Energie rinnovabili: in Italia sono connessi alla rete un milione e 764 mila impianti solari per 33,62 gigawatt di potenza installata. In pratica, il fotovoltaico vale un terzo della potenza nucleare europea. Lo si legge in un report di Italia Solare, che ha elaborato i dati al 30 giugno
La crescita impetuosa delle energie rinnovabili, nei primi sei mesi dell’anno, è già stata certificata dai dati di Terna. La società che gestisce la rete di trasmissione ha fotografato, per la prima volta, il sorpasso sui combustibili fossili nel soddisfare la domanda elettrica in Italia.
Ma c’è di più. Anche i dati sulla potenza installata dimostrano i progressi delle energie verdi nel nostro paese. In particolare del solare: al 30 giugno, in Italia sono allacciati alla rete 1 milione e 763.977 impianti fotovoltaici, per una potenza installata di 33,62 gigawatt.
La crescita delle rinnovabili è stata spinta dal fotovoltaico degli impianti utility scale
Se guardiamo soltanto ai primi sei mesi dell’anno, sono stati aggiunti 169mila nuovi impianti, per una potenza complessiva pari a 3,34 GW: il 29% nel settore residenziale, il 35% al commerciale e industriale, mentre il restante 36% ai grandi impianti (utility-scale) con potenza superiore al MW.
Per trovare un ordine di grandezza, si può affermare che la sola potenza installata del fotovoltaico in Italia è pari a un terzo della potenza relativa alle centrale nucleari europee, 96,4 gigawatt secondo i dati Eurostat.
I numeri sono stati elaborati da Italia Solare, una delle principali associazione del settore delle rinnovabili. La crescita non è stata uniforme, ma trainata soprattutto dai grandi impianti.
I gradi impianti in crescita del 240%
“Durante il primo semestre 2024 – si legge nella nota di Italia Solare – rispetto al 2023, la potenza connessa del residenziale è diminuita del 21%, quella del commerciale/industriale è aumentata del 60% mentre per il settore utility-scale è aumentata del 240%“.
Mentre sul residenziale ha influito la fine dei benefici del Superbonus, le semplificazioni burocratiche hanno favorito gli impianti più grandi. “In meno di un anno sono stati connessi alla rete impianti pari a un terzo della potenza complessiva fotovoltaica installata del grande utility-scale“.
Ora sarà interessante capire l’impatto che avranno gli ultimi provvedimenti del governo, che sulla carta hanno introdotto maggiori ostacoli alla realizzazione di nuovi impianti. Oppure se il settore si dimostrerà ulteriormente resiliente.
Comodo parlare di potenza e non di energia prodotta. Non è così che si fa informazione corretta…
Energia prodotta in Europa,
anno 2024 (parziale primi 7 mesi):
> 51,4% rinnovabili – in rapida crescita
> 25,5% fossili – in rapido calo
> 23,1% nucliare – in lento calo
sempre come energia prodotta:
– idroelettrico (+ un po’ di biomassa) produce come il nucl
– eolico in crescita, ad oggi produce come 3/4 del nucl
– fotovoltaico in crescita, ad oggi produce come 1/2 del nucl
le proporzioni si apprezzano bene secondo me in questo tipo di grafico:
https://energy-charts.info/charts/energy/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year
parlando di energia, e non di potenza nominale instalata:
il risultato migliore si ottiene con Eolico+Solare+Idroelettrico,
perchè la somma risulta già in buona parte stabilizzata, per finire di stabilizzarla bastano le connessioni tra diverse aree e una quota più modesta di accumuli
pacchetto rinnovabili che in Europa oggi è 50% del mix energia elettrica,
e cresce +4 ogni anno, tra tre anni sarà 62%
grafico con la progressione anno su anno:
https://energy-charts.info/charts/renewable_share/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year
Per la parte tecnica si guardi il mio commento di Alexander.
Per la nazionalizzazione ha ragione sono un po’ fuori tema, il fatto è che quell’energia prodotta con 60 GW di nucleare ha dato non pochi problemi negli anni passati, tra cui problemi finanziari che hanno costretto i francesi a nazionalizzare EDF, che è stata costretta in passato a vendere energia sotto costo ai concorrenti.
Ovvero, alla fine il problema principale resta il costo dell’energia, non la potenza, l’energia o il CF.
https://www.euronews.com/next/2023/01/21/edf-nationalisation
Madonna, il titolo è ad un passo di distanza dalla disinformazione pura 🥶
Che senso ha confrontare le potenze installate ignorando le ore di funzionamento?
Per giustificare quel titolo avreste piuttosto dovuto confrontare le energie prodotte in un dato periodo.
