Ricarica in parcheggio. Dodici colonnine “sprecate” a Lodi dove la sosta è a pagamento anche per chi ricarica. Risultato: un deserto totale. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.
Potrei ricaricare al lavoro, ma spenderei 6-7 euro al giorno in più
“Sono il più che soddisfatto utilizzatore da qualche mese di una Mustang Mach-E. “Utilizzatore” e non “possessore” in quanto nel mio passaggio dal termico all’elettrico ho preferito optare non per l’acquisto, ma per una formula NLT, sia mai che non mi possa trovare a mio agio con la nuova tecnologia.
Ho la fortuna e la possibilità di ricaricare regolarmente a casa con un impianto fotovoltaico, ma saltuariamente mi reco in ufficio per partecipare in presenza alle riunioni con i colleghi. Navigando sulle numerose app che ho sul telefono per gestire le ricariche quando non effettuate a casa, ho scoperto che a 30 metri dal mio luogo di lavoro ci sono ben… 12 stalli di ricarica!
Bellissimo, in una zona super-centrale, vicino alla stazione dei treni, 10 in corrente alternata e 2 in corrente continua. Mi reco a piedi sul posto, ma, seconda sorpresa, sono tutti all’interno di un parcheggio a pagamento! Cioè, per ricaricare la mia auto devo prima ritirare il tagliando, ma io non devo parcheggiare, devo solo ricaricare.
Contatto telefonicamente sia i gestori delle colonnine (Powy) che il gestore del parcheggio (FS), ma entrambi gli impiegati, gentilissimi, mi confermano che se voglio ricaricare devo anche pagare la tariffa del parcheggio, 1 euro/ora. Considerando che sarebbe stato molto comodo per me ricaricare mentre mi trovo al lavoro, se utilizzassi queste colonnine avrei una maggiorazione di spesa di almeno 6/7 euro per ogni ricarica, anche ipotizzando di uscire dall’ufficio durante l’orario lavorativo e di spostare la macchina verso un altro parcheggio per non incorrere nelle penalità di tariffa previste per la sosta nello stallo oltre il tempo di completamento della ricarica.
Allego la foto del parcheggio (sullo sfondo, le sbarre automatiche per l’ingresso e l’uscita). Indovinate: gli stalli sono tutti desolatamente vuoti! Ma io dico: che senso ha? Come possono ipotizzare di rientrare del capitale investito per l’allestimento delle colonnine e delle piazzole se non danno la possibilità agli utenti di auto elettriche di utilizzare le stesse? Grazie per aver raccolto lo sfogo„. Marcello Magnotti
Un difficile equilibrio fra gli interessi di tutti gli attori
Risposta- Due diversi gestori (del parcheggio e delle colonnine) entrambi intenzionati a guadagnare. Inevitabile che nessuno guadagni, visto che le colonnine restano desolatamente vuote.
Forse una soluzione intermedia con tariffe per la sosta diversificate a seconda della tipologia di ricarica (più alte per la ricarica fast e più basse per quella lenta) potrebbe servire a trovare un equilibrio accettabile per tutti.
Purtroppo l’ecosistema dell’auto elettrica è ancora agli albori e quindi molto immaturo. Tutti quanti navigano a vista cercando la strada giusta. Speriamo che con il tempo la trovino.
-Iscriviti alla Newsletter e al nostro canale YouTube–
Mi trovo abbastanza in linea con la risposta della redazione.
