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Rinnovabili, l’accumulo fa boom (ma non basta)

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Balzo in avanti nei primi mesi del 2022 per le installazioni di impianti di accumulo. Ma numero e dimensioni medie dell’installato non colmano il gap rispetto agli obiettivi PNIEC. I dati sono stati diffusi di Anie Rinnovabili.

Al 30 giugno 2022 risultano installati ben 122.279 sistemi di accumulo (SdA), per una
potenza complessiva di 720 MW e una capacità massima di 1.361 MWh. A questi si
aggiungono gli impianti di Terna per complessivi 60 MW e 250 MWh. In rapida crescita le installazioni per trimestre da inizio 2021.

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La tecnologia più diffusa è quella a base di Litio (98,5% del totale) seguita da quella a
base di Piombo (1,1%).  La quasi totalità (93%) è di piccola traglia: 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 5 e 10 kWh (40%) e di quelli con capacità inferiore a 5 kWh (21%) e compresa tra 10 kWh e 15 kWh (26%).

Batterie al litio, piccole e con fotovoltaico

La principale configurazione utilizzata per i SdA è quella “lato produzione in corrente
continua”, che ricopre il 77% del totale, mentre quella “lato produzione in corrente
alternata” e quella “lato post produzione” ricoprono rispettivamente l’8% e il 15%.
Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 97% di taglia residenziale.

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La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (27.652 SdA per una potenza di 143 MW e una capacità di 281 MWh). Segue il  Veneto (18.317 SdA per 99 MW e 216 MWh) e lEmilia-Romagna (9.660 SdA per 58 MW e 100 MWh).

I dati Terna registrano l’entrata in esercizio di un terzo sistema di accumulo abbinato ad una centrale termoelettrica per una potenza di 10 MW ed una capacità di 10 MWh.

Il trend del 2022  è in notevole crescita per numero, potenza e capacità di accumulo rispetto ai periodi precedenti: 47.159 installazioni per una potenza di 303 MW e una capacità di 632 MWh.

Un boom targato super incentivi

ANIE Rinnovabili ritiene che il risultato conseguito nei primi tre mesi del 2022 sia frutto dei meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura relativi alle detrazioni fiscali non solo del Superbonus 110%, ma anche della ristrutturazione edilizia 50%.

Il fatto che nell’ultimo trimestre si sia stabilizzato il numero di installazioni con una media di circa 8.500 unità/mese potrebbe essere sintomo di un rallentamento dettato dai cambiamenti normativi.

Si conferma però il trend di crescita del segmento di mercato degli accumuli di media taglia abbinati ad utenze fotovoltaiche, sia residenziali che delle piccole e medie imprese.

Entro fine anno dovrebbero entrare in esercizio circa 346 MW, di cui 250 del progetto
pilota Fast Reserve di Terna e 96 MW aggiudicati all’asta del capacity market tenutasi nel 2019, tendenzialmente connessi alla rete di media e di alta tensione.

Ora le regole per l’accumulo remunerato

E’ previsto che si riservi una banda del sistema di accumulo per il servizio di regolazione primaria di frequenza. Per questo ARERA, l’Autorità dell’Energia, ha previsto che si passi da un servizio gratuito ad un servizio remunerato attraverso l’attivazione di procedure concorsuali.

Questo consentirà agli operatori privati, attraverso il nuovo Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico (TIDE), di entrare nel nuovo business dell’accumulo, pianificando al meglio gli investimenti.

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Il ritardo pregresso sui sistemi di accumulo di grande taglia, in particolare quello
centralizzato, potrebbe essere colmato dai 1,1 GW aggiudicati da Terna nell’asta del
capacity market di fine 2021 e dalle future aste di Terna per l’attuazione delle disposizioni
dell’art. 18 del Dlgs 210/2021.

Ma servirà accumulo per 10,5 GW

Resta comunque molta strada da fare in funzione di una quota di rinnovabili che arriverà nel 2030 al 72% secondo l’ultimo aggiornamento al PNIEC. Si calcola infatti che saranno necessari impianti di stoccaggio per almeno 10,5 MW di potenza installata e una capacità di 50 GWh.