Ad esempio, secondo chatGPT: nel 2023 in Unione il 22,4% dell’energia veniva dal nucleare contro il 14,5% del fotovoltaico.
Oppure: nel 2023 il nucleare dell’Unione ha generato 679 TWh contro i 48,6 TWh del solo fotovoltaico italiano (c’è una bella differenza tra un terzo e un quattordicesimo)
Ma soprattutto: da quando è diventata una gara? State alimentando la polarizzazione tossica rinnovabili Vs nucleare
Le ricordo che il popolo italiano ha bocciato il nucleare in ben due referendum. Forse è “tossico” insistere per riproporlo.
Tossico è il fatto che un giornalista scelga appositamente un tema polarizzante utilizzando un titolo volutamente fuorviante.
Che schifo
Nessuno di noi ha scritto che i suoi commenti fanno schifo. Quindi moderi i toni se ci tiene a non finire nel cestino.
Forse il problema nasce dal fatto che alcuni venditori di costose pentole a pressione nuculari ci rompa quotidianamente i cabbasisi dicendo che dovremmo comprarne almeno un dieci per cento, promettendo l’affarone.
A me invece il paragone nel titolo pare piuttosto sensato, perché detti venditori continuano a dire che le nuove forme di energia sono poco più che giocattoli e che non possono fornire l’energia che ci serve, cosa che già ora e ancora più negli anni a venire alla prova dei fatti si sta rivelando decisamente falsa.
Un nuclearista che dica che le rinnovabili siano poco più di giocattoli non ha idea di cosa stia parlando.
(Presumibilmente coloro che sostengolo il mix 10% nucleare non ricadono in questa categoria).
Ma un conto è se l’estremismo viene portato avanti da una persona a caso, un altro è se questa persona è un divulgatore o un giornalista.
In qualsiasi caso non è una giustificazione accettabile per fare la stessa identica cosa in direzione opposta.
Eh, dovresti dirlo ad alcuni commentatori e mi viene in mente anche un certo signore (non l’unico) con le iniziali R.K. che passa il tempo sui social a promuovere il nucleare denigrando le rinnovabili. Stiamo parlando di un personaggio con titoli accademici di prim’ordino e sicuramente non uno stupido, eppure sui social sfoga una personalità aggressiva passando il tempo a deridere i progressi delle rinnovabili e del fotovoltaico in particolare. Senza parlare delle sue opinioni sulle auto elettriche 🤦
Sulla polarizzazione vorrei dire che non si tratta di tifare Milan o Inter, ma in ballo ci sono centinaia di miliardi di soldi pubblici. Chi parla di “neutralità” quando si parla di energia cerca solo di avallare l’idea che ogni soluzione vale l’altra, mentre ovviamente non è così.
Buongiorno, la questione è un po’ più complessa dei singoli parametri o delle percentuali.
Prendendo l’esempio del 22,4% contro il 14,5% da lei indicato, quando a breve il solare da solo produrrà la stessa quota di ENERGIA del nucleare, grazie all’enorme POTENZA installata l’effetto di abbattimento dei prezzi sarà molto più marcato di quanto possa fare il nucleare, considerando che il solare produce per lo più nelle fasce orarie diurne e di maggiore domanda di POTENZA.
È abbastanza facile prevedere che in futuro non ci sarà nessuna gara perché i parametri di potenza sono molto più alti per le rinnovabili a parità di energia prodotta. Ovviamente la variabilità delle energie rinnovabili è un punto a sfavore, che richiede lo sviluppo di sistemi di accumulo e reti con differente topologia, ma alla fine dei conti si tratta della stessa evoluzione che hanno avuto i sistemi IT quando si è passati dai mainframe alla rete internet.
Anche l’esempio spagnolo ci fornisce un’idea delle potenzialità delle rinnovabili, in particolare l’integrazione di solare e eolico che è ancora meglio del solare da solo.
Con tutta la buona volontà … il fotovoltaico produce nel momento di maggior consumo …
Il momento di maggior consumo è esattamente dopo le 18 , il FV produce il massimo alle 12 , alle 18 è agli sgoccioli .
Per non parlare del 22% invece del 14 che verrà raggiunto con un tocco di bacchetta magica . O i presunti debiti di edf o il fatto che abbia venduto sotto prezzo (costretta dallo stato per non sfavorire troppo gli altri )
Basta paragonare la situazione di Francia e Germania , le emissioni e il costo in bolletta per capire chi ha scelto la strada economicamente ed ecologicamente più conveniente .