Le colonnine sono gestite da operatori privati il cui scopo è puramente (o dovrebbe esserlo) quello di guadagnare. Pretendere che chi offre un servizio di ricarica a pagamento debba “regalare” il posto macchina e rinunciare ad un potenziale maggior guadagno derivante dall’occupazione dello stesso spazio da parte di una termica “pagante” è poco razionale. Delle due l’una: o si creano dei fondi pubblici per finanziare questa “rinuncia” da parte del gestore a farsi giustamente pagare l’occupazione dell’area mentre la ricarica è in corso (e sarebbe una cosa condivisibile) o la situazione difficilmente cambierà. Sappiamo peraltro che i tempi di ricarica dipendono da molte variabili, compresa per alcune vetture la scelta “maliziosa” di ricaricare più piano di quanto tecnicamente possibile per sostare gratis e più a lungo…
Il fatto è che, fino a quanto gli stalli erano comuni quanto la presenza contemporanea di due papi (ops, abbiamo recentemente avuto pure quella!) rinunciare ad un parcheggio su 1.000 non era un problema, ma adesso è piuttosto frequente entrare in aree (anche non a pagamento) nelle quale un 5-10% degli stalli è destinato alle Bev e sono quasi tutti liberi mentre gli altri sono occupati. Poi c’è sempre il cretino che ci parcheggia abusivamente, ma va detto che fa comunque specie che debbano essere riservati posti che restano sempre liberi. Perché non sembri qualunquismo, alludo ad esempio all’area dietro al McDonald’s di Lainate ed anche al parcheggione del centro commerciale di Arese. In quest’ultimo la percentuale è minore del 5%, ma gli stalli sono quasi sempre vuoti. Al contrario, il supercharger di City Life sta sul 60-70% di occupazione perché evidentemente è stato pensato con criterio e non solo per mettere qualche striscia verde per farsi belli (perché c’è pure quello). Concordo, come dicono molti, che gli stalli vengono spesso messi lì a caso.
Ecco, di fronte a queste crescenti percentuali, che pur fanno ben sperare nel futuro, è ovvio che servirebbe la mano pubblica per disciplinare l’evoluzione dell’offerta ed è anche ovvio che la crescente autonomia delle Bev, unita anche ad una pur meno sfavillante riduzione dei tempi di ricarica, potrà portare ad un cambiamento dei paradigmi sinora consolidati quali “mi fermo a fare la commissione, vado al cinema, in palestra, al lavoro e lascio tot ore la vettura in ricarica” ed un avvicinamento alla consolidata abitudine di fare rifornimento come avviene con le termiche e poi di parcheggiare normalmente.
D’altro canto ed solo in parte una battuta, se mi recassi da un qualunque benzinaio e gli occupassi la pompa per 4-5 ore avendo deciso di rifornirmi col contagocce, pensate veramente che il modello di farmi pagare solo il prezzo della benzina reggerebbe? E’ ovvio che siamo in un momento di stallo tra diverse tecnologie (lato Bev e batterie) e che non è semplice prevedere come tutto evolverà.
Grazie per il tuo commento Luca. Ripeto, io non pretendo niente. Semplicemente, non utilizzerò mai gli stalli a disposizione nel parcheggio, se per ogni ricarica devo mettere in conto un maggior esborso di 6-7 euro. Al momento, mi sembra che anche altri siano della mia stessa opinione, visto quanti sono gli stalli occupati da auto in ricarica ripresi nella foto che ho allegato. E’ vero, è solo un certo momento di un certo giorno, mi riprometto di ritornare in altre occasioni per verificare quante BEV siano mai presenti negli stalli dedicati. Scrivi che sei “abbastanza in linea con la risposta della redazione”. Nella risposta della redazione c’è però anche scritto: “Due diversi gestori… entrambi intenzionati a guadagnare. INEVITABILE CHE NESSUNO GUADAGNI”. Cui prodest?
Non so precisamente a chi giovi la situazione attuale. Il mio sospetto è che molti degli stalli sinora installati vadano in perdita e che siano, per dirla all’inglese, dei place-holders messi lì in attesa di capire come butterà il mercato della ricarica. Che non coinciderà per forza col trend dell’elettrico in quanto i cambiamenti tecnologici potranno favorire o meno le ricariche lente o veloci. Perciò mi pare che sia tutto una scommessa. A parte metto i supercharger di Tesla che pare che siano pure profittevoli in sé ma, a prescindere, sono serviti a creare l’ecosistema ed in un certo senso anche l’immagine di Tesla come unica elettrica con la quale, anche alcuni anni fa, si poteva girare senza troppi patemi d’animo (ora non solo con Tesla, ovviamente).
