regionale e comunale
    hanno mandato il paese in rovina ..

    daranno la colpa all’Europa ?

    Allora perché in Spagna e Portogallo le cose vanno bene sia dal punto di vista energetico che produttivo ?

    bravi loro ..
    incapaci noi !

    incapaci di fare scelte banali , nel nome di argomentazioni di lana caprina

    fallire subito ..
    sono stanco di questa agonia

    con questo livello di STUPIDITA’
    abbiamo bisogno della Troika ,
    SUBITO !
    magari con un commissario come la Merkel per una decina d’anni
    per ridare dignità e lavoro vero al paese

  6. Voglio vedere se il ministro Pichetto Fratin ha il coraggio di non impugnare la moratoria davanti alla consulta a fronte di una così evidente illegittimità del provvedimento.

  7. La Sardegna è condannata all’estinzione. Quando il livello del mare si alzerà e porterà via le loro bellissime spiagge, ai lungimiranti governanti sardi non resterà che dichiarare la sardegna “autodromo d’italia” per veicoli a benzina liberi di scorrazzare per tutta l’isola in un eterno rally.

    Ma il popolo sardo non si rende conto di quanta ricchezza ha a disposizione giorno e notte con vento e sole? Si stanno scavando la fossa sotto i piedi da soli.

    • === AGRIVOLTAICO TIPO 2

      era quello con file pannelli bassi abbastanza spaziate e uso interfilare dei terreni “agricoli” del tipo pascolo o prato perenne (ma volendo applicabile anche ai campi coltivati)

      senza incentivi e senza le strozzature delle procedure dei bandi, era letteralmente una gallina dalle uova d’oro per le aziende agricole sarde (ma anche altre regioni) anche LOCALI, ancora più dell’agrivoltaico evoluto, quello con pannelli alti e incentivi, più costoso e lmitato

      era perfetto per la Sardegna.. 1,2 milioni di ettari di terreni agricoli, in buona parte pascoli o prati perenni, non coltivazioni, e in parte desertificati;

      30 GW nominali di agrivoltaico avrebbero occupato:
      > 30.000 ettari, 30 km2,
      > cioè 0,03 milioni di ettari sui 1,2 milioni ett. agricoli regionali,
      > come percentuale è 0,5%

      installazioni che non richiedevano la mediazione di grosse società come ENI; infatti agrivoltaico tipo 2 è stato vietato di corsa dal ministro cognato tramite il famigerato DL agricoltura

      le parti migliori del dibattito sardo, quelle tecnicamente informate, stanno cercando di capire usando lo statuto regionale se si può riportare l’altezza minima delle installazioni dei pannelli a 1,3 metri, e non a 2,1 metri ( più costoso e non utile, specie in Sardegna) stabiliti per decreto

      === QUANTO COSTA E RENDE?

      agrivolaico tipo 2, pannelli posati bassi, si parla di circa 600-650 milioni per posare 1 MW di potenza nominale di picco in 1 ettaro di pascolo; in Sardegna con resa iniziale circa 120.000 euro l’anno, che poi scende negli anni man mano che il prezzo PUN cala, e produce per i prossimi 30 anni, meglio che giocare in borsa

      oppure una azienda agricola che non accede ai prestiti, può affittare il permesso a condividere l’uso a pascolo e l’uso agrivoltaico, a ditte che fanno loro gli investimenti e le pratiche, e pagano un affitto del terreno, minimo 3000-4000 euro a ettaro anno (Lombardia) in caso di installazioni su più ettari, in Sardegna ho sentito avrebbero pagato di più

      in Sardegna poi nelle aree con suolo in parte desertificato, l’ombreggiatura al 40% delle file dei pannelli, migliorerebbe il pascolo e persino una eventuale coltivazione interfilare, oltre a fornire un reddito integrativo all’azienda

      • errore mio, troppa fretta e laspsus sui grandi parchi:

        > 600-650.000 euro per installare 1 MW (in un ettaro),
        che il primo anno rende 120.000 euro

        > 600-650 MILIONI sono per installare 1 GW

  8. Quando leggo cose così divento a favore dell’autonomia differenziale.

    Che ognuno diventi RESPOSABILE DELLE PROPRIE SCELTE.
    Chi sbaglia paga, non venisse poi a presentare il conto a pantalone.

