Ricaricare in garage dal contatore di casa: che fare?

ricarica CONDOMINIO

Ricaricare nel garage del condominio dal contatore di casa: che fare? Ce lo chiede Vincenzo. Ricordiamo ai lettori che le domande vanno indirizzate a info@vaielettrico.it 

Via dalla rete elettrica condominiale

Buona sera, vorrei disconnettere i miei 2 box dalla rete elettrica condominiale e collegarli al mio contatore, questo nell’ottica di poter caricare l’auto elettrica. E’ possibile? Quali procedure e documenti servono per poter procedere?
RingraziandoVi porgo cordiali saluti Vincenzo Negro

 

ricaricare contatore di casa

Primo: c’è il vincolo della Prevenzione Incendi

Risposta- Come ogni intervento condominiale, Vincenzo, anche quello che lei vorrebbe realizzare per ricaricare la sua auto elettrica dal contatore di casa comporta presumibilmente lavori su parti comuni, quindi un via libera dell’assemblea. E tutti ben sappiamo che ottenerlo non è sempre facile. E’indispensabile pertanto presentarsi con tutte le carte in regola.

Quali? Abbiamo girato la domanda all’ingegner Diego Trabucchi, country manager Italia di ChargeGuru, la start up francese, ora presente anche in Italia, che offre un servizio di consulenza specializzata nell’installazione di impianti per la ricarica domestica.

Suggerisce prima di tutto di verificare con l’Amministratore di Condominio se l’autorimessa è sottoposta a Prevenzione Incendi, obbligatoria per quelle con superficie superiore a 300mq (normalmente già con 10 posti auto si supera tale limite). In tal caso, è necessario reperire la documentazione relativa depositata per la pratica per poi partire con la valutazione tecnica ed il successivo progetto.

Potrebbe servire il progetto di un professionista

La fattibilità tecnica si può verificare con un operatore specializzato che, in base alla collocazione dei box e dei locali contatori, può fare una valutazione preliminare e poi uscire con un tecnico per eventualmente preventivare i lavori.
In ogni caso, se c’è attività di prevenzione incendi, sarà necessario un progetto a cura di un professionista abilitato. Diversamente, sarà sufficiente che l’impianto sia corredato da una dichiarazione di conformità dell’installatore.

Non risparmiare sulla wallbox

Una semplice presa schuko può non dare garanzie di sicurezza
Non dimentichi che la ricarica di un’auto elettrica  sottopone cavi e prese a uno stress prolungato. I cavi dovranno essere adeguatamente dimensionati e una presa schuko a cui connettere il “carichino” in dotazione non dà sufficienti granzie di sicurezza in un uso continuativo. Meglio installare una wallbox, che tra l’altro, gestendo i carichi complessivi della casa, la mette al riparo da eventuali distacchi dovuti a sovraccarico. Costa un migliaio di euro, ma sono soldi ben spesi.
Visualizza commenti (3)
  1. Un paio di precisazioni IMPORTANTI:
    -Un costruttore di auto elettriche, molto noto, vende una WallBox a 500€ IVA e trasporto compresi: è un modello base ma ha un cavo lungo 7,4 metri e funziona egregiamente.
    -Se la potenza disponibile del contatore supera i 5 kW (il contratto da 6 kW permette di assorbire fino 6,6 kW) è sempre OBBLIGATORIO il progetto a cura di un Professionista abilitato.

  2. Attenderei l’emanazione del decreto attuativo per avere incentivi (detrazione/sconto fattura 80%) per acquisto e installazione wall box…
    D’altronde adesso conviene addirittura caricare alle colonnine pubbliche con tariffe flat (0,31-0,32 euro/kWh), a meno di non avere un contratto energia elettrica a prezzo fisso stipulato in tempi non sospetti…

  3. Sul fatto che siano soldi ben spesi quelli per l’nstallazione di una wallbox, concordo. Tra prezzo dell’apparecchiatura, cavi ed installazione, purtroppo difficilmente si scende sotto i 2000 euro. Il decreto “aiuti bis” parlava di bonus per l’installazione di colonnine private ma pare non se ne sappia più nulla…

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