Ricariche Fast troppo care, parola di Michele Crisci presidente di Volvo Italia e dell’Unrae, l’associazione che rappresenta le Case straniere in Italia. L’intervista è avvenuta durante la presentazione della XC40 Recharge BEV. Non è la prima volta che le Case auto lamentano problemi sul tema ricarica. Qualche giorno fa Santo Ficili, responsabile Italia di Stellantis, ha chiesto una rete più capillare di colonnine. Mentre Daniele Maver, n.1 di Jaguar-Land Rover, ha sollecitato Autostrade per l’Italia ad installare più ricariche Fast nelle aree di servizio.
Ricariche Fast… / “Lavoriamo per formare le persone…”
Un tecnico Volvo al lavoro su un pacco-batterie ad alta tensione. Durante la presentazione abbiamo percepito una certa consapevolezza del fatto che l’auto elettrica, per essere venduta, dev’essere essere spiegata. Ai dealer e agli utenti finali. Che cosa avete fatto e cosa farete in questo senso?
“Sì, l’auto elettrica va spiegata, perché ovviamente si tratta di un cambio di paradigma storico. Dopo più di 100 anni di motori endotermici, si giunge a un tipo di trazione che rivoluziona molte abitudini: dallo stile di guida agli aspetti legati al rifornimento. A livello di distribuzione già da anni investiamo parecchio nei training dei tecnici, che sono chiamati a operare su auto con batteria ad alta tensione. Per quanto riguarda il pubblico, stiamo puntando molto alla sua sensibilizzazione rispetto alle problematiche di natura ambientale. E alla necessità di alimentare un cambiamento. Quando si affrontano questi argomenti, un atteggiamento comune è quello di dire: “Sì, ma perché dovrei essere proprio io a fare qualcosa?“.
Ricariche Fast / “… e per pareggiare i prezzi con le auto tradizionali”
- Che cosa dovremmo fare, invece?
“La realtà è che ognuno di noi dovrebbe dare un suo contributo. Esattamente come lo ha fatto per rendere il pianeta quello che è oggi (insostenibile), dovrebbe fare qualcosa per farlo tornare in uno stato di sostenibilità. E quindi noi stiamo cercando di muoverci su diversi livelli, con attività ed eventi che non devono necessariamente riguardare la mobilità elettrica. Ma che alimentino più in generale tematiche di sostenibilità. Ultimo, ma non meno importante: vogliamo rendere le auto elettriche appetibili anche da un punto di vista del prezzo. E’ chiaro che a oggi i costi di produzione di queste auto sono particolarmente impegnativi. Lo saranno a lungo, fin tanto che le batterie continueranno ad avere questi costi. E quindi ciò che stiamo cercando di fare è offrire strumenti che non siano più esclusivamente quelli dell’acquisto, ma più moderni formule di leasing, noleggio o dell’abbonamento. Riuscendo in questo modo a raggiungere una parità con il costo mensile di un’auto endotermica“.
“Non si può girovagare in cerca di una colonnina”
- Un altro aspetto evidenziato durante la presentazione è l’importanza in un’elettrica dell’interfaccia uomo macchina. Soprattutto per la pianificazione dei viaggi. Su questo la maggioranza delle auto in commercio è deficitaria, una carenza che spaventa chi si avvicina all’auto elettrica. Ci state lavorando?
“Stiamo già modificando una app molto importante per noi. Si chiama Volvo Cars App. Questa App avrà anche la possibilità, tra le altre cose, di pianificare il nostro viaggio. E sarà quindi in grado di dirci anche dove andare a rifornire perché ci sarà un sistema di roaming. Tutte le colonnine disponibili saranno connesse in rete al fine di rendere il viaggio più ìlineare possibile. Uno dei problemi dell’auto elettrica oggi è infatti che si viaggia un po’ a zig zag, alla ricerca dei punti di ricarica. Questo ovviamente non è accettabile. Quindi: da una parte bisognerà attrezzare le strade e dall’altra bisognerà fare in modo che le informazioni arrivino in tempo reale. Quindi non solo vedere dove si trova l’impianto di ricarica, ma anche conoscerne l’occupazione, prenotarlo. Aggiungo che abbiamo deciso di affrontare di recente il tema della ricarica e quindi, d’accordo con i nostri concessionari, siamo partiti con un progetto. Questo progetto coinvolgerà inizialmente 30 dealer, i più vicini alle uscite autostradali. Presso questi dealer verranno creati degli impianti di fast charge, aperti a tutti, non solo ai clienti Volvo“.
