Home Ricarica e Bollette Ricarica in garage 2/ Il conto è salato per gli “usi diversi”

Ricarica in garage 2/ Il conto è salato per gli “usi diversi”

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Ieri abbiamo pubblicato l’intervento di Giancarlo che ci segnalava un paradosso: nel suo garage, distante qualche isolato dalla sua abitazione ma accatastato come pertinenza della stessa, pagherà l’energia per la ricarica dell’auto più che alle colonnine pubbliche. Infatti dovrà montare un secondo contatore con contratto “usi diversi”.  Vaielettrico gli ha risposto che ciò dipende da norme di legge e da disposizioni precise dell’organo di regolazione ARERA. Si parla di cambiarle, ma al momento siamo fermi alle proposte e alle ipotesi. Un altro lettore, Andrea, si è fatto carico di ricostruire come si formano le tariffe usi diversi, e di calcolare approssimativamente il costo a kWh di una ricarica in base all’andamento delle tariffe in questi ultimi mesi. Lo ringraziamo di cuore. Ecco cosa ne è scaturito.

ricarica in garage

Di Andrea Garramone

Ho provato a calcolare la spesa, fissa e variabile, associata ad un contatore “per altri usi” da 3 kW, utilizzando i dati forniti da ARERA nel documento “condizioni economiche per i clienti di maggior tutela”,  utenze non domestiche, valido da gennaio 2022. E’ un foglio excel, molto interessante, da cui si possono facilmente identificare le variazioni di prezzo trimestrale e gli interventi governativi. Naturalmente esiste il documento corrispondente per le utenze domestiche.

ricarica in garage
La tabella excel del sito di ARERA con i dettagli delle tariffe per contratti di maggior tutela da applicare per la ricarica in garage con contatore “usi diversi”

Dalla tabella si possono facilmente calcolare i costi fissi. Per quanto riguarda i costi variabili esistono delle offerte a prezzo fisso, annuali e di grandi aziende (senza penali per cambi entro il periodo contrattuale), di valore inferiore a 0,2 €/kWh.

-Potenza disponibile 3kW

Quota fissa/anno [€]: 117,9 + 23,6 + (26,7×3) + IVA 22% = €/anno: 281,3 –  pari a 23,4 €/mese

-Una disponibilità pari a 4,5 kW incrementa il costo mensile di pochi euro.

Gli oneri variabili di sistema, storicamente dell’ ordine di  4-5 c€, sono stati azzerati temporaneamente.

Considerando una percorrenza di 20.000 km/anno, ed un consumo medio di 20 kWh/100 km (… i miei consumi sono molto inferiori, quelli di moglie e figlia no), sono necessari 4000 kWh/anno. Quindi la quota fissa incide per: 281,3 € / 4000 kWh =   0,07 €/kWh

Conclusioni: è ragionevole considerare il costo di 0,5 €/kWh come valore limite, facilmente riducibile.

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9 COMMENTI

  1. Il prezzo per kwh per usi domestici è pressoché lo stesso rispetto agli usi diversi.
    Con l’eliminazione degli oneri di sistema (che includevano molto di più sugli usi diversi che sugli usi domestici) i due prezzi si sono parificati.
    Resta solo il regime iva differente e poco altro.
    Le ricariche da colonnine pubbliche al momento costano meno anche rispetto alla ricarica domestica perché enelx ha acquistato energia da fonti rinnovabili con contratti a lungo termine sottoscritti prima dei grandi aumenti

    • Iva più che raddoppiata e spese fisse bis causa secondo contatore non incidono poco…Vero è che con questi prezzi dell’energia anche alle colonnine le tariffe sono destinate ad aumentare.

  2. Capisco poco, anzi, non capisco per nulla! Senza auto elettrica il contatore ci sarebbe lo stesso? Forse solo da 1,5kW. Mi risulta che i 117,9421€/anno di fisso ci sarebbe sempre, anche con contatore da 0,5kW. La quota potenza fissa per trasporto ha il suo minimo per contatori da 3kW, ma conta qualche €/anno. In definitiva il PREZZO MARGINALE delle cariche della BEV devono essere al netto delle spese fisse succitate, al massimo ci possiamo mettere la differenza contrattuale tra 1,5kW e 3kW (a mia esperienza più di 3kW non sono necessari).
    Perbacco, negli altri servizi https://www.vaielettrico.it/quanto-costa-ricaricare-a-casa-facciamo-due-conti/
    e https://www.vaielettrico.it/dalla-bolletta-al-costo-della-ricarica-risultato-009-euro-a-kwh/
    si sono fatti salti mortali con confronti fra due bollette con regimi fiscali diversi pur di dimostrare il costo irrisorio dell’uso di una BEV e adesso prendiamo i dati mettendoci dentro i più possibile per dimostrare che il costo delle ricariche diventa poco conveniente se il garage non fa parte dell’abitazione.
    Non capisco.

    • Parliamo di garage, intanto. Nei garage i condomìni non hanno il contatore perchè il consumo di elettricità è minimo (pochi minuti al giorno per l’illuminazione) e i costi sono compresi nelle spese condominiali. Ma se un proprietario ha necessità di caricare l’auto, quindi ha un prelievo di elettricità superiore rispetto agli altri, è costretto a montare un contatore a parte, anche se per la legge quel garage è considerato pertinenza della prima casa. E su quel contatore avrà per legge un contratto “usi diversi”con tassazione al 22 anzichè al 10% come avrebbe se il garage fosse collegato al contatore di casa. Sul secondo contatore, poi, dovrà pagare nuovamente alcune spese fisse (non più gli oneri di sistema che sono stati temporaneamente azzerati dagli ultimi decreti salva bollette). In conclusione il prezzo marginale del kWh per la ricarica non può essere al netto delle spese fisse, perchè le spese fisse (e le maggiori tasse) sono relative esclusivamente alla ricarica auto. Gli articoli da lei citati rappresentano una situazione diversa: quella di chi ha la presa del garage collegata direttamente al contatore di casa. Quindi un unico contatore, spese fisse comunque pagate per alimentare gli usi domestici, tassazione al 10%. Infine sono basati sulla situazione del secondo semestre dell’anno scorso, prima degli ultimi aumenti e dell’intervento del governo. Nessun salto mortale per dimostrare alcunchè: fotografano una situazione del tutto reale e documentata, purtroppo molto più favorevole rispetto alla prima. Tutto qui.

      • Credo di aver capito. Senza auto elettrica il contatore non ci sarebbe e le eventuali spese di “luce” del garage sono contabilizzate nelle spese condominiali anche se il condominio non è quello di abitazione. Da cui, certamente, le spese fisse vanno attribuite all’auto elettrica così come io avrei fatto per la maggior spesa del passaggio dai 3 ai 6 kW (che non ho fatto).

        • Esatto, stavolta forse mi sono spiegato. Tutta la discussione parte da un lettore che acquistando un garage come pertinenza dell’abitazione, seppur in un altro edificio, sperava di calcolare come costo puro dell’auto elettrica solo la componente energia al netto dell’Iva maggorata e delle spese fisse.

      • Non è detto, basta semplicemente montare un banale contatore a defalco, e l’amministratore scorpora i consumi del proprio box dal totale. Ovviamente il contratto generale del box deve avere sufficiente potenza.

  3. Mi sembra un calcolo corretto, quindi se pur un po’ più alto di qualche centesimo è pur sempre conveniente, speriamo che la legislatura faccia qualche passo a vanti, nel frattempo è comunque da farci un buon pensierino.

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