Ricarica FAST a 50 kW: quanto tempo serve davvero?

Ricarica FAST a 50 kW, quanto serve in realtà per rifornire? Quando scegliamo la prima auto elettrica, c’è una serie di parametri inediti da considerare. Uno di questi riguarda la capacità del pacco-batterie. Ma un secondo aspetto importante è la potenza di ricarica accettata dall’auto. In corrente alternata (presso le colonnine pubbliche AC) e continua (presso le colonnine FAST e Ultra-FAST). Ne abbiamo parlato qui. E bisogna conoscere bene la dinamica della ricarica nel suo complesso, se non vogliamo trovarci in difficoltà. Vediamo perché.

Ricarica FAST a 50 kW e in AC a 11 kW: la mia auto…

Quando si passa da un’auto termica a un’auto elettrica si tendono a fare molti parallelismi. E questo spesso porta a errori di valutazione. Si tende a sovrapporre mentalmente il concetto di rifornimento con quello di ricarica. E quindi a pensare al processo di ricarica come a un processo lineare. In realtà, purtroppo, è influenzato anche da altri fattori, quali ad esempio la temperatura, ambientale e della batteria.

Una Volkswagen ID.4 in ricarica: batterie e tempi di rifornimento miglioreranno molto rapidamente.

Partiamo dalla ricarica lenta, quella che si effettua a casa o presso le colonnine in corrente alternata (AC). Qui il conto della serva funziona. Se la potenza della colonnina o della wallbox è inferiore a quella accettata dall’auto, si ricarica alla potenza della colonnina. Se la potenza della colonnina è superiore a quella accettata dall’auto, si ricarica alla potenza massima accettata dall’auto. Anche se non è esattamente così, con buona approssimazione possiamo affermare questo. Per calcolare i tempi di ricarica (in ore), dividi il numero di kWh (realmente utilizzabili) della batteria per la potenza.

ricarica fast
La Easy Wallbox proposta da FCA (ora Stellantis) per le ricariche domestiche, con i vari marchi del gruppo.

Esempio, se ricarichiamo in una colonnina da 22 kW un’auto che accetta una potenza massima di 11 kW in alternata, ricaricheremo a 11 kW di potenza. Se la batteria è  da 77 kWh, per ricaricarla dallo 0% al 100% impiegheremo circa 7 ore.

Ricarica  FAST a 50 kW. Di conseguenza…

Diverso è il discorso se ricarichiamo presso una FAST o Ultra FAST. In questi casi, infatti, non possiamo guardare solo alla potenza della colonnine e alla massima potenza accettata dall’auto. Sarebbe un errore. Anche in condizioni ideali, infatti, la capacità della batteria, la sua chimica, il rapporto tra capacità nominale ed effettiva concorrono a disegnare la curva di ricarica.

appello be charge
Colonnina Fast di Be Charge nel comune di Grosseto

La curva di ricarica determina la potenza alla quale siamo in grado di ricaricare in base allo stato di carica (SOC) di quel preciso momento. Tendenzialmente la potenza massima accettata dall’auto è effettivamente raggiungibile solo nel range 0-30/35%. Dopodiché la velocità decresce più o meno rapidamente a seconda dei casi. Questo è il motivo per cui 5 minuti di ricarica ultra fast in questa fascia permettono di recuperare molti più kWh degli stessi minuti quando la batteria è già al 70%.

Attenzione a quel che leggete nelle pubblicità!

