Come prevedibile e già scritto (leggi qui) il Governo Meloni ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la moratoria della Regione Sardegna sulle rinnovabili. Si tratta della legge che blocca per 18 mesi la realizzazione di nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili.

La Regione non può decidere di fermare le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici
Come aveva annunciato il ministro Pichetto Fratin (leggi qui) la legge approvata dal consiglio regionale della Sardegna “non è applicabile“.
Detto fatto il Governo è intervenuto nel suo ultimo consiglio dei ministri prima delle vacanze. Secondo l’esecutivo Meloni e come si legge nel comunicato stampa diffuso dal Governo: “La norma eccede dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea, violando gli articoli 3, 41 e 117, primo e terzo comma, della Costituzione; è stata, altresì, deliberata la richiesta alla Corte costituzionale di sospensione, in via cautelare, dell’articolo 3 della legge regionale impugnata“.
Associazioni di settore, ma pure i comitati contro le rinnovabili ed esponenti dell’opposizione di centro destra in consiglio regionale avevano sottolineato la debolezza di questa legge. Cosciente del tema anche la stessa presidentessa della Regione Alessandra Todde che ha voluto prendere tempo per arrestare i processi autorizzativi e cercare di approvare nel minor tempo possibile la mappa delle aree idonee.
La posizione della Todde: “Impugnativa chiesta da Fratelli d’Italia”
Todde ha subito commentato l’impugnazione. “In queste settimane alcuni hanno giudicato la nostra una legge debole, che non bloccava nulla, inutile, un regalo agli speculatori, che il governo non prendeva neanche in considerazione. Avevamo ragione noi. Al contrario, infatti, la legge si è dimostrata efficace e di impatto, obbligando il Governo ad impugnarla chiedendone la sospensione immediata visti i tanti reclami ricevuti“.
Per Todde il governo avrebbe dovuto, intanto, convocare la governatrice “come prevede lo Statuto sardo quando si trattano temi rilevanti per la Regione” e si stupisce che a chiedere l’impugnazione “siano state forze politiche – una soprattutto – che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica, mentre a Roma lavorano a testa bassa contro gli interessi regionali“. Il riferimento è a Fdi di Giorgia Meloni.

Lo scontro politico è acceso. “In attesa che la Corte Costituzionale si esprima – aggiunge Todde -, il lavoro della giunta non si ferma. La mappa delle aree idonee dovrà essere consegnata entro 180 giorni a partire dal 3 luglio e noi stiamo già lavorando alla sua stesura. Stiamo creando un comitato interno e un ufficio del Piano che si occuperanno di redigere la legge con indicazioni specifiche per le aree idonee. E lo faremo coinvolgendo i territori, le comunità, i sindaci“.
Infine il messaggio al governo: “La Sardegna – che piaccia o no – non accetterà di subire passivamente decisioni calate dall’alto“.
Aree idonee: missione impossibile?
L’individuazione delle aree idonee non è mai un passaggio facile. Ancor di più in una Regione attraversata da un’ondata di fake news che inquinano il dibattito.

Sui social sono migliaia i post e i commenti che parlano, in particolare contro l’eolico, di foreste e boschi distrutti, di strade e rotonde fatte a pezzi, di diffusione nell’aria di vetroresina e perdita di olio inquinante sul terreno. Una vera marea di invenzioni e falsità.
Questo sentimento oppositivo diffuso provoca la critica e l’opposizione all’installazioni di pale su zone produttive (leggi qui) e al revamping (sostituzione delle turbine esistenti con nuove turbine) di parchi eolici esistenti da anni e mai contestati.
C’è chi grida alla distruzione pure per le pale della zona industriale di Tossilo, nella Sardegna centrale vicino a Macomer, dove il primo progetto di parco eolico della Saras (sì, quella della raffinazione di petrolio) fu bocciato nel 2004 dalla giunta regionale guidata da Renato Soru.
Un impianto rallentato dalla burocrazia che nel 2014 portò alla prese di posizione dei sindaci del territorio, di Confindustria e dei sindacati che chiedevano di accelerare le procedure e avviare al più presto l’attività dell’impianto.
Tutto è cambiato e oggi ogni tipo di progetto viene investito dalla critica a prescindere. Per correttezza bisogna ricordare che tanti di coloro che si schierano contro le 800 autorizzazioni di nuovi impianti richiesti a Terna sono per le rinnovabili ma chiedono maggiore attenzione alla tutela del paesaggio. Per questo non sembra facile individuare le aree idonee in tempi brevi.
Referendum contro eolico e fotovoltaico
La strada è ardua per la Regione. La presidentessa Todde ha detto chiaramente di essere per le rinnovabili e contro gli investimenti sul gas (leggi qui), anche a causa di un referendum che sta raccogliendo consenso tra i sindaci.

Questo il quesito: “Volete voi che il paesaggio sardo terrestre e marino sia modificato con l’installazione sul terreno ed in mare di impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?“.
