Con una capacità energetica più che doppia rispetto a quella delle batterie agli ioni di litio tradizionali, le batterie al litio metallico promettono di essere la soluzione finale per l’auto elettrica del futuro. E la statunitense Sakuú sembra prossima a mantenere la promessa con le sue celle Cypresse Li-Me a stato solido.
Ha sviluppato un processo produttivo completamente a secco e in 3D per il suo anodo metallico al litio, già in grado di essere industrializzato a prezzi competitivi. Le celle Cypresse, appena certificate UN38, promettono di resistere fino a mille cicli di scarica profonda, deteriorandosi meno del 20%. La densità energetica volumetrica supera i 750 Wh/l, quella gravimetrica raggiunge i 450 wh/kg. Saremmo vicini così ad autonomie superiori a 1.000 km con un peso complessino non superiore ai 300 kg. La scarica continua e la velocità di carica sarebbe di 3 C (circa 15 minuti per passare dal 20 all’ 80%), con picchi di 10 C per le applicazioni ad alta potenza.

La sfida è produrle su scala industriale e a prezzi competitivi
«La sfida più grande nella produzione di batterie oggi è produrre batterie di prossima generazione in modo economicamente vantaggioso e su larga scala per soddisfare la domanda», ha dichiarato Robert Bagheri, CEO e fondatore di Sakuú. Con il nuovo processo di produzione l’azienda pensa di aver compiuto «un passo fondamentale per la produzione di batterie allo stato solido di alta qualità in grandi volumi in futuro».
Concorda anche un osservatore terzo come Srikant Jayanthan, analista della divisione Mobility di S&P. Nel report Global Mobility Supply Chain and Technology scrive che la densità energetica mirata di Sakuú «dovrebbe stabilire un nuovo standard nel settore per la densità energetica delle celle batteria».
Questi i punti salienti del report:
-Si prevede che le batterie allo stato solido (SSB) risolveranno la maggior parte dei limiti tecnologici associati alle odierne batterie nel settore dei veicoli elettrici.
-La sfida più grande è produrre queste batterie in modo economicamente vantaggioso e su larga scala.
-La piattaforma Kavian di Sakuú sfrutta la tecnologia di stampa a secco. Consentirà un’ulteriore innovazione tecnologica delle batterie e rappresenta un passo fondamentale per consentire la produzione in grandi volumi di batterie allo stato solido di alta qualità.
-Cò stabilirà un nuovo standard nel settore per gli indicatori chiave di prestazione, come la densità energetica delle celle della batteria. Qui il report.
Sakuú concederà in licenza la chimica delle sue celle Cypress e la tecnologia di produzione roll-to-roll ai produttori di batterie attuali.

La stampa in 3D è il nuovo asso nella manica di Sakuú
Campioni di celle a sacchetto da 5 Ah di Sakuú sono disponibili presso la struttura della linea pilota di batterie della Silicon Valley dell’azienda.
Quest’anno, Sakuú ha annunciato diversi risultati degni di nota nell’innovazione delle batterie. Tre queste la prima batteria al litio-metallo stampata in 3D completamente funzionante, il primo anodo al litio-metallo stampato in 3D e la prima batteria al litio-metallo stampata in 3D in un fattore di forma personalizzato.
300Kg per 1000Km.
Sarebbe la svolta, veramente. E’ poco piu’ del peso di un motore (diesel/benzina) da 2litri + i ~60 litri di carburante.
Senza contare che riducendo il peso si aumenta l’autonomia a parita’ di batteria.
Eccellente davvero. Speriamo riescano a renderla competitiva.
bè, la stampa 3D non gode certo fama di poter affrontare processi indusstriali… per la velocità, intendo. Va bene per un fast prototyping, ma un processo industriale di massa ha bisogno di altre tecnologie.
Sul fronte dell’infiammabilità delle celle a seguito di rotture come siamo messi?
Malissimo! Pare che a 8000 gradi fondano…
Se per “prestazioni ottimali” intendi una maggior efficienza in termini di consumi, allora concordo.
Se invece intendi vecchiume prestazionale residuato dalle auto termiche, come 0-100 ancor più brucianti e altro, buono solo per soddisfare l’antico maschio istinto del vedere chi ce l’ha più grosso, grazie ma non sono interessato.
Intendo esattamente un rapporto tra peso, velocità ed autonomia molto vicine a quelle delle migliori ICE… così nessuno si può lamentare che con le BEV non si può fare autostrada Senza fermarsi 3 volte in 1000km (che per i più è uno scandalo).
A livello prestazioni mi sembra che siamo già ben oltre le necessità….
Fosse per me rimetterei il “decreto Ferri” (così aumenta sicurezza e diminuisce il consumo energetico per tutti..ICE e BEV…e pure le code autostradali causate non da lavori o incidenti ma solo da eccesso differenze velocità tra veicoli).
Con molte BEV seg.C/D già abbiamo prestazioni elevate…se non eccessive!
I tempi di accelerazione sono a volte esagerati per molti conducenti: troppe BEV fanno 0-100 in meno di 7sec. e non tutti hanno le capacità di autocontrollo o tecniche di guida adeguate… Sarebbe da introdurre una patente per auto ad alte prestazioni.
Questo articolo va nella categoria “buone notizie” di oggi… speriamo che domani (e non dopodomani) riescano a rendere disponibili queste batterie..
Certe novità (come batterie così.. + magari il motore DeepDrive tedesco a doppio rotore e metà peso) fanno già pregustare vetture dalle prestazioni ottimali per tutti… sempre che i costi siano ragionevoli (di acquisto e… rifornimento!).
E il GPZ 900 elettrico si avvicina… 😉