Ricaricare in condominio nel Paese degli Azzeccagarbugli: un’impresa. Bruno condivide la sua esperienza negativa, un problema comune a tanti italiani. Vaielettrico risponde. Per scriverci: info@vaielettrico.it
Ricaricare in condominio, nel proprio garage: sarebbe l’ideale, ma…

“Segnalo un articolo pubblicato su Autoblog sui dati di insoddisfazione del 20% di utenti dell’auto elettrica indicati da Carlo Calenda. Citando invece uno studio effettuato in Gran Bretagna con risultati ben diversi. La discriminante che però è palese, rispetto alle indagini nostrane, è la base dati della ricerca inglese: tutti i partecipanti all’indagine disponevano di una ricarica domestica. La difficoltà che pervade la realtà italiana, con scarsissima diffusione delle auto elettriche, è dovuta a molteplici fattori. Ma uno dei più ostativi è costituito dalla ricarica ‘quotidiana’, che caratterizza uno dei benefici immediati dell’elettrico. È palese che la maggiore concentrazione di veicoli in Italia sia nei centri urbani. È altresì probabile che un elevato numero di questi disponga di autorimessa privata o posto auto in condominio.
…da 4 anni sto lottando con l’amministratore

Cito il mio caso perché è possibile estenderlo a molti proprietari di box in strutture condominiali. Possiedo un’elettrica da maggio 2022. Ma è da aprile 2021 (quindi prima di acquistarla) che mi trovo opposto all’amministratore delle autorimesse. Mi impedisce con ogni mezzo, di fatto, di arrivare all’installazione di una wallbox. L’ultimo atto, in ordine cronologico, è di non consegnare al progettista da me incaricato (le autorimesse condominiali in questione sono soggette a CPI quindi con obbligo di progetto elettrico) i documenti necessari. Quali schemi elettrici, planimetrie, certificazioni di conformità dell’esistente. Tutto ciò è possibile perché esiste una legislazione complessa e stratificata e ciascuno può fare come gli pare. Senza che un’indicazione giuridica tracci la via da seguire per ogni privato che affronti la questione.
Perché i costruttori non si attivano? Se vogliono vendere più EV…

Il singolo cittadino, quando da solo, non riesce ad affrontare questa montagna burocratica. Sulla quale sono arroccate le posizioni di chi ostacola la transizione della mobilità che, inevitabilmente, si arresta. Se i grandi costruttori di auto, invece di invocare così tanti aiuti perché il prodotto elettrico non si riesce a vendere, chiedessero chiarezza e semplicità legislativa per le installazioni delle wallbox e si facessero parte attiva per l’installazione delle apparecchiature di ricarica presso i clienti, avrebbero già in mano uno strumento efficace per ampliare significativamente le proprie vendite. Che sia possibile nel paese di Azzeccagarbugli? Un saluto a tutta la redazione“. Bruno Deroma
Ricaricare in condominio: urge semplificare con regole chiare
Risposta. È vero che i costruttori, anche tramite le proprie lobby, hanno fatto poco per affrontare questo problema. Che è uno dei maggiori freni alla diffusione della mobilità elettrica in Italia. Si è mossa parecchio, invece, Motus-e, che è l’associazione delle imprese del settore. Pubblicando anche una Guida per le ricariche condominiali e private. E soprattutto incontrando più volte rappresentanti politici e amministratori di condominio (ANACI) per semplificare la situazione. È vero, però, che in molti condomini ci si scontra con resistenze di ogni tipo. Che finiscono per scoraggiare chi vorrebbe godere della comodità di ricaricare la notte a casa, a prezzi molto convenienti. Serve uno sforzo ulteriore, per non lasciare solo chi ha diritto di ricaricare nel proprio garage.
- Ricaricare a casa, istruzioni per l’uso: guarda la VIDEO-INTERVISTA


Il problema di fondo risiede nella sottovalutazione, da parte della Commissione Europea e delle case automobilistiche, dell’importanza cruciale di una rete di ricarica diffusa e funzionale per i veicoli elettrici.
Un’auto elettrica, per sua natura, deve poter ricaricare quando è ferma: nel box privato, per strada o nei parcheggi pubblici. Sarebbero piu prese di ricarica lenta da 3 kW, accessibili senza limiti di tempo e riservate alle sole vetture elettriche.
