Site icon Vaielettrico

Salvini: casco, targa e assicurazione per monopattini e biciclette. Ma davvero?

Da 500 a 1000 euro di bonus per acquistare ebike e cargo bike elettriche

Nel Codice della strada verrà davvero introdotto l’obbligo di targa, casco, assicurazione e frecce anche per monopattini e biciclette? Questo è quanto prospettato da Salvini, ma succederà davvero?

L’occasione è stata quella del question time alla Camera. Il protagonista: Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’argomento: le nuove norme per la sicurezza che verranno introdotte nel Codice della Strada.

Non si parla ovviamente solo di biciclette e monopattini, anzi. Fortunatamente le priorità sono le morti stradali e il come ridurle. Il nemico numero uno è la guida in stato di ebrezza e per contrastarla Salvini annuncia pene severissime, controlli e anche “l’ergastolo della patente”, con sospensione a vita del titolo di guida. L’annuncio che più fa più chiacchierare però è quello che riguarda la stretta su bici e monopattini.

Monopattini e bici equiparati ad auto e moto?

Per ora si tratta di parole, ma la direzione sembra comunque quella dell’introduzione di obblighi per la mobilità leggera. Le questioni sul tavolo sono tre: obbligo di casco, frecce e assicurazione.

Per quanto riguarda le frecce l’obbligo per i monopattini c’è già e potrebbe essere introdotto anche per le due ruote a pedali. Il tutto probabilmente finirebbe in un’infruttuosa situazione dove la legge c’è, in pochi la rispettano e nessuno controlla. Ad oggi il codice della strada ad esempio prevede che i “velocipedi” siano dotati di doppio impianto frenante, luci anteriori e posteriori, segnalatore acustico (campanello) e dispositivi rifrangenti sui pedali. Quante delle bici in circolazione ad oggi rispettano queste disposizioni? Quante multe vengono fatte ogni anno?

L’assicurazione, aspetto strettamente connesso all’adozione di una sorta di targa, è il più complesso da introdurre e potenzialmente il più impattante. Nel caso venga realmente introdotto sarà necessaria una notevole infrastruttura burocrazia a sostegno della creazione e gestione di un registro dei velocipedi e dei monopattini. Poi sarà da giocare la partita delle assicurazioni con la creazione di apposite offerte. Quanto potrebbero costare? Poche decine di euro sarebbero sufficienti?

Infine il casco, in Europa generalmente non è obbligatorio anche se in diversi stati è imposto al di sotto di una età che può variare dai 12 ai 18 anni. In Italia per le biciclette è fortemente raccomandato, ma non è obbligatorio per nessuno. L’educazione negli ultimi anni ha portato grandi risultati e sono sempre di più quelli che prima di mettersi alla guida indossano il casco. L’utilità del casco è fuor di dubbio, ma renderlo un obbligo aumenterebbe realmente il numero di chi lo usa rispetto a chi già lo fa?

ANCMA contraria e preoccupata

Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con un comunicato stampa «esprime forte preoccupazione e prende posizione contro la proposta di introdurre assicurazione, targa, casco e frecce obbligatori per le biciclette.

Si tratta di misure che non vanno nella direzione di ottenere maggiore sicurezzacontinua il comunicato –, per la quale serve un impegno strutturale ed educativo a tutela di chi utilizza la bicicletta, che è un utente debole della strada».

Un “autogol” per l’Italia

«Abbiamo già avuto modo di inviare lo scorso marzo una lettera dettagliata al ministro competente, attraverso la quale – ha rimarcato il presidente di ANCMA Paolo Magri – non solo abbiamo sottolineato il valore del comparto ciclo, che in Italia genera un volume d’affari di oltre 3,2 miliari di euro, ma abbiamo anche evidenziato che il nostro sarebbe l’unico Paese in Europa ad introdurre questi obblighi. Questa riforma sembra oggi più contro la diffusione della bicicletta, che a favore di una maggiore sicurezza sulle strade: penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol”.

Come andrà a finire?

Mettere nello stesso macro tema “Sicurezza” le morti a causa della guida in stato di ebrezza e la targa sul monopattino suona stonato. Politiche come l’alcolock possono avere un reale impatto sulla sicurezza mentre per quanto è di nostra competenza, la mobilità leggera, sono probabilmente altre le strade da percorrere prima dell’imposizione di ulteriori obblighi. Creare una cultura della sicurezza attraverso comunicazione ed educazione, ad esempio, sta portando grandi risultati. Per non parlare di quanto la creazione di infrastrutture ciclabili aumenterebbe la sicurezza, ben di più che targa e frecce. Anche la riduzione della velocità massima a 30 km/h ha dimostrato che la mortalità in caso di impatto cala di circa 6 volte. Ma su questo Salvini si è già espresso decisamente contrario.

A prescindere da considerazioni di merito, quanto annunciato dal vice premier è realmente fattibile? Verrà realmente fatto? Una risposta ovviamente non c’è: certamente è fattibile, ma è già meno probabile che venga fatto.

Iniziamo da targa e assicurazione. Tra gli annunci fatti è il più complesso da mettere a terra e la partita potrebbe risolversi con una soluzione intermedia. Magari restringendo l’obbligo solo ai monopattini o solo ai veicoli a motore, includendo anche le eBike. Questo solleverebbe decine di milioni di biciclette dall’obbligo di assicurazione. Lo stesso potrebbe succedere per le frecce, già di legge sui monopattini e magari in futuro previste anche per le sole eBike.

Anche per il casco si potrebbe raggiungere una soluzione meno incisiva con l’obbligo limitato fino a una certa età, magari 14 o 16 anni.

L’esame del disegno di legge sarà in Parlamento entro fine mese. e dopo i grandi annunci pubblici si spera che in sordina si arrivi a più miti consigli. Insomma, è pur sempre vero che “la politica è l’arte del compromesso”.


– Iscriviti a Newsletter e
 al canale YouTube di Vaielettrico –

Exit mobile version