Rinnovabili in frenata: a ottobre scendono al 42,3% della domanda elettrica

A ottobre, per la prima volta dal marzo scorso, le rinnovabili hanno coperto meno del 40% della domanda complessiva di energia elettrica, secondo il report mensile di Terna. Nonostante la crescita sostenuta della fonte eolica (+70%) e fotovoltaica (+48,7%), è venuto a mancare l’apporto della produzione idroelettrica (-48,8%).

Se uno vuole guardare a tutti i costi il bicchiere mezzo pieno, tra i dati appena pubblicati di Terna non manca un aspetto positivo. C’è la conferma della crescita del fotovoltaico in Italia, che ha superato i 40 terawattora di potenza installata. Rispetto all’anno scorso sono 8 Twh in più. In questo modo, grazie anche all’apporto della fonte eolica, le rinnovabili hanno coperto nei primi dieci mesi dell’anno il 42,3% della domanda. Il fotovoltaico, in particolare, ha soddisfatto il 15,6% della domanda, confermandosi la prima fonte rinnovabile superando l’idroelettrico.

Fin qui tutto bene. Dopo di che la situazione si fa molto più seria in negativo. I dati comunicati dal consueto rapporto mensile di Terna confermano al livello europeo il ruolo di retroguardia dell’Italia sulle energie verdi. Non è solo in ritardo nell’installazione di impianti eolici e fotovoltaici per raggiungere gli obiettivi fissati da Bruxelles. Ma non è nemmeno in linea con quando dichiarato dal governo con l’ultima revisione del Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima).

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Anche in questo caso lo vediamo dai numeri. A ottobre, le rinnovabili hanno coperto “soltanto” il 39,4% della domanda di energia elettrica. Questo è dovuto al calo della produzione idroelettrica (dovuta alle scarse piogge degli ultimi mesi), che ha visto dimezzare il suo peso rispetto all’ottobre del 2024. Tutto questo mentre il peso delle rinnovabili nel mondo cresce sempre di più.

Di conseguenza, per la prima volta da marzo sono tornati a coprire meno del 40% della domanda. Ad agosto e giugno, avevano invece coperto rispettivamente il 48 e il 48,5% della domanda complessiva. Ulteriore conseguenza, le centrali a gas hanno aumentato la loro quota di oltre sette punti percentuale nel mix complessivo.

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In altre parole, i risultati delle rinnovabili nella produzione di elettricità dipendono ancora troppo dalla quota di idroelettrico. Non a caso, la produzione in ripresa degli impianti idro l’anno scorso, ha coinciso con un primo sorpasso delle rinnovabili sulle fonti fossili.

Il fatto che le rinnovabili avanzino ancora troppo piano lo si vede anche dai dati complessivi dei primi dieci mesi. Nello stesso periodo del 2020, le rinnovabili erano arrivate a coprire il 39,9% della domanda di energia: cinque anni dopo siamo solo due punti percentuali sopra. 

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