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Lite Salvini-Urso sull’auto elettrica: “L’Italia non diventi un colonia cinese”

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Nel governo di destra guidato da Giorgia Meloni è lite tra Matteo Salvini e Adolfo Urso sull’auto elettrica cinese:  il ministro delle Imprese Urso vorrebbe ospitare in Italia una fabbrica di auto cinese per arrivare a quel milione di vetture che Stellantis non è in grado di garantire. Il ministro dei Trasporti Salvini è contrario: “Non diventiamo una colonia di Pechino” 

Dalle pensioni ai diritti per le coppie dello stesso sesso, è lungo l’elenco degli argomenti sui quali la maggioranza appare sempre più diviso. Ora si aggiunge anche il tema del futuro dell’industria automobilistica in Italia.

In questo caso lo scontro è tra Lega e Fratelli d’Italia, tra Matteo Salvini e Adolfo Urso. “Sono per il libero mercato“, ha dichiarato il ministro dei Trasporti che è anche vicepremier. Aggiungendo subito dopo: “Se ne occupa il ministro Urso, ma non possiamo diventare una colonia della Cina“.

Salvini: ognuno produca a casa sua

A cosa si riferisce il segretario della Lega Salvini e di che cosa è preoccupato? Al Salone dell’Auto di Torino ha fatto capire di non apprezzare molto il progetto del “collega” Urso che vorrebbe portare in Italia una fabbrica di auto cinesi.

Per Salvini ognuno deve produrre a casa sua: “Io sono per il libero mercato. Dobbiamo permettere all’industria italiana di continuare a lavorare, poi arrivano i cinesi e ognuno è libero di scegliere“.

Questo non vuole dire che Salvini abbia una ricetta per rilanciare l’auto in Italia, che molto difficilmente arriverà a produrre quel milione di auto chiesto da Urso al gruppo Stellantis. Si è limitato a uno slogan: “Lunga vita al Salone del Mobile di Torino, spero con marchi italiani“. 

Dongfeng apre il primo concessionario europeo alle porte di Torino

Di sicuro ci sono i marchi cinesi pronti a sbarcare in massa in Europa e quindi anche in Italia: da Dongfeng che aprirà alle porte di Torino il primo concessionario pilota d’Europa, ma al momento non ha intenzione di aprire fabbriche in Italia.

Poi c’è BYD, seconda solo a Tesla per vendite di auto elettriche, che ha scelto Alfredo Altavilla (l’ex braccio destro di Sergio Marchionne) per il mercato europeo. Ma anche MG, Chery, Omoda. Di sicuro, Salvini non si riferiva a Dr Automobiles, marchio italiano, che assemblea  prodotti cinesi forniti dalla partnership con Dongfeng.

Salvini ha dato un avvertimento a Urso, che ha provato a trattare con Dongfeng per una fabbrica in Italia e che potrebbe essere interessata ai marchi Autobianchi e Innocenti. Marchi storici ma che hanno smesso di produrre ormai da anni.

salvini auto cinese
Leapmotor T03, he potrebbe essere prodotta in Italia in collaborazione con Stellantis

Salvini a Stellantis: “Dove sono finiti i soldi pubblici?”

Ma per par condicio Salvini ha lanciato un avvertimento anche a Stellantis. Con una domanda retorica per interposti giornalisti, li ha invitati invitati a chiedere all’azienda franco-italiana-americana come siano stati utilizzati “i miliardi e miliardi di euro di finanziamento e di contributi pubblici negli anni e quale sia il futuro industriale“.

All’azienda automobilistica è toccato inevitabilmente replicare, invitando il ministro a visitare gli stabilimenti italiani, “per valutare di persona” gli investimenti.

Per fortuna dell’azienda guidata da Carlos Tavares, Salvini non si è ricordato che Stellantis ha un accordo per produrre auto elettriche in tandem con il marchio cinese Leapmotors. Da portare anche in Italia. Ma quello deve essere libero mercato.

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28 COMMENTI

  1. Salvini si comporta da sempre come uno dei più ottusi politici, e ahimè ministri, italiani.
    1) come è possibile chieder conto a Stellantis dei miliardi di soldi pubblici, quando nessun governo passato, di cui Salvini anche ha fatto parte, ha mai a fronte dell’esborso ha chiesto risultati.
    2) In Italia non c’è nessun imprenditore che pensa di costruire automobili di qualsiasi tipo. E neppure imprenditori stranieri che di loro sponte vengono a investire in Italia. Che poi è la stessa ragione per la quale Stellantis pensa di produrre solo altrove.
    E allora bisogna creare le condizioni affinché qualcuno trovi i vantaggi per produrre in Italia. Quindi che sia italiano, coreano o cinese bisogna incentivarlo. Che poi è il metodo utilizzato dall’Irlanda per attrarre alcune multinazioni.
    Invece noi abbiamo Salvini che fa il ministro e allo stesso tempo l’oppositore del governo.
    Vogliamo proprio che siano altri paesi UE a precederci sempre?

