Rottwellmeyer Otto. Ovvero, lo stile retrò di un ciclomotore anni 60, “ripulito” dell’antiestetico ingombro del piccolo motore due tempi e dotato delle più avanzate tecnologie elettriche.
Viene da Tarragona, in Spagna, ed è prodotto dalla giovane azienda di progettazioni aeronautiche Aeronaval de composites. Una società specializzata nella lavorazione di materiali non convenzionali, che infatti, per la costruzione del telaio monoscocca, ha rimpiazzato il classico acciaio dei vecchi motorini con la fibra di carbonio, contenendo così il peso in soli 38 chili. Le line risultano leggere ed essenziali, con un avantreno che assomiglia più a quello di una e-bike che a quello di un ciclomotore.
Rottwellmeyer Otto è spinto da un motore da 3 kW integrato alla ruota posteriore, alimentato da una batteria amovibile da 1,6 kWh di capacità, collocata sotto il sedile. I freni sono a tamburo all’anteriore e idraulico a disco al posteriore. L’autonomia, sostiene la casa, è compresa fra 72 e 120 km.
Rottwellmeyer Otto è omologato per viaggiare alla velocità massima di 45 km/h, il che lo classifica come normale ciclomotore secondo la legge europea. Ma l’ampio range di autonomia indicato dalla casa costruttrice spagnola lascia intendere che Rottwellmeyer Otto possa essere ritarato per raggiungere anche 60-65 km/h nei paesi dove non è previsto un limite di velocità per i piccoli ciclomotori.
Il veicolo non è ancora in commercio. Attualmente è in fase di prototipazione finale. Ma sulla piattaforma Indiegogo, dove è in corso la campagna di crowdfunding, è già possibile prenotarlo al prezzo di 2.997 euro. Le prime spedizioni partiranno in marzo del prossimo anno.
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