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Rinnovabili, a marzo record di produzione fotovoltaica in Europa

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Nella prima settimana di marzo, forte calo dei prezzi dell’energie elettrica sui mercati europei dell’elettricità. Grazie alle rinnovabili, Germania, Francia e Italia hanno stabilito nuovi record di produzione di energia solare fotovoltaica. Mentre la produzione di energia eolica è aumentata in Germania e nella penisola iberica

Se Maometto non va alla montagna, ci possono provare le rinnovabili. In altre parole: in attesa di capire se si potrà mai disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’elettricità, la soluzione arriva dalle energie green. E la risposta è sempre la stessa. Per abbassare il costo delle bollette occorre aumentare la produzione degli impianti che sfruttano il sole e il vento.

Rinnovabili, produzione record del solare: la Germania ha visto un incremento del 127% e l’Italia del del 65%

E’ successo nella prima settimana di marzo. La produzione di energia fotovoltaica ha registrato un aumento notevole nei mercati tedesco, francese e italiano rispetto alla settimana precedente. In particolare, il mercato tedesco ha visto un incremento del 127%. Seguito da un aumento del 65% in Italia. Il mercato francese ha registrato un aumento più contenuto, pari al 23%. Mantenendo comunque una tendenza al rialzo per la terza settimana consecutiva.

Un risultato che non c’è stato sui mercati iberici, dove ci sono stati cali significativi: il 16% in meno in Spagna e il 23% in Portogallo. In Spagna, la produzione di energia solare fotovoltaica è diminuita per la seconda settimana consecutiva.

Nella prima settimana di marzo, in calo la domanda di energia elettrica e il prezzo del gas naturale sui mercati finanziari

Ma torniamo ai risultati positivi. Grazie alle rinnovabili da record, il 4 marzo scorso, l’Italia ha generato 109 GWh di energia fotovoltaica. Mentre il giorno successivo la Francia ha prodotto 113 GWh. La Germania ha stabilito record di produzione ogni giorno della settimana, con un picco di 273 GWh il 6 marzo, il valore più alto mai registrato per un mese di marzo.

Oltre all’aumento della produzione di energia rinnovabile, altri fattori hanno contribuito al calo dei prezzi dell’elettricità. La domanda di elettricità è diminuita nella maggior parte dei mercati europei, e i prezzi dei combustibili (come il gas) e della CO2, sono scesi. Questi elementi hanno creato un ambiente favorevole per la riduzione dei costi dell’elettricità.

Con le rinnovabili record servono sistemi di accumulo

La prima settimana di marzo ha dimostrato come l‘aumento della produzione di energia rinnovabile possa avere un impatto significativo sui prezzi dell’elettricità. I record stabiliti in Germania, Francia e Italia sono un segnale positivo per la transizione energetica e la mobilità elettrica.

Ma le rinnovabili con risultati record non bastano. Per questa ragione diventa ancora più importante sviluppare quanto prima una rete di sistemi di accumulo dove immagazzinare l’energia elettrica in eccesso durante i picchi della produzione da eolico e fotovoltaico.

Così come sono fondamentali gli investimenti sulla rete, per evitare colli di bottiglia tra le regioni meridionali – dove si trova la maggior parte degli impianti rinnovabili – e quelle settentrionali. Dove maggiore è la domanda di energia.

  • LEGGI anche e guarda il VIDEO: Contro il caro bollette, taglio dell’Iva e distribuzione “intelligente”

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16 COMMENTI

  1. So dai parenti che vivono a Madrid che in questi ultimi anni subiscono in cambiamento climatico che ha reso molto più lungo e piovoso l’ inverno (e ciò potrebbe spiegare il calo di FV in Spagna, su cui passano molte più perturbazioni che in passato, con il pericoloso fenomeno “DANA” che devasta territori..come a Siviglia o le Canarie).

    In Europa e in particolare in Italia siamo sicuramente in grave ritardo con l’ accumulo da f.e.r.

    Sfruttando due fenomeni spesso in antitesi (forte vento e soleggiamento) con adeguati accumuli si potrebbero coprire anche più del 70% dei consumi nazionali (stando agli studi recenti) e lo sviluppo di nuove forme di produzione (biocarburanti da scarti agricoli e urbani e allevamento) potrebbero veramente contribuire a raggiungere rapidamente gli obiettivi energetici necessari.. ci credo8ed investono ovunque..pure negli Emirates (ho visto su Reuter un servizio su una start-up che produce bio gas con gli scarti urbani usando allevamenti di.. mosche! Non vorrei che gli unici a rimanere con un pugno ✊ di mosche 🪰🪰in mano fossimo solo noi italiani e… statunitensi! seguendo le politiche devastanti di Trump (che ci sta riportando agli anni ’70)

      • Ciao Damiano, negli studi recenti (2023-2025) personalmente direi che siamo pronti già oggi per fare 100% rinnovabili

        sommando FV, Eolico, Idroelettr., Geoterm, accumuli e sto imparando anche le biomasse hanno un ruolo (ma non per fare biofuel, filiera molto poco efficente)

        giusto l’ultimo tratto per arrivare a 100% richiede elettrolizzatori per la filiera di idrogeno verde-> ammoniaca-metanolo-metano verdi

        ad oggi sarebbe costoso, ma ora che ci arriviamo sarà banale anche lui.. i prezzi degli elettrolizzatori scendono (anzi in Cina sono già scesi).. e fa a tempo a scendere di costo anche eolico off-shore (visto che da noi amiamo poco quello su terra)

        2035
        -> 100% rinnovabili settore produz. elettricità per circa 350-400 TW-h anno (Italia)

