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Ricarica domestica e caro-bollette: io mi sono difeso così

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caro-bollette

L’annunciato caro-bollette rischia di incidere pesantemente sui costi della ricarica domestica per moltissimi EV driver. E’ il momento di correre ai ripari; magari approfittando dei consigli del nostro amico professor Abbotto.

                                         di Alessandro Abbotto

Come scritto da più parti, anche su Vaielettrico.it, sono in arrivo importanti aumenti delle bollette per elettricità e gas. La causa, come già scritto, è nel rincaro del costo del gas naturale (metano), oggi per la maggior parte proveniente da Algeria e GNL. Dal gas naturale infatti l’Italia produce ancora buona parte dell’energia elettrica (il 48% nel 2024, secondo i dati Terna, pur in calo rispetto agli anni precedenti).

Al momento il prezzo al mercato di riferimento Title Transfer Facility (TTF) è di poco meno di 50 €/MWh, molto più basso del picco di 200 € raggiunto a metà 2022 ma comunque molto maggiore dei prezzi del 2019 e 2020 (nel maggio 2020 quotava meno di 5 €/MWh, ovvero un decimo di adesso).

Dodici mesi di contratto a prezzo fisso: alla scadenza si vedrà se il caro-bollette è rientrato

È possibile contrastare questi aumenti e quanto dovremo spendere nel 2025 per ricaricare l’auto elettrica a casa? La soluzione, a mio parere, è nelle tariffe fisse, ad esempio per 12 mesi, al termine dei quali rinnovare il contratto con nuove tariffe fisse o indicizzate al PUN (Prezzo Unico Nazionale) a seconda della maggiore convenienza tra i due casi.

A gennaio, un’importante società offre al momento un prezzo fisso per 12 mesi di 0,112 €/kWh, a cui vanno aggiunti i seguenti costi a kWh (approssimati al millesimo di euro):
 Perdite di rete = 10% (0,011 €/kWh)
 Corrispettivo capacità (aggiornato trimestralmente da ARERA) = 0,003 €/kWh
 Oneri di dispacciamento (ARERA) = 0,008 €/kWh
 Spese per il trasporto (quota energia, fissata da ARERA) = 0,011 €/kWh
 Componenti perequative (ARERA) = 0,002 €/kWh
 Spese per oneri di sistema (ARERA, azzerati nel periodo 2021-2022 dal governo) =
0,039 €/kWh
 Imposta erariale (o accise) = 0,023 €/kWh (non vi sono esenzioni per forniture oltre i
3 kW, tipico per chi ha una wallbox)

Da cui discende un totale di 0,209 €/kWh, a cui aggiungere l’IVA al 10%, per un totale lordo di 0,23 €/kWh. Questo costo è minore di quanto segnalato recentemente da alcuni lettori per la ricarica a casa. E’ quindi – considerando anche che è fisso per 12 mesi – molto conveniente e al riparo da aumenti nel corso dell’anno.

Nessun’altra spesa va inclusa nel computo, in quanto legata alla presenza e gestione del
contatore, ovvero spese che sarebbero comunque presenti per chiunque usi elettricità
nella propria casa anche senza mai ricaricare l’auto elettrica. È chiaro che questo discorso
si applica solo ai casi in cui la wallbox è collegata al contatore già preesistente per la casa e non dedicato.

ricarico nel boxNel 2025 spenderò 34 euro/1000 km. Con l’ auto elettrica un italiano medio può ancora risparmiare 880 euro in un anno

 

Al consumo medio di 15 kWh/100 km equivale a un costo lordo di 34 € per 1000 km. Attualmente con la mia auto elettrica da oltre 2 tonnellate e batteria da 65 kWh consumo, in inverno, poco meno di 15 kWh/100 km. Lo stesso modello con motorizzazione Mild Hybrid a benzina (peso 1.600 kg, consumo in ciclo misto WLTP dichiarato dalla casa di 64 litri ogni 1000 km) costerebbe, per la stessa percorrenza e al prezzo medio regionale della benzina in Lombardia (1,777 €/litro), 114 € per 1000 km.

