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Ricaricare quando piove è pericoloso? Vaielettrico risponde

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Ricaricare quando piove, c’è pericolo di folgorazione? Ce lo chiede Marco, un lettore. E Angelo propone le elettriche per…i funerali. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it.

Ricaricare quando piove: c’è da folgorarsi? (1)

risponde“Ho un quesito da sottoporvi: ho noleggiato per qualche giorno un’auto elettrica per vedere l’effetto che fa (ottimo). Durante una ricarica, mi sono trovato sotto un forte temporale estivo e mi sono chiesto se ci fosse qualche pericolo di folgorazione. Va bene che l’auto è una gabbia di Faraday, ma quel cavo che la unisce alla colonnina non interrompe l’isolamento?“. Marco Danti.

ricaricare quando pioveRicaricare quando piove: tranquilli, ecco che succede

Risposta. Questa una delle domande più frequenti che ci vengono rivolte. Ed è legittimo chiederselo, ci hanno sempre insegnato a stare attenti ad avvicinare elettricità e acqua. Ma si può stare tranquilli e tutte le Case auto confermano che si può ricaricare in tutta tranquillità anche se piove a catinelle. La Volkswagen, per esempio, spiega che “i raccordi di ricarica sono progettati in modo che la corrente scorre solo se il contatto fra connettore e veicolo è ben chiuso. Ed è impossibile l’infiltrazione di acqua nel collegamento. L’unica accortezza che bisogna avere è quella di non far bagnare l’interno del connettore. Anche se ciò dovesse avvenire, non c’è alcuna possibilità di prendere la scossa. Nel caso in cui il connettore sia bagnato, l’unica cosa che accade è che non si avvia la ricarica: il sistema di protezione della vettura impedisce il passaggio di corrente“. Stesso discorso vale per l’autolavaggio, che si può usare tranquilamente.

ricaricare quando piove

“Le elettriche sono ideali per …i funerali”

Innanzitutto grazie per il vostro impegno per informare l’italico stivale sulla mobilità elettrica e spiegare l’evoluzione tecnologica agli scettici. Ho molto gradito il pezzo sulle tipologie di odiatori, e vi confermo la corretta suddivisione. Non passa giorno che non parli con qualcuno di mobilità elettrica ed ora, quando spuntano persone di quel tipo, non sto neanche più a perderci tempo. L’ultimo, con uno Stelvio, criticava le forme anonime della Tesla Model 3 e l’inutilità di quel tipo di auto: «Io ho bisogno ALMENO 1.600 km di autonomia». Vabbé… Vi scrivo per una questione che mi è venuta in mente lunedì, partecipando ad una cerimonia funebre. Ero dietro il corteo che seguiva il carro funebre. L’auto, una Mercedes classe E, targata FP e quindi del 2018, euro 6b, avrà anche emissioni minime, se in regola, tra Fap e Ad-blue. Ma pensavo che in ogni caso, tutti noi stavamo respirando quello che usciva dagli scarichi… Non sarebbe questo un “settore” adeguato per le auto elettriche o almeno seriamente ibride ? Esiste già qualcosa del genere? Un saluto (toccando ferro!)…Angelo Musumarra.

Ebbene sì, ci han già pensato, in Tesla naturalmente

ricaricare quando pioveRisposta. Ebbene sì: giusto un anno faabbiamo scrittodi uno specialista inglese che converte le Tesla Model S in carri funebri (foto sopra). All’epoca l’azienda, Coleman Minle, aveva specificato anche che L’azienda specifica che la domanda di eco-funerali è in forte crescita. E che il carro funebre Tesla particolarmente adatto “per operare nelle zone a emissioni ultra-basse (ULEZ) e nelle zone di aria pulita (CAZ)“. Zero e missioni e il silenzio che si conviene per queste tristi occasioni?
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3 COMMENTI

  1. Nessun commento per l’argomento in discussione,ma vorrei commentare un articolo apparso qualche giorno fa: le auto elettriche costano di più in manutenzione…
    Sbagliato. Sono possessore di un modelx Tesla da 4 anni ho 70.000 km non ho speso un centesimo in manutenzione, i pochi interventi erano in garanzia. Per me l’elettrico è fantastico non tornerò mai più al termico.

    • Abbiamo letto quell’articolo, molto enfatizzato e titolato in modo subdolo da un organo di informazione italiano palesemente schierato contro l’auto elettrica. Riprende i dati di un sito americano che ha calcolato le spese per riparazioni nei primi tre anni di vita di circa 800 mila autoveicoli appena immatricolati negli Stati Uniti, esludendo la manutenzione ordinaria, cioè i tagliandi.
      Osservo che:
      -nei primi tre anni di vita ogni veicolo, termico o elettrico, è in garanzia. Quindi i costi non ricadono sull’utente ma sulla casa costruttrice
      -sugli automobilisti ricadono solo i costi di manutenzione ordinaria, cioè i tagliandi, che notoriamente per l’auto elettrica sono almeno un terzo rispetto a una termica
      -E’ normale che una tecnologia nuova come quella dell’auto elettrica possa incorrere in inconvenienti più frequenti, e anche più onerosi (pensiamo alla sostituzione di una batteria di trazione difettosa) rispetto a una tecnologia consolidata in quasi cent’anni.
      -Lo studio però ammette che il divario è massimo il primo anno, scende progressivamente il secondo e si azzera il terzo. Dal terzo anno in poi i costi di manutenzione dell’auto elettrica, sempre esclusa quella ordinaria e quindi calcolando solo i guasti e la sostituzione periodica dei componenti a consumo, è molto inferiore.
      Concludendo: ha perfettamente ragione lei

  2. Come già detto non esiste nessun problema ma andando oltre sarebbe giusto e doveroso che per ogni colonnina installata s’autorizzi anche una struttura con pannelli fotovoltaici a copertura, avendo quindi un doppio beneficio di copertura da pioggia e produzione d’energia elettrica.

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