Penso anche che sia inevitabile quando tu (inteso sia come te che come tu generico) puoi scegliere tra uno stallo in cui paghi solo la ricarica ed uno dove paghi anche la sosta, salvo essere autolesionista, che la tua scelta ricadrà sul secondo:) E, a scanso di equivoci, non c’era alcuna critica, ma solo un ragionamento di carattere generale.
Però il problema non siamo né tu, né io, ma milioni di noi che normalmente pagano la sosta in alcune aree gestite da privati e, a mano a mano che in queste aree verrano realizzati punti di ricarica (al limite anche sul 100% degli attuali parcheggi) i gestori vorranno continuare a guadagnare e qui si apre la questione… Ci piazzi una plugin che carica in ore ciò che serve per fare 60 km o una Tesla attaccata ad una ricarica velocissima che carica l’equivalente di 500 km in 45 minuti? Ecco, se non gli fai pagare la sosta ma solo i kW, con la prima vai decisamente in perdita.
La ricarica lenta con occupazione del posto, senza di nuovo scomodare l’esempio del benzinaio, è un po’ come andare al bar nell’ora di punta, mettersi al tavolo e tenerlo occupato per un’oretta, sorseggiando giulivo il caffè ed impedendo il concorrente accesso di altri clienti paganti. Suggerisco di non provarci.
Quanto riferivo sul supercharger dentro City Life (ho abitato lì sino a dicembre 2023) è emblematico; se fai un acquisto anche di 10 centesimi, non paghi le prime due ore di parcheggio ed una Tesla ricarica in meno di un’ora… Motivo per cui lì la questione manco si pone e gli stalli girano alla grande, ma non come parcheggi giornalieri.
Poi c’è un’altra questione, forse più sottile ed un po’ antipatica. Quando sono pochi ad adottare una tecnologia più virtuosa, ci sta che abbiano sconti e facilitazioni per favorirne l’adozione. Le elettriche a Milano hanno avuto un grande successo, quanto meno nella fascia medio-alta e qualcuno potrebbe pensare che non è più necessario fare “concessioni”.
Così come le ha perse la mia ibrida che è entrata gratis in Area C solo per un semestre. E qui c’è pure la beffa perché fino al model year 2020 era omologata per 94 g/km e perciò ampiamente sotto le nuove soglie di emissione di CO2 previste per l’ingresso in Area C, ma è stata riomologata col model year 2021 e le “cicca” di un nonnulla… Ma l’auto è la stessa del 2020 dal punto di vista motoristico! Se Lexus avesse saputo dello scherzetto di Sala…. Chissà…
Le facilitazioni per Bev, plugin ed ibride sono tutte cervellotiche ed abbastanza arbitrarie e variano da luogo a luogo.
Insomma, in prospettiva, è tutto da vedere. Come diceva Ginettaccio Bartali, gli è tutto sbagliato e tutto da rifare. O magari solo un pochetto.
Stessa identica assurda situazione a Milano Rogoredo. C’è un parcheggio a pagamento accanto alla stazione e dentro hanno messo 6 colonnine quick e 2 FAST sempre totalmente vuote.
Se volete ho una foto.
Idem nel parcheggio multipiano dell’aeroporto di Linate.
Non mi è chiaro chi possa pensare di mettere la macchina in carica in questi parcheggi…
Idem a Domodossola: Powy 6 AC + 2 HP nel parcheggio a pagamento di FS. Sempre vuote!
Stessa identica situazione a Pisa, parcheggio in prossimità della stazione dei treni/autobus con ingresso a pagamento, 12 stalli Powy praticamente ricoperti di ragnatele e spesso occupati da auto termiche quando gli altri posti sono occupati.
Ma vi immaginate se un distributore di carburante facesse pagare l’ingresso per accedere alle pompe?
L’utente elettrico è solo un pollo da spennare da parte di svariati soggetti.
Questa è l’idea che mi son fatto.
Come già indicato in altro commento e in precedenti articoli dove invece si sosteneva che la sosta non si paga perché previsto dal nuovo CdS non è così, il CdS non prevede questo (a meno che non si crei giurisprudenza favorevole …) e valgono le indicazioni fornite tramite cartellonistica verticale.
