La transizione energetica nell’Unione Europea segna un nuovo traguardo: grazie alle rinnovabili, il 2024 si chiude con un calo record delle emissioni di CO2 legate alla produzione di elettricità. Con una riduzione del 13% rispetto all’anno precedente.
Altro che frenata. Anche in un anno in cui non sono cresciute come nel biennio precedente, le rinnovabili macinano nuovi record. Nel 2024, oltre a confermare il dominio sui combustibili fossili, il mix di rinnovabili ha contribuito a un consistente calo di emissioni di CO2 legato alla produzione di elettricità. Secondo i dati di Eurelectric, l’associazione Ue delle imprese di settore, le emissioni sono così passate da 542 a 471 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, il livello più basso di sempre.
Il 2024 conferma così un cambiamento strutturale nel mix energetico dell’UE, dove la quota di combustibili fossili è scesa al 28% della produzione totale, mentre le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 48%. Il nucleare ha contribuito per il restante 24%. Questo storico sorpasso sottolinea come l’energia verde sia sempre più il cuore pulsante del sistema elettrico europeo.
Le rinnovabili dominano la produzione di elettricità, continua il declino dei fossili, resiste il nucleare
Tra le singole fonti di energia, il nucleare rimane in testa con 656,4 TWh prodotti. Tuttavia, l’eolico ha continuato a superare il gas naturale, generando 496,5 TWh, mentre il gas si è fermato a 401,3 TWh. Anche il solare e l’idroelettrico hanno dato un contributo significativo: 281,1 TWh e 396,9 TWh rispettivamente. Complessivamente, l’energia solare e idroelettrica ha registrato un incremento di oltre 40 TWh rispetto al 2023.
La produzione di elettricità da carbone continua la sua rapida discesa: 265,2 TWh nel 2024, rispetto ai 315,5 TWh del 2023. Le bioenergie, invece, hanno mostrato una lieve crescita, passando da 126,7 TWh a 129,3 TWh.
“La decarbonizzazione è una realtà consolidata”
Questi dati legati a rinnovabili ed emissioni di CO2 dimostrano che la decarbonizzazione è ormai una realtà consolidata. Tuttavia, il rapporto segnala che la domanda elettrica complessiva è cresciuta solo dell’1,1%, arrivando a 2.726 TWh, un livello ancora inferiore rispetto ai periodi pre-crisi. Questo moderato aumento è dovuto a un mix di maggiore efficienza energetica e rallentamento industriale, con la Germania che ha visto una diminuzione del 13% nei consumi elettrici industriali tra il 2021 e il 2023.
Cillian O’Donoghue, direttore delle politiche di Eurelectric, ha ribadito l’importanza di “investire nelle rinnovabili per un’economia più competitiva e sostenibile“, sottolineando però la necessità di “una capacità stabile e flessibile per compensare la variabilità delle fonti verdi e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili“.
Elettricità in calo, ma c’è l’incognita prezzi negativi
Anche il costo dell’energia ha seguito una tendenza ribassista: la media del 2024 sul mercato all’ingrosso day-ahead è scesa a 82 €/MWh, rispetto ai 97 €/MWh del 2023. Se si considerano solo i primi nove mesi dell’anno, il valore medio sarebbe stato ancora più basso, a 76 €/MWh, prima del rialzo causato dall’aumento del prezzo del gas e dal calo nella produzione eolica e solare. I prezzi negativi, fenomeno indicativo dell’abbondanza di energia rinnovabile in determinati periodi, hanno raggiunto un nuovo record con 1.480 episodi nel 2024.
Guardando al futuro, Eurelectric invita la nuova Commissione europea a dare massima priorità all’elettrificazione industriale, con il Clean Industrial Deal proposto da Ursula von der Leyen come pilastro strategico. Tra gli strumenti chiave, una banca per l’elettrificazione, aree di accelerazione e meccanismi per mitigare i rischi associati agli accordi di acquisto a lungo termine.
urca che risultato… impatto mondiale su 50 milardi di tonnellate ne abbiamo risparmiate quante??? 70 milioni più o meno… il titolo andrebbe rivisto aggiungendo il dato globale per essere realistico!!!
