Ricarica più facile e meno esosa, solo questo serve

Ricarica più facile e meno esosa, questo serve: altri due lettori mettono il dito nella piaga su quel che frena la crescita dell’auto elettrica in Italia. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno iniate a info@vaielettrico.it

ricarica più facileIl prezzo dell’elettricità a casa è sceso, alla colonnina aumentato. E tutte quelle app…?

Mi dite come sia possibile che prima l’elettricità costava di più e le colonnine avevano un prezzo di circa 35 cent al kw/h? E adesso che a casa la corrente è scesa e il prezzo alle colonnine è arrivato circa a 90 cent? Ma non avevano montato le colonnine con il PNRR? A mio parere tutte le compagnie si sono alleate per mantenere alto il prezzo a kw/h! Se si vuole incentivare l’elettrico bisogna intervenire anche su questo. voi che cosa ne pensate?. Giovanni Acerra
Non si capisce perché non è possibile obbligare tutti all’uso di una app unica per facilitare il pagamento  e quindi l’uso delle colonnine di ricarica. È come se ogni benzinaio ci costringesse ad accettare solo una sua specifica app per fare rifornimento! Non capisco l’assenza di uniformità che continua ad intralciare la concorrenza e la diffusione nell’elettrico. Fausto Ferraro

Ricarica più facile e meno esosa? Sul sistema di pagamento i progressi ci sono, ma sui prezzi…

Risposta. Non c’è dubbio che i prezzi alla colonnina devono scendere, anche perché sono i più cari d’Europa. Ma i grandi gestori, a cominciare da Enel X, dicono che praticare listini più bassi è impossibile finché l’utilizzo delle ricariche è così scarso. E quindi non riescono a rientrare dei soldi investiti per l’installazione, evidentmeente anche al netto dei fondi del PNRR. Però questi prezzi  spaventano molti potenziali acquirenti e, a nostro parere, colossi come Enel e ENI potrebbero permettersi di lavorare per un po’ in perdita per far crescere il mercato. Per quel che riguarda la semplicità di pagamento della ricarica, le strade sono due. La prima: si consente di saldare con carta di credito o bancomat, come già stanno facendo diversi gestori, proprio come avviene dal benzinaio (vedi il VIDEO qui sopra) Oppure si ricorre al sistema plug&charge, in cui non serve neppure la carta di credito: il bocchettone dell’auto viene “riconosciuto” dalla colonnina. E la ricarica autorizzata, con successivo addebito. Su questo fronte (soprattutto per le colonnine più potenti) siamo ottimisti, sul tema dei prezzi un po’ meno…

Visualizza commenti (39)
  1. La “scusa” che usano quei due è quantomento imbarazzante, si pretende di scaricare i costi dell’investimento sui clienti, ma il concetto di impresa prevedere che l’investimento sia a carico dell’imprenditore, che ci mette i soldi, gestisce il periodo di passivo e poi si intasca gli utili quando l’investimento va in breakeven.

  2. Se mi passate il paragone.
    Caricare rapido in dc è diverso da caricare a casa… è come pensare di voler andare al ristorante e spendere lo stesso che mangiando a casa… il servizio è diverso: con la dc paghi la disponibilità e la velocità di ricarica… mi pare normale che costi di più che caricare tutta la notte a casa…

    1. Il paragone calza, il problema poi è che ci sono gestori che ti fanno pagare in AC più di quanto Tesla ti fa pagare al Supercharger. È come andare al bar e pagare un conto da ristorante 😉

  3. Condivido il fatto che chi ha beneficiato dei finanziamenti del PNRR per installare le IDR debba tenere più basse le tariffe di quelle colonnine in particolare, altrimenti oltre a un danno diventa anche una beffa per il consumatore.
    Altro aspetto, mi domando anch’io come mai le case automobilistiche per incentivare, non offrano un pacchetto di ricariche comprese nel prezzo di acquisto delle EV, sicuramente inciderebbe in modo irrisorio sul costo dell’auto

  4. Come è possibile che il prezzo della ricarica base su colonnina enelx con app enelx sia significativamente più alto di quello che si paga con alcune app generiche, ad esempio recharge (repower) ? Non mi sembra giustificabile in alcun modo…

  5. Caprari Marco

    Penso sia chiaro a tutti che la legge della domanda e dell’offerta, nelle ricariche elettriche, sia controvertita. Ed è altrettanto chiaro che c’è dietro un disegno ben preciso nel continuare ad alzare i prezzi. I vari provider vogliono incentivi statali per contribuire alla transizione energetica? Siamo in Italia…..

