
Salvini dalla ruspa è passato al camion. Rigorosamente inquinante, vade retro l’elettrico. Il ministro legista insieme ai colleghi di Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia ha scritto al Commissario ai Trasporti europeo Tzitzikostas. Chiede di evitare quote obbligatorie per i camion elettrici. Ha chiesto pure di bloccare quote obbligatorie di auto elettriche nelle flotte aziendali.

Salvini lega le ultime mosse di Ursula von der Leyen e il Ppe al suo carro, ma è un bluff
Sulle flotte il ministro diffonde un comunicato dove contesta le quote obbligatorie sulle flotte aziendali. «Un approccio – scrive Salvini – contro le forzature green che nelle ultime ore è stato sposato sia dal Ppe che da Ursula von der Leyen che fino ad ora erano sulle stesse posizioni delle sinistre”.
Qui il leghista bluffa visto che la Ue ha posticipato le sanzioni, ma non ha spostato di un giorno la scadenza di divieto di produzione delle termiche fissato al 2035.
I patrioti europei usano la carota: «Individuare incentivi che possano stimolare l’acquisto di auto a emissioni zero da parte delle imprese per le proprie flotte». Poi mostrano il bastone contro imposizioni che «rischiano di produrre effetti negativi specie per la filiera della logistica, con una ricaduta sul consumatore finale». Analisi tutta da dimostrare.
«L’auspicio – prosegue il comunicato – è che anche su questo dossier la Commissione riveda l’approccio ideologico del “tutto-elettrico” per dare piena attuazione al principio della neutralità tecnologica dando spazio anche ai veicoli alimentati con carburanti alternativi». Chiaro l’obiettivo: sdoganare l’uso di carburanti che non sono essenziali e a forte impatto ambientale.

Stop alle quote di camion elettrici, Confetra si schiera con il ministro
Oltre che sulle flotte il ministro si è lanciato anche contro le quote sui camion elettrici. Questa posizione viene evidenziata, in una nota, da Confetra. Si tratta della confederazione che rappresenta gli imprenditori operanti nei settori del trasporto, della spedizione, della logistica e del deposito delle merci,
Ecco il testo della nota. «Confetra accoglie con favore l’azione diplomatica intrapresa dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, in risposta a un alert di IRU e su nostra sollecitazione».
Più nel dettaglio: «Contrastare l’ipotesi di quote obbligatorie di acquisto per i camion elettrici». Il Presidente Carlo De Ruvo conclude: «Ringraziamo il ministro Salvini e il suo staff per aver dato tempestivamente voce alle preoccupazioni del nostro settore con un’iniziativa concreta a livello europeo».
Colpi duri alla Ue. «La Commissione continua a spingere su scelte unilaterali, imponendo obblighi che rischiano di compromettere la competitività della logistica. Il nostro comparto è pronto a fare la sua parte nella transizione, ma servono realismo e neutralità tecnologica, non imposizioni calate dall’alto».
la neutralità tecnologica nel mondo dei trasporti non è mai esistita altrimenti non si spiegano i 130 anni di motore a scoppio e un secolo abbondante di disinteresse totale verso altre tecnologie: qualche politico degli anni 70 ha mai parlato di auto elettriche ?
Adesso la bilancia si sposta sull’elettrico semplicemente perchè non esistono scelte migliori.
Se mettiamo assieme il calo del commercio globale (e quindi di trasporti e magazzinaggio necessari) e del forte aumento dei prezzi di idrocarburi liquidi e gassosi che si sta verificando con gli scontri USA vs Resto del mondo… prevedo che i problemi di CONFETRA a breve non saranno le “quote green” di mezzi di trasporto; anzi… chi riuscirà a scollegarsi prima e meglio dalla volabilità e ricattabilità degli idrocarburi sopravviverà in futuro.
Ovvio che investire in flotte elettrificate e magazzini/depositi mezzi attrezzati per ricaricare con FV+BESS (o con contratti di lungo termine con produttori F.E.R. ) può essere un elevato costo iniziale… ma almeno crea le basi per avere margini di sopravvivenza nel tempo… visto che nessuna alternativa agli idrocarburi sin qui ipotizzata ha mostrato vantaggi economici (idrogeno, bio-carburanti o di sintesi).