Piuttosto il punto è un altro, ovvero che, in assenza di una variazione del CdS, secondo me questo rischia di essere la norma. Fatti salvi i punti di ricarica fuori città, laddove ci sono le strisce blu secondo me in futuro diventerà la norma il fatto che si richieda l’obolo anche per l’occupazione dello stallo. E lì dove non esplicitamente richiesto lo stesso sarà incluso nel costo di ricarica perché lo paga il gestore della ricarica (magari proprio tramite la doppia tariffa, al kWh e al minuto).
Dopotutto il comune già perde soldi consentendo la sosta solo a una piccola percentuale di veicoli anziché a tutti (ovvero ai soli veicoli elettrici che hanno necessità di ricaricare, quindi si passa da un potenziale bacino utenti del 100% a un bacino dello 0.qualcosa) e siccome quello stallo è “nostro”, ovvero di noi cittadini (rappresentati dal comune e dal suo bilancio), rinunciare a una fonte di reddito non è scontato. Certo, se guidassimo tutti auto elettriche e tutti ricaricassimo per strada, sarebbe una partita di giro: sono soldi che noi alla fine versiamo a noi stessi (intendendo il nostro comune come “noi stessi”). Ma siccome non tutti guidano elettrico e non tutti ricaricano per strada, alla fine sono soldi che chi ricarica per strada non versa a tutti gli altri concittadini (e che, fino al giorno prima che lì mettessero una colonnina, invece tutti versavano regolarmente). Questo per dire che secondo me a tendere laddove ci sono le strisce blu (a meno che non cambi governo) diventerà sempre più frequente pagare di più la ricarica.
La soluzione? Imporre, come ha fatto la Germania, l’installazione di colonnine ad alta potenza nei distributori. Tra l’altro in Italia si sta facendo un piano per ridurre i distributori di carburante (pessima idea, con la mentalità italiana il rischio cartello è elevato …): si potrebbe inserire nella norma che verranno salvaguardati certamente coloro che installeranno colonnine ad alta potenza (magari introducendo l’accesso discriminatorio per le colonnine HPC, a mio avviso assolutamente indispensabile e anche questa è una cosa che vado dicendo solo io ma prima o poi, spero, ci arriveremo …).
vero ma,la risoluzione del problema l’avai solo disseminando ovunque colonnine AC per le ricariche notturne o sui posti di lavoro (dove ovviamente non vi siano già parcheggi a pagamento preesistenti) senza l’obbligo però di ocvupazione delle sole elettriche perche poi sarebbero troppo svantaggiati quelli che non se la posso o permettere a cui verrebbero negati pure i parcheggi.
Se con 5 colonnine c’è una percentuale a 2 cifre che non funziona e non viene manutenuta, figurati disseminare tutte le strade d’Italia di colonnine che casino immane. E poi, dopo aver installato milioni di colonnine, magari ci si lamenterà pure del costo al kWh.
No, strada sbagliatissima. Poche colonnine, superveloci e con prezzi calmierati dentro le pompe di benzina con tettoia obbligatoria e predisposizione per la ricarica wireless e per il plug&pay: mai occupate abusivamente, sempre manutenute, ricariche fast, nessuno screzio con chi non è passato all’elettrico, niente cavi, scavi e porcherie disseminati ovunque e tempi e modalità di ricarica simili a quelli di un’auto a benzina. O così o vi tenete il caos e non ve ne liberete mai più.
In realtà più colonnine ci sono in una zona più è conveniente manutenerle, purché le colonnine siano utilizzate realmente.
Immagina come sarebbe la rete di distribuzione di carburanti se il numero di auto a benzina e diesel fosse uguale al numero di elettriche oggi circolanti!