Il costo di produzione dell’energia non corrisponde al costo in bolletta
L’orario di maggior consumo giornaliero è fra le 16 e le 17. Dalle 18, con la chiusura delle fabbriche, inizia a flettere. Vedi:https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/dispacciamento/dati-esercizio I mesi di picco sono giugno e luglio. EDF è stata nazionalizzata nel 2022 per evitare che fallisse dopo aver accusato una perdita di 17 miliardi di euro.
> Spagna “costo in bolletta” META’ della Francia,
risultato ottenuto in 5 anni
> Francia costo in bolletta DATI AGGIORNATI senza più sussidi utenze domestiche uguale all’italia, circa 28 cents a kwh
Esattamente.
Vivo in Irlanda. L’eolico arriva a produrre oltre il 50 per cento dell’energia disponibile.
Pago la corrente 28 centesimi dalle 8 alle 23 e 14 centesimi dalle 23 alle 8.
Il costo dell’energia non ha nulla a che vedere col suo costo di produzione o se sia rinnovabile o no, nucleare o no.
Il dan, come puoi definire ecologica una tecnologia che produce rifiuti detti “scorie nucleari” che nessuno sa e quindi vuole gestire perché non sa dove buttarle se non sulle coste di qualche Paese africano, dopo averne corrotto i governi? (e poi lo stolto di Pontida se la prende con i disperati che da là fuggono in cerca di una vita degna di questo nome; ma questo è un altro discorso).
Anche se chi vuole il nucleare fosse seriamente disposto a portarsi a casa la sua quota di scorie (pura chimera), come la mettiamo con il rischio ineludibile di nuove Chernobil o Fukushima?
Come osservato giustamente anche da altri commenti, quello che conta è l’energia prodotta, non la potenza di picco (o peggio quella nominale) installata… Altro dato mancante è quanto di questo solare è corredato di accumulo che permette di rendere costante la fruibilità dell’energia prodotta.
in astratto si, ma nella pratica gli impianti sono connessi in rete, e la loro energia è già fruibile al 98% anche senza accumuli
perchè finché le rinnovabili non superano 70% del mix, per adattarsi al carico di rete si può usare ancora la modulazione della quota a metano, e anche le interconnessioni tra Stati
vedo che a spanne quando si arriva a circa 70% di rinnovabili, si inizia ad avere buoni esuberi di energia rinnovabile che non si riuscirebbe ad autoconsumare subito e diventa conviente installare e usare in modo più diffuso gli accumuli idroelettrici o a batteria o termici
=== soglia 70% la ha varcata il Portogallo (sta già usando accumuli idroelettrici), Svizzera, Austria, Danimarca, Norvegia, Svezia, Lettonia
e una decina di grossi paesi africani sono al 98% di rinnovabili, ma ci sono arrivati in un lampo perché hanno predominanza idroelettrico, in pratica grandi dighe (e già loro stabilizzano la fornitura) in parte costruite tramite accordi con consorzi cinesi, e solare ed eolico ancora all’inizio della crescita
Personalmente non ho nulla contro il nucleare che ritengo una tecnologia da tenere in considerazione con la stessa imparzialità delle altre.
Tuttavia mi sembra più logico cercare di raggiungere la copertura del maggior fabbisogno energetico possibile partendo dalle fonti più economiche e di più rapida messa in esercizio.
Di conseguenza fotovoltaico innanzitutto e poi eolico off-shore.
Contestualmente si renderà necessario incentivare l’installazione di accumuli domestici intelligenti per stabilizzare la rete nei momenti di picco produttivo, distribuendo i benefici del basso costo dell’energia rinnovabile anche a chi non possiede un impianto di proprietà e limitando la richiesta di prelievo dalla rete nei momenti di scarsa produzione.
Se poi si renderanno necessarie centrali nucleari che si facciano, ben sapendo tuttavia che siamo in Italia e anche solo individuare il sito per la costruzione di una di esse non è uno scherzo. Ci sono comitati di ogni sorta per lo stop a qualsiasi opera: autostrade, ferrovie, dighe, termovalorizzatori…
Dove la mettiamo una splendida centrale nucleare?
E quanti anni ci vorranno per la messa in esercizio? E a che costi? Poi quei costi vanno pagati con le bollette è ovvio, che però sono già le più care d’Europa. Se le società di investimenti se ne stanno alla larga e si buttano sulle rinnovabili ci sarà un motivo.
E non voglio nemmeno parlare del rischio di infiltrazioni mafiose su un’opera a così alto rischio…
Ha perfettamente riassunto tutti i punti.
Inutile parlare di neutralità tecnologica se una soluzione richiede due anni e l’altra 20 per la costruzione e 10 per i permessi, con costi di installazione, gestione, dismissione molto più alti: vien da sé che non è più neutrale, il confronto.