        2045-2055
        -> decarbonizzazione trasporti, riscaldamenti case, industria hard-to-abate, e crescita della produzione lorda di elettricità rinnovabile sino a 700 TW-h anno (assorbe man mano i consumi di questi settori)

        • Grazie >R.S. 😁
          Intanto mi stavo leggendo notizie del nuovo Decreto F.E.R. T del MASE… Se cominciano ad organizzare anche lo sfruttamento dei cicli di recupero calore da impianti… alla fine non ci sarà tutta questa mancanza di energia in Italia… Ovviamente impianti a grande sviluppo di calore (es. le acciaierie ..) dovranno sopravvivere alle attuali e future condizioni di mercato (con extra-produzione sia in Europa che Cina ..e le politiche di dazi e contro-dazi)

          • non ho il tempo, sennò sbufalerei più in dettaglio un po’ delle sparate di alcuni dirigenti e politici furbetti sulle accierie italiane che secondo loro non potrebbero essere alimentate a rinnovabili + accumuli,
            mentre sta già avvenendo progressivamente

            esempio:

            dichiarano sui giornali che per il sito di acciaieria più grande italiano servirebbero 130 ettari di accumuli, e invece ho letto i dati energetici sul loro bilancio di sostenibilità e ne basterebbe 1 ettaro..
            e considera che hanno spazi immensi disponibili in fianco agli scali ferroviari che arrivano dentro alle sedi delle acciaierie

            fanno queste dichiarazioni per spalleggiare il tormentone nucleare, immagino per ingegnarsi i politici di governo, o forse immaginando di poterci mangiare sopra anche loro (in incentivi, oppure in commesse, l’acciaio per usi nucleare leggevo viene pagato almeno 2x a parità di identiche specifiche, e sicuro pagato molto meglio al kg che per fare tante ma banali torri eoliche, o piattaforme galleggianti quasi di ferraccio)

          • Una delle zone prossimamente interessate al passaggio ai forni elettrici alimentati da F.E.R. (FV+eolico) è Piombino (LI) che ha spazi sufficienti.
            I miei timori ora però sono sull’eccesso di offerta globale e le alterazioni delle politiche USA al mercato; è stamattina sul IlSole24h e Reiters una serie di articoli sui timori dei produttori automotive (Tesla compresa) nel continente USA per ritorsioni… spropositato aumento dei costi materiali (tra i quali l’ acciaio importato) e componenti .

            Difficile pianificare investimenti enormi e molto lunghi nel tempo di costruzione e, soprattutto, di “ritorno finanziario”..

            Spero che questo periodo “pazzo” duri ancora poco..
            in USA stanno montando diverse proteste contro le scellerate politiche di TrumPutin & D.O.G.E.

  2. È qui che l’idrogeno trova utilità. Surplus di energia rinnovabile che verrebbe sprecata può essere trasformata in idrogeno e poi riconvertita in elettricità al bisogno.

    • Ciao,
      mi pare di capire c’è una specie di graduatoria di urgenza nel “bestiario” degli accumuli; seguendo la graduatoria nell’inserirli nel sistema man mano che crescono anche le FER, si ha la spesa minore e il minor costo energia:

      – oggi, accumuli a batterie a 2-4-6 ore (ed idroelettrici già presenti a 8-10 ore, in Italia ne abbiamo già ma li usiamo poco)

      – domani, accumulo a lunga durata (LDES) da 8-10-40 ore, batterie a flusso, termici, nuovi accumuli idroelettrici, CAES, etc

      – dopodomani, accumuli stagionali tramite elettrolizzatori come se piovesse per la filiera dell’idrogeno-ammoniaca-metanolo-metano verdi 🙂

  3. L’Italia è nella direzione giusta con rinnovabili anche se bisogna accelerare molto di più ma soprattutto si stanno sviluppando molto gli accumuli. Torneremo a prezzi uguali se non più bassi che avevamo una volta 🙂

    • Veramente si stano svilluppando gli accumuli, mi pare che la banca d’italia sostenesse il nostro grande ritardo.
      Ho letto male oppure hai altre notizie.

  4. Vivo in Friuli, non proprio una terra favorevole al solare fotovoltaico, eppure la prima decade di marzo di quest’anno è stata molto produttiva. Ho un impianto da 5,87kW e ho prodotto ogni giorno più di 20kWh con il massimo di 22,8.
    Sono riuscito a ricaricare col fotovoltaico ogni giorno da 3 a 6 kWh direttamente durante la produzione collegando l’auto da una a due ore.
    Tradotto in km, considerando che col rialzo delle temperature i consumi si abbassano, sono dai 20 ai 40 km al giorno circa.
    P.S. no non sto a casa tutto il giorno. Lavoro a turni come l’80% degli operai metalmeccanici e uso la macchina anche dopo per commissioni, spesa, palestra etc. Semplicemente a ridosso dell’ora di pranzo l’auto sta parcheggiata comunque e la regola in famiglia è: se c’è il sole collegare la spina.

    • Abbiamo le stesse regole (e produzione simile). Anche io a Marzo 23% solare alla wallbox. Col crollo dei consumi, con la fine dell’inverno siamo a 4,5€X100 Km circa. Altro che calo petrolio.

  5. E’ diminuito il prezzo del metano all’ingrosso, già ormai mezzo mese vicino ora ai 40€/MWh ma non quello dei distributori, che sono fermi ai prezzi massimi generati con il picco del gas di metà febbraio 2025 di circa 58€/MWh. E’ la solita presa per i fondelli, quando il gas va alle stelle sono prontissimi ad alzare i prezzi nei distributori, quando invece scende ci mettono il triplo tempo a farli calare.

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