L’Italia in fondo alle classifiche Ue per la produzione di idrogeno. L’accusa in un report del Politecnico, secondo cui nel Pniec ci sono solo il 2,1% e il 6,4% della domanda potenziale nell’industria e nei trasporti. E mancano le rinnovabili necessarie per la produzione di idrogeno verde. Solo di fotovoltaico si dovrebbero triplicare gli obiettivi al 2030
Se ne scopre una al giorno. L’ostruzionismo del governo di destra allo sviluppo delle rinnovabili è destinato a trascinare l’Italia in fondo alle classifiche di tutte le tecnologie delle rinnovabili. In particolare delle più innovative.
Vaielettrico ha denunciato – a più riprese – i ritardi nel settore delle rinnovabili “tradizionali” come eolico e fotovoltaico, da ultimo con l’approvazione del decreto “Agricoltura” (che frenerà lo sviluppo del solare) e “Aree idonee” che rimettono in discussione i progetti eolici, in particolare nelle regioni meridionali.
E’ di pochi giorni fa la presentazione dello studio del Politecnico di Milano che mette in evidenza come l’Italia non creda più di tanto allo sviluppo della tecnologia dell’idrogeno per la decarbonizzazione delle attività economiche, in particolare nell’industria e nei trasporti.

Il governo ha fissato obiettivi sulla produzione di idrogeno lontani dal fabbisogno per decarbonizzare industria e trasporti
Lo si può leggere nello studio ‘Hydrogen Innovation Report 2024’ realizzato dal dipartimento Energy&Strategy (E&S) della School of Management del Politecnico di Milano.
Cosa dice lo studio? In sostanza che all’industria servirebbero 5,4 milioni di tonnellate di idrogeno all’anno, di cui 4,1 milioni a quella hard-to-abate (che permetterebbero di evitare l’emissione di fino a 27,37 milioni di tonnellate di CO2 l’anno). E altre 2,1 milioni di tonnellate servirebbero ai trasporti pesanti.
Peccato che nel Piano energia e clima (Pniec) del governo al 2030 si preveda appena 0,115 milioni di tonnellate per utilizzi industriali e 0,136 milioni di tonnellate per i trasporti, cioè rispettivamente il 2,1% e il 6,4% della domanda potenziale massima stimata da E&S.
Per la produzione di idrogeno occorrono più rinnovabili e triplicare gli obiettivi al 2030
Del resto, è anche vero che per raggiungere gli obiettivi indicati dagli esperti del Politecnico l’Italia dovrebbe accelerare molto di più di quanto non preveda il governo nel Pniec per lo sviluppo delle rinnovabili, fondamentali per la produzione di idrogeno verde.
“Per consentire la sola produzione annua di 7,5 milioni di tonnellate di idrogeno richiesti per industria e trasporto pesante servirebbero 250 gigawatt aggiuntivi di rinnovabili, tre volte gli attuali obiettivi di fotovoltaico al 2030, 500 gigawatt se si includono i consumi termici del settore civile” ha spiegato Vittorio Chiesa, direttore di E&S e tra gli estensori del report.
Diventa così abissale la differenza tra l’Italia e il resto dei paesi della Ue. Come sottolinea lo stesso rapporto del Politecnico. A cominciare da uno dei paesi leader del settore “In Europa si viaggia ad altre velocità: in Germania gli obiettivi di consumo di idrogeno sono stati rivisti al rialzo nel corso del 2023 e gran parte del fabbisogno sarà coperto da importazioni”.
Ma non solo i tedeschi credono nelle potenzialità dell’idrogeno per la decarbonizzazione delle attività economiche: “La Francia, che pure dispone di energia nucleare, punta a produrre localmente entro il 2030 più dell’80% di quanto le occorre“.
Quanto alla Spagna, si candida a diventare esportatore della «molecola verde» (ruolo ambito anche da diversi Paesi del continente africano) puntando entro fine decennio a 11 GW di capacità di elettrolisi, sfruttando il proprio potenziale di disponibilità eolica e fotovoltaica”.
Va bene che l’Italia, grazie al governo di destra, si candida a essere fanalino di coda per la crescita delle rinnovabili, ma forse così è troppo.
Io in questo momento ho un eccesso di energia prodotta e non so cosa farne. Domenica ho prodotto 31 kWh perché abbiamo acceso il forno per parecchio tempo, caricato la macchina al 100% , un po’ di condizionatore in deumidificazione ed altri consumi meno energivori ma costanti ( pompa della piscinetta in giardino, due frigoriferi, un congelatore ecc). Quello che non capisco davvero è chi potrebbe installare comodamente un fotovoltaico a casa propria in modo facile e veloce e non lo fa. I prezzi sono precipitati e c’è ancora la detrazione fiscale fino alla fine del 2024, per quale oscuro motivo, chi potrebbe, si accanisce a pagare bollette insensate non lo capisco davvero.
Il Governo continua a cercare alternative che principalmente possano fornirgli un alto reddito (idrogeno, energia nucleare) oltre ai soliti derivati dal petrolio.
