Roboat vi può accompagnare al museo, può raccogliere rifiuti o trasportare cibo lungo i canali di Amsterdam. Rispetto ai tanti robot che si stanno sperimentando in questi mesi in varie parti del pianeta (leggi) galleggia- E’ infatti una barca a guida autonoma. Roboat, appunto.
Una cosa seria visto che abbiamo letto la sintesi dello studio di un’autorità accademica mondiale come il Massachusetts Institute of Technology. I suoi scienziati da 5 anni lavorano al progetto insieme ai ricercatori dell’Amsterdam Institute for Advanced Metropolitan Solutions.

Il Robat è già in acqua – il Mit li definisce veicoli autonomi a bordo dell’acqua (WAV) – in fase di test nel porto interno Marineterrein. Oltre gli scienziati, entusiasma anche i politici locali: “Come gestire lo spazio ristretto è un problema per molte città – sostiene Victor Everhardt, vicesindaco di Amsterdam -. Noi abbiamo una parte importante della città occupata dall’acqua, quindi, ha senso sfruttarla. Penso sia fantastico questo progetto di studio sul trasporto autonomo sui canali“.
Chiaro il concetto: utilizzare maggiormente i canali decongestiona il traffico terrestre. Si punta attraverso l’attrattiva Robat a ridistribuire il carico dei turisti in modo da spostarli dai siti più visitati verso quelli meno conosciuti.
Batteria da 12 kWh, autonomia di 9 ore
Con una velocità di crociera ridotta a 6 km/h visto che ci troviamo in “strada”, seppure d’acqua, Roboat offre una buona autonomia. Secondo i calcoli e le prove con la batteria da 12 kWh è possibile navigare in autonomia per circa 9 ore con i quattro motori in dotazione (c’è una collaborazione con Torqeedo). Una particolarità che sempre secondo i ricercatori dovrebbe permettere una maggiore manovrabilità dell’imbarcazione. A dimensioni ridotte visto che è lunga 4 metri e larga 2.

L’aspetto più significativo di questo progetto non è la propulsione elettrica ma gli strumenti che dovrebbero permettere una navigazione in autonomia seppur monitorata da remoto. Parliamo di un kit di sensori che integra diversi strumenti, ad iniziare da LIDAR (Light Detection and Ranging) che permette di misurare la distanza di un oggetto (anche un’altra barca) o di una superficie mediante un impulso laser.
Poi GPS, Doppler Velocity Log (DVL) che permettono il rilevamento di eventuali ostacoli (con la telecamera) e di trovare un percorso alternativo. Più precisamente i ricercatori di AMS sostengono che quando Roboat incontra un oggetto sull’acqua, valuta se questo si muova e determina la migliore traiettoria per evitarlo.
Intelligenza artificiale a bordo di Roboat
Oltre la sensoristica è interessante l’intelligenza artificiale in questo caso funzionale al recupero dei canali come infrastruttura urbana. In particolare per le escursioni turistiche. Nella ricerca si sono utilizzati i dati sui musei cittadini ed estrapolati dai social gli indici di popolarità con riferimento soprattutto a preferenze e modelli di viaggio dei visitatori. Elementi ricavati anche dai big data dal pass museale olandese, una card di successo.
Cosa emerge? L’uso del Roboat è un’attrattiva turistica, come la gondola a Venezia, e il “viaggio con il WAV attraverso il paesaggio turistico sarà un’attrazione a sé stante“. Con altissimo tasso di realizzabilità visto che “più del 90% dei musei si trova lungo il bordo del canale, o a meno di 200 metri di distanza a piedi“.
Conclusioni? “Lo sviluppo di nuovi pacchetti turistici con il WAV permette ridistribuzione dei turisti, riduzione della congestione urbana e valorizzazione economica di destinazioni meno conosciute“. Se funziona non è male come risultato per un robot, anzi per il Roboat.
In Italia stiamo costruendo un robot elettrico dragatore
http://www.hmservice.ch
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