Il titolo è perfetto. Lo rilegga: non c’è scritto che abbiamo risolto il problema delle emissioni globali. Ma se l’Europa continuerà così, in meno di dieci anni avrà decarbonizzato tutta la sua produzione elettrica. E avrà dimostrato che si può fare.
Buongiorno Kendric ( Marco, Lunetta, Jack, etc etc)
– al momento grazie alle rinnovabili stiamo evitando di emettere quasi 1 Miliardo di tonnellate di CO2 (in breve 1 Giga-Tonn-Co2); resta da decarbonizzare l’ultimo mezzo miliardo, che stiamo tagliando a botte da 70 milioni di tonnellate di co2 a all’anno ; questo considerando solo il settore generazione elettricità in Europa
– ci sono poi gli altri settori, come i trasporti e l’industria, sono altre Giga-tonn-Co2 europee che abbasseremo
– ogni paese fa il suo, chi dopo e chi prima e chi dopo; se non le importa del riscaldamento globale, consideri che chi era un importatore di fossili, come noi, dalle rinnovabili avrà grandi benefici economici, è nostro interesse anche egoistico installarle; giusto in Italia abbiamo un governo che le combatte, preferisce favorire gas e petrolio ENI invece che il resto della nazione.. per me sono “patrioti” fasulli.. ci hanno tradito
a parte la CO2 risparmiata ,
siete aggiornati che l’energia elettrica fatta con eolico e fotovoltaico oggi ..
costa molto meno di quella fatta col carbone ?
sapevatelo si rieducchescional channel
2019 (pre-Covid)
Popolazione mondiale: 7.743 milioni
Emissioni di CO2 (secondo Global Carbon Project): 36,8 mld tonnellate
2024 (stime, ovviamente)
Popolazione mondiale: 8.100 milioni
Emissioni di CO2 (secondo Global Carbon Project): 37,4 mld tonnellate
Delta:
Popolazione tra il 2019 e il 2024: +4,6%
Emissioni di CO2: +1,6%
Emissioni riproporzionate alla popolazione mondiale: MENO TRE PER CENTO
La CO2 emessa è cresciuta in assoluto ma non in senso relativo: cioè l’emissione procapite è in DIMINUZIONE. A livello mondiale, non europeo.
Con buona pace di Pistolato e di chi ignora o trascura che una bilancia in equilibrio con 1 miliardo di tonnellate per braccio, se si posa un piccione da una delle due parti si sbilancia e cade anche se il piccione pesa lo 0,00000000000015% di quel sistema in equilibrio.
Il geotermico non compare nella lista. Tecnologia ancora acerba, costi non competitivi, territorio non idoneo o cosa? Come mai non si sviluppa
quel -13 % di riduzione anno su anno è impressionante in senso positivo, il settore produzione energia elettrica sembra che sria decarbonizzando molto più decarbonizzare del settore trasporti
l’anno prima, le emissioni carboniche erano state tagliate di un ancora più impressionante -20% (se ricordo bene il dato fornito da Ember), ma il dato era drogato dall’anomalia del 2022
nel 2022 le centrali nuculari francesi erano andate a quaglie in massa (circa la metà delle 56) tra colpi di caldo per la siccità e riparazioni sia d’emergenza che di ruotine, causando un ammanco imprevisto di energia di circa 100 TW-h annui, che si sommava a un po’ di calo dell’idroelettrico europeo per l’anno di siccità, esasperando la crisi dei prezzi energia e causando la riapertura di più centrali a carbone per coprire l’ammanco di energia, così nel 2022 avevamo emissioni più alte di quanto avrebbero dovuto
con i trollini che facevano festa scrivendo ” la germania riapre il carbone perché ha chiuso due reattori”, e no belli di mamma, con l’aumento delle rinnovabii ne poteva chiudere e sostutuire anche dieci all’anno, il problema sono stati i 28 reattori andati in panne in Francia; se non riaprivano il carbone, l’aumento di rinnovabili possibile in pochi mesi non bastava, la Francia nonostante avesse razionato i consumi sarebbe andata in black-out, per questo era disposta a pagare 300-500 euro a MW-h per importare corrente;
e la speculazione si impennò, anche se poi gli stoccaggi europei del metano furono riempiti regolarmente come ogni anno, il gas non era mancato, il gas, le centrali Francesi invece erano mancate, per molti mesi, la madre di tutte le intermittenze