Ricchi e inquinatori: i voli dei jet privati aumentati del 50% in quattro anni

I “ricchi” inquinano in proporzione alle loro possibilità economiche. Ma anche più di quanto sia inevitabile: secondo un recente studio, le emissioni di CO₂ generate dai jet privati sono aumentate del 50% negli ultimi quattro anni. Un aumento legato ai cambiamenti nelle abitudini: dopo la pandemia, i più ricchi hanno preferito spostarsi il meno possibile con voli di linea. Anche quando si recano a eventi pubblici dove magari si discute di transizione energetica, sostenibilità e cambiamenti climatici…

I dati si possono leggere nella ricerca appena pubblicata sulla rivista scientifica “open access” Communications Earth & Environment. Uno studio che si basa sull’analisi degli spostamenti di oltre 25.000 jet privati dal 2019 al 2023. In sostanza, emettono CO₂ su base annua a livelli centinaia di volte superiori all’impronta di carbonio di un cittadino medio.

Sorprende la quantità di voli privati verso eventi internazionali. Ancora di più quando sono legati proprio alla sostenibilità, come i summit COP delle Nazioni Unite per il clima. Una contraddizione che emerge ancora di più se pensiamo che lo studio è stato presentato pochi giorni prima dell’avvio di COP29 in Azerbaigian.

I ricchi sostengono il boom dei jet privati “in totale disprezzo alle conseguenze sul clima”

L’aumento dell’uso di jet privati durante e dopo la pandemia è indicativo di un cambio di preferenze tra le persone con i redditi più elevati. Poteva, in qualche modo essere comprensibile durante la fase più severa dei lockdown. Ora è difficile sostenere che non sia una “ostentazione” di censo il fatto di optare per l’aviazione privata. Evitando le restrizioni del trasporto pubblico e mantenendo privacy e soprattutto le proprie comodità.

Stefan Gössling, autore principale dello studio e professore all’Università di Linneo in Svezia, ha sottolineato che l’utilizzo crescente di jet privati rappresenta un segnale di “totale disprezzo per il cambiamento climatico ai vertici della società”. Questo fenomeno, secondo Gössling, rischia di minare la credibilità delle politiche di riduzione delle emissioni: se “chi ha più risorse non è regolamentato e non dà l’esempio, sarà difficile sensibilizzare la popolazione a fare la propria parte“.

Il peso delle emissioni dei jet privati, dal World economico Forum alla COP28 ad Abu Dhabi

L’analisi ha coinvolto oltre 18 milioni di voli di circa 26.000 jet privati, per un totale di 15,6 milioni di tonnellate di CO₂ nel 2023. Si tratta di un incremento del 46% rispetto al 2019. Pari a circa l’1,8% delle emissioni dell’intero settore dell’aviazione commerciale.

Eventi come la Coppa del Mondo in Qatar e il World Economic Forum in Svizzera hanno visto centinaia di voli privati. Mentre COP28 ne ha registrati quasi 300. I maggiori emettitori individuali hanno generato più di 500 volte la quantità di CO₂ rispetto all’impronta media di un individuo.

Il trasporto aereo rappresenta il 3% delle emissioni globali, ma l’aviazione privata gode di vantaggi fiscali che la rendono esente da tasse sul carburante in molte aree del mondo. Alcuni governi, come il Regno Unito, hanno introdotto nuove tasse sui voli privati, ma gli esperti del settore dubitano che queste misure avranno un impatto significativo.

Elon Musk usa i suoi jet privati anche per spostarsi di poche decine di chilometri in California

Il Financial Times ha citato – in un articolo dedicato allo studio – il parere di Felix Creutzig, ricercatore presso il Mercator Research Institute. Il quale ha sottolineato come le emissioni dei jet privati potrebbero essere il doppio o il triplo di quelle attuali. In particolare, se si considerano altri gas serra e non solo la CO₂. Creutzig e altri esperti chiedono normative più rigide per contenere le emissioni. Gli individui più facoltosi influenzano le tendenze, e le loro scelte possono avere un impatto profondo anche al di là delle emissioni personali.

Un esempio? La rivista Wired, in un articolo di qualche mese fa, ha ricordato come i due jet privati intestati a Elon Musk hanno volato per nel 2023 per 441 volte, decollando una media di 1,2 volte al giorno. Escluso un terzo jet privato legato a Musk, che ha compiuto 246 voli, perché intestato alla sua società spaziale SpaceX. Se sulle lunghe percorrenze ha anche un senso, va ricordato che Musk usa il jet privato anche per spostarsi di poche decine di chilometri nelle sue sedi in California.

Visualizza commenti (17)
  1. A mio parere la questione andrebbe posta in un altro modo. Siccome il pianeta è uno e l’inquinamento prodotto in USA o Europa o Arabia poi va ad influire anche in uno sperduto villaggio africano o nelle isole in mezzo al pacifico, ad ogni abitante della terra, andrebbe concessa una quota di emissioni, chi la sfora deve pagare in modo proporzionato.