Al contrario, le colonnine AC da 22 kW in ambito urbano si rivelano spesso poco utili: vengono utilizzate più come parcheggi che come punti di ricarica effettiva, data la breve permanenza dei veicoli. Ciò che serve realmente sono due cose: più punti di ricarica lenta in alternata, con postazioni dedicate, e una rete complementare di colonnine DC veloci per le esigenze extra-urbane.
se mi fossi dovuto basare sulla pubblicita’ della spring o della tesla sarei ancora al termico ! ragionare con la propria testa si puo’ e si deve ! quindi chi vuole ha la possibilita’ di informarsi , di fare le dovute considerazioni e scelte, saluti
Nessun problema per l’installazione, fatta comunicazione all’amministratore e consegnata poi la certificazione dell’installatore
Per chi abita in condominio ma è solo in affitto, comprensivo di garage singolo sotto l’edificio, immagino che poter installare una wallbox o solo ricaricare nel proprio garage sia un’impresa ottenere i permessi da amministratori, condomini e pure dal proprietario di casa. Qualcuno ha esperienza?
Io non ho avuto nessun problema. Ho avvisato l’amministratore e a lavori ultimati gli ho inviato la dichiarazione di conformità, per aggiornare il CPI. 42 metri di cavi fatto passare in aree comuni.
Non è sufficiente la DI.CO. per i box sottoposti a CPI. E’ necessario un progetto di un ignegnere abilitato, il cui costo da solo è di almeno 1000 euro, e installare una bobina di sgancio collegata all’impianto condominiale per i vigili del fuoco. In alcuni casi potrebbe anche essere necessario installare della cartellonistica per indicare la presenza di un punto di ricarica e un estintore aggiuntivo.
In un condominio soggetto a CPI, cinque anni fa ho solamente informato l’amministratore che avrei dato il via ai lavori e che il professionista avrebbe predisposto la DI.CO.
Aggiungo alla discussione il problema di chi ha un box non collegabile all’impianto di casa sua e sarebbe costretto, se vuole installare la wall-box, a stipulare un contratto ” altri usi” con spese fisse e IVA maggiorati! Ottenere che il contatore a servizio del box auto con ricarica abbia lo stesso trattamento del contratto di casa sarebbe un passo avanti.
Con Duferco ero riuscito ad avere la tariffa uso domestico non residente con IVA al 10%
Giustissimo, questa è un altro grave problema, oltre alla burocrazia citata nell’articolo, di cui si parla poco/nulla. Tra costi fissi e prezzo maggiorato non conviene installare una wallbox a livello economico.
Installare comunque la wallbox collegandola alla bobina di sgancio. Mi pare difficile che l’elettricista non sia in grado di individuare come farlo.
Poi inviare la documentazione all’amministratore, che in sede di revisione del CPI provvederà a farlo aggiornare.
Esattamente come ho fatto io, collegato alla bobina di sgancio, installato nuovo quadro in box contatori e portato cavo attraverso percorsi già esistenti.
Amministratore avvisato ad inizio lavori (solo per correttezza).
Alla fine sempre per mail ho invitato ad amministratore la Di.Co. e progetto con i quali quando sarà ora aggiornerà il CPI.
Alle mail il mio non ha neanche mai risposto, ho fatto tutto senza problemi, neanche dagli altri condomini.
Ma l’amministratore delle rimesse non è scelto dai proprietari delle rimesse?
Io francamente comincerei a fare campagna elettorale contro di lui, tipo organizzare una riunione straordinaria per mettere in discussione la sua nomina e portando preventivi di amministratori alternativi.
L’ideale sarebbe trovare degli alleati, che magari pensano ad una ibrida o che percepiscono il valore di corredare i box con impianti di ricarica.
Installata wallbox 5 anni nel mio box in condominio sottoposto CPI, devo dire nessun intoppo tra ingegnere-elettricista-amministratore-condomini, quindi suppongo che non siano la norma le difficoltà riscontrate dall’autore della lettera che ha avuto la sfortuna di trovare un amministratore che non collabora. Sarebbe interessante sapere quali sarebbero le motivazioni di questo ostracismo.
Suggerimento per Bruno
La documentazione che ti occorre dovresti poterla trovare in comune eseguendo un accesso agli atti. Avendo tu titolo su un immobile puoi eseguire questa richiesta
Suggerimento tecnicamente ineccepibile, ma… ci rendiamo conto? Un accesso agli atti per mettere una wallbox, ci rendiamo contro?
no, non co rendiamo conto,
perché se ci rendessimo conto
un ministro che dice e fa le vaccate che fa il ministro dell’ambiente a tema incentivi (per restare sul tema mobilità)
sarebbe cacciato a calci nel sedere per manifesta incompetenza.
è una dura lotta tra titani:
..Ministro dell’ambiente
..Ministro dell’agricoltura
..Ministro dell’istruzione
..Ministro della giustizia,
..Ministro dell’ industria,
..Ministro dei trasporti,
..Ministro della cultura,
..Ministro del turismo
un “parterre de roi” notevole
“Perché i costruttori non si attivano? Se vogliono vendere più EV…” si chiede il lettore tramite un titolino nell’articolo.
