Riciclaggio batterie, la fabbrica Eramet non si fa

Riciclaggio batterie, la fabbrica del gruppo Eramet in Francia non si fa, almeno per ora. Troppe incertezze sul materiale da lavorare e sui successivi sbocchi.

riciclaggio batterieRiciclaggio batterie: “Approvvigionamento e sbocchi, ancora troppa incertezza”

Il gruppo minerario francese Eramet sospende il progetto di realizzare nel nord della Francia uno stabilimento per il riciclaggio delle batterie di veicoli elettrici. Questo  “in attesa di un modello economico solido e sostenibile in Europa“. Per le batterie e i loro componenti, vi sono oggi notevoli incertezze, sia sull’approvvigionamento delle materie prime, sia sugli sbocchi dei sali metallici derivanti dal riciclaggio, indica la società in una nota. “Restiamo pienamente convinti della necessita’ di sviluppare un’economia circolare per le materie prime critiche sul suolo europeo. Di cui il riciclo delle batterie a fine vita sarà un elemento chiave della futura catena del valore. Ma la realtà è che la catena del valore delle batterie elettriche in Europa vede un avvio molto difficile“, ha spiegato Christel Bories, n.1 del gruppo. “Dato il lento sviluppo delle fabbriche di batterie, non siamo in grado di garantire l’approvvigionamento di materie prime per alimentare lo stabilimento come previsto” ha aggiunto, citando i ritardi nei progetti di Northvolt e ACC.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (al centro) e il n.1 Mercedes, Ila Kallenius (a destra) durante l’inaugurazione dell’impianto di Kuppenheim.

Mercedes invece ci crede Inaugurato il suo impianto in Germania

La decisione di Eramet arriva a pochi giorni da una notizia di segno contrario. Mercedes ha inaugurato il primo impianto di riciclaggio delle batterie in Europa con un processo meccanico-idrometallurgico integrato. Il marchio della Stella è diventato così il primo costruttore automobilistico al mondo a chiudere il ciclo di riciclaggio delle batterie con un proprio impianto. La struttura si trova a Kuppenheim, nel sud della Germania. A differenza dei processi esistenti, il tasso di recupero previsto dall’impianto di riciclaggio meccanico-idrometallurgico è superiore al 96%.  È possibile recuperare materie prime preziose e rare come litio, nichel e cobalto, in modo da poterle utilizzare nelle nuove batterie per i futuri veicoli elettrici Mercedes. Il partner tecnologico è Primobius, joint venture tra la società tedesca di ingegneria meccanica e impiantistica SMS e l’australiana Neometals, sviluppatrice di tecnologie di processo.

Visualizza commenti (11)
  1. Guido Baccarini

    Smaltire –> AF o ignorante o troll
    Riciclare –> colto o informato o lettore Vaielettrico

    “Vuoi regalare i tuoi soldi ad una dittatura [Cina]?” A differenza del petrolio che ricompri ad ogni pieno, per le batterie lo fai UNA volta.
    Sempre che riusciamo a costruire le nostre factory, se non le facciamo significa che alla fine ci sta bene così, ma è un problema di costi produzione e non di approvigionamento materie prime come amano lasciare intendere i trollini di turno.

  2. Mi sa che questi impianti di riciclo batterie dovranno puntare parecchio sui normali RAEE … visto che i tassi di sostituzione delle batterie (anche prima generazione) son particolarmente “bassini”…
    Tra l’altro, la stragrande maggioranza delle batterie di trazione che non ha più un rendimento ottimale non necessita di cambio bensi di “riparazione” con interventi su impianti di regolazione o climatizzazione o al massimo sostituzione di qualche modulo…

    1. Fabrizio Isacchi

      E dagli con questa storia di cambiare il “modulo” a fine vita.
      Oggi cambi quello, tra un mese il secondo, tra un po’ il terzo, in un anno altri tre.
      I moduli sono tutti identici tra loro, il che vuol dire che se uno cede, gli altri sono a ruota. Cosa fai?
      Porti la macchina enne volte e per ogni volta keuro, per le riparazioni? Sei moduli sfiancati e uno nuovo di pacca? Siate razionali per favore. É incredibile come vengano esposte certe idee.

      1. I moduli sono tutti uguali? Non lo sono nemmeno i bulloni, si figuri se possono esserlo moduli composti da più celle ognuna cento volte più complessa di un bullone. E ne basta una leggermente difettosa per compromettere l’efficienza di tutto il modulo (e del pacco batteria).

        1. Egregio Sig. Massimo buonasera. Le sa benissimo che tutte queste mega fabbriche di batterie hanno un sistema di qualità e controllo, altamente sofisticato, che mira a fare tutti i pezzi con lo stampino, ossia identici. È assai improbabile quindi che si tratti di una cella difettosa (che sarebbe soggetta alla morte di gioventù come avviene sui componenti elettronici). È probabile invece che è la prima cella a cedere e che a breve le faranno compagnia le altre. Questo è certo. È come voler rettificare un solo cilindro di un motore termico, che non ha più compressione: il meccanico ti rettifica tutti i cilindri ovviamente.
          Che poi costi meno cambiare una sola cella anziché tutte, non vi è chiaramente alcun dubbio.

          1. Vabbè. Credevo di darle un’informazione utile, ricavata da numerose conversazioni con chi produce e monitora le celle batteria da molti anni. A breve racconteremo l’esperienza di una officina piemontese che sta iniziando a ricondizionare i moduli

        1. Caro @Fabrizio Isacchi… ho idea che se ti dovesse capitare “fuori garanzia” degli 8 anni on160000km prima di spendere per tutto il pacco batterie 🔋 Se ti proponessero la sostituzione del solo modulo difettoso… saresti ben lieto!

  3. Aggiungo: le batterie della Nissan Leaf sono state usate per il backup elettrico in uno stadio, mi pare in Belgio, quindi il riciclo avrá ancora tempo per avviarsi.

  4. Indirettamente, questa notizia dá giá una prima risposta ai detrattori delle batterie delle auto elettriche: nonostante tutti i proclami catastrofici, in un paese come la Francia che con Renault è partita per prima con la produzione di EV, il numero di veicoli e/o batterie da riciclare è ancora troppo basso, perchè le batterie durano più del previsto, per avviare una filiera di riciclo, e sono oltre 10 anni che Renault parla di elettrico.

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