  2. “Dr Automobiles, marchio italiano, che assemblea prodotti cinesi forniti dalla partnership con Dongfeng”: in realtà ad oggi DR vende auto prodotte (e non assemblate, dato che in Molise vengono fatte minime modifiche ed eventualmente installato l’impianto GPL) da Chery, JAC Motors e Baic. La commercializzazione di prodotti Dongfeng è prevista per il futuro

  3. Domanda: PERCHE’ NON METTONO I DAZI SULLA DR DI DI RISIO????

    Cribbio sono auto cinesi importate con navi alle quali vengono applicate finiture esterne ed interne.

    COME MAI?

    Forse perché non sono BEV?

    Ce lo spieghino il perché.

  4. Non c’è pericolo. Non credo che i cinesi verranno qui a produrre.
    Produrranno vicino a noi e pialleranno quel poco che resta della produzione italiana.

    • non ci giurerei
      l’Italia ha gli stipendi più bassi d’europa
      una scolarizzazione abbastanza bassa ,poche prospettive per quella alta
      fra un pò faremo concorrenza al bangladesh

        • Ha ragione ..
          la tassazione , il costo dell’energia
          e il nostro rapporto debito pil è più alto , quindi non appetibile per gli investimenti

  5. settore auto è difficile reinventarsi da zero (a parte nicchie di auto sportive/lusso), sono investimenti grandi; auto da noi o le fa(ceva) Stellantis, o importiamo una fabbrica da un grosso gruppo Cinese (che però non si fidano della nostra instabilità e in Italia preferiscono portare fabbriche “cacciavite”, cioè solo assembalggo finale)

    persa la partita sulla auto, a me personlamente piacerebbe se in Italia crescessoro aziende che fabbricano vetturette EV categoria quadricili pesanti (però in grande serie abbattendo i prezzi, non come ora semi-artigianali), con cui allegramente sostituire buona pare delle auto grandi in città (e anche parte dele auto in campagna); li gli investimenti sono più modesti, e forse c’è molto spazio

    in Cina nel limite di peso dei quadricicli elettrici pesanti riescono a farci stare una scocca il lamiera (non pannelli plastica-resina su tubi) portata sino a 3,3 metri e 4 posti passeggeri (praticamente le specifiche della nostra vecchia Fiat Seicento anni 90)

    sino ad ora non era possibile fabbricarne molte perchè quadricicli rovinano le vendite delle auto “vere”, Stellantis li avrebbe ostacolati già a livello di fornitori e banche, ma se ora Stellantis è un po’ in rotta con il governo e con l’italia visto che dismettono e puntano poco su EV, magari..

    poi c’è l’incognita gradimento, cioè se preferiamo comunque spendere ma spostarci anche in città con vetture grandi, per status sociale e abitudine, ma le abitudini cambiano, e le micro-car sono anche divertenti da usare, più “dirette” e meno filtrate con l’esterno, come le biciclette

  6. In Italia praticamente ha stabilimenti di produzione automobilistica solo Stellantis che tanto italiana non è più. La produzione di automobili in Italia è scesa da 750.000 unità del 2023 a circa 500.000 che in un solo anno è un bel calo. Cosa potrebbe invertire questi numeri? Dubito che Stellantis ne abbia l’intenzione. Ci vorrebbe un altro produttore ma non mi sembra che ci siano aziende smaniose ad investire se non quelle cinesi per avere una testa di ponte in Europa.

    La realtà temo sia questa e quelle di Salvini rimangono solo parole di propaganda, compreso il monito sui finanziamenti fatti in passato.

  7. a tema, il Piemonte si starebbe muovendo come Regione per attirare una qualche auto fabbrica cinese in una delle loro grandi sedi industriali dismesse (ex Maserati, ex Olivetti, ex Embraco) che sono ben connesse ai poli logistici e produttivi,
    su sollecitazione delle aziende dell’indotto auto, e che però Stellantis ovviamente non gradisce, anche se da noi sta negli anni mollando la produzione, piuttosto farebbe terra bruciata

    https://www.ilpost.it/2024/09/13/piemonte-ricerca-auto-cinesi/

  8. Duole dirlo, ma saranno i Cinesi a salvare gli italiani-automobilisti, anche se il prezzo lo pagheranno gli italiani-lavoratori del settore.
    La Leapmotor T03 in Olanda è in vendita a meno di 21.000€ chiavi in mano, solo che è ampiamente superiore alla Spring per prestazioni e dotazioni, aspetto solo gli EuroNCAP (ma non mi aspetto sorprese negative).