  6. Io ho una BMW i3 Range Extender e utilizzo l’auto per fare fino a 300 km al giorno, in genere 150 circa. La macchina ha una batteria “grande” e un motore piccolo di supporto. Con questa combinazione generalmente vado con il solo elettrico tutto il giorno e qualche volta utilizzo il po’ di benzina e quindi x più del 90%delle volte ricarico a casa dove ho anche un impianto fotovoltaico. Se le ditte automobilistiche invece di costruire auto ibride con grandi motori e piccole batterie facessero il contrario tipo autonomia 500 km e un piccolo motore di supporto almeno tutti quelli che hanno la possibilità di ricaricare a casa sarebbero incentivati a comprare auto ibride che funzionerebbero x la maggior parte del tempo in modalità elettrica. I vari Enel x etc.. sarebbero obbligati ad abbassare i costi di ricarica perché hanno già fatto dei grossi investimenti e quindi meglio perdere poco che tantissimo. Poiché mi sembra troppo semplice ciò che dico è strano che invece di aumentare, questo tipo di auto è stata ridotta ( forse non è più in produzione la Range Extender) presumo che la lobby dei vari Enel x abbia chiesto alla lobby auto di non procedere in quella direzione

  7. Tutte osservazioni e commenti leciti quelli scritti fino ad ora.
    Anche io non sono contento della situazione, soprattutto quando penso ai fondi pnrr elargiti, che quindi sono diventati ricchezza distribuita, per business provati, visto come stanno le cose.
    Per i prezzi io incomincio ad assimilare la cosa a quello che si potrebbe definire un “cartello” al rialzo. Situazione che richiederebbe un urgente intervento ed indagine, ma forse chi deve controllare ha già altre beghe, o non ha più risorse per farlo. ….Oppure non ha ancora le competenze per capire la situazione?

    Un suggerimento, approfondite le ricerche e troverete app, che almeno a periodi, permettono di caricare sulla maggioranza delle colonnine a prezzi più convenienti di quelli praticati dal gestore propietario.
    Come può costare meno pagare tramite un’app straniera su un gestore locale che hai preso finanziamenti pubblici?

    1. “… colossi come Enel e ENI potrebbero permettersi di lavorare per un po’ in perdita per far crescere il mercato.”

      Il bello è che Gianni e Pinotto stanno GIÀ OGGI lavorando in perdita, dopo gli aumenti politici dei prezzi messi in atto da metà 2023 in poi e la massiccia emorragia di clienti che ne è seguita. E non possono certo essere così sprovveduti da non capire che continuare in tale ‘strategia’ (?) non li riporterà certo in positivo. Evidentemente, lavorare in perdita in questo settore non li disturba (per entrambi il business della ricarica è una goccia nel mare dei loro affari), per cui, considerato anche la qualità del controllo politico a cui sono sottoposti in questo momento, prevedo che persevereranno imperturbabilmente a lavorare in perdita fino a un futuro cambio degli ordini.
      E se decidere di perdere clienti è una decisione che ogni società può legittimamente prendere (se va bene ai loro azionisti di controllo…), ciò che scandalizza è il fatto che abbiano elevato allo stesso modo i prezzi del roaming per i loro concorrenti, abusando della loro posizione dominante (il possesso di circa il 70% delle colonnine installate) nel totale disinteresse dell’AGCM, distratta da chissà cos’altro, finendo col danneggiare tali concorrenti e ridurre la libera concorrenza.
      Ci siamo già passati alcuni decenni fa con la telefonia e le linee dati, quando occorsero lunghi anni di braccio di ferro fra operatore ‘incumbent’ e autorità di garanzia. Non sono sicuro che rivivremo la stessa storia ora con le ricariche, almeno non fino a un cambio di clima politico.

  8. Non capiscono che a quei prezzi io, come quasi tutti, non ricarico?!
    Energia & Co si sono infilate in un loop stupido e autolesionista.