    • l’autonomia differenziata NON prevede quel che tu auspichi.
      e poi: quando una regione dimostrerà irresponsabilità che cosa facciamo, l’autonomia differenziata provinciale, e poi comunale, e poi condominiale, e stanza per stanza?
      non si vuol vedere e capire che ci sono questioni che non posso prescindere da una collettività, si confonde il liberalismo e la responsabilità individuale con la chiusura egoistica e il “me ne frego”,
      letteralmente sfasciando la società.

      se ne ebbero avvisaglie in USA con la prima elezione di Trump, la cosa è proseguita anche da noi con alcuni governi e con la pandemia è stata definitivamente “liberata la bestia”:
      qualunque cosa voglia dire o fare
      ho diritto di dirla e farla
      ma soprattutto ho ragione perché nessuno ha diritto di dirmi che non ho diritto.

      ora, capite che una cosa del genere è quel che fa il bambino a 3-4 anni, frigna, colpevolizza, rompe cose, pesta in piedi, grida finché non ottiene quel che vuole in quel momento, oppure finché un adulto non mette un fermo netto e chiaro.

      lo vedo da insegnante a scuola: quando son cominciati i casi di risse collettive, maltrattamenti gratuiti di animali, rispostacce e maleducazione
      con alcuni colleghi abbiamo alzato il tiro,
      dichiarato in maniera esplicita “non azzardatevi mai più”, indicato l’orizzonte verso cui camminare INSIEME e indicando anche le conseguenze di un mancato adeguamento alle regole del vivere civile,
      ribadendo che queste VENGONO PRIMA della libertà individuale perché se venissero invece dopo allora la libertà individuale sarebbe la libertà di don Rodrigo.

      con toni fermi, determinati, accalorati,
      ma senza violenza (fortunatamente impossibile a scuola).
      posso dire, dal piccolissimo spaccato di mondo che è la scuola di 2000 studenti in cui lavoro
      che indicare i paracarri ai lati della strada, spiegare le conseguenze di una sbandata sui paracarri
      e indicare l’orizzonte e la meta
      ha riportato le cose nell’alveo, almeno per ora, e certo episodi si sono spenti da sé, non abbiamo teppisti in aula
      non abbiamo svalvolati ingovernabili da gestire.

      ecco, secondo me si è lasciata scappare la bestia in nome di un finto liberalismo interessato, interessato ai soldi per capirci, anche in Italia (da 30 anni?….), e ora anche in Sardegna,
      e ci stiamo mettendo di corsa su un sentiero scosceso invitati da chi ha tanto oil da vendere,
      ma noi siamo in ciabatte…

      il rischio di decadimento sociale,
      e poi di homo novus che con pugno di ferro sistemi tutto magicamente
      a me sembra dietro l’angolo.
      avremmo già dato, ma allora il clima non era terremotato come ora…

      tocca rimboccarsi le maniche e fare gruppo, fare collettività.

      scusate il commento/sfogo oltremodo lungo

      • Mi spiace ma non che dissentire con le Sue 40 righe di fuori tema.

        La responsabilità è personale. In uno stato democratico la classe dirigente rappresenta la volontà popolare e la legge NON ammette ignoranza.

        Chi sceglie deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte e pagarne il prezzo o godere dei vantaggi.

        Se il carbone ed il gas sono IL MELIO allora i sardi avranno bollette basse ed aria pulita.
        Se invece è sbagliata avranno inquinamento e bollette alte.

        Il resto è fuffa. Ma proprio fuffa. La Sardegna è regione autonoma per cui se qualcuno si intromette nelle sue competenze va alla corte costituzionale.
        Ebbene questa cosa deve valere in entrambi i sensi, ok hai la possibilità di legiferare in autonomia E anche la responsabilità delle conseguenze.

        Senza conseguenze il processo decisionale diventerebbe aggratis per cui faccio come me pare tanto poi arriva papà.
        E NO. Gli adulti pagano di persona le loro scelte oppure ne godono i vantaggi.
        Democrazia NON vuoldire deresponsabilizzaione vuoldire che il popolo decide e poi le conseguenze restano sue.

        Quindi difendo l’autonomia della Sardegna perché credo in un sistema federale come in Germania in cui i land prendono le loro decisioni.

        Ma non co divido che quando si tratta di tirare le somme allora dividiamo alla “romana”.

        Mi spiace.

        • la responsabilità è personale
          ma sempre inserita in un contesto sistemico
          fatta di altre responsabilità personali
          che interagiscono con la propria:

          ignorare questo è far finta che non siano mai esistiti gli studi sui sistemi e sui sistemi complessi, i cui risultati ed effetti utilizziamo tutti i giorni peraltro.

          la questione che pongo però è un’altra:
          qui stiamo confondendo
          libertà individuale con libertà anarcoide che è priva di responsabilità verso gli altri,
          è un po’ diverso: si chiama banalmente menefreghismo.

