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RITRATTI / Giugiaro e l’elettrico, amore sofferto

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Iniziò a occuparsene alla Ghia, mezzo secolo fa

Me ne occupai già nel 1996, alla Ghia. Il problema è l’autonomia. La Tesla è una meraviglia se devi viaggiare in città, ma è diverso se devi andare al mare o a Garessio. Io penso che si affiancherà al motore tradizionale, che però non scomparirà. A meno che non lo decidano le leggi“. Il virgolettato che avete appena letto è una summa del pensiero che Giorgetto Giugiaro riserva alla trazione elettrica in un’intervista, a firma di Stefano Parola, pubblicata su la Repubblica il 7 agosto 2018. Quel giorno, il designer piemontese ha festeggiato l’80esimo compleanno appunto nella natìa Garessio, là in Val Tanaro. In quella che letteratura e dialetto codificano come la Provincia Granda. Ossia, in breve, la provincia di Cuneo, da dove raggiungere “il mare”, la Liguria o la Costa Azzurra, è più di una consuetudine estiva.    

Le due lezioni di Giorgetto

L’intervista a la Repubblica non ha avuto molta eco. Un po’ perché l’Italia in quei giorni pensava tout juste a lettini e ombrelloni. Un po’ perché era ingabbiata nelle pagine di cronaca torinese, ma avrebbe meritato ben più nobile collocazione. E non solo per la statura del personaggio. Due, almeno, sono le lezioni che si ricavano da quelle parole.

Giorgetto Giugiaro al lavoro (foto dal sito Gfgstyle.it).

Lezione uno: l’elettrico è un orizzonte che l’industria occidentale dell‘automotive rincorre da tempo. Probabilmente dai suoi albori, ma sicuramente, come spiega Giugiaro con la sola allusione alla Ghia, almeno dagli anni ’60, gli anni del grande boom. Come dire: l’avvicendamento tra l’era dei motori termici e quella dell’elettrico è qualcosa di meno brutale di quanto l’opinione pubblica  possa pensare. Qualcosa a lungo cercato, ipotizzato, costruito e oggi, finalmente, vicino a realizzarsi. Sebbene, ed è sempre Giugiaro a confermarlo, le due ere siano destinate ancora per un po’ a convivere.

Lezione due: a questa transizione stanno lavorando, e non da ieri, le migliori italiche menti del design applicato all’automotive. Oltre Giugiaro, basta citare Walter de Silva, che ha offerto  la propria preziosa matita, a una società tedesca di engineering, la Edac, che disegna auto elettriche per conto della cinese Arc Fox. O ancora si può citare Roberto Piatti, che con la Torino Design ha messo il proprio estro nel progetto Made in Usa della Sondors (guarda l’articolo), un’elettrica a tre ruote. Non è solo la Tesla, insomma, ad aver capito che puoi togliere il rombo del motore termico, ma non puoi togliere la prorompente bellezza dei lineamenti. Il personale come si usava dire una volta per le signorine di bell’aspetto; o forse, ancor meglio, non puoi togliere loro la personalità.

La Ren e la Sybilla, le sue supercar elettriche

La concept car elettrica Sybilla, progettata per un committente cinese.

La sua personalità, Giugiaro, finora l’ha trasferita a due supercar alimentate, o alimentabili, con lo spinotto e non con la pompa. E presentate entrambe dalla sua GFG,  (guarda), fondata col figlio Fabrizio, al Salone di Ginevra, rispettivamente nel 2017 e nel 2018( vedi articolo). Ovvero la Ren, un concept commissionato dalla startup cinese Techrules. E la Sybilla, commissionata invece da un’altra azienda dell’ex Celeste Impero, la Envision Energy, con base a Shanghai e centri di sviluppo in Stati Uniti e Germania. Un prototipo della Sybilla si è visto pure a Garessio, giusto il 7 agosto, nella piazzetta della Chiesa in cui il designer piemontese fu battezzato. Compendio di una piccola mostra d’arte organizzata in contemporanea dallo stesso festeggiato. La modernità più estrema, dunque, era coniugata con il cuore Vej Piemont. Ma che ruolo avrà Torino nel futuro dell’automotive sempre più a corrente continua e con sempre meno guidatori, visto che le auto andranno da sole? Risposta di Giugiaro a la Repubblica. “Qui ci sono bravi artigiani, tecnici, progettisti. Il problema è che in Italia siamo troppo individualisti. Torino può avere ancora in serbo molte sorprese, ma dipenderà da come gli italiani vorranno far evolvere la loro società”.

La Ren, altra elettrica della GFG, azienda fondata da Giorgetto col figlio Fabrizio.

 

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