Il governo diviso sulle rinnovabili e sul rapporto con la Cina. Dopo il Testo Unico per le rinnovabili, con nuovi ostacoli per gli impianti eolici e solari, il ministro Urso “benedice” l’accordo di Renexia con il colosso cinese MingYang. Obiettivo: una fabbrica per le costruzione di turbine off shore galleggianti.
Ci sono ministri che si inventano sempre nuovi ostacoli per la realizzazione di campi fotovoltaici e impianti eolici. E ci sono ministri che riempirebbero le coste attorno all’Italia di centrali off shore.
Il governo è sempre lo stesso, quello di destra guidato da Giorgia Meloni. Ma i suoi ministri vano in ordine sparso, anche su un tema fondamentale per il futuro energetico e ambientale come la transizione energetica.
Solo pochi giorni fa in Consiglio dei ministri è stato presentato il Testo Unico per le rinnovabili. Fa ordine sulle normative e i tempi per il rilascio dei permessi, ma introduce nuovi ostacoli burocratici.
Tanto da essere bocciato da imprese e ambientalisti (“Più che semplificare, complica”), che chiedono al governo di ripensarci e modificare le nome più contestate.
E in precedenza, con il decreto Agricoltura è stato vietato il rilascio di nuovi permessi su aree a uso agricolo, mentre il decreto Aree idonee assegna alle Regioni il potere di individuare dove e come rilasciare nuovi permessi per eolico e solare.
L’investimento è di 500 milioni, per 1.100 addetti. La fabbrica operativa entro due anni
A rompere il fronte è stato il ministro per le Imprese Adolfo Urso che ha sottoscritto l’accordo per una fabbrica di turbine eoliche frutto dell’accordo tra Renexia, società delle rinnovabili che fa capo al gruppo Toto, e il colosso cinese MingYang.
Si parte con un investimento da 500 milioni, in un sito da individuare nei prossimi tre mesi, che darà lavoro a 1.100 addetti. La tecnologia arriva dalla Cina, ma in Italia verrà creata una filiera industriale e a diretto contatto con le università.
La fabbrica aprirà fra due anni e le prime turbine sono destinate all’impianto MedWind che Renexia vuole realizzare 80 chilometri al largo di Trapani. Svilupperà energia equivalente al fabbisogno di 3,4 milioni di famiglie (il 3% della domanda italiana).

Il colosso MingYang: ha già lavorato alla centrale eolica di Taranto
Del resto, il gruppo della famiglia Toto e MingYang hanno già lavorato assieme per la nascita della prima (e finora unica) centrale eolica off shore non solo italiana, ma di tutto il Mediterraneo, davanti al porto di Taranto.
L’obiettivo della fabbrica – il cui capitale sarà aperto ad altri investitori – è cavalcare l’onda dell’off shore galleggiante. A differenza delle centrali eoliche del Mare del Nord, i cui piloni appoggiano sui fondali, nel caso dell’impianto di Trapani poggiano su piattaforme galleggianti che vengono poi ancorate.
Tutto questo in stretta alleanza con un colosso cinese, proprio nel momento in cui l’Unione europea sta di nuovo pensando di approvare dazi sulle tecnologie cinesi delle rinnovabili che stanno prendendo il sopravvento su quelle occidentali.
Ma… la producibilità eolica nel Mediterraneo non è significativamente più bassa che nel Mare del Nord?
Renexia (gruppo Toto) ha in ballo anche un progetto molto grande del 2020,
il parco off-shore MED WIND
https://va.mite.gov.it/en-GB/Oggetti/Info/7634
è un parco eolico off-shore al largo della punta OVEST della Sicilia, a circa 80 km dalla costa, da realizzare in più fasi e che terminato dovrebbe essere da 2,8 GW nominali
e produrre 9 TWh di energia all’anno (capacity factor 36,7%)
in rete si parla di un di costo 9 miliardi (a me sembra una stima alta, da anno 2020-2022, quando i progetti erano ancora quasi sperimentali; se fosse ri-stimato ad oggi mi aspetterei già di meno), anche per l’uso di soluzioni nuove (il tipo di ancoraggi e in acque profonde) e perchè dovrà fare da apripista per la filiera, ma che verranno ripagati bene dalle alte tariffe incentivanti fissate dal governo per i primi parchi off-shore
hanno previsto lavoro anche locale in Sicilia sia per installazione che poi per la manutenzione (la Regione sembra contenta di questo e altri progetti) e compensazioni per i pescatori della zona pensate in modo intelligente:
daranno dei fondi ogni anno, ma anche incentiveranno a elettrificare parte delle barche e nei periodi non di pesca a partecipare con le imbarcazioni alla manutenzione degli impianti
== turbine cinesi ==
per le turbine non è stata considerata Vestas, che ha già uno stabilimento al Sud Italia, ne Siemens-Gamesa (forse con liste di attesa importanti), ma il colosso cinese Ming-Yang (probabili prezzi più bassi)
sino a 6 mesi fa era ancora un tabù nel settore usare turbine cinesi, si usavano turbine europee, però i fornitori europei pare non stiano dietro alle tante richieste crescenti e probabile chiedano prezzi più elevati; è solo nei mesi scorsi che c’è stato un progetto europeo che prevede fornitura di turbine cinese, e ora anche questo, e forse anche un altro progetto off-shore galleggiante francese, per cui nel 2024 fine del tabù
vedremo se per le piattaforme galleggianti useranno progetti italiani (es. il sistema a componenti prefabbricati facili da trasportare su camion e poi assemblabili presso il porto) o se useranno anche per questo i progetti MingYang, chiaro penso con almeno l’acciaio fornito in loco da noi
== fabbrica e filiera ==
tra i vari passi, vogliono costruire una fabbrica per le turbine MingYang in Abruzzo, da vedere se con ulteriori incentivi oltre alle tariffe per la produzione del kwh
(ieri abbiamo letto di un’altra fabbrica in Abruzzo, per auto elettriche)
in generale, andranno individuati anche 1-2 porti italiani da ingrandire per attrezzarli per questa filiera, in arrivo nei prossimi 4-7 anni ci sono DECINE di GW di installazioni off-shore
Era ora deo gratia.