    Non puoi fermare il vento con le mani: però puoi installare mulini per catturarne una parte (e l’analogia non è casuale). Salvini invece si comporta come un certo Don Chisciotte.

    • sono curioso di vedere anche il prezzo che avrà la Hyundai Inster, sembra costruita decisamente bene, e larga solo 1,6 metri, buona per i box stretti e i vicoli italiani

      • Lunghezza 3,8 ed è Hyundai. Le BEV di questo marchio (come la Kona o la Ioniq) dal punto di vista di efficienza/ricarica sono eccezionali, ho grandi aspettative. C’è chi l’ha vista di persona in un salone a Seul e mi ha mandato fotografie (giusto qualche giorno fa).
        Anche io la aspetto con molta curiosità: mia moglie ha una Suzuki Splash (3,70 metri e larghezza 1,68) che ha più di 13 anni e comincia ad avere qualche problemino senile: e soprattutto va a benzina… consuma pochissimo (la media è superiore a 20 km/litro misurata su oltre 50.000 km prevalentemente urbani, poi ho smesso di tenerci dietro… ora ha superato i 150.000 km), inquina relativamente poco (119 gr/km CO2 effettivi e non quei dati oscenamente falsati dichiarati dalle mild hybrid) ma è pur sempre termica.

        • utilitarie con percorrenza annua limitata, a benzina e usate, sono in effetti un caso particolare in cui pesa un po’ meno l’impatto del carburante e di più la fabbricazione di un’auto nuova

          cioè a volte si inquina meno a continuare a sfruttare una utilitaria usata termica piuttosto che far fabbricare un’auto nuova per cambiarla

          poi a un certo punto arriva il momento di cambiarla, e allora il confronto diventa tra “auto nuova termica” vs “auto nuova elettrica”;
          e se l’auto termica usata poteva ancora fare un po’ di strada, si può sempre darla a qualc’un altro che facendo basse percorrenze la troverà un buona soluzione per lui 🙂

          • Assolutamente no, la venderò ad un privato.
            Non credo mi daranno 12k per un’auto di 13 anni che puoi ricomprare equivalente (esempio: Kia Picanto) per 17k nuova.. Considerando che di serie ha… niente, l’attuale Panda è più tecnologica!

  9. “ognuno produca a casa sua ! ”

    bello slogan per un paese che vive/va di export

    da terra dei cachi o siamo il paese dei macachi

    una lacrima sul visto ..
    italia siiiiii
    italia nooo

    italia gnamme
    che crogiolo di panze , la politica ..

  10. “Sono per il mercato libero… ognuno produca a casa propria”.
    Ahahahah!

    Il futuro dell’industria automobilistica italiana.
    futuro? industria? italiana?
    Ormai è una vecchia barzelletta.

  11. A parte che, confrontato a Salvuccio… Urso è un genio…

    C’è qualcuno che può ricordare ai nostri governanti che Senza materie prime e componenti prodotti “made in China” in Italia Non si realizza quasi niente??

    Stesso discorso in Europa (ma anche il resto del mondo); siamo Tutti connessi.
    Senza un accordo globale e la “normalizzazione ” dei rapporti tra Stati (specialmente quelli che condizionano l’ economia globale) non si ottiene nulla .

    Blocchi l’ accesso a auto elettriche prodotte in Cina? Loro ci inondano il mercato di ICE ibride a prezzi bassissimi..ed affondano comunque le industrie occidentali (anzi .di più..visto che sono la maggior quota di mercato): un esempio? Ve lo dico “in toscano”… a breve arriva in vendita una vettura “molto (h)Omoda! ” …costa quanto una 208 ma è grande 4.4mt e super accessoriata… Dacia e Grande Panda sono avvisate.

    Noi europei mettiamo dazi su auto elettrica? Loro ci bloccano esportazione di quanto ci fa più fatturato nell’ export (stando ben attenti a comprare ciò di cui non possono fare a meno).
    Se il “gioco su fa duro”…ci creano problemi sulle ns catene di fornitura.. e siamo in ginocchio .

    Qualcuno lo spieghi a Salvuccio…che è arrivato il momento di passare dai mojito del Papeete ai ravioli al ristorante cinese…e trovare accordi su come pagare il conto .

    • Vero!

      Qualcuno ricordi a questi governanti che s’infervorano sul made in china a comando (DIPENDE SE INFASTIDISCE GLI INTERESSI DEI PETROLIERI) che ad inizio anni 2000 furono proprio loro i loro partiti ad agevolare l’ingresso del made in china camuffato da semilavorato.

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