  9. Fabrizio Isacchi

    Buongiorno. I distributori di energia elettrica, hanno pienamente ragione. Col tasso di utilizzo del 2 o 4 % (non ricordo bene, ma l’ho letto qui), vuol dire che tutte le perdite elettriche dei trasformatori in cabina elettrica messi apposta per le colonnine, gli utilizzatori dovranno sorbirsele loro.
    Un esempio elementare.
    Un trafo da 1.000 kVA, che potrebbe asservire 3 colonnine fast da 300 kW cadauna, ha perdite a vuoto di circa 1,5% il che vuol dire che 15 kW vengono dissipatiil (leggasi sprecati) nell’ambiente – alla faccia dell’effetto serra. Quei 15 x 24 h = 360 kW – 4% = 345 kW qualcuno li deve per forza pagare nel suo conto di ricarica. Ossia gli utilizzatori delle cariche. Elementare, senza girarci troppo attorno. E al netto dei costi di progettazione, investimento, manutenzione, riparazione, uscita personale e verifiche periodiche di legge per la sicurezza, che per 1.000 kW sono minimo 2.000 € a verifica DPR 462 /01.
    Non c’è altro da dire.

    1. Ma i distributori vedi energia hanno preso fior di milioni dal PNRR che pagheranno i cittadini. E ora vogliono anche fare utili su utili quando oltretutto il costo energia si riduce? Troppo facile direi

    2. Come non c’è altro da dire!?

      Tesla come fa? Eppure fa.

      Io ricarico all’80% alle colonnine in AC che utilizzano potenze molto più “domestiche” di 22 kW, anche su queste il caro colonnine è dovuto alle perdite da lei indicate?

      La verità è che la rete di ricarica è stata fatta in fretta e furia senza andare troppo per il sottile di dare la priorità a ciò che veramente serviva, quindi centinaia se non migliaia di colonnine disperse nel nulla sono investimenti improduttivi, mentre al contempo continuano a esserci tante persone che scrivono anche in questi commenti che non potendo caricare a casa e non avendo una colonnina vicino a casa non potranno comprarsi l’auto elettrica.

    3. Vabbè, il discorso sulle dispersioni in ambiente e il consumo di energia necessario per mettere un litro di carburante nel serbatoio di un’ auto manco lo inizio (lei sembra masticarne di impianti elettrici; dal canto mio io ho passato 30 anni tra raffinerie e depositi).
      Alla faccia dell’ effetto serra (cit.).
      Nessun imprenditore sano di mente aumenterebbe i costi di un prodotto che non si vende, o lo si dismette o si cerca di ampliare la domanda con prezzi attrattivi e servizi.
      È anche intuibile che neanche questi prezzi, finché i volumi restano questi, possano coprire i costi e tra l’altro non si spiega come app di aziende terze straniere possano garantire prezzi migliori degli stessi produttori.
      No, il problema è decisamente politico. Le partecipate sono quelle che hanno dato il via agli aumenti (strano vero?) e le altre, causa roaming, o si adeguano o vengono escluse. Guarda caso Tesla, che non si pone il problema del roaming, è tra quelle che pratica i prezzi migliori.
      E ci sarebbe molto altro da dire …

  10. Mi pare pacifico che l’auto elettrica non decolla perché la maggior parte degli italiani non ha intenzione di dipendere dagli umori dei gestori di colonnine, che fissano i prezzi a capocchia al solo scopo di boicottare la transizione green (le ragioni economiche sono ridicole, com’è stato già evidenziato….).
    Quel che mi sorprende sono i costruttori di auto elettriche, che son talmente tonti da non averlo capito. Invece di lamentarsi delle auto invendute, basterebbe che assicurassero pieni gratuiti compresi nel prezzo di acquisto e il mercato esploderebber. Perché l’italiano é così: spendaccione quando compra l’auto, ma tirchio quando deve caricarne la batteria.

    1. Guido Baccarini

      “Quel che mi sorprende sono i costruttori di auto elettriche” fatta esclusione per Tesla (che ha la SUA rete di ricarica e se ne frega) e di BYD (che è appena sbarcata in Europa), gli altri non sono costruttori di auto elettriche: sono costruttori di auto tra cui anche elettriche, loro malgrado.