I produttori comunicano generalmente solo la potenza massima accettata e spesso indicano il tempo di ricarica minimo dal 10 all’80%. Alle volte, nell’intento di invogliare il potenziale cliente, indicano il numero di km di autonomia che si possono recuperare con un certo numero di minuti di ricarica. Ma, ovviamente, indicano il dato della fase nella quale la potenza è maggiore. E non specificano in quali condizioni (di velocità, temperatura, orografia) sarà possibile percorrere quei km.

ricarica fast a 50

Per indagare il comportamento di ogni singolo modello e farsi un’idea più precisa, può essere utile consultare le curve di ricarica rilevate da Fastned. Ma è necessario anche tenere presente che alcuni modelli di auto soffrono di rapidgate. Ovvero: dopo aver percorso molti km a velocità sostenuta e/o dopo aver effettuato più ricariche fast, potrebbero non accettare più la massima potenza. Nemmeno da scariche. Per proteggere la batteria da un danneggiamento o da eccessiva usura. Le stesse auto, specialmente se non dotate di un sistema di climatizzazione delle celle, potrebbero soffrire anche di coldgateQuando la temperatura della batteria scende sotto una certa soglia, il BMS (Battery Management System) impedisce ricariche a una potenze troppo elevate. Anche se la curva standard lo prevederebbe.

Ricarica FastSECONDO NOI. Tutti questi elementi potrebbero, in determinate condizioni, impedirci di raggiungere le velocità di ricarica massime indicate dal costruttore. E questo è importante saperlo. Tuttavia molte delle moderne auto elettriche dispongono di un’efficiente sistema di climatizzazione del pacco-batteria. In grado di garantire la corretta temperatura delle celle quasi in ogni momento. E addirittura, in alcuni casi, di preclimatizzare la batteria in vista di una ricarica fast. Inoltre i software a supporto della pianificazione o del viaggio possono fornirci preziose indicazioni sulla strategia di viaggio. Indicandoci quando fermarci, dove ricaricare e per quanto tempo. Senza brutte sorprese.

Visualizza commenti (13)
  1. Non ti sfugge nulla, durante il processo di ricarica una parte dell’energia purtroppo viene dispersa, nel tuo caso circa l’8% che mi sembra coerente da quel che leggevo in giro.
    Molto dipende dalla lunghezza/qualità dei cavi, della wallbox/auto, dal tipo di ricarica effettuata (AC/DC ) ed a volte anche solo dalla potenza impiegata. Purtroppo non mi ricordo più dove un utente raccontava di aver fatto alcune prove a casa, e modificando semplicemente la potenza di ricarica aveva riscontrato importanti variazioni nella % di dispersione. Nel suo caso quindi aveva optato per sfruttare quella più ottimizzata.

    1. enrico desi

      Grazie Diego. Farò allora qualche tentativo limitando la potenza della wallbox o quella accettata dall’auto, così da vedere se, pur rallentando magari ancora un po’ la velocità di ricarica, la percentuale di dispersione si riduce.

  2. enrico desi

    Chiedo scusa, perché più che un commento è una richiesta di chiarimenti.
    Possiedo una Kia Soul EV 64 kWh, caricatore monofase 7,4, di cui sono sostanzialmente soddisfatto.
    Per i tempi di ricarica, avevo inizialmente fatto come suggerito nell’articolo, ed anche tuttora pubblicizzato da Kia, cioè 64/7,2 (della mia wallbox Zappi monofase), quindi il virtuale 0-100% in poco meno di 9 ore.
    Però: i 7,2 della Zappi (reali, verificati al contatore) entrano in Soul per non più di 6,6, che poi vengono immagazzinati dalla batteria solo per circa 6,2/6,3. Pertanto, invece di 9 ore, si tratta di oltre 11.
    E’ normale o mi sfugge qualcosa? Grazie in ogni caso dell’attenzione.

    1. Più ci si avvicina al 100%, più lenta è la ricarica. Poi la conversione da AC a DC comporta una dispersione di energia, perché l’efficienza non è del 100%. Probabilmente c’è dell’altro, ma lascio dire a chi ne sa di più

  3. Dario Fermo Pinolini

    Con le batterie a stato solido questi problemi saranno in gran parte risolti, non temono le temperature basse , ricaricano 10 volte più velocemente e non scaldano, inoltre la densità energetica già adesso è 5 volte superiore. La linea di produzione Panasonic in Giappone sarà pronta dal 2024 e produrrà pacchi batterie incredibilmente migliori degli attuali, che non sarà possibile installare sulle elettriche ora sul mercato per via della loro particolare gestione e per l’elettronica dedicata.

