Ricaricare può essere un rebus, anche se viaggi in Porsche

Ricaricare può essere un rebus, anche se viaggi in Porsche. Parola di Karl T. Neumann, un noto consulente che ha condiviso su Linkedin la sua esperienza.

Ricaricare può essere un rebus: il racconto

ricarica può essere un rebus

Non siamo solo noi comuni mortali a sentirci a volte un po’ in difficoltà quando dobbiamo ricaricare. Qualche giorno fa è stato il mega-presidente del Gruppo Volkswagen, Herbert Diess, a lagnarsi via Linkedin della sua frustrante esperienza di ricarica al Brennero. Adesso è toccato al super-consulente Neumann  raccontare com’è andata prima con una Tesla Model X (guidata in California) e poi con una Porsche Taycan (in Germania, non se la passa male, eh…). Con la Tesla ha fatto circa 25 mila km, con un consumo medio più che accettabile per un’auto di quella taglia: 22.6 kWh/100km. E con un funzionamento impeccabile dei Supercharger. Non è andata così bene con l’auto successiva, una Taycan appunto, con la quale (causa Covid) di km ne ha fatti solo 5 mila. Un giudizio meno positivo non certo a causa dei consumi, 26.8 kW/100km, anche correndo ai 150 nelle Autobahn tedesche. Ma piuttosto per le complicazioni in fase di ricarica.

La ricarica della Taycan: più veloce, meno affidabile

ricaricare può essere un rebus
ALTA POTENZA. Il display di una ricarica Ionity, con 40 kW immessi in soli 10 minuti.
Queste sono le sorprese a cui Neumann riferisce di essere andato incontro:
  • un’intera stazione di 6 ricariche Ionity fuori servizio
  • altre colonnine non in grado di comunicare con l’auto
  • ricariche interrotte in modo inspiegabile
  • ricariche che non accettano la card della Porsche
  • ricariche che non accettano le carte di credito.

Neumann parla dello stress di arrivare a una colonnina con l’ansia di non sapere se davvero funzionerà. E nel caso delle Ionity è un vero peccato, perché quando “partono”   sono in grado di assicurare un’ottima esperienza di ricarica, migliore dei Supercharger. Come testimonia lo screen-shot che conferma che Neumann ha potuto rifornire la Taycan con 40 kW di energia in appena 10 minuti. Questo grazie anche alla capacità della Porsche di arrivare a 800V, potenze che la Tesla non raggiunge. Eppure, nel confronto, Neumann assegna la vittoria a Tesla, rispetto alla Porsche: ricarica un po’ più lenta, ma molto più affidabile. Colpa di chi? Spetta alla Porsche stessa, comunque, intervenire.

Visualizza commenti (11)
  1. Davide Mognetti

    “800V… potenze che Tesla non raggiunge…”, mamma che baggianata…
    La tensione è una cosa, la potenza è una conseguenza della tensione in relazione alla corrente che scorre con una determinata tensione applicata…
    Noi abbiamo in casa 230V, in USA 115V… abbiamo lampadine più potenti? No. Abbiamo i forni elettrici che scaldano di più? No.
    Elettrotecnica di base, questa sconosciuta…
    La Taycan “arriva” a 800V perché ovviamente questa è la tensione complessiva dovuta alla combinazione delle celle e dei moduli a bordo, la tensione totale ai capi del “pacco” batteria di trazione quando è carica, in poche parole. Nelle Tesla e altre è 400V.
    Ma se per caso colleghi la Taycan ad una colonnina fast DC solo a 400V e non compatibile con gli 800V, dubito che la rapidità di ricarica “sbandierata” in origine venga raggiunta, perché interviene un DC/DC a bordo che si deve “sforzare” ad innalzare la tensione, ma a discapito della rapidità di ricarica…

  2. Girolamo Virgadamo

    salve, se sbaglio un congiuntivo passo subito per ignorante; in un articolo dove si sbagliano le unità di misura di energia e tensione non succede niente. non è giusto !

  3. Buon articolo, rispecchia la realtà oggi, inclusa Ionity, che ha notevoli margini di miglioramento. Un consiglio: io farei revisionare l’articolo al vostro ottimo Paolo Mariano prima della pubblicazione 🙂

      1. Era un occasione per fare i complimenti a Paolo Mariano e ai suoi articoli sempre molto validi. Mi riferisco a piccole inesattezze, tipo kW al posto di kWh e potenza al posto di tensione (800 V). Comunque, in genere, leggo con piacere vaielettrico. Congratulazioni a tutti voi!

  4. “Neumann parla dello stress di arrivare a una colonnina con l’ansia di non sapere se davvero funzionerà.”
    Esattamente ciò che provo anch’io quando devo affidarmi alle colonnine. L’ansia da autonomia non so neanche cosa sia perché l’auto è coerente nei consumi e mi consente di calcolare con precisione quanti km può riuscire a fare prima di necessitare una ricarica. L’ansia da colonnina invece purtroppo c’è eccome ed è qualcosa che peggiora l’esperienza di viaggio se non altro perché contringe a fermarsi sempre prima del necessario per avere carica residua sufficiente a poter optare per un piano B nel caso (tutt’altro che improbabile) che qualcosa dovesse andare storto.
    L’inaffidabilità delle colonnine praticamente ha lo stesso effetto di avere un’auto con meno autonomia per via del margine in più che ti devi tenere sempre.

  5. Bancomat e carta di credito sarebbero una ottima soluzione, contanti? Tocca installare una cassetta blindata

  6. Che dire, se non c’è una forte volontà da chi deve pianificare i punti di rifornimento/ricarica su tutto il territorio, poco ci sarà da sperare, si dovrebbe arrivare al punto che il costo non superi più del doppio rispetto alla carica a casa e che non servano tessere o quant’altro, come avviene oggi nei comuni distributori, con contanti, bancomat e carta di credito, per la velocità di ricarica ovviamente è il lato auto in primis che ne determina la massima potenza, poi se si trovano le colonnine che la supportano la combinazione è fatta.
    Per il momento mi accontento di fare i miei 13/15000 km in casa/lavoro e giri tenendo conto del raggio d’azione della batteria, più avanti si vedrà.

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