Pertanto, questo semplice esercizio dimostra come sia possibile risparmiare, anche per
tutto il 2025, 80 € ogni 1000 km. Potenzialmente di più in caso di aumento del
prezzo della benzina. Alla percorrenza media annuale di 11.000 km (fonti UNRAE
e Quattroruote), questo significa 880 €/all’anno. Insomma, l’auto elettrica conviene fortemente comunque, anche in periodi di caro-bollette. Sempre che si abbia la possibilità di ricaricare da una wallbox a casa.

Dipartimento di Scienza dei Materiali Università di Milano – Bicocca
Presidente della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana
Coordinatore Nazionale dei Giochi e Campionati Internazionali della Chimica della Società Chimica Italiana Borsa di studio per la chimica in Europa. Professore associato presso il Vellore Institute of Technology (India)

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14 COMMENTI

  1. Giusto non contare i costi fissi se si ricarica con il contatore di casa.
    Meno giusto è sottoscrivere una tariffa fissa di inverno quando il PUN è più alto.
    Il fornitore con 0,112€/kWh sarebbe EON ma l’ ha già ritoccato a 0,124€. In più applicano ai soliti 108€/anno di costi di commercializzazione anche un altro 24€/anno di corrispettivo mercato che altri non mi sembrano applicare.

  2. Mi piacerebbe sapere se è un dato condiviso da tutti gli esperti quello sottolineato dal professor Abbotto e cioè che i costi fissi non vanno calcolati. Sia ben chiaro che non ho la competenza x dissentire e prendo atto…anzi mi fa piacere…Quindi io potrei affermare che ricarico gratis? Tecnicamente sarà così ma non concordo…Attualmente pago €16,31 in f1 e f2 e zero in f3 di materia prima. Ultima bolletta ( sett/ott) € 100,18 x kWh 558. € 0,1795 x kWh di media tutto compreso… il tutto con l’aiuto del “ fotovoltaico da balcone “ e 2 kWh di batterie che mi consentono di annullare i consumi in cucina ( tv, induzione, luce) dal lunedì al sabato ma, se non ricaricassi l’auto ( di notte e festivi) questo contratto che mi è estremamente conveniente non lo sarebbe affatto!!

  3. Sono d’accordo, i costi fissi si sostengono già sul contratto residenziale (da 6 a 12 euro mese in base al gestore) e non dipendono dall’uso dell’ auto elettrica, salvo non avere la luce a casa sono costi che già si sostengono. Sarebbe utile sapere l’azienda che pratica questo prezzo fisso.

  4. Su questo argomento sono completamente d’accordo con il prof. Abbotto. Chi ha la possibilità logistica di installare un fotovoltaico dovrebbe farlo nel suo interesse che poi diventa l’interesse di tutti. Il fotovoltaico ormai costa pochissimo , ho speso 8000 € circa per 3,6 kW comprensivi di progettazione, installazione, batteria di accumulo da 10 kWh . Sono pochi soldi? No, ma le mie bollette si sono praticamente azzerate. Abbiamo l’auto ad uso principale elettrica, lo scooter con il quale vado al lavoro elettrico, l’estate scorsa in casa da noi non abbiamo patito il caldo perché c’era sempre un condizionatore acceso visto che era gratis, adesso d’inverno ovviamente non riesco a coprire il consumo totale però si ottimizza: in questo momento c’è il sole, benissimo un condizionatore è acceso e mi mantiene la temperatura in casa e lo scooter è in carica. La batteria di accumulo è al 40% e sta ancora caricando,stanotte la mia casa consumerà zero. Tutto gratis. Il discorso è che si può vivere meglio, non avendo remore ad usare le cose che rendono la vita più confortevole, si spende meno e soprattutto si evita di continuare ad inquinare il mondo. Il sole è di tutti, gratis