Per quanto riguarda l’idrogeno per autotrazione, personalmente non sceglierò mai un veicolo che abbia dei serbatoi a 600 bar (pressione necessaria per caricare i serbatoi delle automobili dedicate a tale uso). Per quanto riguarda il nucleare, stiamo ancora pagando milioni a Francia e Gran Bretagna per lo stoccaggio “temporaneo” delle nostre1800 tonnellate di scorie nucleari di 3° categoria, cioè quelle che hanno un tempo di decadimento di migliaia di anni. Il fotovoltaico non produce reddito per il Governo, pertanto è da avversare. E chissene frega della salute (e del portafoglio) dei cittadini.
“…Il fotovoltaico non produce reddito per il Governo, pertanto è da avversare…”
Soprattutto, il fotovoltaico ha il difetto di produrre energia elettrica non sottoponibile al controllo dello stato (leggi: grandi progetti e associati affarismi e tangenti), che non può più farvi i grandi “affari di stato” sopra come ha sempre fatto con petrolio e carbone e come vorrebbe continuare a fare con il nucleare.
Tutta questa induzione peserà come una condanna sull’Italia di fra 10 anni.
Già oggi nella stragrandissima maggioranza dei casi siamo alle case coi 3KWini, ed anche così bastano un po di condizionatori per mandare in blackout parti della rete.
La cosa incredibile è che invece di suonare l’allarme e dire bene mettiamoci sotto e a colpi di MLD€ rifare la rete e potenziarla sento dire “visto che non si può elettrificare tutto”.
Una resa incondizionata, accettare la desertificazione industriale, perché sarà questo il risultato finale, a me lascia basito.
Potremmo trasformare l’Italia in una specie di casa di riposo per ricchi manager e imprenditori di tutto il mondo.
Certo a loro non basteranno i 3KWini, ma distratti da cibo, musi e spiagge potrebbero accontentarsi dei 6KW.
Ad malora ragazzi.
Ormai anche i mitici 6kw sono pochi, ma proprio pochi pochi. Ricordo ancora quando li attivai 15 anni fa “ma sei pazzo? e che te ne fai? chissà quanto costeranno…” e il motivo era solo poter usare forno, lavatrice e altri elettrodomestici senza fare le combinazioni. C’era ancora la caldaia in cantina e l’auto termica in garage.
Adesso che tutto potenzialmente può essere elettrico avere trifase di “almeno” 10kw dovrebbe essere la norma, altrimenti è impossibile elettrificare il riscaldamento di case classiche (pdc ad alta temperatura).
Ci sono investimenti da fare? Certo che si. E i vari governi in realtà ci provano pure ad aiutare economicamente, con mosse più o meno sensate (superbonus è stato scellerato, ma il classico ecobonus ripaga il 66% dell’investimento). Quello che fa cadere le braccia come dici tu sono gli italiani in primis. Va bene come siamo adesso, grazie e ciao. ci sono nazioni che lottano e sgomitano per togliersi dal “terzo mondo”, e noi che ci andiamo volontariamente.
Beato te che hai i 6 kW… è da aprile del 2023 che cerco di averlo per casa mia, ma per ragioni sconosciute, il gestore della rete locale non riesce a modificare la portata del contatore elettronico.
È un continuo di domande e rimborsi perché non va a buon fine.
Ti portano veramente all’esasperazione…
cambia casa, non hai le radici, non sei una pianta.
Mi spiace Roberto, ho letto di situazioni paradossali come la tua. Io abito in provincia, in un piccolo paese, ma son riuscito a portare il trifase l’anno scorso a casa quando abbiamo elettrificato tutto. Non è costano poco, per niente, ma era a budget dentro a tutto il progetto di elettrificazione delle casa.
Spero tu possa risolvere in qualche modo.
Non riesce a modificare il contatore semplicemente perché la linea che arriva non lo rende possibile. Io avrei voluto 8 kW per il fotovoltaico, perché possiedo già un impianto da 2 kW ed avrei voluto aggiungerne 6 ma mi hanno risposto che tecnicamente non possono arrivare a più di 6 kW. Così ho messo il nuovo impianto con inverter da 3,6 kW invece di 6
Citofonare CEI che vuole i generatori domestici (inverter) in parallelo alla rete pubblica. Se l’inverter solare alimentasse solo la casa, pescando da batterie e fotovoltaico, potresti abbassare il contratto di fornitura a 1 kW come backup e metterti in casa 15 kW. Ma la CEI lo ha vietato.
Ilario … ci scommetti con me che se autorizzassero ad avere climatizzatori solo a coloro che si autoproducono la corrente per alimentarli…. correrebbero tutti a mettere Fotovoltaico anche nelle aiuole?
Niente fotovoltaico ? niente climatizzatore ! Da oggi solo “ventaglio” a mano …
(non so te col tuo nuovo impianto… ma io appena calano sotto i 3 kW prodotti fermo la ricarica dell’auto ed accendo le PdC – solo in deumidificazione ..non voglio esagerare – e climatizzo la casa fino a sera.. finché ho produzione sufficiente )
Gaaaaassss
Benzinaaaaa
Gasoooolioooo
È arrivato l’arrotino!