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Rossini Energy: con Zoelino l’auto elettrica alimenta la casa

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La squadra di Rossini Energy. Al centro, seduto, Luca Rossini

In principio fu Cloudino. Ora arriva Zoelino. La start up italo francese Rossini Energy passa così dal dispositivo rivolto alle aziende a uno rivolto ai privati. Ma il principio è lo stesso: far dialogare utenze elettriche alimentate a pannelli fotovoltaici con batterie da autotrazione, in modo intelligente e bidirezionale. Cioè ricaricare rispettivamente un “muletto” o un’auto elettrica quando l’energia autoprodotta è in eccesso, prelevare energia quando le altre utenze lo richiedono e l’autoproduzione non basta più.

Sembra l’uovo di colombo, ma Rossini Energy è l’unica azienda ad averci pensato. Che si sappia, in Italia, su questo tema è avviato solo uno studio coordinato da Università di Padova e Fondazione Fenice Onlus, finanziato con i fondi europei POR FESR.

Così decolla il “Vehicle to home”

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In gergo questo si chiama si chiama V2H: Vehicle to home, dal veicolo alla casa. Si parla di energia elettrica e si parla di un’ innovazione che parte da alcune domande. Se l’auto elettrica, come  si usa dire, è “una batteria su quattro ruote”, cosa la differenzia da un normale accumulatore domestico?

Perché chi autoproduce energia elettrica con pannelli solari non può sfruttare il suo EV per stoccarla anche in funzione delle utenze domestiche, anziché comprare i costosi accumulatori consigliati da chi installa l’impianto fotovoltaico?

Insomma, perché spendere 10-15 mila euro in un Power Wall, quando la stessa funzione può farla benissimo il pacco batterie dell’auto che se ne sta ferma in garage con i suoi 50-100 kWh di energia immagazzinata? Vedendola da un altro punto di vista: se da un EV si scorpora il valore della batteria, ascrivendolo al costo della dotazione domestica, il prezzo reale dell’auto elettrica in sé diventa uguale, se non inferiore, a quello di un’auto termica.

Bilanciare carica e scarica per non restare a secco

Tutto sta nel bilanciare tempi e modi del ciclo di carica e scarica facendo in modo che i prelievi domestici non cannibalizzino quelli necessari alla trazione e viceversa. E che siano coordinati con i prelievi della rete per non lasciare mai “a secco” l’autovettura. La bidirezionaità, quindi deve essere supportata da intelligenza.

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Luca Rossini

Luca Rossini, cofondatore di Rossini Energy, ha fatto i suoi conti ed è arrivato alla conclusione che il risparmio c’è e può essere consistente. «Il nostro Cluodino è già in uso presso diverse aziende e produce un risparmio di circa mille euro l’anno: in tre anni si ripaga» dice. Perciò ha deciso di mettere a punto  un dispositivo analogo per le utenze residenziali. Lo Zoelino, appunto, presentato in anteprima a Ecomondo la scorsa settimana. Il nome deriva dalla Renault Zoe, l’auto elettrica per la quale è stato progettato. Ad esclusione della Nissan Leaf, infatti, nessun’altra autovettura elettrica è abilitata alla bidirezionalità, cioè a cedere energia. Zoelino, quindi, integra un sistema di dialogo con il pacco batterie dell’utilitaria consentendo il prelievo.

Ma c’è anche un ostacolo regolamentare

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In Italia al problema tecnico si aggiunge, per i privati, un problema regolamentare: autoproduzione _ con relativo accumulo _ e autoconsumo devono essere un sistema chiuso. Le immissioni dall’esterno possono avvenire solo tramite la rete e i distributori autorizzati. Un’automobile, al contrario, potrebbe far “entrare in casa” energia accumulata all’esterno. Magari gratuitamente sul luogo di lavoro o in un impianto che la eroga in omaggio (vedi Supercharger Tesla).

Ora le regole dovrebbero cambiare (una proposta di legge è in discussione in Parlamento), ma Rossini Energy ha pensato anche a questo, dotando il suo dispositivo di un sistema di contabilizzazione dell’energia in entrata e uscita.

Il primo passo con i muletti aziendali

Rossini Energy è stata fondata l’anno scorso. L’idea l’ha avuta Luca Rossini durante gli studi nella Scuola di Ingegneria francese Arts et Métiers, nel 2015, e si è concretizzata quando Rossini ha trovato nel gruppo francese InnoVent un socio finanziatore. Infatti la sede è Villeneuve d’Asque, nel nord della Francia. La squadra tecnica è tutta italiana ed e’ composta dallo stesso Rossini e cinque giovani collaboratori. La direzione strategica è affidata ai soci francesi. Rossini Energy e’ partita, come abbiamo visto, dai carrelli elevatori e dalla constatazione che il  loro utilizzo è generalmente limitato a poche ore al giorno.  E’ nato così il primo prodotto, Cluodino, che si è rapidamente diffuso in Italia, Belgio e Australia.

Luca Rossini: ecco come funziona

«Il funzionamento è semplice e trasparente: quando il carrello elevatore è parcheggiato, basta connetterlo al sistema Cloudino, e l’algoritmo di decisione si occupa del resto, garantendo uno stato di carica sufficiente all’ indomani» spiega Rossini. Riducendo poi la  profondità dei cicli di carica e scarica «prolunga la vita alla batteria». Grazie alla presa trifase ed alla connessione automatica via rete 4G all’ energy meter fornito insieme a Cloudino, «non si richiede nessuna interruzione dell’elettricità e si mette in funzione in meno di un’ora». Con Zoelino, si augura Rossini, i suoi dispositivi potrebbero incontrare un mercato ancor più vasto.

Oltre a Cloudino e Zoelino  Rossini Energy produce le colonnine intelligenti Pienosole, progettate per aziende dotate di pensiline fotovoltaiche, i cavi dedicati Banco, il sistema di ricarica Edi per modulare i prelievi di energia nelle fasce orarie di minor costo.

 

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2 COMMENTI

  1. C’è un piccolo problema che è sempre presente nelle Leggi italiane , sono sempre indietro rispetto alla tecnica , per non parlare dei regolamenti attuativi. Questo non è solo un problema italiano, solo che qui il ritardo si misura in anni , mentre in altri paesi sono mesi, con valutazioni rapide e puntuali di quanto serva alla collettività quanto gli costi e che vantaggi dia .
    Un piccolo aneddoto, l’inno d’Italia che più o meno tutti conopsciamo: Nei decenni si sono susseguite varie iniziative parlamentari per renderlo inno nazionale ufficiale, fino a giungere alla legge nº 181 del 4 dicembre 2017, che ha dato al Canto degli Italiani lo status di inno nazionale de iure., quindi pensate che una cosa come questa possa avere tempi brevi Ah Ah

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