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Ricariche più semplici: ABB compra Vourity

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Ricariche più semplici: è quel che chiedono gli automobilisti elettrici, stanchi di app e card. Ora ABB, uno dei maggiori produttori di colonnine, acquista Voutity.

Ricariche più semplici con carte di credito e da mobile

Vourity è una start-up svedese con pluripremiata tecnologia basata su cloud per il pagamento della ricarica dei veicoli elettrici. La sua tecnologia, assicura ABB, “consente un pagamento rapido e sicuro, utilizzando un’ampia varietà di opzioni, tra cui carte di credito, pagamento mobile e tag RFID. La soluzione basata su cloud di Vourity può essere gestita tramite una stazione di pagamento o integrata direttamente nella stazione di ricarica“. Insomma, fornire colonnine non basta più. Occorre aggiungere il know-how per semplificare i pagamenti e competere con una tecnologia di facile uso come il plug& charge, adottato per prima da Tesla. ABB spiega che l’acquisizione le porterà anche importanti competenze tecniche. Con il team di esperti Android e fintech di Vourity che svolgerà un ruolo importante nello sviluppo dell’area chiave dei pagamenti. r

ricariche più semplici“Colonnine facili da usare per servire meglio i clienti”

Ciò che ci ha colpito di più della tecnologia di Vourity è quanto sia semplice e facile da usare ed è ciò a cui aspiriamo nei nostri sistemi. Quindi è una soluzione strategica perfetta per la mobilità elettrica di ABB“, spiega Daniel Alarcon-Rubio, Chief Digital Officer di ABB E-mobility. “L’aggiunta sia del personale che della tecnologia di Vourity migliorerà e accelererà fortemente lo sviluppo dei nostri sistemi e ci consentirà di servire meglio i clienti”. Aggiunge Hans Nottehed, co-fondatore e CEO di Vourity. “Il nostro obiettivo è sempre stato di offrire al cliente un’esperienza senza soluzione di continuità nel punto di pagamento. Mentre passiamo dalla fase di avvio alla commercializzazione, siamo fiduciosi che come parte di ABB saremo in grado di aumentare la capacità di fornire questa esperienza su larga scala. Continuando a sviluppare e migliorare la nostra tecnologia”.

  • “Strada chiusa, vada a piedi alla colonnina…”. Mica facile ricaricare in Italia: il VIDEO di Paolo Mariano

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5 COMMENTI

  1. Se ogni cosruttore di colonnine si farà il prorio sistema di pagamento “semplificato”, di semplice ed immediato non ci sarà mai nulla.
    Dovrebbero invece tutti assieme mettersi a tavolino, studiare una codifica internazionale e produrre una card (o un’app) singola riconoscibile da tutti.
    Una specie di IBAN delle ricariche elettriche.

    • Beh, i circuiti delle carte di credito e carte di debito sono già internazionali e diffusi e accettati «nell’intero globo terracqueo» (cit.), quindi credo che non avrebbe senso sviluppare “una codifica internazionale e […] una card” nuovi.
      Ma questo, almeno per noi utenti, è il minore dei problemi: il vero punto dolente, MOLTO dolente, riguarda il costo degli elettroni, come ho scritto più sotto.

      • E’ indubbio che il prezzo pay per use non può rimanere a certi livelli, non fosse altro perchè il costo reale dell’energia è enormemente inferiore.
        A meno, volendo fare i complottisti-terrapiattisti (che non sono) l’idea sia veramente di ridurre enormemnte l’uso dell’auto senza peraltro mettere a disposizione servizi pubblici adeguati… sarebbe la paralisi totale del Paese.
        Carta di credito, carta ad hoc per le ricariche delle EV riconosciuto internazionalmente… boh si mettano d’accordo.
        E toglierei il roaming, si paga quanto previsto nella singola colonnina in modo che ogni gestore possa applicare i prezzi che preferisce e farsi concorrenza (a meno che il prezzo non sia deciso dallo Stato).
        Il roaming era diventato motivo di aumento dei prezzi, sarebbe stato più utile non caricare da chi pratica i livelli più elevati.

  2. Continuo a non capire tutta questa smania di passare alla ricarica “a consumo” senza rivedere i costi al kWh che sono anche il triplo del costo al kWh in abbonamento.
    Magari anche i marchi di carburante offrissero degli abbonamenti a pacchetti di litri con costo al litro la metà o un terzo del costo “a consumo” e acquistabili anche presso i distributori di altre marche!
    Il passaggio al Plug & Charge “a consumo” e senza più abbonamenti avrà senso quando il costo al kWh “a consumo” sarà stato ridotto a un valore ragionevole, che personalmente significa HPC al prezzo dei SuC Tesla e, di conseguenza, AC a max 0,35 €/kWh, con variazioni di pochi centesimi tra i fornitori.

    • Assolutamente d’accordo, quelli devono essere i prezzi… ma anche meno.
      Sempre più spesso chi vende energia ha a disposizione la materia prima gratuitamente.
      E’ ovvio che più i prezzi saranno popolari prima rientreranno negli investimenti su ricerca e strutture varie,

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