    1. Bernardo+Panizzo

      Già adesso con le attuali tecnologie , una EV acquistata oggi permette di soddisfare molti più usi rispetto alle attuali percentuali di vendita delle EV rispetto al complessivo, ma la gente non lo sa. Il problema non sono le tecnologie, ma la paura di sbagliare, intanto vanno avanti i più coraggiosi, la massa si adeguerà a man mano che si accorgeranno che il vicino di casa ,il parente o l’amico che acquistato una EV se la sta cavando bene lo stesso anche con un autonomia di 250 km e velocità di ricarica a 250km/h , se lo chiederanno ogni volta che andranno dal benzinaio sempre in riserva profonda da rischiare di chiamare il carro attrezzi perché si rimane a secco e fanno un rifornimento di 20€, perché se fanno il piano gli costa un botto e così paradossalmente uno con una EV, con la possibilità di ricarica di notte, ha mediamente più autonomia di una che va a fossile sempre in riserva o con il serbatoio mezzo vuoto.

  4. ANDREA ROCCA

    L’ansia da ricarica è una piaga che colpisce la maggioranza delle persone che NON hanno una macchina elettrica. Chi ha una EV in genere non ne ha.

  5. Forcieri ing. (V.O.) Maurizio

    questo mi sembra un articolo serio e onesto

    suggerirei a VaiElettrico di stipulare una convenzione con la Confraternita del Gran Bollito Misto, per assicurare la presenza di punti di ricarica presso ristoranti e trattorie che lo servono (pochi ahimé!) così che mentre l’auto si ricarica, uno possa pranzare con calma, “con le gambe sotto il tavolo”, secondo l’ormai antico adagio: “guida poco, che devi bere!”

  6. Bernardo+Panizzo

    Ma anche senza climatizzazione della batteria, dipende dall’uso, nell’uso quotidiano la climatizzazione è inutile perché non si va mai alla fast, anzi se il software è mal studiato può addirittura comportare un inutile aumento dei consumi.
    In caso di uso di Fast dipende dalla temperatura esterna, ma all’atto pratico un paio di fast si riescono a farle riuscendo così coprire molte esigenze.
    In realtà tutto ciò che gravita intorno alla faccenda sull’ansia da ricarica è sovrastimata dai potenziali clienti che così sono spinti ad acquistare funzionalità che all’atto pratico , se non in particolari casi, saranno per la maggior parte del tempo inutilizzate.

    1. La climatizzazione della batteria non si attiva unicamente nel caso di ricarica presso una FAST. Si attiva ogni qual volta la temperatura si allontana da quella impostata dal costruttore come standard. In ogni caso non esiste la possibilità per il guidatore di escluderla, né di non acquistare la climatizzazione all’atto dell’acquisto dell’auto (non è un optional). Quindi, sinceramente, non seguo il suo discorso. Forse non ho capito cosa intende.

      1. Bernardo+Panizzo

        Non vorrei che i costruttori cavalcassero l’ansia da ricarica per produrre soluzioni tecniche che apportano uno scarso beneficio rispetto ai costi, chiaro che in alcuni usi sono soluzioni importanti, ma si rischia di far passare il messaggio che siano soluzioni indispensabili, di contro rischiamo di tenere lontana la massa dalla mobilità EV per via degli alti costi di acquisto
        Io credo che anche con una batteria contenuta, senza soluzioni costose tipo climatizzazione , ricariche molto veloci o batterie che resterebbero per la maggior parte del tempo inutilizzate , già adesso la EV potrebbero soddisfare la maggior parte delle esigenze purché i costi di acquisto delle EV siano contenuti

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