Enzo stai leggendo il libro dei sogni che se va bene vedrà la luce fra anni e non oltre e dicitamente non l’autonomia e i tempi di ricarica delle attuali BEV, aspettando fiduciosi la futura ricarica al 100% in 5 minuti anche sulle spring con colonnine da centinaia di kw in ogni distributore e automonie da 1000km… ad oggi la dituazione è questa e fintantoche non hai una AC libera, funzionante e possibilmente “sotto casa” l’elettrica per moli resta il famoso “vorrei ma non posso”
E non parliamo di quelli “potrei ma non voglio“, come Enzo e Antonio Gobbo. Ma cosa ci fate su Vaielettrico?
“Il libro dei commenti”
cosa ci faccio qui? bhe cerco di dire le cose come molto spesso stanno e non come a qualcuno piacerebbero che fossero, o forse dire che servirebbero colonnine AC libere, funzionanti e vicino casa per tutti quelli che non hanno la fortuna di avere un box (perchè è di questo che si parla) è essere detrattori dell’elettrico? mentre sarebbe forse corretto dire che è certo che a breve avremo super-ricariche in 5 minuti disponibili a tutti a prezzi popolari distribuite su tutti i distibutori italiani è la verità scritta dulle tavole della legge? se si allora forse hai ragione … che ci sto a fare qui, le riunioni autoincensanti al caminetto dove si racconta che tutto va bene non fanno per me..
Vedo che ha capito: qui ci scambiamo idee per risolvere i problemi, lei cerca problemi per ogni soluzione. Inutile per lei, inutile per noi. Stia bene
Inutile per lui, ma a mio avviso dannoso per noi.
Per fare un paragone sul lavoro gran parte delle mie energie vanno nel neutralizzare chi crea problemi inutili o ingigantisce a dismisura quelli reali anziché provare a risolverli.
“potrei ma non voglio“. Sì e no. Se per “potrei” intendi che potrei rinunciare a tutto quello che ho e accontentarmi di molto meno per gli stessi soldi, allora sì, potrei. E’ come chiedere a uno di rinunciare a una villa per trasferirsi in un monolocale al quarto piano senza ascensore.
Gli ultimi 3 giorni in 3 diverse occasioni si sono avvicinate persone per ammirare l’auto che ho, chiedere informazioni e farmi i complimenti. L’ultima volta poche ore fa. Per non parlare delle emozioni alla guida. Potrei rinunciare certo ad una piccola sportiva che mi riempie di emozioni e mi riempie il cuore per un’auto che non ha nulla in comune con la mia e che, anziché guadagnare valore nel tempo, lo perderà.
Potrei … il giorno in cui dovessi perdere il senno, in effetti potrei …
Grazie per il tuo commento Enzo. Io non pretendo di non pagare la sosta. Sostengo solamente che, se al costo previsto per la ricarica, che ultimamente è notevolmente aumentato, devo aggiungere anche il costo per il parcheggio (tra l’altro non una tariffa una tantum, ma oraria e non progressivamente a scalare con il passare del tempo, ma, per esempio, per una sosta che dura 6 ore si pagano 6 euro), nessuno, a meno che non abbia tanti soldi da buttare, e non è il mio caso, utilizzerà le colonnine costate diverse migliaia di euro (la foto che ho allegato è emblematica). E inoltre le auto termiche non potranno utilizzare gli stalli, perché giustamente riservati alle auto elettriche, quindi doppio mancato guadagno per i gestori del parcheggio e per i gestori delle colonnine: complmenti! Non mi sembra così si voglia favorire, se non a parole, la mobilità elettrica, direzione cui mi pareva si volesse tendere indirizzando verso l’acquisto di auto BEV i milioni di euro degli ultimi incentivi di qualche settimana fa, milioni di euro di tutti noi. Mi viene il sospetto che siano stati buttati via inutilmente…
Marcello come utente/consumatore ti capisco benissimo e al tuo posto sarei arrabbiato il quadruplo. Personalmente guardo la mobilità elettrica dal punto di vista proprio dell’utente/consumatore (e molto meno da quello ambientale, lo confesso) e quindi credo che lo stato debba necessariamente intervenire per risolvere queste storture. Non può esistere una babele dei prezzi, informazioni non chiare (ci sono utenti che hanno beccato la multa perché non era chiaro si pagasse la sosta a parte e anche utenti esperti che si sono ritrovati un conto finale più alto del dovuto perché la tariffa era stata modificata la notte prima), colonnine di sosta non funzionanti, occupate abusivamente ma soprattutto con prezzi finali per l’utente che non sono compatibili con le nostre tasche. Chiaro che se non si risolvono queste situazioni la mobilità elettrica non decollerà mai e non sarà colpa dei consumatori egoisti e menefreghisti ma dei politici incapaci. Servono soluzioni efficaci capaci di funzionare non solo in Svezia o in Trentino ma anche nelle congestione metropoli italiane e serve legiferare subito per migliorare la situazione. All’estero qualche esempio virtuoso c’è, ma anche lì c’è ancora troppo poco.