          • Il contesto è semplice se vuoi l’energia LA DEVI PRODURRE.

            Visto che in matura nulla si crea nulla si distrugge e tutto si trasforma devi decidere:
            A) Voglio avere i consumi di una società avanzata quindi TANTA ENERGIA CONSUMATA.
            B) Torno ad una vita frugale, aro i campi coi buoi e gli alberghi non hanno l’aria condizionata.

            Se scegli i consumi devi porti il problema di come generare energia in grossi quantitativi, con le minori emissioni i quintali possibili e a prezzi più bassi possibili.

            Tutto qui. Fai le tue valutazioni, decidi e assumiti la responsabilità delle tue scelte. Se ti va bene chiaro che siamo tutto felici e tu sarai un passo avanti agli altri.

            Se ti va male… pazienza ti rimbocchi le maniche, fai sacrifici e ripari.

            È un ragionamento banale e logico.

            Io lo ripeto rispetto l’autonomia Sarda loro sono a casa loro ed hanno il diritto di decidere.

            Quello che io invece NON potrei mai accettare di buon grado è che poi le conseguenze ricadano anche su di me.

            IO NON HO PARTECIPATO ALLA DECISIONE per cui rivendico il sacrosanto diritto di NON partecipare alle conseguenze.

            È chiaro il concetto?

    • …ancora una breve nota, per dire del clima che si respira ovunque:

      l’altra sera, dopo Olanda – Inghilterra,
      vinta dagli inglesi anche attraverso un calcio di rigore per fallo su Kane,
      una nota trasmissione Rai, non avendo probabilmente granché da commentare ma necessitando di audience che arranca parecchio dato il livello di banalità che vi so ascolta,
      si è sapientemente orientata nella contestazione di quel calcio di rigore,
      incendiando lo studio televisivo,
      un po’ come ai tempi di Biscardi quando però la moviola era una sola e le inquadrature molto limitate.

      Il telecronista ha ribadito a più riprese che,
      regolamento alla mano
      quel che era successo era rigore,
      ma niente da fare, in studio si farfugliava la qualunque contro queste regole che impediscono la libertà…. fino a che un ben noto giornalista in collegamento ha sintetizzato il farfugliamento generale
      più o meno così:
      “c’è il calcio degli spettatori, dei calciatori, delle società di calcio che investono, e poi c’è il calcio degli arbitri ”

      ecco, a me sembra la stessa cosa di quel che accade
      per il mercato delle rinnovabili
      per il mercato delle auto elettriche
      per la società in generale,
      quando una cosa da fastidio allora è tutto un dare addosso alle regole, a testa bassa, non per modificarle e migliorarle (il VAR deriva da questo desiderio di cambiare, era richiesto da QUEGLI STESSI giornalisti!!!)
      ma per alimentare il personale interesse menefreghista

      che sia vendere audience oppure petrolio e gas

  9. Guardiamo in faccia la realtà, sul gas in Sardegna c’è una mangiatoia enorme.
    Con la transizione Snam rischia di implodere, avendo fatto piani su previsioni per gas e idrogeno di pura fantasia e che non si verificheranno mai. La politica copre, perché su quei piani di fantasia sono stati già messi molti soldi, destinati a non rientrare mai più.
    Le rinnovabili sono il pericolo da osteggiare, ma l’implosione del settore oil & gas è ormai inevitabile, al massimo ne allungheranno un po’ la sofferenza, così invece di soffrire una volta sola per fare la transizione i sardi si troveranno a dover soffrire due volte, una per il fallimento delle politiche pro fossili e l’altra per l’inevitabile transizione.
    Fossi sardo asseconderei la transizione, i comitati dovrebbero tenere gli occhi aperti contro le speculazioni ma allo stesso tempo promuovere i progetti più validi senza ideologie su tetti, terreni e paesaggi.
    Immagino che i sardi, oppressi da anni di speculazione fossile siano molto preoccupati che sulle rinnovabili si ripeta la stessa cosa, d’altra parte sono gli stessi speculatori fossili che girano il coltello nella piaga per creare consenso contro le rinnovabili che li manderanno sicuramente fuori business nel giro di pochi anni.

    • Continuo a non capire il problema che rappresentano le Wind Farm Off-Shore, impianti enormi a diversi KM dalla costa che potrebbero dare energia a tutta la sardegna…
      Purtroppo è l’ignoranza diffusa di quello che non si conosce, anche sul TAP fecero le stesse proteste e invece adesso sulla spiaggia dove passa la condotta la gente pianta ombrelloni e fa il bagno.

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