Una Terra votata ai motori. Due appassionati centauri. Un progetto di mobilità “green” che guarda al futuro. Dall’unione di questi ingredienti nasce l’interessante progetto “Romagna Electric Motorcycle”, promosso da Visit Romagna, organizzazione che promuove il turismo romagnolo.
Si tratta della nascita di una sorta grande “circuito” attraverso le bellezze naturalistiche della Romagna interamente pensato per le moto elettriche. Un percorso stradale di 700 km sperimentato per l’occasione da due giornalisti riminesi, Emilio Salvatori e Cristina Zoli, i primi a promuovere il lancio dell’iniziativa in sella ad una Zero Motorcycle SR/S.
La Romagna e la sfida della mobilità elettrica
Romagna Electric Motorcycle è, di fatto, la declinazione “verde” di un progetto già esistente (Romagna Motorcycle), sempre promosso da Visit Romagna in partnership con alcune realtà importanti, tra cui Ducati. Un’iniziativa che punta a promuovere il mototurismo in regione, proponendo agli amanti del viaggio in moto itinerari e mete suggestive. E che da oggi farà felici anche i centauri elettrici.
Lungimirante lo scopo alla base di questo progetto turistico di sostenibilità ambientale, fortemente appoggiato dalle amministrazioni del territorio. Capire come, con la rivoluzione in atto della mobilità elettrica, il territorio romagnolo saprà affrontare la sfida di un turismo più sostenibile. Una nuova era che, inevitabilmente, cambierà il paradigma stesso della mobilità e anche del viaggio su lunghe distanze.
Con la Zero SR/S alla prova del “Muraglione”
I due giornalisti-testimonial hanno impiegato 4 giorni a completare l’intero percorso, necessitando di un totale di 8 rifornimenti “alla spina”.
Il “circuito” ha avuto in Rimini la città di partenza e arrivo. La Zero SR/S ha attraversato i paesaggi più caratteristici dell’entroterra romagnolo, affrontando anche alcuni degli storici valichi meta di tanti motociclisti.
Dalla Valmarecchia a Bagno di Romagna, fino ai “mitici” passi al confine toscano (Fangacci, Calla, “Muraglione”). A seguire Brisighella, il Parco dei Gessi, Castel Del Rio, Marradi, Corniolo, con vista sulla splendida diga di Ridracoli. E poi ancora Santa Sofia, il Passo del Carnaio, Sarsina. Il finale ha visto i motorider raggiungere le città di Sogliano al Rubicone e Santarcangelo, prima del meritato ritorno sul mare di Rimini.
Soluzioni contro le criticità
Come detto, 700 km in tutto, che sono serviti per testare le reali performance di una moto elettrica in un viaggio ad ampio raggio, tra pendenze miste e criticità di vario genere. Per godersi le potenzialità del mezzo elettrico ma anche per saggiare la “risposta” del territorio romagnolo ad alcune problematiche insite alla mobilità elettrica, in primis quella legata all’autonomia delle batterie. E quindi alla necessità di realizzare un’efficace infrastruttura di ricarica sul territorio.
Il viaggio esperienziale ha rappresentato quindi un’utile base di partenza su cui lavorare per chi si adopera nello sviluppo di un turismo sempre più green in Romagna.
«Sfatare i miti, individuare le criticità, preparare il territorio per essere pronti alle nuove sfide – ha affermato il presidente di Visit Romagna e sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad – sono gli obiettivi di questa iniziativa, consapevoli che il cambiamento che stiamo affrontando riguarderà sicuramente le infrastrutture del territorio, ma soprattutto la mentalità di tutti noi. Questo è davvero un progetto turistico ad alta sostenibilità ambientale. E noi, le istituzioni, con i cittadini e gli imprenditori romagnoli, ad iniziare da quelli impegnati nel settore dell’accoglienza, siamo pronti alla sfida.»
“Un viaggio contro i pregiudizi”
Più che soddisfatti i due protagonisti dell’iniziativa, i giornalisti riminesi Emilio Salvatori e Cristina Zoli. Appassionati moto-rider, abituati ai lunghi viaggi in giro per il mondo, i due centauri hanno di fatto tracciato l’intero percorso in sella alla Zero SR/S, pianificando mete e soste. Ma nemmeno troppo.
«Siamo molto contenti di come è andato il viaggio – ci raccontano – All’inizio eravamo un po’ preoccupati di rimanere “a secco” viste le lunghe distanze, ma poi ci siamo resi conto che l’ansia-ricarica è dettata molto dal pregiudizio che si ha sull’elettrico. La verità è che, con un minimo di pianificazione, il problema non sussiste. Abbiamo sempre trovato dove ricaricare le batterie, anche solo parzialmente, e incontrato molto supporto dalle varie realtà locali. Alcune strutture ricettive temevano di consumare troppa energia facendoci ricaricare, ma poi hanno capito che non era così.
In definitiva, il viaggio è stato un buon modo anche per conoscere il pensiero della gente su questa nuova mobilità e parlarne insieme per sfatare falsi miti. Anche da parte delle amminstrazioni abbiamo notato un interesse maggiore.
E poi, diciamolo, la Zero ci è piaciuta talmente tanto che ora ce la vogliamo tenere per fare nuove esperienze!»