Stiamo costruendo una mobilità elettrica anche per liberarci del petrolio e dei soldi che finiscono dalle nostre tasche in quelle degli emirati arabi, le auto elettriche hanno efficienze altissime e non sprecano energia a differenza del motore a combustione e solo per colpa dell’infrastruttura di ricarica ci troviamo che un km in elettrico costa di più che un km a benzina/diesel/gpl/ibrido. Bisogna ammettere che si sta sbagliando strada e avere il coraggio di introdurre i necessari correttivi.
Per me, tanto per passare dalle critiche alle proposte concrete, la strada è quella delle colonnine HPC nei benzinai a prezzi calmierati (tanto le statistiche sui dati reali hanno dimostrato che le ricariche in DC NON danneggiano la batteria più di quelle AC) con colonnine di 2 tipi: quelle fino a 150 kW per le elettriche di oggi e quelle fino a 400 kW con potenza minima di ricarica di 200 kW (quindi ad accesso discriminatorio) per le elettriche di domani (che, per inciso, già esistono), colonnine che per funzionare nei benzinai di città devono utilizzare necessariamente tante batterie. Questo significa che chi deve ricaricare oggi avrebbe a disposizione un punto sicuro di ricarica dove, con 20 minuti di attesa, carica la batteria mediamente di oltre il 50%. Con le elettriche di domani basteranno 10 minuti per caricare la batteria all’80%.
“Dopotutto il comune già perde soldi consentendo la sosta solo a una piccola percentuale di veicoli anziché a tutti…”
Occhio che con questo ragionamento puramente economico si arriva a concludere che anche con i posti riservati per i disabili – che sono oggi e per ancora parecchi anni in numero molto maggiore rispetto agli stalli per la ricarica – il comune ci “perde soldi consentendo la sosta solo a da piccola percentuale di veicoli anziché a tutti”…
Io ribadisco il concetto che gli stalli per la ricarica NON sono aree di sosta. Oltretutto, chi gestisce un parcheggio che stupidamente comprenda degli stalli per la ricarica NON ne può disporre liberamente per farvi parcheggiare a pagamento auto non elettriche e DEVE tenerli a disposizione delle sole auto elettriche che effettuino la ricarica, sapendo e accettando quindi a priori che quegli stalli, se nessuno si ferma a ricaricare (ipotesi oggi con altissima probabilità di essere vera), gli renderanno ZERO.
A sua volta un utente di auto elettrica ha per legge un preciso limite temporale da rispettare riguardo all’occupazione dello stallo di ricarica: i famosi 60 minuti dal termine della ricarica, dopo di che DEVE liberarlo. Sarebbe dunque una violazione al Codice della Strada che quell’auto elettrica potesse continuare a sostare nello stallo in forza del pagamento di una tariffa di sosta, ipotesi che il Codice della Strada non prevede affatto.
A parte ciò, mi chiedo: ma il comune non stipula un regolare contratto di concessione di suolo pubblico con il proprietario delle colonnine, che utilizza quel suolo pubblico per un’attività economica e quindi, come tutte le attività economiche che chiedono di occupare suolo pubblico, paga un canone annuo? Se, come credo, è così, il comune è già a posto per quanto riguarda la redditività degli stalli avendone un’entrata sicura e costante.