“A questi prezzi di ricarica Fast la convenienza non c’è”
- Esiste già una politica di prezzo per le ricariche?
“Stiamo osservando molto da vicino le politiche di prezzi del mercato e siamo piuttosto preoccupati. I prezzi attuali delle ricariche fast, in rapporto all’autonomia che garantiscono i veicoli, non garantiscono un grande risparmio se paragonati a quelli del carburante. E questo è qualcosa su cui dobbiamo lavorare. Quindi il nostro obiettivo è, intanto, di offrire le ricariche ai clienti Volvo a un prezzo davvero molto competitivo. Sarà quasi un servizio incluso nel costo dell’auto. Per tutti gli altri stiamo cercando di arrivare ad avere delle tariffe estremamente agevolate. Quello che è certo, è che vogliamo avere la certificazione sui nostri impianti di fast-charge che quell’energia elettrica arrivi da fonti rinnovabili“.
“In assistenza serve già personale qualificato”
- Ultima domanda: l’auto elettrica è statisticamente molto affidabile, con interventi di manutenzione ordinaria ridotti all’osso. MA abbiamo rilevato che, nei rari casi in cui c’è un problema, tendenzialmente le officine autorizzate alzano le mani. E il caso passa al costruttore, allungando a dismisura i tempi di risoluzione del problema. Com’è la situazione in Volvo?
“Noi ci siamo mossi per tempo. Abbiamo fatto in modo che i tecnici che operano presso le officine autorizzate siano formati. Attenzione però a un aspetto. L’Italia è uno dei paesi europei che conta il maggior numero di officine generiche. Posso sbagliarmi, ma parliamo di decine di migliaia. Per quanto riguarda i motori temici ormai è scontato che le officine generiche possano operare su questi motori. Per i motori elettrici sarà diverso. E’ necessario affidarsi sempre a officine autorizzate, con personale formato e certificato. Sarà un processo di apprendimento che richiederà del tempo. Ma, mano a mano che il parco elettrico aumenterà, aumenteranno anche i dealer con officina autorizzata. Uno dei nostri primi obiettivi è fare in modo che ogni dealer abbia al suo interno un’officina con almeno 1 o 2 tecnici in grado di operare su un’elettrica“.
Per quello che riguarda la partecipazione all’incremento della rete di distribuzione accessibile a tutti, l’auspicio è che si traduca in realtà presto. Condivido in pieno anche la formazione e l’informazione che i diretti interessati devono avere e tenere a favore di risolvere le cattive e scarse informazioni di oggi. Invece non condivido il senso negativo col quale affronta il tema del prezzo al consumo per le fast, perché io sono stato consumatore di carburanti per quasi 20 anni di mobilità con alti consumi medi, ed un mercato come quello degli impianti pubblici di ricarica non è minimamente accostabile al servizio di rifornimento carburanti. Tra interoperabilità ed offerte, tariffe non a consumo ma di tipo “flat”, e soluzione varie e alternative dimostrano un mercato che ha offerto finora la possibilità di un gran risparmio che probabilmente da chi analizza solo mercati e dati, numeri vari, non sa apprezzare e tener conto. Io, per 3 anni ho pagato mediamente 10 centesimi o poco più al kWh per le fast pubbliche, ed ancora é così per me in attesa che il mio prezzo venga adeguato al prezzo di mercato attuale, che comunque mi permetterebbe, grazie alle mie condizioni di utilizzo adatte e specifiche, di arrivare comunque al, costo medio di 20,centesimi per kwh, alle colonnine pubbliche interoperable con i maggiori distributori nazionali.
Scrivendo la vostra opinione con un punto di vista non completo, avete contribuito alle classiche disinformazioni da voi stessi sottolineate come negative per l’importante transizione che sta avvenendo.
Lei non ha letto bene l’articolo: noi abbiamo riportato l’opinione del n.1 di Volvo Italia, Michele Crisci, che è anche il presidente dell’Unrae, l’Unione delle Case estere presenti in Italia. Pubblicare il punto di vista di persone che hanno un ruolo importante in questo mondo è fare informazione, non disinformazione.