ANIE Rinnovabili è l’associazione che all’interno di ANIE Federazione raggruppa le imprese costruttrici di componenti e impianti chiavi in mano da fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, biomasse, geotermoelettrico, idroelettrico e solare termodinamico. Nel 2018 l’industria italiana delle Energie Rinnovabili ha registrato un fatturato totale pari a 5,3 miliardi di euro, di cui 2,3 miliardi di euro di esportazioni.

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10 COMMENTI

  1. quindi il grosso sono impianti di casa, bene se non fosse che i dati sono drogati dal 110% senza di questo la convenienza di un accumulo domestico non esiste e già con la detrazione al 50% siamo al limite come rientro dell’ investimento. A me piacerebbe installarla ma perchè dovrei anticipare migliaia di euro per avere forse un guadagno minimo tra 7 anni? va bene l’etica e la ecosostenibilità ma non ci mangio con queste

    • Faccia i conti: un guadagno minimo fra sette anni, più un guadagno per altri 10 o 20 anni. Un piatto in tavola ogni giorno lo tira fuori, no?

  2. Penso che per il fotovoltaico l,accumulo di energia sarà una buona svolta in special modo nei grandi impianti….

  3. L’accumulo farà anche boom, ma a che costi x le casse statali? E con quali vantaggi x l’ambiente?
    Riconoscere una detrazione fino a 1000 € per ogni kWh di capacità della batteria, oggetto che di fatto aumenta le perdite (meglio sarebbe scambiarsi l’energia) del sistema nel complesso (per accumulare qualche decina di c€ per ogni kWh) é spreco di denaro e risorse.

    • In realtà no perché l’accumulo può servire per bilanciare la rete, e togliere l’intermittenza degli impianti, di fatti stanno puntando anche al utilizzo delle batterie auto quando non sono in uso.
      Lo scambio a senso di esserci se c’è un esubero in una zona e una maggior richiesta in una vicina, per non impegnare la rete, ma per questo ci sono le comunità energetiche.

      E non è uno spreco visto che le tessere verso EU le paghiamo tutti, quando c’è la possibilità è giusto usufruirla, se no comunque verrà usufruita da qualche altro cittadino europeo 🤷

    • Qualcuno mi sa spiegare perchè le energie fossili, quindi anche benzina e gasolio, sono sovvenzionati? I petrolieri sono così poveri? Questo puzza molto di assistenzialismo lobbistico

  4. Il problema più difficoltoso sono ancora la burocrazia, io mi trovo ancora con il progetto con risposta di diniego ed è già la seconda volta, sempre sul impianto fotovoltaico, ora si sono attaccati alla questione impatto visivo, quando avevamo già previsto che il tetto avesse lo stesso colore dei pannelli, e tolto i camini superflui e non utilizzati per avere un armonia lineare senza troppe/buchi, dovevamo partire la prossima settimana e invece siamo ancora una volta in balia degli enti, così siamo arrivati a quota 20 mesi burocratici 🤦🤦🤦

    E questa sarebbe la famosa semplificazione.

    • Beh mi sembra di capire comunque che sei di fronte ad una realtà con evidenti limitazioni non dovute all’installazione in se di pannelli. Anche perché se parli di impatto visivo non ci sono iter semplificati che tengano, prima di arrivare a quello occorre risolvere appunto i problemi in essere che ti impediscono di arrivare alla fase successiva, che ti assicuro essere una passeggiata, specie se ti affidi ad un professionista che ti segue la pratica (senza spaventarsi, nel mio caso il progettista del mio installatore)

      • Tranquillo a parte l’incazzatura del primo momento, ora mi devono spiegare loro perché noi no e tutti gli altri si, 200 foto della zona con di tutto e di più e le limitrofi, quando la normativa prevede case storiche o zone storiche, ing. e studio che ci segue hanno già risposto.

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