Un quesito che sembra troppo generico e che rende difficile la sua approvazione. Ricordiamo che la Sardegna ha il peggiore mix energetico italiano, il 75% dell’energia è prodotta da fonti fossili- pure il carbone per oltre il 30%, l’ultima regione in Italia a usarlo – e nonostante il 40% di energia esportata bisogna mettere in conto pure la decarbonizzazione del riscaldamento domestico, della mobilità e delle attività produttive.
lo sport nazionale dei politici Italiani ..
lo scarica barili
lo stato scarica sulla regione
la regione sul comune
il comune sullo stato
il gioco dell’oca TRUCCATO dove
nessuno vince
e nessuno FA NIENTE
intanto gli idrocarburi vanno di moda ..
e rovinano l’ambiente sbattendosene dei confini comunali,regionali,nazionali,continentali,mondiali
le rinnovabili sono brutte ??
forse ..
ma sono economiche e inquinano meno punto .
dureranno 25 anni , le nuove generazioni
potranno decidere se smantellarle o ammodernarle
almeno due volte nella loro vita
LASCIATE DECIDERE A LORO !!
my 2 cent di buon senso
spero
altrimenti vi meritate Briatore !
=== dove e cosa bruciano ora in Sardegna ===
In Sardegna hanno ancora in funzione 3 centrali,
le due grandi ciascuna con circa 170 lavoratori su più turni
– EP “Fiumesanto” presso Porto Torres (al nord, Golfo Asinara)
– ENEL “Grazia Deledda” preso Portovesme (al centro-ovest, area Sulcis/Carbonia)
– SARAS SARLUX presso la raffineria a Cagliari (al Sud)
all’incirca pare brucino:
30% – CARBONE ( centrali EP e ENEL )
30% – GASOLIO ( centrale ENEL )
5 % — PETROLIO ( raffineria SARAS)
5 % — BIOMASSE ( centrale ENEL )
il resto della produzione lo fanno le rinnovabili già installate
=== Report Terna anno 2022 e anno 2007 ===
potenza media 1.53 GW
energia generata fossile+rinnovabili nell’anno 13.400 GWh
di cui 780 consumata per il funzionamento degli impianti fossili
-> 12.620 GWh immessi nella rete elettrica
nel 2007 non sarebbero bastati ai consumi dell’Isola, cerano più attività;
nel 2022 sono stati abbondanti, con 3.510 GWh esportati (Italia e Corsica)
=== conversione in rinnovabili ===
potenza NOMINALE (POTENZA DI PICCO) delle rinnovabili
VA DIVISA PER 5 per ottenere la potenza MEDIA EFFETTIVA
1,5 GW di potenza media per alimentare l’isola,
se 0,3 GW sull’isola si fanno con idroelettrico e biomasse,
mancano 1,2 GW da fare con sole e vento
corrispondono a 6 GW nominali di rinnovabili installate,
indicati anche come 6 GWp (picco = potenza di picco)
=== conversione in superficie “affittata” ===
6 GWp si ottengono con 6000 ettari messi a pannelli, ad esempio:
> 3000 ettari di fotovoltaico a terra (es. agrivoltaico)
> 2.500 ettari di tetti degli edifici
> 500 ettari di parcheggi
e con i progressi anno su anno di resa energetica dei pannelli, i 3000 ettari diventeranno 2500 ettari
sono tanti 3.000-2500 ettari di agrivoltaico? dipende, la Sardegna sono 240.000 ettari,
e il fotovoltaico per sua natura porta redditività-guadagno ai proprietari dei terreni e un po’ di ombra parziale e umidità ai terreni (es. pascoli ora bruciati dal sole)
aggiungiamo l’eolico? magari off-shore? allora gli spazi su terra diventano ancora meno
=== consumi futuri ===
se la corrente costerà poco, verrà naturale usarla anche per:
– desalinizzatori per fare acqua dolce (come in Spagna)
– elettrificazione auto e parte della nautica (riducendo raffineria e petroliere)
– elettrificazione fornelli e riscaldamenti (evitando metanodotti e rigassificatori)
– riapertura attività industriali, artigianali, tecnologiche (sviluppo economico)
si arriva a potenza elettrica sino a 3,5 GW “MEDI”, di cui:
– 0,3 GW idrolettrico e biomasse
– 3,2 GW potenza media fatta con sole e vento,
ovvero 16 GWpicco POTENZA “NOMINALE” INSTALLATA
=== Italia ===
a transizione energetica terminata (decideremo noi se metterci 15 anni, come sta accadendo in Spagna, oppure 25 anni), come nazione arriveremo a una potenza elettrica effettiva MEDIA cresciuta a circa 80 GW, di cui circa:
>> 13 GW idroelettrici, biometano, geotermia, biomasse
>> 67 GW potenza media da sole e vento, cioè (contando il fattore x5)
circa 330 GW di potenza NOMINALE di fotovoltaico e eolico (soprattutto off-shore)
=== invasione? ===
dividendo per il numero di Regioni (20), si vede che i numeri scritti prima per la Sardegna sono previsioni NORMALI per i prossimi 15 anni, e non una “invasione”
PS: dei progetti in coda sul sito Terna (anche per la Sardegna), di quelli al primo step dell’iter, realisticamente nei prossimi anni nemmeno 1 su 3 passerà le valutazioni e verrà realmente costruito; anche perché più aumentano le installazioni di rinnovabili e più scende il prezzo di vendita dell’energia, si arriva al punto che fare nuovi impianti non è più richiesto ne redditizio, il fenomeno si auto-limiterebbe anche senza azioni da parte della Regione
R.S., non ti ringrazierò mai abbastanza per queste tue puntualissime analisi e informazioni. 🙏🏻👍🏻
Grazie per l’analisi, la “protesta” è assolutamente strumentale… Nel Sit-In a Cagliari contro il Tyrrhenian Link ci sono in foto 6 persone, cioè stiamo parlando di un’opera fondamentale e i giornali danno risalto a una protesta di 6 persone??
