Ricerca inglese: il 61% delle persone disabili prenderebbe in considerazione l’acquisto di un veicolo elettrico. Ma solo se la ricarica fosse resa più facile e accessibile.
La ricerca: troppo complicato gestire aperture e cavo
La ricerca nasce da un sondaggio commissionato da Urbano Foresight e ha coinvolto 702 intervistati di un panel di consumatori con disabilità. Tra questi un gran numero di anziani e di persone che vivono con una disabilità fisica che influisce sulla loro mobilità o destrezza. Come artrite, malattie muscolari, controllo motorio compromesso, recupero da un ictus o necessità di sedia a rotelle, stampelle o altri ausili per la deambulazione. Sono stati esplorati vari aspetti del processo di ricarica, come inserimento e rimozione del cavo, apertura e chiusura dello sportello di ricarica.
- Il 54% degli intervistati ritiene che sollevare il cavo di ricarica dal bagagliaio, con successiva chiusura, sarebbe “difficile o molto difficile” da fare
- Il 41% degli intervistati ritiene portare il cavo fino alla colonnina sarebbe “difficile o molto difficile” da fare
- Il 66% degli intervistati ritiene che il pericolo di inciampare nel muoversi intorno all’auto e al caricatore complicherebbe ulteriormente l’operazione.
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L’esperienza di Mike, 52enne in carrozzina con l’auto elettrica
Morale della favola: solo il 25% di chi oggi guida un mezzo non elettrico accetterebbe di prendere in considerazione l’acquisto di un’auto a batterie. Ma questa percentuale salirebbe al 61% se la ricarica fosse resa più accessibile. Gli intervistati evidenziano che i punti di connessione sono troppo alti per chi è su sedia a rotelle, con la preoccupazioni di riuscire a collegare un cavo pesante. La ricerca cita l’esperienza di uno dei partecipanti al sondaggio, il gallese Mike Jones, 52 anni, che si sposta o in sedia a rotelle o con l’auto elettrica acquistata in settembre. “Volevo un’elettrica per fare la mia parte per proteggere l’ambiente. L’autonomia non è un problema, perché faccio solo spostamenti brevi. Ma sono deluso dalla mancanza di punti di ricarica vicino a dove vivo. Gli stalli non sono progettati per gli utenti su sedie a rotelle, di solito non c’è spazio per manovrare. Vivendo in un bungalow di proprietà del Comune, poi, non mi era possibile installare lì una ricarica domestica e devo andare a casa di mio padre, il che non è l’ideale“.
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Il problema per me sono i parcheggi delle stazioni di ricarica, spesso, troppo spesso, sono stretti e mi rendono difficile il passaggio con la carrozzina.
Sì, spesso muoversi è complicato anche per i normodotati, immaginarsi con una carrozzina…
Per quanto mi riguarda, da disabile, a disturbarmi, più che preoccuparmi, è il fatto che nel mio paese ci sono solo due colonnine e nonostante le svariate segnalazioni non vengono messe in opera. Per tanto mi tocca andare nel paese vicino e poi farmi una bella passeggiata… Non sono assolutamente pentito dell’acquisto, ma se questo è come viene gestita la mobilità elettrica…