  5. Confermo quanto già osservato da alcuni lettori: tutte le voci espresse in €/anno sono relative alla presenza e alla gestione del contatore. Si tratta di costi fissi, indipendenti dal possesso o meno di una wallbox, e pertanto non devono essere inclusi nel calcolo del costo della ricarica.
    Questi costi vanno considerati solo nel caso in cui, per esigenze particolari (ad esempio un box distante dall’abitazione), sia necessario installare un nuovo POD. In tale scenario, il costo della ricarica risulterebbe significativamente più elevato, calcolabile come il totale della bolletta (escluso il canone TV) diviso per i kWh effettivi di ricarica. In questa situazione, il costo potrebbe avvicinarsi a 1 €/kWh (in caso di basso consumo, anche superarlo), poiché i costi fissi, presenti anche in caso di consumo nullo, sarebbero scarsamente ammortizzati dal basso utilizzo per la sola ricarica.
    Di conseguenza, in tali circostanze, risulta più conveniente effettuare le ricariche presso colonnine pubbliche.

  6. Molto bene, ma per chi non può collegare il box all’impianto di casa ed è costretto ad installare un contatore dedicato, con relativo contratto “altri usi” i costi fissi portano il prezzo per Kw a livelli improponibili se si hanno percorrenze nella media delle auto in Italia. La mia Astra SW GPL è costata come il modello a benzina e il costo per Km è nettamente inferiore.

  7. Come scritto dal prof Abbotto: “Nessun’altra spesa va inclusa nel computo, in quanto legata alla presenza e gestione del
    contatore, ovvero spese che sarebbero comunque presenti per chiunque usi elettricità
    nella propria casa anche senza mai ricaricare l’auto elettrica.” Ovvero le spese fisse le ha volutamente escluse, in quanto vengono pagate a prescindere se l’elettricità viene utilizzata per ricaricare l’auto o meno.

  8. Potrei sbagliarmi, ma mi pare che nell’elenco delle varie voci indicate dal prof. Abbotto manchi quella che, nel Portale Offerte ARERA, viene indicata come “Quota fissa (€/anno)”, che a sua volta, nelle prime tre migliori offerte secondo i parametri della ricerca che ho condotto pochi munuti fa***, è articolata nelle sottovoci:
    • “DispBT” (1,318300 €/anno, identica per le prime tre migliori offerte)
    • “Quota fissa a remunerazione delle attivita’ commerciali del Fornitore” (IREN, 144,00 €/anno), oppure “Costi di commercializzazione fissi annui” (A2A, 108,00 €/anno), o ancora “Quota di commercializzazione fissa” (Sinergas, 96,00 €/anno).

    Includendo anche tale voce (Quota fissa (€/anno)”, il portale ARERA mi indica che l’offerta migliore (sempre in base ai miei parametri) è quella di IREN da 1091,15 €/anno, che, diviso per il consumo medio annuo indicato, porta ad un prezzo del kWh tutto compreso di 0,3031 €/kWh.

    *** Cittadina in provincia di Modena, fornitura domestica, utilizzo residente, prezzo fisso, 6 kWh, tariffa monoraria e consumo di 3.600 kWh/anno

    • L’autore dell’articolo ha considerato solo le voci di costo “variabili”, in buona sostanza tutte e solo quelle che in bolletta hanno come unità di misura €/kWh 🙂

      • Non devono essere calcolate perché si pagano indipendentemente dai consumi, quindi che tu abbia o meno l’auto elettrica le paghi lo stesso.

      • perchè sono costi fissi che quindi NON variano il prezzo del kWh… ee sono immediatamente valutabili prendendo un qualsiasi contratto. Se lo abbini al fatto che NON ha fatt il nome dell’azienda… direi che è tutto assolutamente limpido.

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