Aggiungo che il combustibile nucleare dobbiamo comprarlo da paesi esteri, mentre per vento, sole e pioggia non abbiamo bisogno di fornitori esterni o intermediari.
Intanto in Europa si sta svolgendo una battaglia sul prossimo commissario all’ambiente, con Teresa Ribera (ministro dell’ambiente spagnolo) che è la candidata in pectore. Ma la lobby pro-nucleare sta facendo di tutto perché questo non avvenga, perché la Ribera è una grande sostenitrice delle rinnovabili e avversa l’inutile e costoso nucleare. Inutile ai finì della transizione energetica perché non abbiamo 20 o 30 anni di tempo da aspettare per avere si e no il 10% di energia dal nucleare avendo speso, per tale scopo, quello che basta per arrivare al 100% di rinnovabili.
Articolo imbarazzante, come puoi paragonare la potenza installata di una fonte intermittente con una stabile come il nucleare?
Vi ricordo che l’energia prodotta è il prodotto tra potenza installata e capacity factor (per quanta % di tempo riesce a produrre quella potenza). Il solare ha un capacity factor poco più alto del 10%. Il nucleare invece è sopra il 90%.
Le basi, per favore. MW (POTENZA INSTALLATA) NON SONO MWH (ENERGIA PRODOTTA).
Com’è che la francia con 60GW di nucleare, copre con molta facilità oltre il 60% dei suoi consumi; mentre noi con oltre 90GW di solare non arriviamo nemmeno a coprire metà della domanda???
Le basi, per favore.
Com’è che i francesi per continuare a fare finta che il nucleare sia economico hanno dovuto nazionalizzare EDF?
Anche fosse vera la tua affermazione/domanda cosa c’entra con il commento?
@Matteo
che c’entri forse col fatto che c’è chi le bollette le paghe e chi invece le incassa?
a proposito di basi,
i capacitor factor misurati REALI sono:
> 15% (solare nel centro Italia)
> 75% (pentole radiaottive)
… a essere buoni 80%
… ma in una rete moderna anche meno di 70%
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ricordiamo anche i costi per GW
– 0,6 miliardi per GW (solare utility)
– 1,8 miliardi per GW (solare domestico)
– 20 miliardi per GW (pentole radioattive)
Volendo fare i calcoli in modo corretto bisogna considerare che un impianto nucleare da 1 GW produce 7884 Gwh all’anno di energia.
Per produrre la stessa energia, in condizioni ottimali, servono 4,5 GW di pannelli solari.
Quindi gli impianti solari per 33,62 gigawatt di potenza installata sono equivalenti a 7,47 GW di potenza nucleare.
Il fotovoltaico non vale un terzo della potenza nucleare europea, ma il 7,75 %.
Sì è corretto, oltre al fatto che il fotovoltaico produce soltanto di giorno, questo ha due effetti, uno negativo che di notte non contribuisce al soddisfacimento della domanda (che può comunque essere coperta da altre fonti) e uno positivo, che la potenza arriva effettivamente a coprire quel terzo indicato nell’articolo nelle ore centrali della giornata andando ad abbattere il prezzo molto più di quanto lo farebbe il 7,75% del nucleare.
Alla fine si tratta della solita medaglia con due facce.
sei stato anche troppo buono, hai considerato capacity factor 0,9 per la centrale ( 7884 ore equivalenti / 8760 ore anno ), ma è un dato teorico “dichiarato”
tra manutenzioni ordinarie e straordinarie, modulazioni nel fine settimana, e beghe con la rete o con mancanza di raffreddamento dai fiumi, nel mondo reale girano a una media di 0,75 – 0,8 a esagerare
Visti gli ostacoli e dispetti vari posti allo sviluppo di F.E.R. concorrenziali agli idrocarburi..
agli imprenditori grandi e piccoli non resta che attrezzarsi in proprio per diminuire i costi energetici che saranno sempre crescenti viste le varie problematiche internazionali
(conflitti in aree di estrazione o transito; diminuzione delle quote OPEC+ per mantenere alto il prezzo barile a quote estrattive in diminuzione, problemi di manutenzione alle raffinerie, alcune destinate a costosi bio-carburanti o con elevate spese manutenzioni straordinarie, rotte di trasporto sempre più lunghe .. ed ancora non è ripartita la “normale” domanda della Cina che ha ancora crescita lenta …).
Anche tutti i privati hanno l’ opportunità di rendersi più autonomi…per oltre 30 anni di funzionamento del F.V. …ed abbattere i propri costi energetici anche del 70% (e più per chi può mettere anche l’ accumulo)