Ogni tanto anche l’Italia ne imbracciare una. È come l’orologio rotto, due volte al giorno dice l’ora giusta.
Questa è l’ora giusta. Le leggi si aggiustano questo governo non durerà per sempre. Invece una volta che c’è la fabbrica di pale eoliche off-shore in un modo o nell’altro saremo costretti ad usarle.
Abbiamo 3000 Km di coste potremo fare elettricità per noi e per altri altro che NUCULARE.
Avanti che un prox governo tirerà una riga sugli iter autorizzativi e scriverà “30 giorni silenzio assenso. E anche se ripondono prima è da intendersi ASSENSO”.
Così è risolto il problema.
Bravi dopo la fabbrica 3M di pannelli bifaccuali ora le pale off-shore. Avrei preferito una JV con Siemens- Gamesa ma in assenza anche i cinesi vanno benissimo.
Basta che riempiamo il mediterraneo di aerogeneratori invece do pensare ai gasdotti.
Beh, son d’accordo ma fra il dire e il fare… Non è la prima volta che un accordo su rinnovabili è affini salta in Italia. Vediamo se questa volta arrivano in fondo, con la sponsorizzazione del governo di dx
Bene che qualcosa si muova, creeranno la filera per tanti altri parchi off-shore
Eolico off-shore è un caso particolare, non viene ostacolato dal Governo perchè in un certo senso sono riusciti a metterci le mani:
>> tramite il recente Decreto Fer 2, hanno impostato una tariffa di ritiro energia esagerata (almeno come base d’asta, speriamo poi ci siano dei ribassi in sede d’asta) per i primi 4GW di installazioni, nonostante i costi scendano rapidamente ogni anno; questo crea spazio per guadagni molto elevati, scatenando anche distorsioni, maggiore corsa ad essere finanziatori o intermediari dei progetti
è un peccato, come danno di immagine alle rinnovabili e eventuale danno erariale che verrà diluito nelle accise eletticità dei prossimi 20 anni; simile agli incentivi del 2007 per i pannelli solari, che erano eccessivi e stiamo finendo di pagare ora
tocca farsela andar bene così, per avviare la filiera che ancora non esiste (andranno attrezzati anche dei porti), i GW successivi avranno un altro decreto e una nuova tariffa migliore; e spero di sbagliarmi, che anche per questi poi avvengano ribassi della tariffa in sede d’asta (come avviene sempre all’estero)
>> nell’ off-shore a differenza di altre rinnovabili come investitori entrano grossi player classici importanti, con cui ci possono essere le dinamiche di scambio di favori/potere/finanziamenti che tanto piaccono ai politici
nei primi parchi off-shore con progetti vicini ad essere autorizzati, tra gli investitori abbiamo ENI-Plenitude o in questo caso RENEXIA, del gruppo Toto, lavori autostrade, ferrovie e altri appalti statali, recentemente sta puntndo anche su reti di ricarica per auto elettriche, eolico su terra, e ora parchi off-shore o fotovoltaici
>> nella (ottima per l’italia) filiera navale, portuale, metallurgica per le piattoforme galleggianti, cavi di ancoraggio, cavi trasmissione corrente, ci saranno grossi gruppi come FINCANTIERI e aziende del settore elettrico come Prysmian (Pirelli cavi) a altre
R.S. Condivido le tue valutazioni sui grossi player e i rischi di scambio di favori/potere/finanziamenti. Rileggiti per esempio la storia di Toto sulle concessioni autostradali e la vicenda Air One.