In arrivo la ricarica galleggiante: dalla Liguria l’idea che spinge la nautica elettrica nei campi boa. Si tratta di una barca pensata per ricaricare altre barche, direttamente in mare/lago/fiume. È questa la proposta progettuale che intende rafforzare con nuovi servizi la mobilità elettrica, soprattutto nei contesti più complessi dal punto di vista tecnico e paesaggistico, dove installare colonnine di ricarica risulta ostico e in alcuni casi impossibile.
Un progetto che punta soprattutto ma non solo alla ricarica nei campi boe dei laghi
Il progetto porta la firma di Michele Solari, pioniere della nautica elettrica italiana e fondatore dell’azienda Barchelettriche. Imprenditore da tempo impegnato nello sviluppo di soluzioni a zero emissioni, Solari ha realizzato imbarcazioni accessibili anche ai disabili e operative in aree marine protette come a Miramare. Ora spinge più in là il confine dell’innovazione proponendo una barca di servizio mobile che possa offrire la ricarica ai diportisti elettrici che sostano nei campi boa o in altri luoghi privi di infrastrutture.«La barca può operare nei laghi, dove molte imbarcazioni sono ferme distanti dai porti, ma anche lungo tratti di costa senza infrastrutture per via della conformazione fisica», spiega Solari a Vaielettrico.

Ricarica galleggiante sul Pontoon Charger Boat
Il servizio rappresenterebbe anche uno strumento promozionale per incentivare l’adozione dell’elettrico tra i piccoli diportisti. Il progetto è in fase di sviluppo, ma ha già il nome: Pontoon Charger Boat. «Si tratta di un trimarano lungo 8,5 metri e largo 3, pensato per integrare produzione e distribuzione energetica. Dotato di un pannello fotovoltaico da 3588 Wp, una buona integrazione di energia soprattutto nei mesi estivi».
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Vediamo i dati dell’accumulo: «L’energia viene stoccata in una batteria da circa 100 kWh, con ricarica da rete o da altre colonnine, e anche da fonti solari. Il sistema elettrico prevede tensione di uscita a 400v e 230v, con uscite trifase da 32A e 16A, monofase da 16A e prese EV tipo 2 (massimo 22 kW, oppure configurazioni multiple da 12 o 6 kW). Il monitoraggio è garantito da display a bordo e da sistema remoto tramite app, mentre le batterie sono mantenute in efficienza grazie a un sistema di termoregolazione a liquido».

Un dato del progetto si lega all’economia circolare: «Si può riusare una batteria invece di realizzarne una nuova, l’accumulo è la destinazione di sempre più batterie nelle case, perché non usarle a supporto di barche per la ricarica?»
L’idea è inoltre scalabile: «Si può pensare anche a un piccolo bar a bordo per accogliere chi attende la ricarica», suggerisce Solari. Il servizio potrebbe essere gestito da operatori privati o sostenuto da interventi pubblici, contribuendo all’elettrificazione diffusa in contesti ancora non infrastrutturati.
Un’intuizione che punta a superare uno degli ostacoli più comuni all’elettrificazione nautica: l’accesso all’energia. Quando la tecnologia incontra le specificità territoriali e ambientali, nascono soluzioni come questa.
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// L’idea è inoltre scalabile \\
Il che è positivo anche perché piú il pannello FV è grande piú velocemente ricarica la batteria, a pari capacitá di quest’ultima..
“Il progetto porta la firma di Michele Solari, pioniere della nautica elettrica italiana e fondatore dell’azienda Barchelettriche.”
Semplicemente fantastico.
Del resto, Solari… nomen omen 😊