    1. …e porti via anche il pallone?

      ps poi mi raccomando non comprare nulla su amazon perchè non credo che Bezos vada in giro in bicicletta… 😉😉

  2. prendendo per buoni i dati riportati nell’articolo, si sta parlando di un settore che pesa quindi per lo 0,054% delle emisioni mondiali di CO2. Non esattamente una priorità

    1. Alessandro D.

      Senza dubbio.

      Ma se domani mattina, grazie ad una magia di Harry Potter, tutte le automobili dell’europa occidentale diventassero improvvisamente elettriche, stando a fonti inappuntabili (Abbotto, Armaroli…) andremmo ad eliminare forse un 4% delle emissioni di CO2 mondiali su base annua. Ma forse.

      Ergo? Diciamo che in questo caso forse non è una pura questione di effetti, bensì di principio.
      E siccome effettivamente il fenomeno è vero e reale, per quanto da sempre sia una crudele verità, fa sempre un po’ specie sentire il Marchese del Grillo di turno che ti ricorda la celebre massima.
      Se poi, in soprammercato, ti fa un po’ la morale perchè giri col Diesel… a quel punto scatta l’antipatia. 😀

      1. il tema delle auto elettriche è un’altra cosa. se pure la totale elettrificazione in EU contribuisse marginalmente alla riduzione di CO2 mondiale, contribuirebbe molto di più ad abbattere gli inquinanti che si respirano soprattutto nelle città o in macro aree come la pianura padana: polveri sottili, monossido di carbonio ecc ecc

        1. Alessandro D.

          Posso, anzi, sono assolutamente d’accordo con lei circa l’abbattimento degli inquinanti.
          Sta di fatto che lei ha iniziato a parlare della riduzione della CO2, e io ho continuato a parlare della riduzione della CO2 portando avanti il suo argomento sulla sola CO2.
          Se poi lei desidera cambare argomento e parlare degli inquinanti… ma ci mancherebbe, sacrosanto. Ma è un altro argomento. 😉

      2. va bene il principio, però è ingannevole paragonare la quota di un settore (auto) selezionando un sottogruppo (europa occidentale) con un altro settore (aerei privati?) selezionando il totale (quota mondiale)

        hai introdotto nella proporzione una forzatura di un fattore x10, mi sembra una Porrata 🙂

        1. Alessandro D.

          Quello che sto dicendo è che QUALSIASI settore preso da solo vale pochi punti percentuali.
          Qualsiasi settore, preso da solo, rientra nella definizione dell’amico Stefano “Non esattamente una priorità”

          Quindi ripeto: diventa una questione di principio.
          Se poi alle varie conferenze sul clima si presentano tutti in ordine sparso sul Learjet, senza nemmeno provarci a fare un charter-scopa, riempiendo un Airbus per arrivare tutti assieme quelli che possono viaggiare assieme… Come vede non li voglio far viaggiare a dorso di cammello eh?
          Anche se forse se lo meriterebbero 🙂

          1. Se la conferenza di Baku la facessero in video-call ognuno starebbe a casa sua e sarebbe effettivamente un vertice “green”. Tanto per quello che verrà deciso……

      3. Mi si trova perfettamente d’accordo! Perchè se è vero che coi meri numeri sembra sia tutto insignificante, quello che il significato lo ha è l’educazione delle persone. Se insegniamo alle persone come vivere civilmente, quelle stesse persone si spera portino il principio in ciò che le circonda. Una sorta di circolo virtuoso che parte dal basso per diventare un sano stile di vita e influenzare il resto.

    2. A livello complessivo il peso sarà pur minimo, ma a livello di immagine è invece l’opposto.
      Molti detrattori della transizione giustificano la loro inazione o spregio delle regole proprio puntando il dito contro aerei e navi.
      L’aumento della tassazione o addirittura il blocco dei voli privati dovrebbe essere una priorità, aumentando ad esempio le tasse portuali del 100% all’anno fino a decuplicarle in 10 anni.

      1. Mi scusi ma l’ambiente o i suoi polmoni vivono di immagine o di dati reali e scientifici? Ok tassare per finanziare la ricerca su un’aviazione meno impattante sull’ambiente (i voli passeggeri, con poi ricadute sui jet privati) ma il blocco dei voli privati mi sa tanto di invidia

        1. Alessandro D.

          -il blocco dei voli privati mi sa tanto di invidia-

          E’ l’anguria. Verde fuori, ma rossa dentro. E da certe tendenze “punitive” sto cominciando a pensare che anche i puntini neri abbiano un loro significato.

  3. Sono gli stessi che vogliono limitare la nostra mobilità.
    Un volo di un jet privato inquina molto di più della mia panda euro 3 in un anno di utilizzo.
    Ma io sono ignorante e cattivo e loro sono i buoni

  4. >> Elon Musk usa i suoi jet privati anche per spostarsi di poche decine di chilometri in California <<

    Non ci vuole molto a capire che questa può essere solo una stupidata senza fondamento. Basterebbe anche solo il fatto che ci sono evidentemente dei tempi logistici per imbarco e sbarco che anche chi ha risorse virtualmente illimitate non può aggirare rimanendo nella legalità. Quindi una cosa del genere non avrebbe nessun senso.

    Ma riportare notizie inventate di sana pianta o fortemente distorte su Musk va sempre fortissimo, eh?

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