Ad ogni buon conto, il problema è che, a quanto ne so, né il Codice della Strada né alcuna altra legge regolamenta al di là di ogni dubbio il caso in cui degli stalli di ricarica ricadano entro un parcheggio a pagamento. In tale vuoto legislativo prospera l’avidità di chi gestisce il parcheggio con colonnine, che alla fine – come giustamente riporta Magnotti – porta alla perdita economica sia per il gestore del parcheggio che per il proprietario delle colonnine.
occhio a far paragoni, i posti roservati ai disabili sono obbligatori per legge (1 ogni 20) … non è che un sindaco può far quel che vuol in base come si sveglia al mattino.
ma dalla foto, dall’altro lato i posti sono tutti occupati e quelle persone si pagano per bene la loro sosta.
ascolta sono di Lodi e conosco il problema, quei posti sono occupati o da chi va a prendere/acvompagnare persone in stazione o da chi di ferma 2 o 3 ore (vicino vi sono oarecchi uffici) chi va a lavorare a Milano e usa il treno o chi lavira 8 ore nelle vicinanze fa 3 – 400 metri e trova il parcheggii gratis.
l’assurdo è che ci abbiano fatto li delle colonnine non che facciano pagare il parcheggio, comunque tranquilli ho letto fra non molto ne faranno altre al polo iniversitario che oltre a,essere totalmente fuori mano (oltre la tangenziale) dopo una certa,ora, è deserto per cui escludo che qualcuno vada a,suo rischio e pericolo a,ricaricare li la notte e di sicuro, ollte agli “universitari”, li fdi giorno non credo ci andrà nessuno o quasi a ricaricare, poi con questi “ricavi” altro che 1 euro al Kw per ammortizzare i costi.
Eppure esistono i parcheggi con telecamera e lettura della targa. Vicino a noi c’è un supercharger con 20 stalli al piano terra di un parcheggio multipiano, si ha 1h di tempo per caricare e superato il tempo si paga 1h extra di parcheggio. Ovviamente le ricariche durano meno e si esce come si è entrati, tramite lettura della targa (e ovviamente il sistema dialoga con Tesla per confermare l’avvenuta ricarica dando il diritto all’uscita senza pagamento extra). Tutti ci dovrebbero guadagare, ma il meccanismo indicato dal lettore è perverso e profondamente campanilista, o semplicemente stupido.
no non è stupido, lui vorrebbe un AC da ticaricare wuandolavora,senza eggio, qui glo danno una DC che gli ticarica dopo un ora o poco più ..
ma lui mica può uscire dal lavoro andare a farsi un caffè e poi andare a cercarsi in altro parcheggio magari a 4 – 500 metri non a pagamento.
è il sistema colonnine che non funziona così come è stato pensato e che non prrmette a chi non può ticaricare a casa di considerare una alternativa elettrica.
chiedo scusa per gli strafalcioni ortografici ma ero senza occhiali e ho cercato di “indovinare” le lettere 🙂
Non le ha indovinate
qualcuna si ma non proprio tutte …
La stupidità consiste nel fare pagare la ricarica come se fosse un parcheggio a tempo, inoltre è ovvio che lui abbia necessità di una AC dato che non può scappare con l’orologio in mano a spostare la macchina. Per questo dico che non è stato ben pensato il sistema di ricarica in quella zona.
Pessimo investimento, che i gestori provano a recuperare maggiorando il costo al kWh sulle colonnine che servono veramente, sfoltendo ulteriormente le fila dei potenziali clienti.
Chissà se prima o poi qualcuno si sveglierà dal torpore e si metterà in testa che le ricariche vanno pensate prima di installarle.
Ah già, poi c’è Tesla che ha fatto le valutazioni del caso e ha messo poche aree ma ben strategicamente pensate in modo che l’utilizzo permetta di avere un business che sta in piedi e con prezzi di ricarica concorrenziali.
Che dire, la differenza tra chi improvvisa e chi no.
No. Tesla ha colonnine in corrente continua ad alta potenza. Non c’entrano nulla con quelle in corrente alternata a bassa potenza.