      La trovata “psicologica” di vendere l’auto comprensiva di ricariche (con un tetto magari di 2000 kWh che corrisponderebbero a più di 10.000 km) per 3 anni, ad esempio, comprate in anticipo all’ingrosso costerebbe poco più di 1000€ all’anno (ragionando sul PUN che viaggia intorno ai 10 centesimi, se io che sono un privato pago l’energia 13 centesimi – senza tasse – loro che la comprerebbero a GWh…) che anneghi nel costo con estrema facilità.
      Sempre di volontà, si tratta: volontà che non c’è.

  11. Veramente servirebbe una sola app per benzinai, ricariche elettriche e parcheggi blu a pagamento e autostrada …

  12. Presenza di colonnine DC in ogni attuale distributore di carburante con costi non superiori ai 0,5€ per kw/h (prezzo fisso abolendo abbonamenti e altre amenità) abolizione delle colonnine AC pubbliche sostanzialmente inutili, rubano parcheggi alle città e fanno buttare soldi ai fornitori (meglio investiti in colonnine DC). Quando avverrà quanto sopra si realizzera l’equazione BEV=ICE e la diffusione sarà naturale (senza bisogno di imposizioni), io per primo acquisterò bev se realizzano quanto sopra.

    1. Io carico all’80% alle AC, e lei vuole abolirle? Mi sa che non ha capito granché delle auto elettriche.

      1. Sono assolutamente d’accordo con Leonardo, anzi credo che occorra delle AC che carichino anche a 3kW, vicino a luoghi di lavoro e residenze laddove non ci sono parcheggi privati. Ma qui c’è il grosso problema della idiosincrasia degli italiani per la pianificazione, si tratta di impianti che devono essere pianificati e programmati in un contesto urbano che non può essere messo in mano ad un solo esercente

    2. Colonnine AC = lunghe soste (torno a casa dal lavoro, visito una città, etc…..)
      Colonnine DC = sono in viaggio e mi “serve” caricare rapidamente.

      Il problema è che alcuni non lo hanno ancora capito: ho visto colonnine AC in aree di servizio di tangenziali ed autostrade. Sono completamente inutili

    3. Completamente in disaccordo.
      Servono sì le DC per viaggi su distanze oltre l’autonomia dell’auto che necessitano di ricaricare velocemente in itinere, e in effetti, fra FreeToX in autostrada e Tesla/Ionity e altri circuiti DC/HPC appena fuori dai caselli, la disponibilità di tali colonnine comincia a essere discreta, pur se ampiamente migliorabile. Però tali colonnine costano molto di più per la loro costruzione e installazione, sono pesanti in termini di impatto sulla rete elettrica e richiedono un alto tasso di utilizzo per rientrare dagli investimenti, e comunque hanno prezzi al kWh per loro natura più elevati rispetto alle colonnine A, per cui la loro crescita non può essere esponenziale come piacerebbe a lei.
      Poi c’è la questione che il suo modello ripropone pari pari l’approccio che abbiamo introiettato così profondamente con le auto termiche da considerarlo l’unico possibile: l’umano porta l’auto a fare rifornimento.
      Fortunatamente l’auto elettrica, oltre a permettere di mantenersi fedeli a tale approccio per le ricariche HPC durante i viaggi, consente un nuovo e diverso approccio: l’auto elettrica porta l’umano dove deve andare e, mentre l’umano fa quello per cui si è recato in quel posto, in parallelo l’auto elettrica si ricarica.
      Per questo approccio le colonnine AC da 22 kW sono perfette: con un’ora di ricarica mentre si fanno spese o una passeggiata, o due ore di ricarica mentre si va in palestra o al cinema, ad esempio, si rabboccano comodamente centinaia e centinaia di chilometri. Per questo, però, occorre che le case automobilistiche dotino TUTTE le auto di caricatori di bordo da 22 KW, anziché da 11 o addirittura meno come ora. E, dato che la stragrande maggioranza delle colonnine AC sono da 22 kW, davvero non si capisce perché le auto debbano essere dotate di caricatori non adeguati a tale stragrande maggioranza delle colonnine.
      E se dove i box auto scarseggiano e di notte si lascia l’auto in strada (ad esempio, i centri storici e i quartieri residenziali di condominii) venissero installate ogni pochi metri semplici ed economiche colonnine AC a bassa potenza (max 5 kW), magari sfruttando anche infrastrutture già esistenti (tipo i lampioni, ad esempio), anche la comodissima ricarica notturna diventerebbe rapidamente un’abitudine insostituibile.

