Rinnovabili, nuovi impianti in calo del 35%: le scelte negative del governo


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Rallenta il mercato delle energie rinnovabili in Italia: nei primi cinque mesi dell’anno la nuova potenza installata è scesa del 35%. Le cause? Un calo del solare domestico (finito l’effetto Superbonus), ma anche l’incertezza normativa in seguito ai decreti del governo Meloni (Aree idonee e Agricoltura) e iter autorizzativi sempre più complessi.

La denuncia arriva dall’ultimo Osservatorio FER di ANIE Rinnovabili, elaborato sulla base dei dati Terna e pubblicato a luglio 2025. Un’analisi che fotografa una situazione critica per un settore che dovrebbe invece essere protagonista della transizione energetica.

Fotovoltaico in flessione, eolico fermo

Nei primi cinque mesi del 2025, la nuova potenza installata da fonti rinnovabili è stata pari a 2,19 GW, in calo del 35% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando si erano registrati 3,36 GW. La flessione riguarda in particolare il fotovoltaico, che pur restando la tecnologia dominante ha visto ridursi la propria crescita, passando da 2,7 GW a 2 GW su base annua. Peggio ancora l’eolico, che crolla da 530 MW a 100 MW circa. Una situazione di stallo che evidenzia difficoltà strutturali e procedurali, oltre che un contesto normativo instabile.

Rinnovabili? “Troppa burocrazia e pochi incentivi: decreti che tardano ad arrivare e iter autorizzativi che diventano sempre più complessi”

Secondo l’analisi di ANIE Rinnovabili, il rallentamento non è solo il risultato di una fisiologica decelerazione dopo anni di crescita. Al contrario, il settore sconta un quadro normativo frammentato e in continuo cambiamento, con decreti che tardano ad arrivare e iter autorizzativi sempre più complessi. A farne le spese sono in particolare le imprese che operano nella generazione distribuita, spesso scoraggiate da lungaggini burocratiche e da regole incerte.

Nonostante le aspettative create dal Decreto Aree Idonee e dal Decreto FER X, entrambi attesi da mesi, il Governo non è ancora riuscito a fornire un quadro stabile e affidabile per gli investimenti. Questo clima di precarietà frena la pianificazione degli operatori e rischia di compromettere gli obiettivi di decarbonizzazione.

Rinnovabili, tutti i numeri del calo dei primi cinque mesi

Come si legge nel rapporto Anie, a incidere maggiormente è “la flessione del fotovoltaico, in diminuzione del 25%. L’analisi dei singoli segmenti evidenzia una contrazione diffusa: il residenziale segna un -23%, il comparto C&I scende del 31%, mentre il Large Utility Scale crolla del 48%. Fa eccezione l’Utility Scale, che cresce del 13%, confermandosi come unico segmento in controtendenza“.

Nel dettaglio, il fotovoltaico continua a rappresentare la quota più significativa della nuova potenza installata, ma mostra segnali di affaticamento. I piccoli impianti sotto i 20 kW costituiscono la parte più numerosa, ma anche quella più vulnerabile alle oscillazioni del quadro normativo e ai ritardi nell’applicazione degli incentivi.

L’eolico, invece, risente pesantemente della mancanza di nuove aste e di un sistema di autorizzazioni che spesso blocca i progetti per anni. Il segmento dell’idroelettrico e delle bioenergie rimane marginale, contribuendo in maniera trascurabile al totale installato.

Dal governo 7 milioni per fare pubblicità al nucleare, zero alle rinnovabili

ANIE Rinnovabili lancia un appello al Governo affinché metta mano con decisione a una riforma del sistema normativo. La priorità è quella di definire chiaramente le aree idonee per l’installazione di impianti FER, semplificare i procedimenti autorizzativi e garantire la stabilità delle regole. Solo così sarà possibile recuperare il terreno perduto e rilanciare gli investimenti nel settore.

L’associazione sottolinea anche l’importanza di approvare rapidamente il Decreto FER X, che dovrebbe fornire il nuovo quadro incentivante per le rinnovabili. Senza un sistema di supporto chiaro e stabile, l’Italia rischia di mancare i target europei previsti per il 2030, perdendo allo stesso tempo competitività economica e opportunità occupazionali.

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Anie al Governo: “Garantire certezza agli investimenti e riformare le normative”

«La bozza del nuovo Decreto Energia contiene segnali positivi: la clausola di salvaguardia sul diritto alla connessione si estende non solo ai progetti autorizzati, ma anche a quelli che hanno superato positivamente la valutazione ambientale – afferma Andrea Cristini, Presidente di ANIE Rinnovabili. È un passo avanti, ma non basta. È fondamentale includere anche i progetti validati da Terna, che hanno già ottenuto il benestare al Piano Tecnico Operativo (PTO). Si tratta di attività avanzate, approvate dal gestore elettrico, che meritano tutela per non disperdere tempo e risorse già investite. L’obiettivo deve essere chiaro – conclude Cristini garantire certezza agli investimenti, accelerare la realizzazione delle infrastrutture di rete e favorire lo sviluppo di fonti rinnovabili e sistemi di accumulo. Ogni ostacolo non risolto oggi rischia di rallentare una transizione energetica su cui siamo già in ritardo e che sta mettendo sotto pressione l’intera filiera industriale».

  • LEGGI anche “La transizione energetica è un buon affare, solo la politica non lo capisce” e guarda il VIDEO

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