L’elettrico al Salone Nautico di Genova ricorda il giochino trova l’intruso. Motori, barche (molto poche) e soluzioni a batteria erano presenti, ma rispetto ad altre iniziative gran disordine. Manca uno spazio per l’elettrico come conferma la mancanza di alcuni importanti marchi elettrici che non si sentono tutelati in una fiera dominata dal motore a combustione.
La corvetta elettrificata da 4e-consulting
Paolo Patroncini di 4e-consulting con E4 Boat aveva annunciato il progetto firmato per il Cantiere Mussini, in attività dal lontano 1949 a Portofino, per cui ha curato la direzione del programma di elettrificazione e la progettazione dei pacchi batteria.
Al Salone abbiamo potuto osservare questa artistica e bella barca in legno e parlato con Marco Geraci del cantiere ligure: “Abbiamo dato vita a questa sinergia per testare la propulsione elettrica e abbiamo registrato ottimi risultati”. In che termini? “Sia per la velocità sia per l’autonomia, soprattutto la seconda visto che il cruccio di chi si avvicina a questo mondo è la possibilità di stare più tempo in acqua. A una velocità di crociera di 7/8 nodi con Corvetta 24, un lancione da 7 metri e passa, con i primi test abbiamo registrato 4/4,5 ore continue di autonomia. A 12 nodi siamo a meno di due ore ma siamo in fase di prototipizzazione ed è tutto migliorabile”.

Soddisfatti: “I primi risultati sono molto confortanti. Ottima sinergia tra la tradizione del cantiere e l’innovazione di E4 Boat. Noi crediamo tantissimo nell’elettrico anche se in Italia siamo indietro soprattutto per quanto riguarda l’infrastruttura di ricarica. Servono colonnine fast“.
La Corvetta elettrica soddisfa le esigenze dell’armatore: “Permette di organizzare le escursioni turistiche navigando con la massima silenziosità e passare in posti dove con le barche tradizionali non si può entrare come le aree protette. C’è molta richiesta di privati, vogliono conoscere l’autonomia. Noi siamo soddisfattissimi, ma c’è ancora da fare tanto“.
Per Giliberti di Torqeedo cresce la preparazione dei clienti, ma: “E’ tempo di dedicare uno spazio all’elettrico”
A Genova abbiamo incontrato Gennaro Giliberti, responsabile vendite di Torqeedo. Lo abbiamo sentito a fine fiera: “E’ andata molto bene, si sono costruite delle relazioni interessanti. In particolare con i cantieri e parliamo di motori grandi“.

Inizia la svolta: “Rispetto a tre anni fa il cliente si avvicina in maniera più preparata, conoscono già un motore elettrico, come funziona e cosa gli serve, i consigli li chiedono per i dettagli“.
Tipologie particolari? “Sicuramente i velisti si spaventano di meno nel passaggio alla propulsione elettrica. Più cresce l’interesse dei clienti, più aumenta quello dei cantieri“.
Qualcosa da cambiare al Salone? “L’elettrico non ha un suo spazio come a Cannes o Monaco. La fiera è ancora in mano ai motori a combustione. Sarebbe ora di organizzare un’area dedicata dove poter offrire le prove dimostrative, ora quasi improponibili“.
Abbiamo un gommone elettrico: il Pulse 63

Non era in acqua _ stanno organizzando dei test _ ma è stato possibile osservare da vicino il Pulse 63 di cui abbiamo scritto in passato. Un gommone che promette bene visto che è stato pensato elettrico a iniziare dalla carena progettata per ridurre l’attrito dell’acqua e di conseguenza i consumi.

Abbiamo incontrato Pietro Negri di NegriNautica che ha l’esclusiva per l’Italia e altri Paesi europei: “C’è tanto interesse, il privato è curioso, guarda al prezzo e sul punto speriamo scendano in futuro. Poi c’è attenzione da parte del mondo del noleggio che vede nell’elettrico una nicchia per una clientela che lo cerca perché silenzioso, ecologico“.
Ma non finisce qui: “C’è interesse da parte di tutte le istituzioni che gestiscono parchi marini, aree protette. C’è anche un pubblico leisure, fascia più alta che non cerca la versione workboat ma quella più accessoriata: il tender per lo yatch e c’è mercato“.
I motori Yamaha con Harmo su Capoforte SQ240i

I motori piccoli, soprattutto quelli pensati per i pescatori (leggi qui) e per mini tender, sono ben esposti e presenti in quantità da Yamaha, ma serve uno sforzo in più di informazione per chi vuole conoscere a fondo la propulsione a zero emissioni.

La novità non è il motore Harmo (leggi qui) di cui abbiamo scritto più volte ma la sua adozione da parte di un cantiere che lo ha installato su una barca: il Capoforte SQ240i. Anteprima a Genova.

Lo abbiamo visto e c’era tanta attenzione dal pubblico di passaggio nello stand. Vediamo alcuni dati di Capoforte: lungo 7,38 metri e largo 2,46 può trasportare fino a otto persone. Il motore: fuoribordo Yamaha Harmo 3,7 kW, batterie 4 x 200 A 48 V LifePO4. Ottima notizia anche se la potenza in Kw sembra un po’ piccola per questo tipo di imbarcazione. Sarà interessante fare una prova in acqua.
In ogni caso c’è anche questa opzione come fanno sapere dal cantiere: “Capoforte SQ240i è stato disegnato per montare anche Molabo Iscad V50, un entrobordo in linea d’asse 50kW, caratterizzato da un peso contenuto in soli 45 kg“. Un’altra storia, da scoprire nel prossimo Boot Düsseldorf (21-29 gennaio 2023).
I problemi sono due:
– Genova è in Liguria e pure in Italia;
– l’elettrico non consuma ne benzina ne gasolio.