        1. Grazie Massimo, sono a conoscenza di ciò.
          Però ugualmente c’è chi (vedi Renault e la sua Twingo) riesce a installare di serie il caricatore AC da 22 kW anche in una piccola auto da 24.000€.
          Se ci riesce Renault… 😊

          1. Guido Baccarini

            Eugenio,
            immagino tu lo sappia, ma per Renault con Twingo e Zoe è un discorso diverso, perchè una parte del sistema di carica è costituito dal motore stesso, che tra l’altro è progettato per essere ricaricato in trifase (grazie alla diffusione che hanno in Francia, mica sono come gli italiani dove il 3kW sembra universale e sufficiente per tutto). Fu una scelta progettuale ed è per questo che hanno elevate dispersioni di ricarica soprattutto in fase di bilanciamento (quando carichi al 100%) usando la 220V monofase anzichè la trifase 380V. In DC si scavalca il sistema che viene usato parzialmente solo come trasformatore di voltaggio.
            Tesla (e quasi tutti gli altri) hanno puntato sulle ricariche in DC pensando che in AC 11 kW siano più che sufficienti: personalmente concordo, almeno fintanto che non hanno cominciato a mettere le tariffe basate su potenza + tempo: ecco, lì le Renault si prendono la rivincita!

        2. Sull’aspetto economico sarebbe bene che fosse possibile almeno poter avere il caricatore più potente come optional.

  13. Chicken and Egg , Aumento i prezzi della ricarica in quanto poco utilizzate , bene cosi verranno utilizzate ancora meno .
    Abbiamo il 70 % delle colonnine in AC ma i providers NON fanno niente per disincentivare la sosta selvaggia , questo semplicemente perche NON interessa fatturare . Ci sono soluzioni elettroniche molto semplici per disincentivare ma NON si vogliono valutare .

  14. Pongo una domanda senza intenti polemici: come mai nei distributori non ho mai avuto sentore di sconti sui prezzi praticati sottoscrivendo tessere o fidelity card, sulla falsarigha di quanto avviene per le ricariche?
    Va ricondotto a diverse categorizzazioni tra carburante ed elettricità?

      1. Forse non mi sono spiegato: perchè all’AGIP se mi presento con la tessera fidelity non mi scontano il carburante? Il prezzo degli elettroni cambia radicalmente tra il pagare con carta di credito e comprare pacchetti astrusi. Come mai nessuno si pone il problema del far mettere un bel prezzo fisso sulle colonnine come sulle pompe?
        Per inciso, nella zona di Torino molte insegne erogano carburante proveniente dall’AGIP di Volpiano, non è come il vino che si riconosce all’olfatto.

        1. Franzino, è perché l’energia elettrica ha prezzi molto variabili e comunque il vero problema dei prezzi alla colonnina non è il costo dell’elettricità come il problema delle tariffe telefoniche non è il costo della singola telefonata.

        2. Guido Baccarini

          La mia risposta è stata molto sintetica ma il senso era: col carburante non posso scegliere il fornitore se non scegliendo il distributore. Con l’energia elettrica è irrilevante la colonnina fisica, sono in roaming.
          Quindi sono due mondi completamente differenti.
          Inoltre gli abbonamenti sono nati come pacchetti prepagati: chi comprerebbe 200 LT di benzina pagandoli prima?
          Non si può ragionare per similitudine.

    1. Oltre a quello che dice Guido, molti anni fa, il legislatore italiano decise di vietare la vendita di elettroni “al chilo”.

      Per questo, anche se è tutto quello che ti serve, non puoi rabboccare pochi kWh infilando una moneta da 2 euro o una banconota da 5 nella colonnina.

      1. Il legislatore ha anche vietato di vendere ad un prezzo chiaro e fisso?
        La moneta da due euro non la infilo nemmeno nella pompa, se è per questo non pagherei nemmeno gli elettroni al chilo. Vorrei solo poter scegliere una ricarica sapendo chiaramente e univocamente il prezzo, per voi è chiedere troppo?
        Mi sa che a forza di dire che si deve essere diversi dall’esistente vi state scegliendo da soli il cappio.

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