Ricariche semplici, questo chiedono le aziende per passare all’elettrico. Non basta maggiore capillarità delle colonnine, serve anche più facilità di pagamento.
“Anche pagare dev’essere semplicissimo”
Ho partecipato come relatore alla Fleet Academy di Milano, un grosso evento con circa 400 responsabili di flotte e tantissimi espositori. E ho avuto modo di parlare con molti di questi operatori, che sono decisivi per l’affermazione della mobilità elettrica. Oggi circa il 70% delle auto a emissioni zero vendute in Italia è immatricolato da aziende. Che chiaramente hanno minori difficoltà a sostenere l’esborso economico iniziale (o dei canoni mensili, in caso di noleggio) rispetto ai privati. Anche su elementi basici. Perché un rifornimento di benzina o gasolio si può effettuare ovunque con contanti o carte di credito-bancomat, mente nelle colonnine occorre una card specifica o una app? La domanda mi è stata riproposta da diversi operatori. E dovrà avere una risposta. Ricariche facili, se davvero si vuole che l’elettrico esca dalla nicchia.
L’interesse è enorme e gli stand delle cinque auto elettriche esposte all’interno del Palaghiaccio (Audi e-tron, Jaguar I-Pace, Renault Zoe, Tesla Model 3 e Volkswagen e-Golf) erano sempre tra i più affollati. Ma le aziende hanno ribadito la loro esigenza primaria: la praticità. Anche su elementi basici. Perché un rifornimento di benzina o gasolio si può effettuare ovunque con contanti o carte di credito-bancomat, mente nelle colonnine occorre una card specifica o una app? La domanda mi è stata riproposta da diversi operatori. E dovrà avere una risposta. Ricariche facili, se davvero si vuole che l’elettrico esca dalla nicchia.
Il Model 3 Tesla in mostra alla Fleet Academy di Milano.
La colonnina in azienda sempre più diffusa, ma…
La strada, comunque, sembra segnata, anche perché le aziende hanno molta più facilità ad installare le colonnine al loro interno. Non a caso alla Fleet Academy, organizzata da Econometrica e dalla rivista Auto Aziendali Magazine, erano presenti con i loro stand anche operatori della ricarica come Repower. E molte aziende continuano a installare colonnine che servono sia alla loro flotta, sia come strumento di cortesia e di marketing nei confronti della clientela. La DHL, per esempio, nella sua sede di Peschera Borromeo ha appena installato due colonnine con due stalli ciascuna da 22 kW (Type 2), fornite da EvWay. Una è al servizio esclusivo della flotta interna, l’altra (gratuita) dei clienti. È ovvio poi che le Case auto sono le prime a dare il buon esempio: Stefano Sordelli, direttore innovation di Volkswagen Group Italia, ha ricordato il gigantesco piano messo in atto dalla casa madre per dotare di colonnine tutti i piazzali e i parcheggi delle fabbriche.
Ed è di ieri la notizia che la Jaguar nel suo centro di Gaydon ha installato la più gigantesca stazione di ricarica del Regno Unito, 166 stalli da 7 kW ciascuno. Tutto bene e tutto bello. Ma anche per le ricariche pubbliche le aziende vogliono la vita facile, i loro collaboratori non devono pensieri che non siano quelli del lavoro. E qui c’è tanta strada da fare.
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Da “privato”, concordo appieno. Mi sono sempre chiesto perchè non si possa pagare il pieno (di corrente) con carta/bancomat, senza dover avere le tessere dei vari fornitori di energia. Mi immagino per l’appunto uno che viaggi per lavoro e debba rifornirsi da colonnine di più gestori. Ed in ogni caso la semplificazione delle ricariche aiuterebbero la diffusione dell’elettrico. Ci sono persone che vanno in difficoltà ad andare a fare benzina al self, figuriamoci a gestire le ricariche nelle modalità attuali.