La risposta, almeno per l’Italia, è semplice: i costruttori – a parte Tesla per ovvii motivi e quelli cinesi, che però rimediano lo stesso vendendoci termiche nel frattempo – NON VOGLIONO vendere elettriche. Punto.
Qualcuno ha mai visto campagne pubblicitarie per ‘spingere’ delle elettriche? Tutte, tutte, TUTTE le pubblicità magnificano le loro nuovissime ibride con la loro autonomia combinata di millantamila chilometri, citando giusto di sfuggita (e non sempre) che ah, sì, a titolo di curiosità c’è anche una versione elettrica.
Aggiungeteci che chi osasse chiedere ad un concessionario informazioni su un modello elettrico troverebbe, se va bene, qualcuno che boh, sì, io so che è elettrica e che costa 6-7-8.000 € in più dello stesso modello termico, e, se va male, qualcuno che ti fa una testa così che mamma mia lasci stare l’elettrica che è un casino e guardi qui che bella ibrida che viene via anche a meno, è voilà, les jeux sont fait.
Sul fatto che in Italia sull’elettrico ci sia una sorta di ostracismo a tutti i livelli (primo quello dei nostri governanti) ricco di disinformazione e fake news non ci sono dubbi. Che la causa siano le case costruttrici, le stesse che fuori dall’Italia vendono il 20 e più percento di bev sinceramente mi pare poco fondato. Le pubblicità ci sono ma a fronte di un mercato del 5% ovviamente investono in pubblicità sul restante 95.
@Paolo
quando lancio un prodotto nuovo sul mercato
il mercato di quel prodotto è 0%…
è per questo che investo tempo e denaro per promuoverlo.
se voglio lanciarlo e promuoverlo e venderlo.
SE.
mi pare lampante che le case costruttrici (europee) NON abbiano alcun interesse a promuovere il proprio prodotto elettrico,
e quindi si muovano in tutte le maniere per opporsi, a Bruxelles come sui giornali come nella pubblicità.
se poi consideri che nei loro board e tra gli investitori ci sono fiori di petrolieri, OVVIAMENTE interessati a NON diffondere una tecnologia che darebbe loro un danno economico, beh….
e non è un complotto, è solo esplicitare una banale logica di mercato.
Ma io rincaro la dose.
Le stesse persone o associazioni che si occupano di mobilità elettrica di fatto accettano e avallano come “indiscutibili” cose il papello dei pompieri, i quali con la loro circolare di fatto complicano a dismisura senza veri motivi tecnici un’operazione che non è banale ma nemmeno complessa.
Circolare che ovviamente ha un suo valore, ma che non è una legge: le leggi le fa il parlamento. I pompieri non fanno le leggi, le fanno rispettare
A onor del vero la circolare sessa dice chiaramente (di se stessa) che quanto contiene è da ritenersi rivedibile alla luce sostanzialmente di maggior esperienza e statistica.
Avessi sentito UNA voce che invocasse una revisione di questo documento.
Beh, ovviamente ben difficile che qualche obiezione si levi dai produttori di magnifiche (ma spesso inutilmente complicate) wallbox, o dalla casta dei certificatori, dalla consorteria degli elettricisti e via discorrendo.
Non uno che abbia mai detto: signori sicuramente tutto ciò ha il suo buon senso, ma nelmondo reale non è assolutamente necessario.
O magari utile: pensate che la presenza di UN estintore specifico per elettricità sia sufficiente a contenere un incendio che parte dalla batteria?
E tuto quanto fa alzare i prezzi di troppo. Troppo, non si può pensare che sia cosa buona e giusta che uno per ricaricare a casa debba spendere migliaia di euro.
Vabbè non mi dilungo. Ma l’argomento lo chiederebbe eccome.
Sta di fatto che in Italia in un condominio se non c’è un “regista” che riesce a coordinare visione e volontà, ricaricare diventa quasi una missione impossibile.
Per esperienza personale, al contrario, se questo regista c’è e riesce a convincere la maggioranza della bontà della cosa, diventa quasi facilissimo e poi davvero son tutti contenti.
Anche quelli che l’auto elettrica non ce l’hanno, ma con 300 euro “di millesimi” si trovano una valorizzazione dell’immobile di almeno 3000.
Buona fortuna al Signor Deroma, a cui dico che ne può uscire solamente dando incarico ad un buon avvocato di far presente all’amministratore che sta compiendo un abuso bello e buono e che se prosegue ci si comporta di conseguenza.
Ovvio che farlo equivale ad una dichiarazione di guerra, ne sono conscio.
Concordo su ogni singola parola.
Sante parole.
Richiedere un progetto da parte di un ingegnere per attaccare un magnetotermico a una bobina di sgancio è pura follia.
Pretendere che il lavoro venga fatto da un professionista che si assuma la responsabilità di aver rispettato le norme con una di.co. ci può anche stare, ma il resto assolutamente no.
Questa cosa va semplificata.