Siamo veramente al ridicolo, la sardegna con una produzione ancora basata su Carbone dovrebbe correre, come già scritto in altri commenti io spegnerei semplicemente le centrali a Carbone e aspetterei le proteste (stavolta quelle vere) quando non si accenderanno più luce e condizionatori.
Poi invece il gasdotto sventra la sardegna e tutti zitti, addirittura chiedono a un rigassificatore! Sembra che nessuno abbia chiaro quanto inquina e gli effetti di una nave rigassificatrice sul litorale…
Non sapevo che col paesaggio si alimentasseronle aziende e le vite delle persone.
Poi un 30% di carbone… fra ettari di agrivoltaiconed una centrale a carbone cosa c’è da discutere. Per non parlare dell’eolico. È rilassante il roteare di quelle pale.
Comunque oltre i 12,5Km dalla costa sono acque internazionali se ai sardi non piacciono le FER si potrebbe puntare sull’off-shore.
Lasciamo il carbone ai sardi. Contenti loro, contenti tutti.
Ma assolutamente NO, le centrali a carbone DEVONO essere spente in quanto inquinano l’aria e le zone circostanti.
Spegnamole e al massimo lasciamo la sardegna senza corrente. Quando non accenderanno la luce poi vedremo chi è contro rinnovabili e thyrrenian link.
Buona parte di noi sardi, figli di una formazione tecnologica piena di lacune, ci facciaml influenzare dal noto quotidiano regionale che semplicemente fa campagna contro le rinnovabili allo scopo di proteggere interessi di amici potenti.
Anche se si trattasse della salvaguardia del paesaggio, sono i sardi stessi che riempiono di discariche abusive il paesaggio (andate in giro lungo le arterie stradali principali e vedrete). Si notano certe discrepanze nel momento si accetta la costruzione del metanodotto ma non quella dell’elettrodotto.
Poi, anche se si propone la costruzione di soli parchi off shore, lontani da qualsiasi occhio sulle spiagge, il medesimo quotidiano vi fa l’articolo con tanto di fotomontaggio con pale sulla spiaggia e il commento di effisio, laureato su google che “i tonni sardi si perdono con i parchi offshore galleggianti”.
È giunto il tempo che si indaghi contro le persone che stanno muovendo questa opposizione e manipolazione dell’opinione pubblica.
cari sardi , se avete a cuore il vostro bellissimo e insostituibile paesaggio mettetevi il fotovoltaico sul tetto .
Aggiungo che “Elettricità Futura” ha presentato una denuncia alla Commissione europea per sollecitare l’avvio di una procedura di infrazione per violazione delle direttive comunitarie.
Ma la Todde non era una green dei 5 stelle?
Mi sa che mi sono perso qualche puntata di sto reality show.
Non trovate strano che questo governo totalmente contrario alle rinnovabili spinga così tanto in Sardegna?
La mia impressione è che Todde voglia limitare la speculazione senza per questo rinunciare alle rinnovabili.
Condivido.
Credo che Todde, favorevole alle FER come da suo programma elettorale, si trovi in una posizione davvero poco invidiabile.
Da un lato l’incudine delle pesanti speculazioni fatte in precedenza sulle FER e del pesantissimo lobbying locale e governativo (il famigerato e spudorato “piano Mattei”) del business del metano.
Dall’altro il martello del governo che, con una doppiezza scandalosa, firma accordi europei sullo sviluppo delle FER mentre tarpa loro le ali con decreti e testi unici di segno contrario.
La doppiezza è perfetta se lo scopo è rallentare, scoraggiare, sabotare, generare caos…
Oppure pensa cosa fare dopo il “presidente di regione”
e come Di Maio
tiene famiglia ..
un posto di “rappresentante speciale dell’Unione Europea ,Italiana o Sarda per la regione del Golfo”
non si nega a nessuno ..
-_-
I 5 stelle sono “contro”. Quando dall’altra pèarte non volevano le rinnovabili, loro protestavano per averle.
Adesso che le rinnovabili hanno molti progetti fattibili, loro sono contro.
Praticamente cavalcano l’ignoranza di chi è sempre contro a tutto.