Dopo mesi con in primo piano i contrari alle rinnovabili finalmente un convegno dove si affronta il tema con l’apporto di scienziati e addetti ai lavoro. Appuntamento a Cagliari mercoledì 4 dicembre dalle 15 – aula magna del Campus di Ingegneria in via Marengo 2 – per il primo Forum Energia organizzato da Legambiente Sardegna in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari.
I rischi del cambiamento climatico, la necessità di ridurre la C02
Negli ultimi mesi non sono mancate manifestazioni con blocchi stradali, attentati contro tre impianti dedicati alle rinnovabili, una raccolta di firme – oltre 200mila adesioni – per una legge di iniziativa popolare che di fatto marginalizza le rinnovabili e apre le porte al fossile pur chiamato idrogeno (non specificano che questo deve essere prodotto solo da rinnovabili per essere sostenibile).
La scena è stata dominata da un avversione alimentata da un fiume di fake news e si è lasciato poco spazio alla riflessione scientifica. Noi di Vaielettrico abbiamo ospitato un confronto tra le due posizioni (vedi qui i due video).
Ora segnaliamo un’iniziativa – sul fronte politico è corsa del Consiglio regionale all’approvazione delle aree idonee entro il 10 dicembre, prima della pronuncia della Corte costituzionale sulla moratoria regionale – che offre voce alla riflessione scientifica. Nell’invito Legambiente sottolinea come «Il clima che cambia mette sempre più a rischio il nostro futuro. L’aumento delle temperature, la siccità e l’innalzamento del livello del mare sono fenomeni ai quali la Sardegna è particolarmente esposta e subirli passivamente rende sempre più vulnerabili gli ecosistemi e incerta la tenuta del nostro sistema socioeconomico, aggravando il già preoccupante processo di spopolamento». Al centro il cambiamento climatico.
Valorizzare il sole e il vento per una filiera industriale delle rinnovabili
Gli organizzatori chiedono la valorizzazione delle risorse naturali in modo partecipato – il sole e il vento – «perché questa disponibilità possa trasformarsi in beneficio per il territorio, posti di lavoro e crescita economica».
Il tema è al centro del primo Forum Energia organizzato da Legambiente Sardegna in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari.
Ai lavori, che saranno coordinati dalla presidente Marta Battaglia, dalla direttrice Valentina Basciu, e da Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna, parteciperanno amministratori, tra i quali l’assessore regionale all’industria Emanuele Cani, e l’assessora alla difesa dell’ambiente, Rosanna Laconi; esperti del settore; rappresentanti delle associazioni, come il presidente di AERO Fulvio Mamone Capria, il presidente di ANEV Simone Togni, di ItaliaSolare Paolo Rocco Viscontini; esponenti del mondo delle aziende.
Importante la partecipazione dei docenti universitari della facoltà di ingegneria che da anni studiano il settore energetico sardo.
É stata invitata la presidente della Regione Alessandra Todde. Concluderà i lavori il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.
== Possibile lista della spesa per l’isola
— 2 GW fotovoltaico a terra o agrivoltaico (4.000 ettari lordi, su 2.410.000)
— 1 GW fotovoltaico sui tetti
— 1-3 GW eolico a scelta su terra o in mare a 35-40 km dalla costa
— bacino idroelettrico già presente + 5 GW-h batterie x storage giornaliero
— 2 laghetti artificiali in collina per fare 30-100 GW-h x storage settimanale
== On-line c’è un tool per progettare laghetti per storage energia,
esplorando la cartografia, Sardegna compresa, le istruzioni si trovano qui:
https://www-pv–magazine–australia-com.translate.goog/2024/10/09/energy-storage-is-a-solved-problem/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
== Proposta per superare l’impasse mediatico:
accordarsi tra investitori e amministrazioni, per pagare “spontaneamente” ai Comuni 0,3 cents per kw-h rinnovabile prodotto sui loro territori, oltre come ora gli affitti dei terreni; un piccolo Comune sfiorerebbe il milione di euro di entrate annue, con cui tagliare le tasse o aumentare i servizi, sarebbero gli abitanti e i Comuni a farsi avanti, come avveniva in passato anche in Sardegna (ci sono video interviste Rai di qualche anno fa); per un investitore sarebbe meglio la gabella che perdere anni di tempo, perchè produrre gli costa 4-5 cents x kw-h, e viene pagato bene, circa 7,5 cents
quando una gabella simile la propose Schifani lo derisi, e in effetti in Sicilia hanno capito altri vantaggi per il territorio di questi impianti energetici e non c’è stato bisogno di creare uno scambio “più evidente”, ma in Sardegna dopo la massiccia campagna anti-rinnovabili del giornale Unione Sarda, potrebbe servire a sbloccare la situazione, visto che la giunta fa fatica a contrastare le bufale;
la stessa idea di 0,3 cents a kw-h, è stata proposta per gli impianti rinnovabili nel Sud della Germania, area più ostica alle rinnovabili rispetto al loro Nord