I commenti dopo il quarto attentato ad un impianto di rinnovabili in Sardegna? Troppi: invitano alla violenza e giustificano il fuoco che ha distrutto i pannelli di una comunità energetica. Eccone qualcuno: Avanti così (Mary Gi), Questa è una buona notizia (Marco Cogotti). Ma si arriva pure a dover leggere un ex carabiniere in pensione, il signor Antonello Pau-Savino, che si esibisce in un “Ottimo, quanto godo“.
Sono centinaia i leoni di tastiera che incitano alla violenza. Perché non intervengono i gestori di Facebook e altri social e la polizia postale per cancellare gli account, denunciare e allontanare i violenti? Intanto dall’Università di Cagliari arriva l’appello: basta indulgenza con i violenti. E il titolare dell’azienda colpita: «Chi mette fuoco è un delinquente».
Il professor Querzoli: “Basta indulgenza”
Giorgio Querzoli è docente di Fluid Mechanics all’Università di Cagliari e su Linkedin sul tema è molto chiaro: «Troppo spesso nel dibattito sulle rinnovabili di questi mesi in Sardegna si hanno avuto atteggiamenti indulgenti verso chi ha trasceso la legittima critica ed evocato la violenza. Troppo spesso, pur di fare notizia e tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica, si sono usati toni ingiustificatamente allarmistici e catastrofisti. Questo non è solo il momento della condanna a posteriori verso i gesti violenti: è piuttosto il momento di riportare la discussione nell’alveo del dibattito democratico e isolare senza ambiguità chiunque evochi la violenza».

Adesso basta, è il messaggio. In questi mesi abbiamo letto centinaia di incitazioni all’odio, farcite di fake news. La più grossa è quella dei corsi che non fanno installare pale e pannelli. Falso: basta fare un tour su Google per scoprire in Corsica entrambe le tipologie di impianti.

Ma cosa contestano? Il furto delle multinazionali? Eppure è stata colpita una comunità energetica promossa da imprenditori locali. Qualcuno chiede che vengano compensati i cittadini? Eppure la Regione Sardegna è quella che sull’autoproduzione ha investito più risorse. Ben 678 milioni da spendere tra il 2025 e il 2030 (leggi). Ai cittadini 100 milioni e i pannelli vengono letteralmente regalati. Il bando c’è già (leggi qui).
La rabbia delle vittime dell’attentato
«Chi mette fuoco è un delinquente. Non c’è altra definizione. Perché non colpisce solo una micro impresa come la nostra dove ci sono persone che semplicemente lavorano e vogliono investire nella propria comunità e nel proprio territorio, ma la speranza di un futuro diverso, di un’energia pulita, di un progetto che nasce anche per il bene dei nostri figli». Parole nette al quotidiano La Nuova Sardegna di Mario Carbini, responsabile tecnico della società L’Avru, una delle tre imprese installatrici dei 5mila pannelli fotovoltaici andati a fuoco. Imprenditore che non vuole arrendersi e vuole concludere l’opera perché l’attentato è «un danno gravissimo per tutta la comunità». Erano previsti investimenti di natura sociale ed ecologica nel territorio con una parte dei guadagni dell’impianto.
Le persone commentano senza informarsi seguendo slogan catastrofici che non hanno riscontro nella realtà. Poi c’è anche chi sa ma vuole agitare le acque. Ma nemmeno l’ignoranza può essere una scusante per chi plaude agli attentati. Non aiutano neanche gli amministratori populisti che promettono soluzioni di autogoverno come la proposta di legge Pratobello, firmata da 200mila sardi. Lo Stato ha assunto impegni di produzione elettrica da rinnovabili in sede internazionale. Non si possono cancellare perché lo chiede una parte dei cittadini di una Regione.
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Trovo assurdo che danneggiano le rinnovabili invece di agire sul carbone!
Come possono essere così? È assurdo!
Carbone si e rinnovabili no?
Evidentemente ai Sardi piace respirare costantemente aria tossica e cancerogena, altrimenti non si spiega…
Oltre alla Redazione hanno già detto tutto Endyamar e robert, col cui pensiero sono d’accordissimo. Finché continueranno a promuovere il carbone e ad osteggiare così violentemente gli impianti delle rinnovabili boicotterò, con la mia famiglia ed altre, l’isola e i suoi prodotti.
In Francia hanno già concluso tre contratti di aquisto pubblico di energia da futuri parchi eolici Off-shore GALLEGGIANTI, tramite asta al ribasso;
gli impianti verranno costruiti, uno nel mar atlantico, due nel Mediterraneo, nel Golfo di Lione; e altri nel mediterrano arriveranno dalle aste francesi di questo autunno
i primi sono stati progettati a “soli” 25 km dalla costa, forse saranno debolmente scorgibili, allora diventeranno anche una attrazione turistica e paesaggistica;
mentre molti progetti italiani sono più spesso a 35-40 km, e allora saranno meno una attrazione turistica (forse visibili con gita in barca)
i francesi ci dicono che SI PUO’ FARE nel Mediterraneo, come dicevano gli studi che stimano 700 GW di potenza installabile nel mediterraneo, circa 150 GW già solo per Italia
i prezzi concordati nelle aste sono tra 86 e 92 euro al MW-h ( 8-9 cents al KW-h), ovvero già concorrenziali e sono la metà dei prezzi che erano stimati nel 2021
notare che i nostri non sveglissimi (o forse sveglissimi) politici italiani attuali, nei prossimi decreti FER intendono usare come base d’asta ancora i prezzi del 2021, quasi volesserro far costare di più da noi le rinnovabili
va dettio che in aree meno ventose del Golfo di Lione, va fatta la tara e i prezzi sarebbero stati circa 100-120 euri al MWh; ma ancora molto sotto ai prezzi del 2021; e si prevede che tra 5 anni i costi saranno ancora più bassi, la tecnologia dell’eolico off-shore GALLEGGIANTE inizia ad essere matura
i progetti francesi prevedono di usare tecnologia nuova Cinese (turbine e piattaforme in metallo da 21 MW), o se non sarà pronta in tempo, di usare tecnologia europea già rodata, ovvero turbine da 15 MW e piattaforme galleggianti in cemento
sono le stesse piattaforme galleggianti in cemento che una ditta vorrebbe produrre in Sardegna
https://www.vaielettrico.it/eolico-spinge-loccupazione-in-sardegna-625-posti-a-oristano/
ce la faremo a salire sul treno dello sviluppo economico e ambientalmente sostenibile, o rimaniamo ostaggio di tre-quattro attentatori prezzolati e di gruppetti che cercano di sembrare sui social più numerosi di quanto siano?
Quando inizieranno a calare i turisti (io ho già iniziato, non mi vedranno più) saranno contenti di restare nella loro bella isola carbonizzata.
Sarebbe interessante provare a capire cosa porta certe persone a impegnarsi in simili attività.
Perchè il nostro cervello di solito lavora per il consumo minore di energia. Quindi perchè impegnarsi fisicamente e mentalmente per fare cose stupide e insensate quando potrebbero starsene a casa o andare a divertirsi?
O forse sono tutte persone represse e cariche di odio per altri motivi e si fanno abbindalore da abili pifferai capaci di incanalare il loro odio verso i proprio obiettivi?
Cosa dobbiamo aspettarci? Inizieranno a credere nel deep state sardo? Fonderanno il movimento QAjò (ispirandosi a QAnon)? Indosseranno la berrita con scritto MSGA?
Invito questi personaggi a uscire dal guscio e iniziare a vivere… invito che ovviamente andrà a vuoto.. 🙂