Questa volta dissento totalmente. Giusto, anzi giustissimo essere contro queste quote obbligatorie, mi vengono subito in mente le quote rose obbligatorie nelle elezioni politiche. Obbligare a qualcosa è alla fine pure controproducente oltre che ingiusto.
Ovviamente sono in disaccordo in modo totalmente diverso rispetto a Salvini che per partito preso è contro in toto al settore veicoli elettrici, fregandosene altamente del problema dell’inquinamento dell’aria e dei dati sanitari nazionali.
Bisogna incentivare, favorire la scelta dei veicoli elettrici e non imporla. Quando imponi qualcosa spesso e volentieri ottieni il risultato contrario, l’obiettivo diventa sempre più irragiungibile e rischi facilmente di far odiare a tutti pure il veicolo elettrico.
Intanto prima di tutto semmai bisognerebbe eliminare tutte le contraddizioni attuali presenti, tipo per esempio eliminare gli sconti sul diesel per i camion, o quantomeno ridurli progressivamente. Che senso ha fare gli sconti sul diesel ai camionisti e contemporaneamente obbligare un Paese ad avere una quota di camion elettrici ? Un autentico controsenso, un cortocircuito.
Se vuoi i camion elettrici sulle strade, fai allora un pò come avviene per le macchine agricole, finanziamenti ultraagevolati a lunga durata, senza però prevedere contributi a fondo perduto totalmente a carico dello Stato italiano che è già in rosso profondo, al limite prevedere delle detrazioni fiscali.
Poi ovviamente devi prevedere, incentivare anche una conversione o quantomeno una allargamento dei distributori carburanti alla fornitura di energia elettrica a tariffe congrue, quindi installazioni di colonnine specifiche per i camion a carica ‘rapida’, quindi garantire una rete diffusa in Italia, altrimenti non vale la pena nemmeno menzionare i camion elettrici.
Sinceramente la vedo dura, vedo tempi molto più lunghi per i trasporti pesanti per la loro conversione anche parziale in elettrico.
E’ già tanto se si riuscirà ad arrivare ad un 50% di auto elettriche circolanti rispetto al totale per il 2035, anzi quasi utopia oggi come oggi, soprattutto se le case automobilistiche non provvedono a ridurre drasticamente i prezzi attuali.
Grazie Lando, nei giorni scorsi ho partecipato all’inaugurazione del primo hub di ricarica per i camion. Finanziato dai produttori – Mercedes, Volvo, Scania, Renault…- e con una tariffa congrua – meno di 40 centesimi. Mentre il governo Meloni i fondi Pnrr li sta gestendo veramente male, ha bandito quasi 1 miliardo sulle colonnine e neanche un centesimo sui camion. Eppure contribuiscono con intensità al problema dell’inquinamento dell’aria e al peggioramento dei dati sanitari nazionali (il tema centrale). Chiara la strategia di voler puntare sui biocarburanti come dice lo stesso Salvini evocando la neutralità tecnologica. Bisogna andare oltre le parole e vedere le azioni. La maggioranza rema contro l’elettrico, con ogni mezzo necessario.
ciao Basilio
se qualcuno ha il numero del ministro lo chiami e lo avverta che i motori endotermici Cursor 9 iveco sono costruiti in Cina mentre le power train elettriche sono sono costruite a Torino
così giusto che non lo sappia
A quando lo stop definitivo a Salvini politico?
La neutralità tecnologica non esiste.
La neutralità tecnologica invoca la libertà ma vuole imporre carburanti che sono in mano alle lobby più potenti
Beh, sono in mano ai suoi due più amati referenti, quello storico russo (abbiamo dimenticato la tshirt e il rosario) e quello vecchio/nuovo americano. Ha l’occasione unica di poterli ruffianare entrambi, vuoi mettere?
Perchè non crederemo mica che lui faccia gli interessi degli italiani…lui fa i suoi interessi, dal 1993. In quello è coerentissimo.
se non odiassi i tatuaggi mi tatuerei il tuo commento.
Se mi concedi una cucchiaiata di enfasi aggiungo che è uno sporco traditore del proprio paese, come l’altro Matteo e i suoi rinascimenti in salsa tropical
non ci piove
Io la vedo anche una vittoria delle farmaceutiche che producono chemioterapici.