“vogliamo rendere le auto elettriche appetibili anche da un punto di vista del prezzo”: Volvo parla del prezzo di acquisto, ma non è la stessa Volvo che si è posta l’obiettivo di diventare leader nel settore dell’elettrico premium, dove tra l’altro sta riuscendo benissimo stando ai dati di vendita molto positivi? Ora si preoccupa anche dei poveracci con la Panda? La V40 diesel a fine produzione si trovava nuova presso i concessionari a 17000 euro nuova: avremo mai una Volvo elettrica a quel prezzo?
Suvvia Volvo, non mi diventare francescana, continua a spennare i ricchi, ti riesce così bene, perché mai dovresti occuparti dei poveracci, fino a ieri volevi pure lasciarli a piedi e impedire loro di acquistare un’auto nuova non elettrica …
Ah, già, la faccenda del costo delle ricariche. Dunque, vediamo un po’ … la XC40 elettrica in autostrada a 130 km/h fa 27 kWh/100 km [ https://www.vaielettrico.it/la-volvo-xc-40-e-altri-3-suv-elettrici-le-prove-degli-altri/ ]. Una ricarica Ionity, senza considerare gli sprechi della ricarica, costa 0.79 kwh. Questo significa che fare 100 km in autostrada con una ricarica Ionity senza abbonamenti costa 21.33 Euro. 21.33 Euro per fare 100 Km di autostrada a velocità codice, impiegando inoltre un tempo di ricarica superiore ad un diesel, con l’obbligo di sosta ogni 250 Km (fuori dall’autostrada, visto che in autostrada le ricariche latitano). E su, consumatore Volvo, spendi 60000 euro per l’automobilina elettrica e poi ti metti a fare l’hypermiler tirchio sulle ricariche elettriche? Che figuraccia …
Scusatemi , forse NON ho capito bene:
In Italia Tesla partendo zero ha attivi 40 Supercharger e ne aprirà altri 17 entro un anno o 2.
Gli altri produttori non mi sembra che abbiano già iniziato ad aprire stazioni di ricarica rapide …
Al posto di chiedere basta installare !
Semplice o no ?
C’è anche Ionity, Paolo, creato dalle Case tedesche più Ford e Hyundai, con ricariche da 350 kW.
Il problema, Mauro, è che le ricariche fast, col prezzo che hanno, fanno cadere il vantaggio rispetto ai carburanti: se si ricarica a casa si risparmia, se si ricarica fast alla colonnina si viene spennati e si paga oltre il doppio rispetto a benzina o diesel (so che ci sono anche formule con abbonamenti, ma l’abbonamento prevede un utilizzo costante e prevedibile del mezzo tutto l’anno e comunque il costo dell’abbonamento erode parte del risparmio sulla ricarica).
Paolo ha posto un problema serio: Volvo ha stipulato un accordo con Ionity per abbassare dal 1 luglio il prezzo della ricarica a 0,35 euro/kwh, contro gli 0,31 dei supercharger. Ma c’è un però: la convenzione Volvo Ionity garantisce lo sconto solo per il primo anno, per tutti gli anni successivi il prezzo è pieno (0,79 euro/kwh).
Oggi viaggiare con l’auto elettrica (parlo di viaggi con percorrenze superiori all’autonomia dell’auto) non solo è scomodo per i lunghi tempi di ricarica ma anche economicamente svantaggioso, tanto da rendere preferibile, ove possibile, spostarsi in treno o aereo o bus. E la situazione non è destinata a migliorare secondo me: questo perché le persone faranno di tutto per ricaricare a casa o in ufficio o presso punti low cost, quindi le colonnine fast avranno sempre difficoltà a rientrare dell’investimento iniziale, soprattutto se i costruttori dovranno affrontare una politica di espansione della rete, anche sui punti poco “a fallimento di mercato” (mutuando un’espressione tipica del mondo TLC). Se lo sconto lo devono offrire, qualcuno dovrà pagargli la differenza e se non è il privato è il pubblico, e se paga lo stato significa nuove tasse/multe/accise/debito pubblico, ovvero anziché pagare quel prezzo alla pompa lo paghiamo come tasse allo stato che poi ci dà un contributo quando andiamo a ricaricare. Follia in entrambi i casi.
Ionity, Mauro, se non sbaglio in Italia ha solo 17 stazioni operative e 2 in costruzione….
Avendo alle spalle: BMW, Daimler, Ford, Volkswagen, Audi, Porsche, Hyundai e Kia; risulta lampante che fino ad ora hanno fatto veramente pochino 🙂
Mi sa che l’unica rete per muoversi in Italia (oltre a Tesla) è quella di Enel X